Codice di Procedura Civile art. 521 bis - Pignoramento e custodia di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi 1.

Francesco Bartolini

Pignoramento e custodia di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi 1.

[I]. Oltre che con le forme previste dall'articolo 518, il pignoramento di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi può essere eseguito anche mediante notificazione al debitore e successiva trascrizione di un atto nel quale si indicano esattamente, con gli estremi richiesti dalla legge speciale per la loro iscrizione nei pubblici registri, i beni e i diritti che si intendono sottoporre ad esecuzione, e gli si fa l'ingiunzione prevista nell'articolo 492. Il pignoramento contiene altresì l'intimazione a consegnare entro dieci giorni i beni pignorati, nonché i titoli e i documenti relativi alla proprietà e all'uso dei medesimi, all'istituto vendite giudiziarie autorizzato ad operare nel territorio del circondario nel quale è compreso il luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede o, in mancanza, a quello più vicino 2.

[II]. Col pignoramento il debitore è costituito custode dei beni pignorati e di tutti gli accessori comprese le pertinenze e i frutti, senza diritto a compenso.

[III]. Al momento della consegna l'istituto vendite giudiziarie assume la custodia del bene pignorato e ne dà immediata comunicazione al creditore pignorante, a mezzo posta elettronica certificata ove possibile.

[IV]. Decorso il termine di cui al primo comma, gli organi di polizia che accertano la circolazione dei beni pignorati o comunque li rinvengono procedono al ritiro della carta di circolazione nonché, ove possibile, dei titoli e dei documenti relativi alla proprietà e all'uso dei beni pignorati e consegnano il bene pignorato all'istituto vendite giudiziarie più vicino al luogo in cui il bene pignorato è stato rinvenuto. Si applica il terzo comma 3.

[V]. Eseguita l'ultima notificazione, l'ufficiale giudiziario consegna senza ritardo al creditore l'atto di pignoramento perchè proceda alla trascrizione nei pubblici registri. Entro trenta giorni dalla comunicazione di cui al terzo comma, a pena di inefficacia del pignoramento, il creditore iscrive a ruolo il processo presso il tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi del titolo esecutivo, del precetto, dell'atto di pignoramento e della nota di trascrizione. La conformità di tali copie è attestata dall'avvocato del creditore ai soli fini del presente articolo4.

[VI]. Il cancelliere forma il fascicolo dell'esecuzione. [Il pignoramento perde efficacia quando la nota di iscrizione a ruolo e le copie dell'atto di pignoramento, del titolo esecutivo e del precetto sono depositate oltre il termine di cui al quinto comma].5

[VII]. In deroga a quanto previsto dall'articolo 497, l'istanza di assegnazione o l'istanza di vendita deve essere depositata entro quarantacinque giorni dalla iscrizione a ruolo del processo esecutivo ad opera del creditore a norma del presente articolo ovvero dal deposito da parte di quest'ultimo delle copie conformi degli atti, a norma dell'articolo 159-ter delle disposizioni per l'attuazione del presente codice6 .

[VIII]. Si applicano in quanto compatibili le disposizioni del presente capo.

 

[1] Articolo inserito, in sede di conversione, dall'art. 19 d.l. 12 settembre 2014 n. 132, conv., con modif., in l. 10 novembre 2014, n. 162. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano ai procedimenti iniziati a decorrere dal trentesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione.

[2] L'art. 13, d.l. 27 giugno 2015, n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha sostituito le parole: «Il pignoramento di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi si esegue», con le parole: «Oltre che con le forme previste dall'articolo 518, il pignoramento di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi può essere eseguito anche», ed ha aggiunto, infine le parole: «o, in mancanza, a quello più vicino». Per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 9, del d.l. n. 83 del 2015 medesimo.

[3] L'art. 13, d.l. 27 giugno 2015, n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha inserito dopo le parole: «accertano la circolazione dei beni pignorati», le parole: « comunque li rinvengono», ed ha sostituito le parole: «autorizzato ad operare nel territorio del circondario nel quale è compreso il», con le parole: «più vicino al». Per l'applicazione vedi l'art. 23, c. 9, del d.l. n. 83 del 2015 medesimo.

[4] Comma così modificato dall'art. 3, comma 7, lett. l) , n. 1 d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 , che ha sostituito il secondo periodo con le parole «Entro trenta giorni dalla comunicazione di cui al terzo comma, a pena di inefficacia del pignoramento, il creditore iscrive a ruolo il processo presso il tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi del titolo esecutivo, del precetto, dell'atto di pignoramento e della nota di trascrizione.» alle parole «Entro trenta giorni dalla comunicazione di cui al terzo comma, il creditore deve depositare nella cancelleria del tribunale competente per l'esecuzione la nota di iscrizione a ruolo, con copie conformi del titolo esecutivo, del precetto, dell'atto di pignoramento e della nota di trascrizione.». Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

A norma dell'art. 27, comma 1, lett. b), n. 5)  del d.lgs. 13 luglio 2017, n. 116, la parola: «tribunale» e' sostituita dalle seguenti: «giudice di pace»; ai sensi dell'art. 32, comma 3 del d.lgs. 116 cit., come da ultimo modificato dall'art. 8-bis, comma 1, lett. b), d.l. 30 dicembre 2019, n. 162, conv., con modif., in l. 28 febbraio 2020, n. 8, le disposizioni di cui all'art. 27 citato entrano in vigore il 31 ottobre 2025. 

[5] Comma così modificato dall'art. 3, comma 7, lett. l) , n. 2 d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 , che  ha soppresso il secondo periodo tra parentesi quadre Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[6] Comma così modificato dall'art. 3, comma 7, lett. l) , n. 3 d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 , che ha sostituito le parole «dalla iscrizione a ruolo del processo esecutivo ad opera del creditore» alle parole «dal deposito da parte del creditore della nota di iscrizione». Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Precedentemente il presente comma è stato  inserito dall'art. 13, d.l. 27 giugno 2015, n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, per l'applicazione vedi l'art. 23, c. 9, del d.l. n. 83 del 2015 medesimo.

