Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 645 - Navi non soggette a pignoramento e a sequestro.

Francesco Bartolini

Navi non soggette a pignoramento e a sequestro.

[I]. Non possono formare oggetto di espropriazione forzata né di misure cautelari (1):

a) le navi da guerra, comprese le navi in costruzione per conto della marina militare nazionale;

b) le navi adibite alle linee di navigazione, dichiarate di preminente interesse nazionale dal ministro dei trasporti e della navigazione, se non sia intervenuta l'autorizzazione del ministro medesimo (2);

c) le navi adibite ai servizi pubblici di linea o di rimorchio della navigazione interna, se non sia intervenuta l'autorizzazione del ministro dei trasporti e della navigazione [225];

d) le navi e i galleggianti, pronti a partire o in corso di navigazione, non si tratti di debiti a causa del viaggio che stanno per intraprendere o che proseguono. La nave marittima si reputa pronta a partire quando il comandante ha ricevuto le spedizioni [179], e la nave della navigazione interna quando il comandante di porto [23 comma 3] ha dato la relativa autorizzazione [667] (2).

(1) Vedi il r.d.l. 30 agosto 1925, n. 1621, riguardo agli atti esecutivi sopra beni di Stati esteri nel regno.

(2) Per la nuova nomenclatura, organizzazione e competenze dei Ministri e dei Ministeri vedi il d.lg. 30 luglio 1999, n. 300.

Inquadramento

Non possono formare oggetto di espropriazione (e di sequestro) le navi di cui all'elenco contenuto nell'art. 645 cod. nav.

La disposizione riguarda in primo luogo le navi da guerra, in tale nozione comprese le navi in costruzione per conto della marina militare nazionale. Le navi da guerra sono, propriamente, quelle destinate alle forze armate ed aventi la funzione della difesa dello Stato nell'eventualità di un conflitto bellico. In questo senso esse escludono i navigli appartenenti a gruppi militarizzati ma aventi destinazione diversa, quali i mezzi della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Peraltro, l'inciso della disposizione riferito alle navi in costruzione per conto della marina militare sembra estendere l'inespropriabilità anche alle navi che comunque appartengano alla marina militare nazionale.

La nozione di nave da guerra è stabilita dall'ordinamento militare (art. 239, comma 2, d.lgs. n. 66/2010) ed è riferita alla nave posta al comando di un ufficiale di marina al servizio dello Stato e iscritto nell'apposito ruolo degli ufficiali o in un documento equipollente (Cass. pen. III, n. 6626/2020, fattispecie di nave della Guardia di finanza comandata da un maresciallo-sottufficiale). Le unità navali della Guardia di finanza sono considerate navi da guerra solo quando operano fuori dai limiti delle acque territoriali (Trib. Agrigento 2 luglio 2019).

Per una parte della dottrina l'esenzione configura un caso di difetto assoluto di giurisdizione, analogo a quello delle immunità delle navi di Stato, disposto dalla stessa normativa interna. Il difetto di giurisdizione sarebbe, dunque, rilevabile d'ufficio e comunque deducibile con l'opposizione all'esecuzione.

Non sono assoggettabili all'espropriazione le navi adibite alle linee di navigazione dichiarate di preminente interesse nazionale dal ministero competente se non sia intervenuta l'autorizzazione permissiva del medesimo ministero.

In questa ipotesi la non espropriabilità è di ordine relativo, potendo l'esecuzione essere autorizzata con un provvedimento amministrativo (Castoro, 347, Vullo, 840).

Il medesimo art. 645 dichiara non assoggettabili ad espropriazione anche le navi adibite ai servizi pubblici di linea o di rimorchio nella navigazione interna se non è intervenuta l'autorizzazione del ministero per i trasporti. Si tratta di un'altra fattispecie di non espropriabilità relativa, condizionata all'assenza di una autorizzazione liberatoria. La condizione tiene conto, anche in questo caso, del pubblico interesse alla continuazione del servizio pubblico di trasporto.

Il Trib. di Napoli (sent. 8 giugno 2009) ha affermato che l'applicabilità del divieto di espropriazione forzata riferito ad una nave in cantiere per lavori di manutenzione presuppone che il suo rientro in esercizio sia necessario al fine di consentire la sospensione dell'esercizio di altra nave assegnata alla stessa linea per l'esecuzione di analoghi lavori; e che al riguardo non assume concreta rilevanza la previsione di penalità a carico dell'armatore che esercita una linea di preminente interesse nazionale nel caso di deficienze e inadempienze nella gestione del servizio, ove non venga fornita la prova della probabile applicazione di tali sanzioni nel caso di pignoramento di tale nave e dell'effetto concreto della sanzione, a causa della sua entità, sulla gestione della linea.

