Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 1067 - Notificazione e pubblicità dell'ordinanza di vendita.Notificazione e pubblicità dell'ordinanza di vendita. [I]. L'ordinanza di vendita è notificata a cura del cancelliere del giudice dell'esecuzione [1060 comma 1] alle persone indicate nel primo comma dell'articolo precedente che non sono comparse. [II]. L'ordinanza inoltre deve essere annotata a cura del cancelliere in margine al pignoramento [1061]. Copia di essa è affissa nell'albo della pretura (1) del luogo dove si svolge l'esecuzione, in quello della direzione di aeroporto [688], e nell'albo dell'Aero club d'Italia (2). Il giudice può anche disporne la pubblicazione in periodici aeronautici. (1) Ai sensi del d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, l'ufficio del pretore è soppresso a decorrere del 2 giugno 1999, e le relative competenze sono trasferite al tribunale ordinario, tranne le ipotesi tassative elencate dall'art. 50 bis. (2) V. art. 750. InquadramentoSe l'atto è pronunciato in udienza la sua lettura vale come formale conoscenza per le parti presenti. Esso va notificato a cura della cancelleria a chi, tra coloro che debbono essere sentiti a norma dell'art. 655, non era presente. In proposito è prevista la notificazione e non la semplice comunicazione di cancelleria, quale modalità che garantisce con maggiore idoneità la presa di conoscenza per il destinatario e di essa fornisce prova certa. Le notifiche ad opera del cancelliere sono disciplinate dagli artt. 149 c.p.c. (consegna all'ufficiale giudiziario per la notifica a mezzo posta), 170 c.p.c. (le notificazioni dopo la costituzione in giudizio si fanno al procuratore costituito) e 16 d.l. n. 179/2012 (le notificazioni di cancelleria sono effettuare esclusivamente per via telematica all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni). Si veda, per le modalità telematiche, anche l'art. 149-bis c.p.p. Nel diritto della navigazione lo schema di ordine generale è nel senso che la notifica deve essere eseguita al debitore proprietario ed al comandante, quest'ultimo in quanto destinatario diretto dell'intimazione a tener ferma la nave o l'aeromobile. Si desume da una interpretazione sistematica che la notifica del pignoramento è da effettuare anche al proprietario non armatore quando l'espropriazione è promossa dai creditori dell'armatore non proprietario per crediti assistiti da privilegio, in applicazione dell'art. 670 cod. nav., dettato a proposito dell'espropriazione della nave. L'omessa informazione cagiona la nullità dell'ordinanza e degli atti successivi (Nasini, Dir. mar., 2006, 210 ss.). La notificazioneLa notifica è eseguita conformemente alle indicazioni descritte nel codice di procedura civile. Si desume dal testo dell'art. 650 cod. nav. (cui espressamente rinvia l'art. 1061) che la normativa è costruita nel senso che l'esecuzione dell'atto costituisca tipica mansione dell' ufficiale giudiziario. Così era, infatti, all'epoca dell'entrata in vigore del codice nautico. La progressiva digitalizzazione del processo ha condotto a profondi mutamenti nella disciplina delle notificazioni, da intendersi estensivamente applicabili a quella del diritto marittimo e aereo. L'art. 16 del d.l. n. 179/2012, ha disposto che nei procedimenti civili le notificazioni a cura della cancelleria si fanno esclusivamente per via telematica, ove la parte non stia in giudizio personalmente; la parte che sta in giudizio personalmente può indicare l'indirizzo di posta elettronica certificata al quale intende ricevere le comunicazioni e le notificazioni. La normativa in allora vigente (art. 489 c.p.c.) disponeva che le notificazioni ai creditori pignoranti sono fatte presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto; mentre quelle ai creditori intervenuti sono eseguite nella residenza dichiarata o presso il domicilio eletto nell'atto di intervento. Il d.lgs. n. 164/2024, correttivo della riforma processuale di cui al d.lgs. n. 149/2022 ha modificato la norma citata con l'inserire nel testo la precisazione per cui le comunicazioni e le notificazioni ai creditori pignoranti e intervenuti si fanno presso il procuratore costituito ai sensi dell'art. 170 c.p.c.; e per cui, se la parte sta in giudizio personalmente, esse si fanno all'indirizzo di posta elettronica certificata o, in mancanza, nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto indicati nell'atto di precetto o nell'atto di intervento. La notifica da eseguirsi a cura dell'ufficiale giudiziario con tali strumenti è attualmente disciplinata dall'art. 149-bis c.p.c., le cui disposizioni sono state modificate sia dal d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, e sia dal successivo d.lgs. che ne ha effettuato la sua correzione. La norma attualmente dispone che l'ufficiale giudiziario esegue la notificazione a mezzo PEC o servizio elettronico di recapito certificato qualificato quando il destinatario è un soggetto tenuto a munirsi di un indirizzo PEC o di servizio elettronico certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi oppure quando ha eletto un domicilio digitale speciale. La notifica si perfeziona, per il notificante, nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del suo gestore di PEC o di servizio elettronico certificato qualificato. Il d.l. n. 19/2024, conv. dalla l. n. 56/2024, ha ancora modificato la l. n. 53/1994 con l'introdurvi la disciplina della notificazione per il tramite di un invio postale generato con mezzi telematici, finalizzato a semplificare il procedimento di notificazione e contribuire alla speditezza delle procedure. La pubblicitàSempre a tutela della formale conoscibilità del provvedimento è disposto che di esso sia fatta annotazione in margine all'atto di pignoramento e ne sia fatta affissione in apposito albo presso la cancelleria dell'ufficio giudiziario. Questa forma di pubblicità, come quella della pubblicazione nel foglio degli annunci legali, deve ritenersi sostituita dalle altre che possono essere ritenute equivalenti nel frattempo introdotte dalla normativa e dalla prassi a proposito sia dei beni mobili che dei beni immobili (v. ad es. art. 570 c.p.c.). In particolare, va osservato che l'art. 490 c.p.c. dispone, al comma 1, che, quando la legge ordina che di un atto esecutivo sia data pubblica notizia, un avviso contenente tutti i dati che possono interessare il pubblico deve essere inserito sul portale del Ministero della giustizia nell'area denominata «portale delle vendite pubbliche». Il comma 2 prosegue con il disporre che, in caso di beni mobili registrati per un valore superiore a 25.000 euro, lo stesso avviso, unitamente a copia dell'ordinanza del giudice e della relazione di stima, è altresì inserito tempestivamente in appositi siti internet. In proposito appare dubbio estendere queste prescrizioni all'ambito delle procedure esecutive nelle materie regolate dal codice della navigazione e, segnatamente, all'espropriazione dell'aereo. Si tratta infatti di oneri a carico della parte procedente che senza una norma esplicita non è consentito estendere; e d'altra parte potrebbe ritenersi giustificata e possibile l'estensione per il palese intento del legislatore di favorire la conoscenza pubblica delle offerte di beni oggetto di esecuzione, nell'interesse stesso dei creditori e del debitore. Può assegnarsi importanza decisiva per l'esclusione della detta estensione della disposizione civilistica l'ultimo periodo del comma 2 dell'art. 1067, che limita la libertà di iniziativa del giudice nel disporre forme di pubblicità a quella costituita da inserzioni su periodici aeronautici. L'utilizzo dei portali, pertanto, non è neppure nelle disponibilità officiose del giudice. La Corte di cassazione ha avvertito che le disposizioni adottate dal giudice dell'esecuzione nell'ordinanza di vendita o di delega circa gli adempimenti, le modalità, i termini e le condizioni alle quali l'esperimento di vendita è soggetto sono poste a presidio delle esigenze di certezza, legittimità, trasparenza, correttezza ed efficienza che sovrintendono al sistema dell'espropriazione forzata, sicché le parti del procedimento esecutivo hanno pieno interesse a farne valere la violazione mediante l'opposizione agli atti esecutivi, non essendo tenuti, altresì, a dimostrare di aver subito un danno (Cass. II, n. 18421/2022). Cass. III, n. 8113/2022 ha affermato che: l'estinzione ex art. 631-bis c.p.c. per omessa pubblicazione dell'avviso di vendita sul portale delle vendite pubbliche presuppone che il termine per la relativa pubblicazione – fissato dal giudice dell'esecuzione o dal professionista delegato, o implicitamente desunto dal riferimento dell'art. 490, comma 3, c.p.c., al periodo di «almeno quarantacinque giorni prima del termine per la presentazione delle offerte» – sia spirato invano in conseguenza dell'inerzia (o dell'inadempimento) del creditore; l'omessa esecuzione – addebitabile a incuria o inerzia del creditore – delle forme di pubblicità disposte dal giudice dell'esecuzione, diverse dalla pubblicazione dell'avviso di vendita sul portale delle vendite pubbliche, pur non dando luogo all'estinzione del processo esecutivo ai sensi dell'art. 631-bis c.p.c., comporta, prima della vendita, la chiusura anticipata della procedura, e, dopo la vendita, ove tempestivamente denunciata con opposizione agli atti esecutivi, la caducazione del decreto di trasferimento; il mancato rispetto del termine perentorio per la pubblicazione dell'avviso di vendita sul portale delle vendite pubbliche determina l'estinzione (tipica) dell'esecuzione forzata ex art. 631-bis c.p.c., mentre il mancato rispetto di quello ordinatorio per l'anticipazione delle spese di pubblicità (incluso il contributo per la pubblicazione sul portale delle vendite pubbliche prescritto dall'art. 18-bis del d.P.R. n. 115/2002) comporta l'impossibilità per la parte di compiere l'atto indispensabile per la prosecuzione del processo esecutivo, e la conseguente pronuncia di improseguibilità dello stesso. 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