Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 650 - Forma del pignoramento di navi o di carati di navi.

Francesco Bartolini

Forma del pignoramento di navi o di carati di navi.

[I]. L'atto di pignoramento deve contenere [492, 555 c.p.c.].

1) l'enunciazione della somma dovuta e del titolo esecutivo, in forza del quale si procede, e della sua spedizione in forma esecutiva;

2) la data della notificazione del precetto;

3) l'ingiunzione al debitore proprietario di astenersi da qualsiasi atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito, per la soddisfazione del quale si agisce, la nave o il galleggiante o i carati, che si assoggettano alla espropriazione, e le relative pertinenze [682 n. 1];

4) l'intimazione al comandante di non far partire la nave, ovvero, se oggetto dell'espropriazione è una nave in corso di navigazione, di non far ripartire la nave dal porto di arrivo [646, 682 n. 2];

5) gli elementi di individuazione della nave o del galleggiante [140 ss., 682 n. 3].

[II]. Il pignoramento si esegue, su istanza del creditore precettante, mediante notificazione dell'atto al debitore proprietario e al comandante [651]. Se si tratta di nave in corso di navigazione, il giudice competente ai sensi dell'articolo 643 può prescrivere che la notificazione dell'atto al comandante sia eseguita per mezzo di telegramma collazionato con avviso di ricevimento, ovvero mediante comunicazione radiotelegrafica degli estremi del pignoramento.

[III]. Non appena eseguita la notificazione o ritirata la ricevuta regolamentare della comunicazione telegrafica o radiotelegrafica, il creditore invia copia autentica dell'atto all'ufficio di iscrizione della nave o del galleggiante [146], il quale provvede alla trascrizione nel registro d'iscrizione e, ove si tratti di navi maggiori, anche all'annotazione sull'atto di nazionalità [150]. Se la nave è in costruzione, la trascrizione del pignoramento si esegue nel registro delle navi in costruzione [233].

[IV]. Il detto ufficio è tenuto a consegnare al creditore un certificato dal quale risulti l'espletamento delle formalità indicate nel precedente comma [653 comma 3].

Inquadramento

La funzione del pignoramento consiste nel sottoporre determinati beni del debitore a vincolo per la soddisfazione dei diritti del creditore. Si tratta ovviamente di un vincolo giuridico, riguardante i beni nella loro natura di beni commerciabili e che in linea generale impedisce al debitore di disporne liberamente e di servirsene. L'effetto del vincolo si risolve nel rendere inefficaci nei confronti del creditore procedente e dei creditori intervenuti nell'espropriazione gli atti di alienazione delle cose pignorate o comunque di disposizione effettuati dal debitore. Gli atti compiuti sono, di per sé, validi ma inefficaci per quanto concerne l'espropriazione: si tratta di una inefficacia relativa, per la quale l'atto del debitore non impedisce che il procedimento esecutivo prosegua con la vendita forzata del bene esecutato. Ma se il processo esecutivo non perviene alla sua naturale conclusione di soddisfare i creditori, per rinuncia o altre ragioni simili, quell'atto di disposizione che era valido può riacquistare la sua piena efficacia.

La disciplina degli effetti del pignoramento nei rapporti obbligatori è contenuta nel codice civile, in quanto avente natura di diritto sostanziale.

Con riferimento al regime dettato per i beni mobili registrati, quali sono le navi e gli aeromobili, deve essere ricordato il disposto dell'art. 2914 n. 1) c.c. per il quale non hanno effetto in pregiudizio dei creditori, sebbene anteriori al pignoramento, le alienazioni di beni mobili iscritti in pubblici registri che siano trascritte successivamente al pignoramento. E va ricordato altresì il dettato dell'art. 2915, secondo cui non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori intervenuti gli atti che importano vincoli di indisponibilità se non sono trascritti prima del pignoramento, quando hanno ad oggetto beni mobili iscritti in pubblici registri.

Per quanto concerne le forme e la stessa struttura del pignoramento, al riguardo la procedura esecutiva ordinaria non ne stabilisce una normativa omogenea che possa servire da riferimento, quando occorra, nell'espropriazione di nave. La disciplina del codice di procedura civile si diversifica in dipendenza della qualità dei beni da assoggettare all'espropriazione e delle obbligazioni di cui chiedere il soddisfacimento. Nel suo nucleo essenziale può dirsi soltanto che il pignoramento si risolve comunque in una ingiunzione dell'ufficiale giudiziario al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni che si assoggettano all'espropriazione e i loro frutti.