 

Inquadramento

L'autoveicolo, specie se di costo considerevole o se adatto ad utilizzazioni commerciali o industriali, ha da subito costituito una cosa di peso economico apprezzabile sotto il profilo dei rapporti negoziali aventi per contenuto la commercializzazione di beni. Dall'auto familiare al pullman di gran turismo svariate tipologie di veicoli a motore si sono caratterizzate per la versatilità delle utilizzazioni e il valore di scambio sul mercato: caratteristiche che li hanno resi, tra l'altro, idonei a costituire anche l'oggetto di pretese satisfattive forzose per i titolari di crediti nei confronti dei loro proprietari o utilizzatori. Con un limite, tuttavia, che da subito ha inciso sul reale raggiungimento di quelle stesse pretese. Il limite è rappresentato dal connotato intrinseco a questa particolare categoria di beni, vale a dire, dalla medesima mobilità per la quale sono costruiti, accentuata dalla relativa facilità della cessione a terzi. La comune destinazione al movimento sulle strade ne ha fatto mezzi facilmente sottraibili alla ricerca ad opera degli organi fallimentari e delle autorità preposte alle procedure espropriative. La sufficienza del consenso per il trasferimento della proprietà li ha resi rapidamente fuggitivi alle apprensioni forzate.

La prassi evidenziò ben presto la questione pratica che si poneva. Se gli autoveicoli potevano costituire oggetto utilmente aggredibile per l'esecuzione forzata, in qualche modo se ne dovevano assicurare l'immobilizzazione e la custodia.

Il r.d.l. n. 436/1927, reperì una soluzione per il primo problema che si pose all'attenzione. Il favore verso la diffusione della motorizzazione estendeva l'ambito degli acquisti con riservato dominio, idonei a portare l'auto al livello delle possibilità pecuniarie di ampi strati della popolazione: ma si trattava, poi, di tutelare concretamente il venditore, che affidava al cliente in cambio di un anticipo un bene suscettibile di non essere più recuperato. Anche per questa ragione il provvedimento, dunque, istituì il Pubblico registro automobilistico in modo da aversi una sorta di anagrafe degli autoveicoli posti in commercio e utilizzati; registro da tenersi presso ogni sede provinciale dell'Automobile club italiano (A.C.I.) e nel quale doveva essere iscritto ogni autoveicolo munito di licenza di circolazione. In separati registri dovevano iscriversi i motoveicoli e le trattrici agricole. Parve la fine di ogni problema. Si considerò sufficiente, infatti, iscrivere negli stessi registri una ipoteca, quale vincolo di giuridica indisponibilità a garanzia del credito del venditore, per ottenere lo scopo voluto: il bene così vincolato non avrebbe potuto sfuggire all'azione esecutiva, ogni atto di cessione diventava inefficace nei confronti del venditore inadempiente e dei terzi cessionari.

In realtà, il provvedimento lasciava indeterminati i modi con i quali assicurare l'efficacia pratica della procedura, sia perché essi non erano stati individuati e disciplinati e sia perché quella procedura era applicabile sostanzialmente soltanto per la tutela del privilegio automobilistico.

L'art. 51-bis c.p.c.

Il d.l. n. 132/2014, convertito nella l. n. 162/2014, e da subito più volte modificato, ha inserito nel corpo del codice di procedura civile l'art. 521-bis specificamente dedicato alla disciplina del pignoramento e della custodia di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi. Il disposto di questa norma è motivato dal proposito di rimediare alle insufficienze degli strumenti processuali esistenti in quella materia e di mettere a disposizione degli operatori sul mercato più sicuri procedimenti di realizzazione del credito. L'intervento legislativo rispondeva all'esigenza di ovviare alla sperimentata difficoltà di reperire e materialmente apprendere, ai fini esecutivi, beni destinati alla circolazione e spesso affidati all'uso o alla custodia di terzi. Il sistema escogitato presuppone e richiede una forma di collaborazione da parte del debitore, cui è rivolta l'intimazione a consegnare il veicolo e che nel frattempo è costituito custode, con le relative responsabilità di natura penale per il caso di inosservanza o di sottrazione del bene all'esecuzione forzata.

Facilita il reperimento di beni mobili registrati la ricerca telematica affidata all'ufficiale giudiziario disciplinata dall'art. 492-bis c.p.c. Questa disposizione consente di utilizzare banche dati e archivi informatizzati delle pubbliche amministrazioni. La modalità di ricerca può essere chiesta direttamente all'ufficiale giudiziario dal creditore quando sono stati notificati il titolo esecutivo e il precetto e quando è trascorso il termine ad adempiere di cui all'art. 482. Prima di questi momenti e se vi è urgenza, la ricerca può essere effettuata previo rilascio di una autorizzazione da parte del presidente del tribunale.

Il primo dato rilevante che si desume dal testo della norma è l'alternatività della procedura che ne è oggetto rispetto a quella dettata per i beni mobili in genere dal codice di rito civile con l'art. 518. L'alternatività è sottolineata con forza: «oltre che», «anche», sono le chiare espressioni letterali che la sanciscono. Il pignoramento di beni mobili registrati circolanti su strada è dunque in primis consentito secondo le modalità ordinarie riferite al pignoramento dei beni mobili in genere o conformemente alla risalente legislazione speciale. Il creditore può invece scegliere le forme innovative di cui all'art. 521-bis c.p.c.

La forma di pignoramento di cui all'art. 521-bis c.p.c. è alternativa rispetto a quella ordinaria (Crescenzi, 255).

L'alternatività impone di risolvere preliminarmente un quesito, riguardante il coordinamento dell'atto dell'ufficiale giudiziario che rinviene l'automezzo con il regime delle iscrizioni riguardante i beni mobili registrati. Dispone, sul punto, l'art. 2695, che le forme e le modalità delle trascrizioni per quanto riguarda gli autoveicoli sono regolate dalla legge speciale; e che, in mancanza, si osservano le norme concernenti la trascrizione degli atti relativi ai beni immobili, in quanto applicabili. Esiste, pertanto, un parametro di riferimento, in base al quale è certo che dopo la ricerca e il ritrovamento del veicolo, l'ufficiale giudiziario deve consegnare gli atti al creditore perché provveda a far annotare il pignoramento nel pubblico registro automobilistico.

