Codice di Procedura Civile art. 611 - Spese dell'esecuzione.

Rosaria Giordano

Spese dell'esecuzione.

[I]. Nel processo verbale [126 1] l'ufficiale giudiziario specifica tutte le spese anticipate dalla parte istante [95].

[II]. La liquidazione delle spese è fatta dal giudice dell'esecuzione (1) a norma degli articoli 91 e seguenti (2) con decreto che costituisce titolo esecutivo [474 2].

(1) Le parole « giudice dell'esecuzione » sono state sostituite alla parola « pretore » dall'art. 93 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

(2) Le parole « a norma degli articoli 91 e seguenti » sono state inserite, in sede di conversione, dall'art. 2 3 lett. e) n. 39 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

Inquadramento

L'ufficiale giudiziario riveste un ruolo fondamentale nell'ambito dell'esecuzione forzata per consegna o rilascio: ciò è confermato anche dal disposto della norma in esame nella parte in cui attribuisce allo stesso il potere/dovere di specificare nel processo verbale di consegna o rilascio le spese anticipate dalla parte istante, affinché siano poste a carico dell'esecutato che, attraverso il proprio comportamento commissivo o omissivo, abbia reso necessaria l'esecuzione per addivenire alla consegna della cosa mobile ovvero all'immissione in possesso dell'immobile in favore dell'avente diritto (Castoro, 965).

Sarà quindi il giudice dell'esecuzione a provvedere alla liquidazione di tali spese nonché a quella dei compensi del difensore (Cass. n. 15341/2011).

Il provvedimento assume la forma di un decreto che, in accordo con la prevalente impostazione, è equiparabile ad un provvedimento monitorio (Denti, 193; Satta, 254).

Indicazione nel verbale dell'ufficiale giudiziario delle spese sostenute dalla parte istante

Nell'ambito delle spese anticipate dalla parte istante la consegna o il rilascio che devono essere specificate dall'ufficiale giudiziario nel verbale a seguito della conclusione della procedura rientrano tutte le spese, di qualsiasi genere, sostenute dalla stessa, i.e. sia quelle materiali (ad esempio, di trasporto, facchinaggio, consulenza tecnica), sia quelle legali (ad esempio, di notificazione dell'atto di precetto e del preavviso di rilascio, competenze dell'ufficiale giudiziario, depositi di cancelleria).

Non determina alcuna invalidità, peraltro, la specificazione delle spese anticipate dall'istante effettuata dall'ufficiale giudiziario in atto integrativo distinto dal processo verbale (Castoro, 965).

Liquidazione delle spese: criteri

Sulla base della specifica dell'ufficiale giudiziario il giudice dell'esecuzione liquida le spese della procedura con un decreto che costituisce titolo esecutivo: ai sensi del comma 2 dell'art. 611 c.p.c. tale liquidazione deve essere effettuata ex artt. 91 ss., ovvero applicando le norme del primo libro del codice di procedura civile in tema di condanna alle spese di lite.

La riforma del 2005 ha chiarito, mediante tale riferimento, alcune questioni interpretative che avevano determinato un vivace dibattito, in dottrina come in giurisprudenza, nell'assetto previgente.

In particolare, mediante il richiamo agli artt. 91 ss. c.p.c., la dottrina ha subito evidenziato che è stata risolta in senso affermativo la questione relativa alla possibilità per il giudice dell'esecuzione di liquidare, nel decreto reso ex art. 611 c.p.c., anche gli onorari di difesa, e non soltanto le spese vive dell'esecuzione (Bove (Balena), 2006, 283; Giordano, 1240).

Questa tesi è stata in seguito confermata dalla S.C., la quale ha infatti affermato il principio per il quale, poiché il giudice dell'esecuzione, in accordo con la nuova formulazione dell'art. 611, comma 2, c.p.c. è tenuto a provvedere alla liquidazione delle spese del procedimento a norma degli artt. 91 ss., il potere di liquidazione dello stesso, in precedenza limitato alle spese vive, deve ritenersi esteso anche ai compensi dovuti per l'attività procuratoria (Cass. n. 15341/2011). È stato poi precisato che rispetto alla liquidazione di tali compensi, godendo di una competenza funzionale, il giudice dell'esecuzione non incontra limiti rispetto alla propria competenza per valore né alle modalità di proposizione dell'istanza (ossia se formulata in virtù della norma in esame ovvero degli artt. 633 e ss.: Cass. n. 24730/2013).

In sede di merito si è precisato che ciò non esclude la possibilità per il creditore procedente di reclamare le spese e gli onorari della procedura esecutiva per rilascio in un giudizio a cognizione ordinario o in via monitoria: se, infatti, anche nell'ipotesi in cui l'istanza di liquidazione ex art. 611, comma 2, c.p.c. fosse presentata al giudice dell'esecuzione e dallo stesso respinta ciò non precluderebbe all'interessato di azionare la pretesa di rimborso delle spese della procedura esecutiva in un ordinario giudizio di cognizione, in applicazione dell'art. 640, ultimo comma, c.p.c., tale conclusione non può non valere qualora il creditore non abbia affatto proposto l'istanza di liquidazione nell'ambito della procedura esecutiva, facendo valere la pretesa di rimborso nelle forme ordinarie (Trib. Massa n. 195/2016). Tuttavia, sembra opinare in senso almeno in parte diverso Trib. Pisa n. 727/2015, per il quale, in tema di esecuzione civile, a seguito della modifica dell'art. 611 c.p.c., non è necessario un ulteriore procedimento monitorio al fine della liquidazione dei compensi, dovendo a ciò provvedere il giudice dell'esecuzione nell'ambito del decreto emesso ai sensi della predetta norma.