Il pignoramento di navi e galleggianti: principi generali

La disciplina del pignoramento di navi contiene elementi che sono propri all'espropriazione immobiliare ed all'espropriazione di beni mobili. In quanto eseguibile con un atto di notifica, essa rimanda a regole tipiche dell'esecuzione sugli immobili; in quanto richiede cautele per impedire la circolazione delle cose pignorate essa richiama la normativa sull'espropriazione mobiliare. Inoltre, come per gli immobili il pignoramento di navi e di galleggianti si esegue mediante la notifica di un atto del creditore, senza apprensione del bene; mentre il pignoramento dei beni mobili presuppone la materiale loro custodia. Il codice della navigazione detta una normativa che richiama principi dell'una e dell'altra forma di esecuzioni forzate e da essa emerge palese l'intenzione legislativa di fare delle norme del diritto marittimo un sistema specifico e autonomo rispetto a quello del diritto comune. Un completo rinvio al codice di procedura civile riguarda le sole fattispecie dell'esecuzione per consegna e rilascio, dell'estinzione e della sospensione del processo esecutivo.

Forma e contenuto del pignoramento sono indicati dall'art. 650 cod. nav.

Il pignoramento nel suo aspetto documentale

Le indicazioni fornite dall'art. 650 per quanto concerne il pignoramento nel suo aspetto di atto documentale sono quelle necessarie alla prova e al raggiungimento del suo scopo. Il pignoramento costituisce l'atto di esercizio di una azione e pertanto presuppone: un diritto fondato su un titolo obbligatorio; un soggetto tenuto ad adempiere; il preavviso della realizzazione pratica della pretesa; la specificazione delle cose sulle quali questa pretesa viene esercitata. La disposizione citata elenca in proposito i requisiti di contenuto dell'atto necessari a rendere conosciuta la soggettività delle parti, l'oggetto della pretesa, i beni che si assoggettano a vincolo e gli strumenti di possibile difesa del debitore esecutato.

L'art. 650 richiede: l'enunciazione della somma dovuta e del titolo esecutivo, in forza del quale si procede; la data di avvenuta notificazione del precetto, quale atto che ha messo in mora il debitore; l'ingiunzione al debitore proprietario rivolta a vietargli di sottrarre la nave o il galleggiante (o i carati o le pertinenze) alla garanzia del credito per il quale si agisce; l'intimazione al comandante di non far partire la nave ovvero, se si tratta di una nave in navigazione, di non farla ripartire dal porto di arrivo; l'indicazione dei dati di individuazione della nave o del galleggiante oggetto della sottoposizione a vincolo. Si tratta di elementi quasi tutti comuni ad ogni atto di esordio della procedura esecutiva, in quanto necessari a delimitarne l'ambito per quanto concerne l'identificazione delle parti, del titolo e dell'oggetto. L'ingiunzione al debitore di astenersi da atti dispositivi è essenziale e connaturata alla stessa nozione e funzione del pignoramento, a qualunque materia esso si riferisca. L'aspetto specializzante nell'espropriazione marittima è, invece, costituito dall'intimazione al comandante di non far partire la nave, se essa è in sosta; o di non farla ripartire dal porto di arrivo, se essa è in navigazione.

La disposizione in tal senso è resa necessaria dalla natura della nave come strumento di circolazione per il quale sarebbe scarsamente proponibile una inibizione al movimento scollegata da una responsabilità individuale: in sostanza, il comandante della nave, quale soggetto che risponde della sua utilizzazione concreta, è reso strumento attivo della procedura di esecuzione. È lui la persona tenuta ad assicurare che la nave non si muova, dal luogo in cui è trovata o da quello in cui perviene all'arrivo. Sotto questo profilo, l'intimazione assolve alla stessa funzione dell'apprensione materiale della cosa mobile e del suo affidamento ad un custode.

Mancano, tuttavia, nel codice della navigazione norme concernenti una possibile o doverosa custodia della nave o del galleggiante pignorato.

La dottrina ha offerto soluzioni difformi al quesito che ne sorge, lasciando l'interprete incerto tra più opzioni. Alcuni commentatori affermano che la custodia compete al comandante, in conseguenza dell'intimazione che riceve con l'atto di pignoramento. Ma l'opinione non sembra da condividere, non potendosi far derivare da un semplice obbligo di non consentire la partenza un dovere continuativo di vigilanza e di custodia con conseguenti responsabilità di natura civile e penale. Da altri si è affermato che la custodia spetta ex lege al debitore, come è disposto per l'esecuzione immobiliare; in contrario, che deve, invece, applicarsi per analogia il disposto degli artt. 520 e ss. c.p.c. (Vullo, 845).

Il pignoramento quale atto dell'esecuzione

La disciplina del pignoramento è dettata nel codice nautico in modo estremamente sintetico. È opinione diffusa che essa debba essere integrata con la normativa del codice di procedura civile per quanto necessario ad ottenerne un quadro normativo esauriente, nei limiti di quanto è compatibile. Una delle prime conseguenze di questo orientamento di interpretazione estensiva è nel senso del trasporto nel diritto marittimo e aereo di disposizioni rilevanti a tutela del debitore contenute nel testo dell'art. 492, anche per quanto si riferisce alle modifiche che esso ha subito nel tempo.

Manca nel codice della navigazione la disciplina della ricerca del bene da costituire oggetto di pignoramento, quale riportata nel codice di procedura civile a proposito dell'espropriazione dei beni mobili. Come avviene per il pignoramento degli immobili, anche i mobili registrati possono essere identificati per il tramite dei pubblici registri nei quali della loro esistenza, proprietà e circolazione deve farsi annotazione. Per i beni strumentali all'esercizio dell'impresa commerciale l'art. 492, comma ottavo, c.p.c. prevedeva una procedura di esame delle scritture contabili finalizzata all'individuazione di cose e crediti pignorabili. La riforma processuale di cui al d.lgs. n. 149/2022 ha soppresso questa procedura e ha ridisciplinato quella di cui all'art. 492-bis stesso codice per la ricerca di beni da pignorare da eseguirsi con modalità telematiche. L'utilizzo di questa modalità è affidato all'iniziativa del creditore; occorre l'autorizzazione preventiva del presidente del tribunale unicamente quando, per il pericolo nel ritardo, si intende intraprendere la ricerca prima ancora della notifica del precetto o prima che sia decorso il termine ad adempiere.

Per la necessità di consentire al debitore la conoscenza degli atti successivi alla notifica del pignoramento deve ritenersi che anche il pignoramento di cui all'art. 650 debba contenere l'invito a indicare un luogo in cui l'esecutato intende ricevere le comunicazioni e le notificazioni. L'art. 492 c.p.c. impone, nel secondo comma, di invitare il debitore a dichiarare la residenza o eleggere un domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione, con l'avvertimento che, in mancanza o in caso di irreperibilità, gli atti saranno depositati in cancelleria. La disposizione è stata modificata dal d.lgs. di correzione al provvedimento 149/2022 di riforma del processo civile per coordinarla con la digitalizzazione del processo; e attualmente l'invito al debitore deve comprendere l'indicazione del suo indirizzo di posta elettronica certificata risultante dai pubblici registri o l'elezione di un domicilio digitale speciale.

Parte della dottrina reputa applicabili al pignoramento di navi e di galleggianti le norme che consentono al debitore di ottenere la conversione del pignoramento (art. 495 c.p.c.) e la sua riduzione (art. 496 c.p.c.). L'applicabilità viene giustificata, essenzialmente, con la asserita mancanza di ragioni per negarla (Vullo, 847); ma, come si è accennato, ragioni di tutela del debitore inducono a concordare comunque su quella affermazione. Il pignoramento da notificare deve pertanto contenere anche l'avvertimento della facoltà che il debitore ha di evitare l'atto di vincolo mediante il tempestivo pagamento ai sensi dell'art. 492, comma 3, c.p.c. Nel senso di una applicazione ampia si è espressa la giurisprudenza.

L'avvertimento al debitore esecutato, previsto dall'art. 492, comma 3, c.p.c., volto a renderlo edotto delle modalità e dei termini per potere sostituire ai crediti pignorati una somma di danaro, è elemento essenziale di ogni atto di pignoramento, a prescindere dalla forma particolare che rivesta in ragione della natura del bene pignorato. L'omissione di tale avvertimento non costituisce causa di nullità, in difetto di siffatta espressa sanzione, e, tuttavia, trattandosi di elemento previsto nell'interesse del debitore ad attivarsi prontamente per la conversione del pignoramento, produce la diversa conseguenza di precludere l'assegnazione, ai sensi dell'art. 552 c.p.c., che, se egualmente disposta, è opponibile ex art. 617 c.p.c., a meno che l'interesse in questione del debitore, non garantito all'atto del pignoramento, sia comunque soddisfatto in corso di procedura, con atto del creditore – come nella specie – o con provvedimento del giudice, tempestivamente idonei a soddisfare la predetta esigenza informativa (Cass. n. 6662/2011).

Sebbene il codice della navigazione marittima e aerea non ne faccia menzione, deve ritenersi applicabile nel suo ambito la disposizione del codice di procedura civile dettata dall'art. 686, per la quale il sequestro conservativo si converte in pignoramento quando il creditore sequestrante ottiene una condanna dotata di esecutorietà. È da tale momento che ha inizio il processo di esecuzione forzata (Cass. n. 35365/2023).

La notifica del pignoramento

Il comma 2 dell'art. 650 cod. nav. disciplina il pignoramento della nave sotto l'aspetto della sua funzione di atto che sottopone a vincolo beni allo scopo di consentirne l'espropriazione forzata. In concreto, il pignoramento è eseguito con la notifica di un atto di parte ad opera dell'ufficiale giudiziario. Questa modalità ha un elemento comune ad ogni forma di pignoramento: la comunicazione al debitore dell'indisponibilità delle sue cose.

Nel diritto della navigazione lo schema di ordine generale è nel senso che la notifica deve essere eseguita al debitore proprietario ed al comandante, quest'ultimo in quanto destinatario diretto dell'intimazione a tener ferma la nave.

La notifica al debitore può, secondo la giurisprudenza, essere eseguita a mani del raccomandatario o del capo-scalo che ne abbiano la rappresentanza anche processuale (così Trib. Napoli 26 luglio 2002, in Dir. Maritt., 2003, 567). La notifica al comandante può farsi validamente a mani di un primo ufficiale o di altro addetto di bordo che di lui faccia le veci, in applicazione dell'art. 139 c.p.c. (Trib. Ravenna 16 aprile 1993, in Dir. Maritt., 1993, 1123).

Per la dottrina la notifica al comandante non è strettamente necessaria ai fini della validità degli atti esecutivi. Essa ha la funzione di consentire la conoscenza del pignoramento e di mettere in condizioni il comandante di impedire la partenza della nave (La China, 4; Vullo, 846).

In corso di navigazione il giudice competente (art. 643: nella cui circoscrizione la nave o il galleggiante si trova) può prescrivere che la notificazione al comandante sia eseguita per mezzo di telegramma collazionato con avviso di ricevimento ovvero mediante comunicazione radiotelegrafica degli estremi del pignoramento. Il sopraggiungere di internet e delle comunicazioni informatiche consente di integrare opportunamente la disposizione.

L'art. 650, comma 2, cod. nav. menziona quale notificazione dovuta e necessaria quella al debitore proprietario. Si desume da una interpretazione sistematica che la notifica del pignoramento è da effettuarsi anche al proprietario non armatore quando l'espropriazione è promossa dai creditori dell'armatore non proprietario per crediti assistiti da privilegio navale. Deve essere eseguita, infatti, al terzo proprietario, ai sensi dell'art. 670.

G Competente alla notifica è l'ufficiale giudiziario che presta il suo servizio presso l'ufficio giudiziario competente per l'esecuzione. Infatti, poiché per l'esecuzione forzata è competente il giudice del luogo in cui le cose si trovano, competente territorialmente ad eseguire il pignoramento della nave è l'ufficiale giudiziario addetto all'ufficio giudiziario competente per l'esecuzione (Cass. n. 8247/2003).

La notifica è eseguita conformemente alle indicazioni descritte nel codice di procedura civile. Mancano nel diritto marittimo e aereo disposizioni specifiche; e il silenzio sul punto conferma, per implicito, all'interprete il tacito rinvio alla complessa disciplina dettata dal codice di rito civile. Si desume dal testo dell'art. 650 cod. nav. che la normativa cui si riferisce era costruita nel senso che l'esecuzione dell'atto costituisca tipica mansione dell'ufficiale giudiziario. Così era, infatti, all'epoca dell'entrata in vigore del codice nautico. La progressiva digitalizzazione del processo ha condotto a profondi mutamenti nella disciplina delle notificazioni, da intendersi estensivamente applicabili a quella del diritto marittimo e aereo. Successivi aggiornamenti della normativa processuale condussero ad affidare all'ufficiale giudiziario anche la notifica a mezzo posta elettronica certificata. In proposito l'art. 149-bis c.p.c., introdotto dal d.l. n. 193/2009, dispose che l'ufficiale giudiziario esegue con tale modalità la notificazione quando il destinatario è un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale. A seguito delle modifiche introdotte nel detto art. 149-bis dalla riforma processuale di cui al d.lgs. n. 149/2022 e dal correttivo che lo ha seguito (d.lgs. n. 164/2024), la notifica si intende perfezionata per il notificante nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario; e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del suo gestore di PEC o di servizio di recapito elettronico certificato qualificato. Ulteriori disposizioni risolvono il caso in cui la notifica non è possibile, distinguendo tra causa da imputare al destinatario e causa a lui non imputabile. Nel frattempo, la l. n. 53/1994, consentì all'avvocato, munito di mandato difensivo, di eseguire le notificazioni con consegna a mezzo di trasmissione per posta elettronica certificata all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario; così ponendo a disposizione degli interessati uno strumento diretto e celere per la comunicazione degli atti in materia civile, amministrativa e stragiudiziale n. 164/2024 Il d.l. n. 19/2024, conv. dalla l. n. 56/2024, ha poi modificato la l. n. 53/1994 con l'introdurvi la disciplina della notificazione per il tramite di un invio postale generato con mezzi telematici, finalizzato a semplificare il procedimento di notificazione e contribuire alla speditezza delle procedure. La successiva modifica dovuta al correttivo alla riforma Cartabia sopra ricordato (d.lgs. n. 164/2024) ha inserito nella citata l. n. 53/1994 le disposizioni secondo cui se la notificazione dell'avvocato a mezzo di posta elettronica certificata non è possibile o non ha esito positivo per cause imputabili al destinatario, l'avvocato la esegue mediante inserimento dell'atto da notificare nel portale dei servizi telematici ministeriale e la notifica si ha per eseguita, per il destinatario, nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento: altrimenti la notificazione è eseguita dall'avvocato a mezzo del servizio postale o dall'ufficiale giudiziario.