L'atto di pignoramento degli autoveicoli a motore

Il pignoramento di veicoli, nelle forme indicate dall'art. 521-bis c.p.c., assume una struttura analoga a quella del pignoramento di beni immobili, di cui all'art. 555 stesso codice. Esso, infatti, è eseguito per mezzo di un atto notificato al debitore e non già per la materiale apprensione dell'automezzo, come avviene per le cose mobili, ex art. 518. Dopo la notifica è imposto al creditore di provvedere alla trascrizione dell'atto nei pubblici registri e di depositare, in un termine perentorio, nella cancelleria del giudice dell'esecuzione la nota di iscrizione a ruolo e i documenti che provano il diritto vantato e il pignoramento eseguito.

Il pignoramento è, in parte, atto di ufficiale giudiziario da compiersi su precisa istanza de creditore che ha notificato il titolo esecutivo e il precetto; e per altra parte è atto dello stesso creditore procedente, che lo predispone e che deve poi provvedere alla trascrizione dell'atto notificato dall'ufficiale giudiziario nei pubblici registri. Come già è avvenuto per l'espropriazione immobiliare (che richiede, anch'essa, la trascrizione nei pubblici registri) si è posta la questione di stabilire il momento nel quale l'esecuzione forzata ha inizio: se con la sola notifica o se con la successiva trascrizione.

A proposito dell'esecuzione su immobili la giurisprudenza propende a ritenere che il pignoramento costituisca una fattispecie complessa, che viene a completarsi con la trascrizione. Il pignoramento immobiliare, si afferma, si compone di due momenti processuali, cui corrispondono i due diversi adempimenti della notifica dell'atto e della successiva trascrizione (in tal senso, Cass. n. 7998/2015; Cass. n. 12429/2008).

Il pignoramento dell'autoveicolo si risolve in una fattispecie a formazione progressiva nella quale la notificazione dell'ingiunzione al debitore segna l'inizio del processo esecutivo e produce, tra l'altro, l'indisponibilità del bene pignorato; mentre la trascrizione completa il pignoramento sia con il consentire la produzione dei suoi effetti sostanziali nei confronti dei terzi e sia valendo come forma di pubblicità notizia e come presupposto indispensabile perché il giudice dia corso all'istanza di vendita del bene pignorato. La questione così posta ha un'importanza pratica per quanto concerne gli effetti che a carico dell'esecutato sorgono in conseguenza del pignoramento. Per lo specifico tema dell'espropriazione di autoveicoli ogni possibile questione è comunque risolta, posto che ai sensi della disposizione di cui al comma 2 dell'art. 521-bis il destinatario della notificazione assume gli obblighi della custodia e le relative responsabilità sin dal momento della ricezione dell'atto. Dalla notifica dell'atto di pignoramento il debitore è costituito custode dei beni pignorati, e da tale momento sorgono per lui gli obblighi di consegna e di non uso del veicolo sanzionati anche penalmente. La successiva trascrizione è dunque una pubblicità-notizia.

L'atto di pignoramento: contenuto

L'atto di pignoramento nelle modalità disciplinate dall'art. 521-bis c.p.c. consiste in un atto da notificarsi al debitore e da trascriversi nel registro pubblico del P.R.A. Il contenuto di questo atto è descritto da norme precise. La disposizione citata prescrive, infatti:

– che siano indicati, con gli estremi richiesti dalla legge speciale, i beni e i diritti che si intende sottoporre ad esecuzione;

– che al debitore si ingiunga di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'esecuzione;

– che al debitore sia intimato di consegnare entro dieci giorni i beni pignorati nonché i titoli e i documenti relativi alla loro proprietà e all'uso di essi all'istituto di vendite giudiziarie che contestualmente deve essergli indicato.

Quanto alla successiva trascrizione, la «legge speciale» cui deve farsi riferimento per individuare gli estremi richiesti al fine di ottenerla, altra non poteva essere, all'epoca, se non il r.d.l. n. 436/1927 cui è tuttora demandata la disciplina delle immatricolazioni degli autoveicoli e beni equiparati. In proposito l'art. 12 pretende una serie di elementi identificativi, da menzionarsi anche nell'atto di pignoramento: numero della carta di circolazione, nome del proprietario, eccetera. Si veda, tuttavia, attualmente l'art. 2683 c.c. e la normativa delle disposizioni attinenti al vigente sistema delle trascrizioni.

L'errore contenuto nell'atto di pignoramento sugli elementi identificativi del bene pignorato non è causa di nullità del pignoramento tranne nel caso in cui comporti incertezza assoluta sul bene stesso (Cass. VI, n. 2110/2014).

Il riferimento alla legge speciale è limitato a quanto occorre per identificare il proprietario del veicolo e il veicolo sottoposto al vincolo. Il contesto nel quale è inserito l'art. 521-bis (il codice di procedura civile) e il richiamo all'ingiunzione di cui all'art. 492 c.p.c. consentono di ritenere che il contenuto dell'atto di pignoramento di veicoli a motore vada integrato con le altre disposizioni dettate dallo stesso art. 492. Del resto, per quale ragione, a proposito del pignoramento di automezzi, non si dovrebbe mettere colui che lo subisce nelle stesse condizioni di tutelarsi predisposte per il debitore che per le sue obbligazioni debba rispondere con l'espropriazione di beni mobili ordinari? Di questa parificazione può trarre giovamento lo stesso creditore.

Pertanto, deve ritenersi che l'atto da notificare e nel quale si risolve il pignoramento deve anche contenere:

– l'invito al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione, con l'avvertimento che, in mancanza o in caso di irreperibilità, le successive notifiche o comunicazioni saranno effettuate in cancelleria;

– l'avvertimento che il debitore può chiedere di sostituire alle cose pignorate una somma di denaro, comprensiva di tutte le spese, determinata nell'importo, alle condizioni di cui all'art. 495 c.p.c.;

– l'avvertimento che avverso il pignoramento è proponibile l'opposizione ma che questa è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. L'avvertimento è elemento essenziale di ogni forma di pignoramento, a prescindere dalla forma particolare che rivesta in ragione della natura del bene pignorato.