Infine, la citata disposizione nega l'assoggettamento ad espropriazione delle navi e dei galleggianti pronti a partire o in corso di navigazione, a meno che si tratti di tutelare crediti sorti a causa del viaggio che stanno per intraprendere o che proseguono. In proposito la norma precisa che la nave marittima si reputa pronta a partire quando il comandante ha ricevuto le spedizioni; mentre per le navi della navigazione interna rileva il rilascio dell'autorizzazione a partire ad opera del comandante del porto. Le spedizioni sono regolate dall'art. 181 cod. nav. e si risolvono nell'apposizione di un visto sulla dichiarazione integrativa di partenza rilasciato dal comandante del porto o dall'autorità consolare.

La destinazione, in concreto, del bene appartenente a uno Stato estero all'adempimento delle sue funzioni pubbliche comporta, in sede esecutiva, l'impignorabilità del bene stesso che deve essere fatta valere con l'opposizione all'esecuzione (Cass. III, n. 2041/2010; Cass. III, n. 19601/2008; Cass. S.U., n. 53/1999). Ai fini doganali la nozione di «navi in partenza dai porti dello Stato» (art. 254 d.P.R. n. 43/1973) postula una situazione oggettivamente accertabile, che compete al giudice di merito con valutazione in concreto da operare ex ante, non limitata all'attitudine tecnico-fisica di salpare le ancore immediatamente ma che include l'assenza di vincoli tali da precludere alla nave di partire in qualsiasi momento e a propria discrezione, senza che assuma rilievo l'effettiva partenza (Cass. sez. trib., n. 5482/2020, in tema di rifornimento di carburante occorrente alla manutenzione della nave e al mantenimento dell'equipaggio).

Con le spedizioni le formalità sono ultimate ed a quel punto l'impedimento alla partenza cagionerebbe soltanto pregiudizi. Impedirebbe, infatti, di percepire gli utili del viaggio, a vantaggio dei creditori, e cagionerebbe situazioni fonte di risarcimento dei danni.

Nell'espropriazione tributaria

Le norme sull'impignorabilità delle navi e dei galleggianti sono trasferibili nell'ambito dell'espropriazione forzata tributaria. L'esclusione dalla sottoposizione a pignoramento risponde a ragioni prevalenti sull'interesse dello Stato ad ottenere il pagamento dei tributi ed opera in radice sulla possibilità che determinati beni possano essere distratti dalla loro destinazione di utilità pubblica o dalle loro attitudini a soddisfare-bisogni collettivi. In assenza di disposizioni specifiche vale comunque il dettato dell'art. 49, comma 2, del d.P.R. n. 602/1973, per il quale il procedimento di espropriazione forzata è regolato dalle norme ordinarie applicabili in rapporto al bene oggetto di esecuzione, in quanto non derogate e compatibili.

Queste «norme ordinarie» individuate dalla natura del bene da espropriare sono quelle del codice della navigazione.

Bibliografia

Aa.Vv., Rassegna dell'esecuzione forzata, Napoli, 2024; Bartolini, La riforma dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2022; Bartolini, Il pignoramento di navi e aeromobili, in Aa.Vv., Il pignoramento nel suo aspetto pratico, diretto da De Stefano e Giordano, Milano, 2020, 325 ss.; Carbone, Celle, Lopez de Gonzalo, Il diritto marittimo. Attraverso i casi e le clausole contrattuali, Milano, 2024; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2013, 363 ss.; Conforti, Iovane, Diritto internazionale, Milano, 2023; De Carolis, L'esecuzione forzata, Milano, 2024; Di Pirro, Commentario sistematico dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2013, 455 ss.; Berlingieri, Le convenzioni internazionali di diritto marittimo e il codice della navigazione, Milano, 2009; R.P. Huerta, Diritto marittimo, Roma, 2022; Lobietti, Sull'immunità da pignoramento e sequestro della nave pronta a partire o in corso di navigazione, in Dir. mar., 2008, 3, 783; M. Morrone, Storia del diritto marittimo, Milano, 2022; Nasini, Il principio del contraddittorio nel processo di esecuzione: compatibilità ed effetti nella procedura di espropriazione forzata di navi, in Riv. dir. mar., 2010; Puoti, Cucchi, Simonelli, La nuova riscossione tributaria, Padova, 2012; Tedoldi, Esecuzione forzata, Milano, 2023; Vullo (Aa.Vv.), Codice dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2012, 831 ss.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario