Codice di Procedura Civile art. 551 - Intervento.Intervento. [I]. L'intervento di altri creditori [499] è regolato a norma degli articoli 525 e seguenti. [II]. Agli effetti di cui all'articolo 526 l'intervento non deve avere luogo oltre la prima udienza di comparizione delle parti [543 3, 547]. InquadramentoLa norma detta una disposizione di dettaglio rispetto a quella posta per l'intervento nelle procedure esecutive dagli artt. 499 e ss. e rinvia espressamente, poi, a quella dettata per l'espropriazione mobiliare diretta di cui agli artt. 525-528. È di non trascurabile importanza evidenziare che, in accordo con l'impostazione tradizionale anteriore alla riforma di cui alla l. n. 52/2006, nell'espropriazione presso terzi, l'oggetto del pignoramento è costituito non dalla quota del credito per il quale l'esecutante agisce in forza del titolo esecutivo notificato, ma dalla somma di cui il terzo è debitore, costituendo il credito indicato dall'esecutante soltanto il limite della pretesa fatta valere in executivis: pertanto, l'intervento di altri creditori, ai sensi dell'art. 551 c.p.c. che rinvia agli artt. 525 e ss. del medesimo codice, incontra nella distribuzione l'unico limite delle somme dovute dal terzo, ma non anche l'ulteriore limite del credito per il quale ha agito in executivis il creditore pignorante e tale principio trova applicazione anche a favore del creditore pignorante intervenuto (Cass. III, n. 26950/2006). Tuttavia, come evidenziato (v. commento all'art. 546 c.p.c.), dopo la riforma del 2006, oggetto del pignoramento di crediti è soltanto la somma precettata, aumentata della metà, perciò deve ritenersi che tale limite operi anche per i creditori intervenuti che dovranno optare, ove vogliano superarlo, per il pignoramento successivo (v. commento all'art. 524 c.p.c.). Limite temporale per l'intervento tempestivoPer essere tempestivo (con conseguente diritto del creditore chirografario di partecipare alla distribuzione del ricavato secondo il principio della par condicio con gli altri creditori non privilegiati) l'intervento non deve aver luogo oltre la prima udienza di comparizione delle parti. La norma è stata intesa nel senso che il limite in questione opera anche se l'assegnazione avviene successivamente (Trib. Alba 17 marzo 1994, in Giur. it., 1994, I, 2, 1109). La Corte di Cassazione ha chiarito che tale udienza è quella indicata nell'atto di citazione ovvero, quella rinviata d'ufficio dal giudice ex art. 168-bis commi 4 e 5 c.p.c. (Cass. n. 20595/2010). Secondo la giurisprudenza di legittimità, la contestazione in ordine alla tempestività dell'intervento integra una controversia distributiva, sicché essa può essere effettuata anche nella fase finale della distribuzione del ricavato (cfr. Cass. n. 7556/2011, nonché Cass. n. 26423/2020). 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