Deve ritenersi che, per l'ambito generalizzato della sua applicazione, valga anche per il pignoramento degli autoveicoli il disposto dell'art. 492 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 164/2024 di correzione della riforma apportata dal d.lgs. 149/2022: secondo il quale il pignoramento deve contenere anche l'invito al debitore di indicare, in alternativa alla dichiarazione di residenza o all'elezione di domicilio, il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o ad eleggere un domicilio digitale speciale.

L'omissione dell'avvertimento riguardante la facoltà di proporre opposizione non costituisce una ragione di nullità, in difetto di una espressa sanzione in tal senso, potendo il debitore ricevere l'informazione nel corso del procedimento (Cass. III, n. 6662/2011).

Oggetto del pignoramento

Costituiscono oggetto del pignoramento ex art. 521-bis c.p.c. gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi. Per le rispettive nozioni occorre far capo alle disposizioni del codice della strada.

Il codice detta una definizione omnicomprensiva, per la quale sono «veicoli» tutte le macchine di qualsiasi specie che circolano sulle strade, guidate dall'uomo, fatta eccezione per le macchine ad uso dei bambini e degli invalidi. Di questa ampia categoria (che comprende anche i veicoli a braccia e a trazione animale) fanno parte gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi.

Gli autoveicoli sono definiti dall'art. 54 c.d.s. quali veicoli a motore con almeno quattro ruote. La disposizione ne fa una elencazione dettagliata al fine di porre tra essi delle distinzioni funzionali alla disciplina che alla loro varia tipologia è poi riferita, sia dal codice che dal regolamento (artt. da 201 a 203). Le norme successive escludono dalla nozione di autoveicolo i filoveicoli, le macchine agricole, le macchine operatrici, i veicoli con caratteristiche atipiche, i velocipedi, le slitte e i veicoli a trazione animale.

Art. 54 c.d.s.:

1. Gli autoveicoli sono veicoli a motore con almeno quattro ruote, esclusi i motoveicoli, e si distinguono, in: a) autovetture: veicoli destinati al trasporto di persone, aventi al massimo nove posti, compreso quello del conducente; b) autobus: veicoli destinati al trasporto di persone equipaggiati con più di nove posti compreso quello del conducente; c) autoveicoli per trasporto promiscuo: veicoli aventi una massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 t o 4,5 t se a trazione elettrica o a batteria, destinati al trasporto di persone e di cose e capaci di contenere al massimo nove posti compreso quello del conducente; d) autocarri: veicoli destinati al trasporto di cose e delle persone addette all'uso o al trasporto delle cose stesse; e) trattori stradali: veicoli destinati esclusivamente al traino di rimorchi o semirimorchi; f) autoveicoli per trasporti specifici: veicoli destinati al trasporto di determinate cose o di persone in particolari condizioni, caratterizzati dall'essere muniti permanentemente di speciali attrezzature relative a tale scopo; g) autoveicoli per uso speciale: veicoli caratterizzati dall'essere muniti permanentemente di speciali attrezzature e destinati prevalentemente al trasporto proprio. Su tali veicoli è consentito il trasporto del personale e dei materiali connessi col ciclo operativo delle attrezzature e di persone e cose connesse alla destinazione d'uso delle attrezzature stesse; h) autotreni: complessi di veicoli costituiti da due unità distinte, agganciate, delle quali una motrice. Ai soli fini della applicazione dell'art. 61, commi 1 e 2, costituiscono un'unica unità gli autotreni caratterizzati in modo permanente da particolari attrezzature per il trasporto di cose determinate nel regolamento. In ogni caso se vengono superate le dimensioni massime di cui all'art. 61, il veicolo o il trasporto è considerato eccezionale; i) autoarticolati: complessi di veicoli costituiti da un trattore e da un semirimorchio; l) autosnodati: autobus composti da due tronconi rigidi collegati tra loro da una sezione snodata. Su questi tipi di veicoli i compartimenti viaggiatori situati in ciascuno dei due tronconi rigidi sono comunicanti. La sezione snodata permette la libera circolazione dei viaggiatori tra i tronconi rigidi. La connessione e la disgiunzione delle due parti possono essere effettuate soltanto in officina; m) autocaravan: veicoli aventi una speciale carrozzeria ed attrezzati permanentemente per essere adibiti al trasporto e all'alloggio di sette persone al massimo compreso il conducente; n) mezzi d'opera: veicoli o complessi di veicoli dotati di particolare attrezzatura per il carico e il trasporto di materiali di impiego o di risulta dell'attività̀ edilizia, stradale, di escavazione mineraria e materiali assimilati ovvero che completano, durante la marcia, il ciclo produttivo di specifici materiali per la costruzione edilizia; tali veicoli o complessi di veicoli possono essere adibiti a trasporti in eccedenza ai limiti di massa stabiliti nell'art. 62 e non superiori a quelli di cui all'art. 10, comma 8, e comunque nel rispetto dei limiti dimensionali fissati nell'art. 61. I mezzi d'opera devono essere, altresì, idonei allo specifico impiego nei cantieri o utilizzabili a uso misto su strada e fuori strada.

I motoveicoli, indicati nell'art. 53, sono veicoli a motore a due, tre o quattro ruote. L'elencazione comprende i motocicli, tra i quali sono da intendere: i ciclomotori, quali veicoli a motore a due ruote destinati al trasporto di persone; le motocarrozzette, veicoli a tre ruote destinati al trasporto di persone; i motoveicoli a tre ruote per trasporto promiscuo; i mototrattori, a tre ruote, destinati al traino di semirimorchi; i motoveicoli a tre ruote per trasporti specifici con attrezzature particolari; i quadricicli a motore; e i moto articolati (artt. 199, 200 del Regolamento).

I rimorchi, ai sensi dell'art. 56, sono i veicoli destinati ad essere trainati dalle autovetture e dai filoveicoli, con esclusione degli autosnodati. Si distinguono da essi i semirimorchi e carrelli appendice a non più di due ruote. Questi ultimi sono considerati parte integrante del veicolo che li traina se non superano determinati limiti di sagoma e di massa.