Pignoramento di carati

L'art. 644 cod. nav. consente l'esecuzione forzata su carati della nave o del galleggiante. In proposito il codice della navigazione opera una netta differenziazione.

Il pignoramento di carati segue le regole formali e procedurali del pignoramento dell'intero. Ne costituisce motivo la natura meramente ideale del carato e delle porzioni nelle quali esso è suddivisibile. Natura che non consente separazioni o procedure diverse da quelle concernenti l'intero, al punto da tramutarsi nel pignoramento di tutta la nave o galleggiante se la quota del proprietario debitore eccede la metà del bene aggredito.

Trascrizione del pignoramento

L'art. 650, comma 3, cod. nav., manda al creditore procedente di provvedere alla trascrizione del pignoramento nel registro tenuto dall'ufficio di iscrizione della nave o del galleggiante; ove si tratti di navi maggiori, del pignoramento va fatta annotazione anche sull'atto di nazionalità; ove, in particolare, si tratti di nave in costruzione, la trascrizione è eseguita nel registro delle navi in costruzione.

Allo scopo, immediatamente dopo aver ricevuto la prova delle eseguite notificazioni, il creditore invia copia autentica dell'atto di pignoramento all'ufficio competente, anticipando le spese necessarie, ove richieste. L'ufficio rilascia un certificato che attesta l'avvenuta effettuazione delle formalità. Depositi e trasmissioni devono attualmente avvenire per il tramite del mezzo telematico.

A differenza da quanto ritenuto a proposito dell'art. 555 c.p.c., in tema di esecuzione immobiliare, la prevalente dottrina reputa che la trascrizione della nave o del galleggiante abbia natura non costitutiva ma di sola pubblicità. Il pignoramento deve considerarsi compiuto con la notifica: e dalla data di essa decorre il termine che delimita lo spazio-temporale della sua efficacia.

Il pignoramento è eseguito ed è strutturalmente perfetto con la notificazione dell'atto; a tale momento va ricollegato il termine di efficacia del precetto e dallo stesso decorre il termine di efficacia del pignoramento stesso (più ampiamente, Vullo, 846).

La diversità rispetto all'espropriazione immobiliare è giustificata, in primo luogo, con riferimento al difforme testo letterale dell'art. 555 citato, il quale, con il disporre che «il pignoramento immobiliare si esegue mediante notificazione al debitore e successiva trascrizione» dell'atto, sembra esigere entrambi gli adempimenti per dar vita al pignoramento: duplicità non richiesta dal diritto marittimo e aereo. Inoltre, si osserva che ai sensi dell'art. 2693 c.c. la trascrizione del pignoramento è richiesta, ove non altrimenti previsto, unicamente per gli effetti disposti dagli artt. 2913, 2914, 2915 e 2916: e non per l'esistenza stessa del pignoramento o per la sua validità.

L'opinione dottrinaria ha verosimilmente tenuto conto delle questioni che altrimenti sorgerebbero a proposito del pignoramento della nave straniera. In questo caso la trascrizione nei registri italiani non risulta esigibile e, se essa fosse condizione per il completamento della procedura di pignoramento, lo stesso pignoramento non sarebbe possibile. Si ritiene per contro che l'atto sia esistente, valido ed efficace anche in assenza della trascrizione, in quanto mera forma di pubblicità. I collegamenti con l'ordinamento estero sono comunque assicurati dalle disposizioni che impongono la notifica al console dell'istanza di vendita (art. 653), la sua audizione prima della vendita (art. 655) e la notifica dell'ordinanza di vendita (art. 657).

La cennata differenza non dovrebbe impedire di seguire anche nel diritto marittimo la regola indicata dalla giurisprudenza a proposito dell'omessa o tardiva trascrizione del pignoramento nell'espropriazione immobiliare: da tali inadempienze deriva l'improcedibilità del processo di esecuzione e il provvedimento che conseguentemente dichiara la chiusura anticipata dell'esecuzione è impugnabile solo con l'opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 6873/2024). Infatti, come già nell'espropriazione immobiliare, il pignoramento è strutturato come fattispecie a formazione progressiva nella quale la notificazione dell'ingiunzione all'esecutato segna l'inizio del processo esecutivo mentre la trascrizione nei registri ha la funzione di completare il pignoramento e di renderlo opponibile ai terzi (Cass. ord., n. 37558/2022).

Pignoramento e riscossione coattiva fiscale su nave

Il d.P.R. n. 602/1973 non detta norme riguardanti il pignoramento delle navi e degli aeromobili da assoggettare ad espropriazione per la riscossione coattiva. Le relative regole devono dunque essere reperite in ambiti diversi.

Nella disciplina dettata dal codice di procedura civile il pignoramento assume forme, modi e tempi diversi a seconda della tipologia dei beni che ne devono costituire oggetto: ed a questa diversa tipologia fa riferimento l'art. 49, comma 2, del d.P.R., nel disporre che l'espropriazione forzata del concessionario della riscossione è regolata dalle norme ordinarie applicabili in rapporto alla specifica natura dei beni oggetto dell'esecuzione, con il limite della non contrarietà e della compatibilità. Se il bene da espropriare è la nave o l'aeromobile, la disciplina applicabile è quella dettata dal codice della navigazione. Questo vale per quanto riguarda la normativa processuale, posto che quella sostanziale relativa al pignoramento come atto vincolante nei suoi effetti per il debitore e per i terzi è contenuta nel codice civile. Ad esempio, con riferimento al regime dettato per i beni mobili registrati, quali sono le navi e gli aeromobili, deve essere ricordato il disposto dell'art. 2914 n. 1) c.c. per il quale non hanno effetto in pregiudizio dei creditori, sebbene anteriori al pignoramento, le alienazioni di beni mobili iscritti in pubblici registri che siano trascritte successivamente al pignoramento. E va ricordato altresì il dettato dell'art. 2915 c.c., per il quale non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori intervenuti gli atti che importano vincoli di indisponibilità se non sono trascritti prima del pignoramento, quando hanno ad oggetto beni mobili iscritti in pubblici registri.

Forma e contenuto dell'atto sono indicati dall'art. 650 cod. nav. Le indicazioni da esso fornite sono quelle necessarie alla tipologia dell'atto in funzione del raggiungimento del suo scopo: l'enunciazione della somma dovuta e del titolo esecutivo, la data di notificazione del precetto, l'individuazione della nave o del galleggiante oggetto della sottoposizione a vincolo. Per questi aspetti la disciplina va integrata con quella specifica alla riscossione coattiva fiscale, la quale attribuisce efficacia di titolo esecutivo al ruolo e impone al concessionario la notifica della cartella di pagamento, da valersi quale atto di precetto. Nonostante la conseguente diversità degli strumenti adottati, è palese l'identità degli elementi caratteristici della fase di esordio di ogni procedura esecutiva, in quanto necessari a delimitarne l'ambito per ciò che concerne l'identificazione delle parti, del titolo da eseguire e dell'oggetto da sottoporre a vincolo. L'ingiunzione al debitore di astenersi da atti dispositivi è essenziale e connaturata alla stessa nozione e funzione del pignoramento, a qualunque materia esso si riferisca. L'aspetto specializzante nel caso di espropriazione di navi è, poi, costituito dall'intimazione al comandante di non far partire la nave, se essa è in sosta; o di non farla ripartire dal porto di arrivo, se essa è in navigazione.

