Decreto legislativo - 12/01/2019 - n. 14 art. 73 - Apertura della liquidazione controllata dopo la revoca dell'omologazione 1Apertura della liquidazione controllata dopo la revoca dell'omologazione 1 1. Dopo la revoca dell'omologazione il tribunale, su istanza del debitore o di un creditore e verificata la sussistenza dei presupposti di cui agli articoli 268 e 269, provvede ai sensi dell'articolo 2702. 2. Se la revoca consegue ad atti di frode o ad inadempimento, l'istanza di cui al comma 1 può essere proposta [anche dai creditori o] dal pubblico ministero 3. 3. Nell'ipotesi di cui al comma 1, il giudice concede termine al debitore per l'integrazione della documentazione e provvede ai sensi dell'articolo 270 4. [1] Rubrica sostituita dall'articolo 19, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136. [2] Comma sostituito dall'articolo 19, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136. [3] Comma modificato dall'articolo 19, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136. [4] Comma modificato dall'articolo 19, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136. InquadramentoPer effetto della revoca dell'omologa viene meno l'effetto esdebitatorio di cui il consumatore beneficia in ragione dell'omologazione e rivivono le obbligazioni originarie che erano state stralciate, dilazionate o modificate con l'approvazione del piano. In tal caso si ripresenta la situazione di sovraindebitamento iniziale del consumatore; questi, per cercare di porvi rimedio può chiedere la conversione della procedura di ristrutturazione dei debiti in liquidazione controllata. L'iniziativa è riservata al debitore e ciò significa che in linea di principio non hanno rilevanza le cause che hanno condotto alla revoca, potendo esse consistere in fatti a lui non imputabili: tuttavia, se la revoca consegue ad atti di frode o ad inadempimento, la conversione può essere proposta anche dai creditori (art. 73 del Codice). Per questo aspetto, dunque, il debitore colpevole perde il controllo sui possibili risvolti della procedura. Il confronto con l'art. 72, che indica le circostanze motivanti la revoca, evidenzia che il successivo art. 73 menziona, oltre all'inadempimento (volontario) soltanto la frode: lasciando fuori la colpa grave. La nozione di frode presuppone l'elemento soggettivo del dolo ma è opinione dottrinaria che, nella fattispecie, alla richiesta di liquidazione siano legittimati anche il pubblico ministero e il creditore: e ciò per una esigenza di coordinamento tra le disposizioni, altrimenti disarmoniche e monche. Nella nozione di inadempimento dovrebbero, poi, comprendersi anche le violazioni del piano compiute con pagamenti e atti dispositivi di beni in genere, di cui al comma terzo dell'art. 71. Anche in questo caso il debitore si rende autore di prestazioni non esattamente eseguite e pertanto responsabile di un vero e proprio inadempimento. Dopo la revoca dell'omologazione il tribunale, su istanza del debitore o di un creditore e verificata la sussistenza dei presupposti di cui agli articoli 268 e 269, provvede ai sensi dell'articolo 270. Così dispone il nuovo testo del primo comma dell'art. 73, come sostituito dal Correttivo d.lgs. n. 136/2024. L'intervento ha avuto lo scopo di rendere il procedimento di apertura della liquidazione controllata in caso di revoca dell'omologazione del piano del consumatore omogeneo a quello di apertura della liquidazione giudiziale. È stato pertanto disciplinato più chiaramente un giudizio autonomo, che si apre dopo l'eventuale chiusura di procedimenti di regolazione del sovraindebitamento non liquidatori e che è definito con sentenza del tribunale in composizione collegiale. In questa ottica il riferimento alla «conversione» di una procedura in un'altra è stato eliminato in quanto asistematico e non tecnicamente esatto. Per questa stessa ragione il citato Correttivo ha mutato la rubrica dell'art. 73 con l'escludere da essa il precedente riferimento ad una «conversione». Il menzionato Correttivo con la riscrittura del primo comma ha attribuito la legittimazione a proporre la liquidazione anche ai creditori. In conseguenza diveniva pleonastico il riferimento ad una loro legittimazione contenuto nel secondo comma, riguardante il solo caso specifico della richiesta di revoca fondata sugli atti di frode o sull'inadempimento del debitore. Il primo atto della procedura che ne segue è il provvedimento del giudice che assegna al richiedente un termine entro il quale provvedere all'integrazione della documentazione. La disposizione che tanto prevede è l'unica, nella sua sinteticità, a indicare quali siano gli adempimenti successivi. In caso di apertura della liquidazione controllata restano tuttavia fermi gli atti compiuti in esecuzione del piano omologato e non sono pregiudicati i diritti acquistati in buona fede (art. 72, comma 6 del Codice). Se quindi, ad esempio, il piano omologato prevedeva la vendita di un immobile di proprietà del debitore e, nel corso dell'esecuzione, la vendita è stata effettuata in conformità delle previsioni del piano, la successiva revoca dell'omologazione non travolge la cessione. Analogamente, i pagamenti effettuati in favore dei creditori durante l'esecuzione del piano non sono ripetibili, e le somme relative non devono essere restituite se percepite in buona fede. La conversione della procedura di composizione in liquidazione del patrimonio non è consentita ove sia stata denegata l'omologazione del piano del consumatore, poiché tutte le ipotesi di conversione, contemplate dall'art. 14-quater della l. n. 3/2012, presuppongono che il piano sia stato omologato (Cass. n. 28013/2022). BibliografiaAngelici, Ferri, Manuale di diritto commerciale, Milano, 2015, 821; Bartolini, Le proposte ai creditori nel codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, Milano, 2023, 111 ss.; Benedetti, Queirolo, Il consumatore di servizi finanziari nella crisi globale, Ariccia, 2016; Bonfatti, Gli incentivi alla composizione negoziale delle crisi d'impresa: uno sguardo d'insieme, in Bonfatti, Falcone (a cura di), Le procedure di composizione negoziale delle crisi e del sovraindebitamento, Milano, 2014, 33; Caiafa, La composizione delle crisi da sovraindebitamento, in Dir. fall. 2012, I, 416; Caterini, Sovraindebitamento, ristrutturazione del debito e datio in solutum, in Rass. dir. civ. 2014, 337; Crivelli, Ristrutturazione dei debiti del consumatore, in Aa.Vv., Il nuovo sovraindebitamento, Bologna, 2019; Crivelli, Fontana, Leuzzi, Napolitano, Rolfi, Il nuovo sovraindebitamento, Torino, 2019; Costa, Profili problematici della disciplina della composizione delle crisi da sovraindebitamento, in Dir. fall. 2014, 6, 10663; D'Attorre, Fiumanò, La composizione delle crisi da indebitamento, Roma-Napoli, 2017; Di Marzio, Il diritto negoziale della crisi d'impresa, Milano, 2011; De Linz, Spunti critici sulle nuove procedure di sovraindebitamento e ordinamenti a confronto, in Dir. fall. 2015, 5, 10482; Fabiani, La gestione del sovraindebitamento del debitore «non fallibile» (d.l. n. 212/2011), in ilcaso.it, doc. n. 278/2012; Fabiani, Crescita economica, crisi e sovraindebitamento, in Corr. giur. 2012, 449; Fabiani, Primi spunti di riflessione sulla regolazione del sovraindebitamento del debitore non «fallibile», in Foro it. 2012, V, 94 s.; Guiotto, La nuova procedura per l'insolvenza del soggetto non fallibile: osservazioni in itinere, in Fall. 2012, 23; Leuzzi, Le procedure da sovraindebitamento: profili generali, in Aa.Vv., Il nuovo sovraindebitamento, Bologna, 2019; Lo Cascio, La composizione delle crisi da sovraindebitamento (Introduzione), in Fall., 2012, 1021; Macagno, Dichiarazione di fallimento della start up innovativa priva dei requisiti, in Fall., 2018, 12, 1446; Macario, Finalità e definizioni, in Aa.Vv., La «nuova» composizione della crisi da sovraindebitamento, a cura di Di Marzio, Macario, Terranova, Milano, 2013, 18; Macario, Sovraindebitamento e procedure di esdebitazione per i debitori «non fallibili». Il completamento della riforma, in Oss. dir.civ. comm. 2012, 303; Michelotti, Osservazioni in tema di procedure di sovraindebitamento di cui alla legge n. 3/2012 e succ. mod. ed integr., in Fall. 2015, 11, 1222; Modica, Profili giuridici del sovraindebitamento, Napoli, 2012; Nigro, Vattermoli, Diritto della crisi delle imprese, Le procedure concorsuali, 3, Bologna, 2014, 549; Nonno, in Sovraindebitamento e usura, a cura di Ferro, Milano, 2012, 84; Rispoli, Farina, La nuova disciplina del sovraindebitamento del consumatore, in Aa.Vv., Problemi attuali di diritto privato. Studi in memoria di Nicola Di Prisco, Torino, 2016, 891; Paciello, Prime riflessioni (inevitabilmente critiche) sulla composizione della crisi da sovraindebitamento, in Riv. dott. comm. 2012, II, 93; Panzani, Composizione delle crisi da sovraindebitamento, in Nuovo dir. soc. 2012, I, 9; Panzani, La composizione della crisi da sovraindebitamento dopo il d.l. n. 179/2012, in ilfallimentarista.it, 12 dicembre 2012; Pellecchia, Dall'insolvenza al sovraindebitamento. Interesse del debitore alla liberazione e ristrutturazione dei debiti, Torino, 2012; Sciuto, Il debitore civile sovraindebitato, in Cian (a cura di), Diritto commerciale, Torino, 2014, II, 514; Soldati, Il sovraindebitamento alla prova della riforma del diritto fallimentare, in Contratti, 2016, 6, 628; Terranova, Insolvenza. Stato di crisi. Sovraindebitamento, Torino, 2013; Terranova, La composizione delle crisi da sovraindebitamento: uno sguardo d'insieme, in Di Marzio, Macario, Terranova (a cura di), Composizione delle crisi da sovraindebitamento, Milano, 2012, 7; Tiscini, I procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio, in Riv. dir. proc. 2013, 3, 649; Vattermoli, La procedura di liquidazione del patrimonio del debitore alla luce del diritto «oggettivamente» concorsuale, in Dir. fall. 2013, I, 771. |