Deve ritenersi applicabile anche nella speciale procedura di espropriazione di autoveicoli l'art. 492-bis c.p.c., avente ad oggetto la ricerca con modalità telematiche delle cose da pignorare, modificato dal d.lgs. n. 149/2022 di riforma del processo civile e dal successivo d.lgs. n. 164/2024 di sua correzione. Su istanza del creditore munito di titolo esecutivo e del precetto, l'ufficiale giudiziario competente in funzione del luogo di residenza, domicilio, dimora o sede del debitore procede alla ricerca con le dette modalità; occorre l'autorizzazione del presidente del tribunale per eseguire la ricerca prima che sia decorso il termine ad adempiere se vi è pericolo nel ritardo ovvero prima ancora della notifica del precetto.

Notifica e trascrizione

La normativa prevede come forma di attuazione del pignoramento la notifica dell'atto di parte a mezzo di ufficiale giudiziario. La mancanza di norme di dettaglio va colmata in base al disposto dell'art. 521-bis ultimo comma, per il quale si applicano in quanto compatibili le norme riguardanti l'espropriazione mobiliare in genere.

Il comma 5 della norma citata accenna ad una «ultima notificazione», eseguita dall'ufficiale giudiziario, come momento successivamente al quale deve essere con immediatezza restituito al creditore procedente l'atto di pignoramento notificato. Poiché l'esecuzione forzata ha inizio soltanto con le notifiche, questa «ultima notifica» non può riguardare creditori intervenuti, per la cui iniziativa costituisce presupposto necessario la pendenza della procedura. Il riferimento da farsi è verosimilmente alla possibile esistenza di soggetti comproprietari o di terzi possessori per un interesse proprio. Può ammettersi la possibilità che dalle ricerche effettuate risulti l'esistenza di creditori ipotecari ancor prima che ai registri pubblici si acceda per trascrivervi l'eseguito pignoramento.

L'art. 16 del d.l. n. 179/2020, ha disposto che nei procedimenti civili le notificazioni a cura della cancelleria si fanno esclusivamente per via telematica, ove la parte non stia in giudizio personalmente; la parte che sta in giudizio personalmente può indicare l'indirizzo di posta elettronica certificata al quale intende ricevere comunicazioni e notificazioni. L'art. 489 c.p.c. disponeva che le notificazioni ai creditori pignoranti sono fatte presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto; quelle ai creditori intervenuti sono effettuate nella residenza dichiarata o presso il domicilio eletto nell'atto di intervento. Il d.lgs. 164/2024 di correzione della riforma processuale introdotta dal d.lgs. n. 149/2022, ha modificato la norma citata con la precisazione per cui le notificazioni e le comunicazioni ai creditori pignoranti e intervenuti si fanno presso il procuratore costituito ai sensi dell'art. 170 c.p.c.; e per cui, se la parte sta in giudizio personalmente, esse si fanno all'indirizzo di posta elettronica certificata o, in mancanza, nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto indicati nell'atto di precetto o nell'atto di intervento. La disciplina delle notificazioni è stata modificata dallo stesso provvedimento correttivo (art. 149-bis c.p.c.) e dal d.l. n. 19/2024, conv. dalla l. n. 56/2024, misure per il P.N.R.R.

La trascrizione è effettuata con iscrizione nel Pubblico registro automobilistico, istituito con r.d.l. n. 436/1927. In esso, tra l'altro, vanno trascritti gli atti di pignoramento e di sequestro, come ha successivamente ribadito l'art. 2684 c.c.

Alla trascrizione la giurisprudenza ha attribuito natura di mera forma di pubblicità, utile, comunque, a dirimere il conflitto tra più acquirenti del veicolo o più titolari di privilegi su di esso. Consegue a questa natura di formale comunicazione l'efficacia soltanto presuntiva delle iscrizioni, in genere (Cass. ord., n. 24681/2014; Cass. n. 22605/2009; Cass. n. 8415/2006; Cass. n. 19599/2004).

Come si è accennato, la trascrizione non fa parte della fattispecie costitutiva del pignoramento ma ne rappresenta un adempimento successivo. Esso è necessario a far sorgere gli effetti di non opponibilità alla procedura esecutiva degli atti dispositivi compiuti dal debitore successivamente all'iscrizione nel registro.

Gli effetti del pignoramento nei confronti dei terzi sono indicati dagli artt. 2913 e ss. c.c.

Giudice competente

Giudice competente per l'esecuzione forzata è il Tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede (art. 26, comma 2, c.p.c.). Il criterio così indicato consegue alla modifica introdotta dal d.l. n. 132/2014, al preciso scopo di svincolare la procedura esecutiva da ogni riferimento al luogo in cui si trova la cosa da pignorare, come voleva il testo precedente della disposizione. Il più statico e preciso parametro esime il creditore dall'onere di inseguire il veicolo nella sua mutevole circolazione; e nello stesso tempo agevola il debitore nelle sue facoltà difensive per il fatto di evitargli trasferte nel caso in cui nei suoi confronti siano intraprese iniziative esecutive. La competenza è inderogabile e funzionale.

Gli obblighi in capo al debitore esecutato

Il principale obbligo che dal pignoramento del veicolo sorge a carico del debitore consiste nell'astenersi dal compiere atti che ne comportano la disposizione, per essa inteso ogni atto, materiale o giuridico, diretto a sottrarre il bene alla garanzia del credito. Ma dallo stesso pignoramento deriva un altro obbligo, di altrettanto rilevante importanza. Normalmente l'autoveicolo è nella disponibilità del debitore, a titolo di proprietà: egli è tenuto a farne consegna entro dieci giorni dalla notifica all'istituto di vendite giudiziarie.

Lo schema ipotizzato è che coincidano le persone del debitore, del proprietario e del possessore del mezzo, così da non aversi difficoltà nell'attuazione dell'obbligo di legge. Ma nella realtà le situazioni concrete che si presentano possono essere molto diverse. Un terzo può possedere il veicolo nell'interesse del proprietario oppure nell'interesse proprio, in quanto titolare di un diritto di utilizzazione. A norma dell'art. 521-bis il pignoramento va eseguito in danno del debitore, soggetto che si presume essere in grado di assumere l'obbligo della consegna del veicolo e che risponde personalmente dell'inadempimento. Ma se il bene pignorato è affidato in locazione ad altri, occorrerà in qualche modo risolvere il rapporto e sistemarne le conseguenze.

Non è infrequente che sorgano controversie in ordine alla effettiva proprietà del veicolo.