Opposti erano gli orientamenti che si erano formati sulla questione prima della novella operata dalla l. n. 80/2005.

In particolare, secondo una prima tesi, il contenuto del provvedimento di liquidazione doveva essere invece limitato alle spese vive anticipate dall'istante e specificate dall'ufficiale giudiziario e non poteva essere esteso anche a quelle di difesa tecnica, per ottenere il pagamento delle quali la parte doveva ricorrere alla procedura d'ingiunzione di cui agli artt. 633 ss. c.p.c. (Cass. S.U., n. 1471/1996, in Foro it., 1996, I, 1689, con nota di E. Fabiani), ovvero procedere direttamente, senza previa liquidazione giudiziale, con l'intimazione del relativo atto di precetto (avverso il quale l'intimato avrebbe potuto proporre l'opposizione di cui al comma 1 dell'art. 615 c.p.c.: Cass. n. 25002/2008).

In tale assetto si era altresì evidenziato che, in tema di esecuzione per rilascio, qualora questa sia avvenuta a seguito di intimazione di precetto e successiva comunicazione dell'ufficiale giudiziario ai sensi dell'art. 608, comma 1, c.p.c. (c.d. preavviso di rilascio), ma senza che si sia poi reso necessario procedervi coattivamente, la parte istante ha diritto al rimborso delle spese processuali sostenute, comprese le spese vive (i cosiddetti esborsi), i diritti di procuratore e gli onorari di avvocato. Detta pretesa può essere avanzata con le forme del giudizio ordinario, a maggior ragione quando (come nella specie) al decreto di cui all'art. 611 non possa farsi ricorso o perché trattasi di recuperare i diritti e gli onorari di difesa (per i quali non è ammesso richiedere l'emissione di siffatto decreto) o perché, trattandosi di spese vive (per il cui recupero sarebbe in ipotesi ammissibile far luogo al procedimento previsto dal citato art. 611), la procedura si è conclusa senza che l'ufficiale giudiziario abbia dovuto redigere il processo verbale delle operazioni compiute, attestante anche tutte le spese anticipate dalla parte esecutante e costituente il presupposto indispensabile per l'emanazione della particolare ingiunzione contemplata dal predetto art. 611 (Cass. n. 11197/2007).

In dottrina questo orientamento era stato criticato soprattutto per il contrasto dello stesso con il principio di economia processuale, poiché ne risultava l'imposizione di un duplice procedimento per la liquidazione delle spese complessive, incluse quelle di difesa tecnica, di un unico procedimento (E. Fabiani, 1698).

Segue. Forma e regime del provvedimento

Il giudice dell'esecuzione (in ogni caso competente: cfr. Cass. n. 24730/2013) provvede sull'istanza di liquidazione con decreto costituente titolo esecutivo.

Tradizionalmente problematica è la questione relativa alla natura del provvedimento resoexart. 611 c.p.c., non priva, del resto, di conseguenze pratiche in quanto ha diretta incidenza sui rimedi esperibili avverso il provvedimento che liquida le spese e, oggi, gli onorari di difesa del procedimento di esecuzione per rilascio.

In dottrina, secondo alcuni deve infatti attribuirsi al provvedimento in questione natura di atto autonomo del giudice dell'esecuzione costituente titolo esecutivo impugnabile mediante opposizione agli atti esecutivi ovvero, qualora sia iniziato sulla base dello stesso un procedimento esecutivo, ex art. 615 c.p.c. (Mandrioli, 1991, 641), mentre per altri lo stesso costituirebbe un provvedimento monitorio impugnabile ai sensi degli artt. 645 ss., c.p.c. nelle forme dell'opposizione a decreto ingiuntivo (Denti, 193; Satta, 254).

In giurisprudenza si tendeva ad affermare, nel primo senso, che il creditore il quale agisce in sede esecutiva per consegna o rilascio, in virtù del principio stabilito dall'art. 91 c.p.c. – di cui l'art. 611 c.p.c. costituisce applicazione – ha diritto al rimborso delle spese vive, con provvedimento autonomo del giudice dell'esecuzione costituente titolo esecutivo in mancanza di un provvedimento che chiude il procedimento, mentre sulla domanda di rimborso delle spese affrontate nella stessa procedura per l'assistenza tecnica il medesimo giudice, competente per materia, provvede invece con decreto, di natura monitoria (Cass. n. 9777/1997; v., tuttavia, in senso diverso, Cass. n. 8407/1993).

Tale tesi non trova già riscontro nella giurisprudenza di legittimità avendo riguardo all'assetto normativo successivo alle modifiche apportate alla norma in esame dalla l. n. 80/2005, essendosi affermato che, poiché la liquidazione anche dei compensi professionali consente di ritenere equiparabile il decreto in esame a quello emesso ex art. 614 c.p.c. nell'esecuzione per gli obblighi di fare (Cass. n. 15341/2011). Pertanto, tale provvedimento è impugnabile mediante opposizione a decreto ingiuntivo (e ciò, in base al generale principio di prevalenza della sostanza sulla forma ai fini dell'individuazione del mezzo di impugnazione esperibile, anche laddove il giudice abbia erroneamente definito lo stesso ordinanza: Cass. n. 24260/2010).

Sotto altro profilo, con riguardo al provvedimento di diniego del decreto di ingiunzione ai sensi della norma in esame, si ritiene che avverso lo stesso non sia esperibile il regolamento di competenza (Cass. n. 12398/1995).

Bibliografia

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