Mancano nel codice della navigazione norme concernenti una possibile o doverosa custodia della nave o del galleggiante pignorato. La dottrina ha offerto soluzioni difformi al quesito che ne sorge, lasciando l'interprete incerto tra più opzioni. Alcuni commentatori affermano che la custodia compete al comandante, in conseguenza dell'intimazione che riceve con l'atto di pignoramento. Ma l'opinione non sembra da condividere, non potendosi far derivare da un semplice obbligo di non ripartenza un dovere continuativo di vigilanza e di custodia con conseguenti responsabilità di natura civile e penale. Da altri si è affermato che la custodia spetta ex lege al debitore, come è disposto per l'esecuzione immobiliare; in contrario, che deve, invece, applicarsi per analogia il disposto degli artt. 520 e ss. c.p.c. Per quanto riguarda la riscossione coattiva, su navi (e su aeromobili) deve applicarsi l'esplicito disposto di cui all'art. 64 d.P.R. n. 602/1973, che risolve ogni questione: è fatto salvo il disposto dell'art. 520 c.p.c. e nel rispetto di tale norma la custodia è affidata al debitore o ad un terzo, diverso dal concessionario. Spetta al concessionario la sostituzione della persona del custode e, in mancanza di soggetti idonei, la custodia è assunta dal comune.

In concreto, il pignoramento della nave, anche nella riscossione coattiva, è eseguito con la notifica di un atto di parte ad opera dell'ufficiale abilitato (in tal senso dispone anche l'art. 65 d.P.R. n. 602/1973). Lo schema disegnato dal codice della navigazione è nel senso che la notifica deve essere eseguita al debitore proprietario ed al comandante, destinatario diretto dell'intimazione a tener ferma la nave. La notifica al debitore può, secondo la dottrina, essere eseguita a mani del raccomandatario o del capo-scalo che ne abbiano la rappresentanza anche processuale (così anche Trib. Napoli 26 luglio 2002, in Dir. maritt., 2003, 567). La notifica al comandante può farsi validamente a mani di un primo ufficiale o di altro addetto di bordo che di lui faccia le veci, in applicazione dell'art. 139 c.p.c. (Trib. Ravenna 16 aprile 1993, in Dir. maritt., 1993, 1123). In corso di navigazione il giudice competente (art. 643: nella cui circoscrizione la nave o il galleggiante si trova) può prescrivere che la notificazione al comandante sia eseguita per mezzo di telegramma collazionato con avviso di ricevimento ovvero mediante comunicazione radiotelegrafica degli estremi del pignoramento. L'attuale disponibilità di internet e delle comunicazioni informatiche consente di integrare opportunamente la disposizione. È dubbia l'applicabilità dei principi così riferiti alla fattispecie dell'esecuzione coattiva: per essa, infatti, l'art. 49, comma 2, d.P.R. n. 602/1973 dispone che le notificazioni sono eseguite ai sensi de precedente art. 26.

L'art. 650, comma 2, cod. nav. menziona quale notificazione dovuta quella al debitore proprietario. Si desume da una interpretazione sistematica che la notifica del pignoramento è dovuta anche al proprietario non armatore quando l'espropriazione è promossa dai creditori dell'armatore non proprietario per crediti assistiti da privilegio navale; ed al terzo proprietario, ai sensi dell'art. 670.

La prassi consiglia notifiche anche al comandante del porto per motivi di opportuna conoscenza e per porlo in condizione di impedire la partenza della nave pignorata.

Può richiamarsi per la riscossione coattiva la regola giurisprudenziale in tema di espropriazione in genere di nave: «Poiché per l'esecuzione forzata è competente il giudice del luogo in cui le cose si trovano, competente territorialmente ad eseguire il pignoramento della nave è l'ufficiale giudiziario addetto all'ufficio giudiziario competente per l'esecuzione» (Cass. n. 8247/2003). Nel diritto tributario la figura dell'ufficiale giudiziario è sostituita da quella dell'ufficiale addetto alla riscossione.

Parte della dottrina reputa applicabili al pignoramento di navi e di galleggianti le norme che consentono al debitore di ottenere la conversione del pignoramento (art. 495 c.p.c.) e la sua riduzione (art. 496 c.p.c.). L'applicabilità viene giustificata con la asserita mancanza di ragioni per negarla. Ma va osservato che il codice della navigazione è preciso nel rinviare alle norme del rito civile unicamente per le specifiche materie di cui all'art. 672. Per la riscossione coattiva fiscale non dovrebbero porsi dubbi: soccorrono a favore del debitore i diversi istituti che consentono le rateazioni e accordano facilitazioni transattive con gli uffici finanziari (si vedano, ad esempio, gli artt. 19,28-bis e ss. del d.P.R. n. 602/1973).

L'art. 644 cod. nav. consente l'esecuzione forzata su carati e su pertinenze separabili della nave o del galleggiante. In proposito il codice della navigazione opera una netta differenziazione.