Al riguardo Cass. III, n. 2637/2019, ha affermato che, quando un veicolo è rinvenuto dall'ufficiale giudiziario nella disponibilità del debitore esecutato si applica il principio stabilito a proposito dei beni mobili per cui il possesso vale titolo.

È dunque il terzo che assume la proprietà del veicolo a dover dimostrare il suo diritto. In proposito non sono sufficienti le risultanze del P.R.A., le quali dimostrano l'avvenuto acquisto ma non anche il titolo – eventualmente diverso dal possibile trasferimento successivo – per il quale il bene è rinvenuto in possesso del debitore o del terzo.

Per giurisprudenza costante le iscrizioni nel pubblico registro automobilistico hanno un valore soltanto indiziario (Cass. ord., n. 24681/2014; Cass. n. 22605/2009; Cass. n. 8415/2006; Cass. n. 19599/2004; Cass. n. 7267/2000).

Con la consegna all'istituto vendite giudiziarie cessa la veste di custode del bene per il debitore. Nella posizione del custode subentra l'istituto, tenuto a dare immediata notizia al creditore per l'introduzione del processo esecutivo.

La mancata consegna

Il debitore può omettere di consegnare il bene che gli è stato pignorato, cederlo o nasconderlo per utilizzarlo in luoghi nei quali assai difficilmente può essere rintracciato. Due sono gli strumenti apprestati per contrastare questa condotta, resa praticabile dall'attitudine alla rapida circolazione del veicolo motorizzato. Entrambi sono di scarsa efficacia.

L'uno di essi si risolve nel compito demandato agli organi di polizia di porre termine alla circolazione del mezzo che avvenga in spregio del vincolo esecutivo. Dispone l'art. 521-bis, comma 4, che una volta trascorso il termine di dieci giorni assegnato al debitore per effettuare la consegna, la polizia che accerta la circolazione in divieto o che comunque rinviene il veicolo, deve ritirare tutti i documenti che ne provano la proprietà e ne consentono l'uso, per poi fare consegna del mezzo e della documentazione all'istituto di vendite giudiziarie più vicino. L'operato degli agenti sostituisce l'adempimento dell'obbligo facente capo al debitore. E dal momento del loro intervento vanno compiuti gli adempimenti che alla dazione spontanea sarebbero seguiti: l'immediata comunicazione al creditore procedente per l'introduzione della procedura esecutiva, il deposito degli atti per l'iscrizione a ruolo; eccetera. Risponde a scopo diverso il fermo amministrativo del veicolo: si veda la voce Esecuzione forzata di veicoli, Parte V, art. 86 d.P.R. n. 602/1973.

L'altro strumento precostituito è la possibile configurazione di un illecito sanzionato penalmente. La mancata consegna può configurare il delitto di cui all'art. 388, comma 4 c.p. (reclusione da due mesi a due anni e multa da 30 a 309 euro), quando è commesso dal proprietario del bene pignorato, affidato alla sua custodia con l'atto di notifica del pignoramento; se l'inadempiente non è il proprietario ma è comunque divenuto custode con la notifica del pignoramento, il reato è punito con la reclusione da quattro mesi a tre anni e con la multa da 51 a 516 euro.

Integra il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, previsto dal citato art. 388 c.p., la condotta del debitore che, divenuto custode ai sensi dell'art. 521-bis c.p.c., dopo la notifica di pignoramento di un bene mobile pignorato, omette di consegnare la cosa entro il termine di dieci giorni all'istituto di vendite giudiziarie, continuando a trattenerla e a utilizzarla (Cass. pen., n. 19412/2016).

Una siffatta responsabilità penale potrebbe costituire un deterrente efficace, in un sistema giudiziario di rapida definizione dei processi. E comunque, ad escluderne quasi totalmente l'attitudine dissuasiva è l'ultimo comma dell'art. 388, per il quale il delitto è punibile soltanto a querela della persona offesa.

Una prassi sorta dalla necessità

Gli adempimenti che preludono all'introduzione dell'esecuzione forzata sull'autoveicolo pignorato presuppongono che il debitore faccia consegna del bene all'Istituto di vendite giudiziarie e di tale consegna lo stesso Istituto dia comunicazione al creditore procedente; o, comunque, che una siffatta consegna avvenga, ad esempio per opera della polizia, e che, analogamente, l'Istituto dia la dovuta comunicazione. È dal momento della ricezione di questa notizia che inizia a decorrere il termine assegnato al creditore per il deposito dell'iscrizione a ruolo e relativi documenti nella cancelleria del tribunale. Se il debitore non provvede alla consegna, o se questa non avviene, il termine non decorre e resta inattivo, teoricamente all'infinito.

Il sistema di cui all'art. 521-bis ha una sua logica. Esso presuppone che il bene da vendere sia acquisito al procedimento esecutivo. Non può procedersi ad una vendita o ad una assegnazione di un bene sino a che non se ne ha la disponibilità materiale. Deve essere possibile esaminarlo, stimarlo e valutarlo per saggiare la convenienza economica dell'eventuale acquisto. La consegna costituisce un elemento imprescindibile per il procedimento espropriativo. Se il bene da offrire sul mercato è solo un'ipotesi e il suo reperimento è solo eventuale, la procedura esecutiva è priva di oggetto. Questa logica interna costituisce, però, il punto debole della normativa.

Il creditore pignorante riceve dall'ufficiale giudiziario l'atto di pignoramento notificato e attende che gli sia comunicata l'avvenuta consegna del veicolo all'Istituto di vendite giudiziarie. Il termine perentorio per introdurre il processo esecutivo decorre soltanto dal momento futuro di questa notizia e inutile sarebbe depositare, nel frattempo, gli atti nella cancelleria del tribunale e iscrivere la causa a ruolo: il processo proseguirebbe sulla carta, senza un bene materiale da espropriare e senza una finalità concreta da raggiungere. Si profila, inoltre, la probabilità di un danno materiale. Per instaurare il rapporto con il giudice il creditore deve depositare, oltre alla nota di iscrizione a ruolo, le copie conformi del titolo esecutivo, del precetto e dell'atto di pignoramento, nonché anticipare il contributo unificato senza sapere, nel caso in cui si attenda la consegna, se il mezzo pignorato sarà finalmente reperito.

La facilità con la quale l'autoveicolo può essere trasferito o nascosto rende assai facile la sua sottrazione alle aspettative dei creditori. L'interesse del debitore a non spogliarsi volontariamente del suo bene descrive come ipotetica l'eventualità della sua consegna. In difetto di questa il pignoramento sui soli documenti lascia aperto l'interrogativo concernente le reali condizioni del mezzo e la sua idoneità a tramutarsi in una somma di denaro remunerativa del capitale, degli interessi e delle spese. Un largo margine di aleatorietà sui risultati della procedura rende sconsigliabili esecuzioni non meditate o non fondate su dati certi, acquisiti per conoscenza diretta o per informazioni attendibili ricevute.

Ove il procuratore del creditore procedente ritenga di dover iscrivere la causa a ruolo, senza che l'autoveicolo pignorato sia stato consegnato, per l'ufficio giudiziario il conseguente procedimento è destinato a rimanere in carico, in attesa di una istanza di vendita o di assegnazione che non può sopraggiungere fino a quando (e se) il bene pignorato è acquisito agli atti. E ciò indefinitamente, a meno di un espediente che in qualche modo ponga termine all'inutile pendenza.

È per questa ragione che la prassi ha indotto alcuni uffici giudiziari a chiedere agli istituti di vendita, dopo trascorso un sufficiente lasso temporale, una dichiarazione di non avvenuta consegna e di mancato reperimento per poi procedere a una pronuncia di archiviazione degli atti, nell'accertata impossibilità di vendere un bene non disponibile materialmente. Un elemento di diritto positivo citato a fondamento di una scelta siffatta è desunto dall'art. 164-bis disp. att. al c.p.c., per il quale, quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo.

Una parte della giurisprudenza di merito, infatti, ha ritenuto di rilevare e dichiarare l'impossibilità oggettiva del raggiungimento del risultato dell'esecuzione e ne ha pronunciato la chiusura anticipata, ai sensi dell'art. 164-bis disp. att. c.p.c. In tal senso Trib Brescia, ord. 18 novembre 2017 e prima ancora Trib. Mantova, ord. 26 maggio 2015, Trib. Lagonegro, ord. 4 giugno 2015, Trib. Livorno, ord. 17 luglio 2015. Si osserva, in queste decisioni, e l'osservazione difficilmente può essere smentita, che nessuno comprerebbe all'incanto un bene che non si sa dove sia e se esista ancora. Solo una pronuncia rimasta isolata (Trib. Padova, ord. 25 agosto 2015) ha affermato doversi procedere all'esecuzione per non assecondare e rendere fruttuoso l'atteggiamento elusivo del debitore che, con il sottrarre il bene che deve custodire, rende vana l'azione del creditore.

I principi richiamabili in materia risultano dalle seguenti pronunce. La peculiare ipotesi di chiusura anticipata della procedura ex art. 164-bis disp. att. c.p.c. ricorre e va disposta ove, invano applicati o tentati ovvero motivatamente esclusi tutti gli istituti processuali tesi alla massima possibile fruttuosità della vendita del bene pignorato, risulti, in base ad un giudizio prognostico basato su dati obiettivi anche come raccolti nell'andamento pregresso del processo, che il bene sia in concreto invendibile o che la somma ricavabile nei successivi sviluppi della procedura possa dare luogo ad un soddisfacimento soltanto irrisorio dei crediti azionati ed a maggior ragione se possa consentire esclusivamente la copertura dei successivi costi di esecuzione. La relativa valutazione non deve avere luogo in modo espresso prima di ogni rifissazione, specie qualora il numero ne sia stato stabilito con l'ordinanza di vendita o altro provvedimento, ma una motivazione espressa è necessaria in caso di esplicita istanza di uno dei soggetti del processo oppure quando si verifichino o considerino fatti nuovi, soprattutto in relazione alle previsioni dell'ordinanza ai sensi dell'art. 569 c.p.c. (Cass. n. 11116/2020). Quando il giudice dell'esecuzione, in seguito ad un'opposizione ex art. 615 c.p.c., rileva, anche d'ufficio, i presupposti per una chiusura anticipata del processo esecutivo, deve – sentite le parti – dichiarare improseguibile l'esecuzione forzata e disporre la liberazione dei beni (a meno che non sia già intervenuta l'aggiudicazione o l'assegnazione) e, nell'espropriazione immobiliare, ordinare la cancellazione della trascrizione del pignoramento, nonché provvedere, ex art. 632 c.p.c., sulle spese dell'esecuzione in favore del debitore (se assistito con difesa tecnica), mentre i costi del processo esecutivo restano automaticamente a carico del creditore ex art. 95 c.p.c.; lo stesso giudice non può, invece, pronunciarsi sull'eventuale istanza di sospensione del processo esecutivo, dato che la sua chiusura rende superflua ogni statuizione a riguardo, ma è comunque tenuto a fissare il termine perentorio per introdurre il giudizio di merito, che non risente della disposta chiusura della procedura (Cass. n.11241/2022). ll provvedimento di chiusura anticipata del processo esecutivo ai sensi dell'art. 164-bis disp. att. c.p.c., per infruttuosità dell'espropriazione, non è suscettibile di impugnazione con il ricorso straordinario per cassazione ex art. 111 Cost. essendo soggetto all'opposizione agli atti esecutivi (Cass. ord., n. 7754/2018). È inammissibile il reclamo ex art. 630 c.p.c. per impugnare il provvedimento di chiusura anticipata (cd. “estinzione atipica”) del processo esecutivo, il quale è assoggettato esclusivamente al rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c.; la predetta inammissibilità non è suscettibile di sanatoria, né il reclamo può essere riqualificato in opposizione agli atti esecutivi, sia per l'impossibilità di attribuire alla domanda una qualificazione diversa da quella espressamente voluta dalla parte, sia per la destinazione dell'atto al collegio (anziché al giudice dell'esecuzione), sia per la struttura necessariamente bifasica dell'opposizione ex art. 617 c.p.c. (Cass. ord., n. 11241/2022). La chiusura anticipata del processo esecutivo a seguito di aste andate deserte comporta che la liquidazione delle spese sia posta a carico del creditore procedente, posto che l'infruttuosità della procedura rende evidentemente impossibile la loro imputazione sulla somma ricavata, ai sensi dell'art. 510 c.p.c. (Cass. ord., n. 40072/2021).

Al creditore non è precluso, nel caso di mancata consegna dell'autoveicolo, di depositare la nota di iscrizione a ruolo e l'istanza di vendita, al fine di non rimettere le sorti della procedura al debitore esecutato. In questo modo la custodia passa all'Istituto giudiziario di vendite, con ricerca e apprensione del bene per mezzo della forza pubblica (Crescenzi, 257).

Se, dunque, per il tribunale può esistere un modo con il quale risolvere situazioni che si trascinano nel tempo senza prospettive di risultato, per il creditore procedente, quando il bene pignorato non è materialmente appreso, restano da sopportare l'anticipo degli esborsi e l'inutilità delle iniziative intraprese.

L'iscrizione a ruolo. L'esecuzione forzata

Il primo atto dell'esecuzione forzata che instaura il collegamento tra creditore procedente e ufficio giudiziario è l'iscrizione a ruolo della procedura. Il quinto comma dell'art. 521-bis disponeva che l'iscrizione avvenisse mediante deposito presso la cancelleria del giudice competente di una nota di richiesta di iscrizione a ruolo e della documentazione richiesta allo scopo dalla legge. La nota di iscrizione a ruolo è stata soppressa dal d.lgs. n. 164/2024 correntemente noto come «Correttivo alla riforma Cartabia» e attualmente l'iscrizione è effettuata con il deposito telematico presso il tribunale competente per l'esecuzione di copie conformi del titolo esecutivo, del precetto, dell'atto di pignoramento e della nota di trascrizione. Con disposizione specifica al processo esecutivo il citato provvedimento di correzione ha modificato il testo degli artt 488 c.p.c. e 159-bis disp. att. c.p.c In proposito è rimasto fermo il termine di trenta giorni stabilito a pena di inefficacia del pignoramento.

Entro quarantacinque giorni dall'iscrizione a ruolo del processo, ad opera del creditore procedente, (nelle forme e nei modi di cui al modificato art. 159-bis disp. att.al c.p.c.) deve essere depositata l'istanza di vendita o quella di assegnazione. Sul punto il citato correttivo alla riforma processuale ha mutato la disposizione dell'art. 521-bis che faceva decorrere il termine su indicato dal deposito della nota di iscrizione a ruolo, che è stata soppressa. L'atto di parte dà impulso al procedimento e fornisce occasione al provvedimento del giudice.

L'istanza di vendita o di assegnazione, nella procedura esecutiva su autoveicoli, motoveicoli e rimorchi presuppone:

1) che il bene pignorato sia stato consegnato dal debitore all'istituto di vendite giudiziarie nei termini di legge o che, comunque, quel bene sia stato recuperato e posto a disposizione dell'Istituto, che ne assume la custodia;

2) che il creditore entro trenta giorni dalla comunicazione della consegna o del recupero abbia depositato nella cancelleria del giudice dell'esecuzione l'iscrizione a ruolo della causa e la documentazione richiesta dall'art. 521-bis comma 5 c.p.c.;

3) che l'istanza di vendita o di assegnazione sia presentata entro i successivi quarantacinque giorni. Da questo momento si applicano le norme ordinarie relative all'esecuzione forzata su beni mobili demandata all'Istituto vendite giudiziarie.

La disposizione dettata dall'art. 521-bis c.p.c. non indica la forma dell'istanza di vendita o di assegnazione e non ne specifica il contenuto. Devono ritenersi richiamate le norme dettate a proposito della vendita dei beni mobili pignorati negli artt. 529 e ss. c.p.c. (come fa intendere l'ultimo comma dell'art. 521-bis citato). Infatti, le regole introdotte con il citato art. 521-bis riguardano unicamente la fase della ricerca del bene e del vincolo da apporre sull'autoveicolo oggetto di pignoramento; per quanto concerne la successiva procedura giudiziaria non sono stabiliti principi autonomi da quelli riferiti all'esecuzione forzata su beni mobili, se non per quanto concerne le modalità affidate all'Istituto.

Giudice competente a ricevere l'istanza è il Tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede (art. 26 c.p.c.). Il criterio così indicato prescinde dal luogo in cui si trova la cosa da pignorare e quindi esime il creditore dall'onere di inseguirla nella sua mutevole circolazione; e nello stesso tempo privilegia il debitore nelle sue facoltà difensive. La competenza è inderogabile e funzionale.

In alternativa alla vendita il creditore può chiedere l'assegnazione del veicolo pignorato. La disposizione dettata dall'art. 521-bis c.p.c. non indica la forma dell'istanza di assegnazione e non ne specifica il contenuto. Devono ritenersi applicabili le norme dettate, a proposito della assegnazione dei beni mobili pignorati, negli artt. 505 e 529 c.p.c., conformemente al richiamo operato dall'ultimo comma dell'art. 521-bis citato. Come si è accennato, per quanto concerne la successiva procedura giudiziaria questa norma rimanda integralmente alla disciplina dell'esecuzione forzata in genere.

Le contestazioni afferenti ai vizi del procedimento di vendita e di assegnazione debbono essere fatte valere con l'opposizione agli atti esecutivi.

A seguito della pronuncia di un'ordinanza di assegnazione ex art. 553 c.p.c., che non sia stata autonomamente impugnata mediante opposizione agli atti esecutivi, persiste in capo all'esecutato l'interesse alla decisione sul merito dell'opposizione all'esecuzione precedentemente proposta, dal momento che, non venendo in questione esigenze di tutela della posizione di terzi estranei alla procedura, l'esito favorevole dell'opposizione determinerebbe l'invalidazione di tutti gli atti esecutivi precedentemente compiuti (Cass. VI, ord., n. 11191/2019; Cass. III, ord., n. 4528/2019).

Il Tribunale di Mantova (Trib. Mantova 18 ottobre 2016, in Dir. giust., 2016, 20 ottobre) ha affermato che l'art. 521-bis, ultimo comma, si interpreta nel senso che l'assegnazione dell'autoveicolo non possa essere disposta se non dopo l'infruttuoso tentativo di vendita ovvero quando mancano offerte almeno pari al valore di stima dei beni staggiti.

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