Il pignoramento di carati segue le regole del pignoramento dell'intero. Ne costituisce motivo la natura meramente ideale del carato e delle porzioni nelle quali esso è suddivisibile. Natura che non consente separazioni o procedure diverse da quelle concernenti l'intero, al punto da tramutarsi nel pignoramento di tutta la nave o galleggiante se la quota del proprietario debitore eccede la metà del bene aggredito. Le regole in tal senso sono certamente trasferibili nell'ambito dell'esecuzione coattiva tributaria.

Il pignoramento delle pertinenze di nave è da effettuarsi secondo le norme del codice civile concernenti i beni mobili. Ne costituisce ragione il fatto che tali pertinenze devono essere separabili, di per sé; e che esse devono in effetti essere separate così da assumere la semplice natura di mere cose mobili. Ne costituisce presupposto, tuttavia, la preventiva autorizzazione del giudice della circoscrizione nella quale si trova la nave, previa audizione dei creditori ipotecari. L'autorizzazione è necessaria a verificare che l'asportazione delle pertinenze non cagioni danni e diminuzioni del valore della cosa sino a ledere i diritti di coloro che su di essa hanno garanzia ipotecaria.

Il rinvio alle norme dettate per il pignoramento di cose mobili risolve il problema pratico dell'individuazione della disciplina applicabile. Deve infatti ritenersi che il rinvio sia riferito alla normativa vigente, quale determinatasi a seguito delle modifiche progressivamente introdotte nella disciplina del codice di procedura civile.

L'art. 650, comma 3, cod. nav., manda al creditore procedente di provvedere alla trascrizione del pignoramento nel registro tenuto dall'ufficio di iscrizione della nave o del galleggiante; ove si tratti di navi maggiori, del pignoramento va fatta annotazione anche sull'atto di nazionalità; ove, in particolare, si tratti di nave in costruzione, la trascrizione è eseguita nel registro delle navi in costruzione.

Allo scopo, immediatamente dopo aver ricevuto la prova delle eseguite notificazioni, il creditore invia copia autentica dell'atto di pignoramento all'ufficio competente, anticipando le spese necessarie, ove richieste. L'ufficio rilascia un certificato che attesta l'avvenuta effettuazione delle formalità.

L'onere così accollato al creditore procedente è conforme a quanto stabilito dall'art. 53 del d.P.R. n. 602/1973 per la riscossione coattiva. Esso infatti, nel disciplinare la cancellazione della trascrizione in un pubblico registro mobiliare o immobiliare, presuppone necessariamente la doverosità dell'adempimento che tutela il creditore dagli effetti di atti di disposizione a suo danno compiuti dal debitore. A differenza da quanto ritenuto a proposito dell'art. 555 c.p.c, in tema di esecuzione immobiliare, la prevalente dottrina reputa che la trascrizione del pignoramento della nave o del galleggiante abbia natura non costitutiva ma di sola pubblicità. Il pignoramento deve considerarsi compiuto con la notifica: e dalla data di essa decorre il termine che delimita lo spazio-temporale della sua efficacia. La diversità è giustificata, in primo luogo, con riferimento al difforme testo letterale dell'art. 555, per il quale, con il disporre che «il pignoramento immobiliare si esegue mediante notificazione al debitore e successiva trascrizione» dell'atto, sembra esigere entrambi gli adempimenti per dar vita al pignoramento: duplicità non richiesta dal diritto marittimo e aereo. Inoltre, si osserva che ai sensi dell'art. 2693 c.c. la trascrizione del pignoramento è richiesta, ove non altrimenti previsto, unicamente per gli effetti disposti dagli artt. 2913, 2914, 2915 e 2916: e non per l'esistenza stessa del pignoramento o per la sua validità.

Si ritiene dunque che l'atto sia esistente, valido ed efficace anche in assenza della trascrizione, in quanto mera forma di pubblicità. I collegamenti con l'ordinamento estero sono comunque assicurati dalle disposizioni che impongono la notifica al console dell'istanza di vendita (art. 653), la sua audizione prima della vendita (art. 655) e la notifica dell'ordinanza di vendita (art. 657). Queste acquisizioni interpretative valgono anche per la riscossione coattiva con oggetto la nave, dato che l'art. 53 d.P.R. n. 602/1973 fa decorrere il termine di inefficacia del pignoramento dalla data della sua effettuazione e non dal momento della sua trascrizione.

Per quanto concerne l'inefficacia del pignoramento, l'art. 53 del d.P.R. n. 602/1973 impone la specifica regola per cui l'atto perde efficacia quando dalla sua esecuzione sono trascorsi duecento giorni senza che sia stato effettuato il primo incanto. In questo caso (e in ogni caso di estinzione del procedimento), se il pignoramento è stato trascritto in un pubblico registro l'agente della riscossione ne chiede entro dieci giorni al conservatore la cancellazione.

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