Decreto legislativo - 6/09/2011 - n. 159 art. 21 - Esecuzione del sequestroEsecuzione del sequestro Art. 21 1. Il sequestro e' eseguito con le modalita' previste dall'articolo 104 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271. La polizia giudiziaria, eseguite le formalita' ivi previste, procede all'apprensione materiale dei beni e all'immissione dell'amministratore giudiziario nel possesso degli stessi, anche se gravati da diritti reali o personali di godimento, con l'assistenza , ove ritenuto opportuno, dell'ufficiale giudiziario1. 2. Il giudice delegato alla procedura ai sensi dell'articolo 35, comma 1, sentito l'amministratore giudiziario, valutate le circostanze, ordina lo sgombero degli immobili occupati senza titolo ovvero sulla scorta di titolo privo di data certa anteriore al sequestro, mediante l'ausilio della forza pubblica2. 3. Il rimborso delle spese postali e dell'indennita' di trasferta spettante all'ufficiale giudiziario e' regolato dalla legge 7 febbraio 1979, n. 59. [1] Comma modificato dall'articolo 5, comma 5, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [2] Comma sostituito dall'articolo 5, comma 5, lettera b), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. InquadramentoIl d.lgs. n. 159/2011 («Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli artt. 1 e 2 della l. 13 agosto 2010, n. 136»), c.d. codice antimafia, per quanto interessa ai fini del presente lavoro, prevede (all'art. 21, comma 1) le modalità di esecuzione del sequestro di prevenzione e (all'art. 21, comma 2) una peculiare procedura di sgombero degli immobili (sequestrati) occupati. Modalità di esecuzione del sequestroAi sensi dell'art. 21, comma 1 d.lgs. n. 159/2011 «Il sequestro è eseguito con le modalità previste dall'art. 104 del d.lgs. n. 271/1989. La polizia giudiziaria, eseguite le formalità ivi previste, procede all'apprensione materiale dei beni e all'immissione dell'amministratore giudiziario nel possesso degli stessi, anche se gravati da diritti reali o personali di godimento, con l'assistenza, ove ritenuto opportuno, dell'ufficiale giudiziario». Tale comma 1 dell'art. 21 d.lgs. n. 159/2011nella sua versione originaria prevedeva – prima della modifica ad opera dell'art. 5 della l. n. 161/2017 – che fosse l'Ufficiale Giudiziario, eseguite le formalità ivi previste, a procedere all'apprensione materiale dei beni e all'immissione dell'amministratore giudiziario nel possesso degli stessi. Pertanto, rispetto allo schema generale che prevedeva l'espletamento delle attività indicate dall'art. 104 disp. att. c.p.p., in relazione alla specifica tipologia di beni in rilievo, da parte dell'Ufficiale Giudiziario con l'ausilio, ove necessario, della Polizia Giudiziaria, la l. n. 161/2017, ha inter alia letteralmente ribaltato l'impostazione soggettiva, assegnando ora alla Polizia Giudiziaria l'espletamento delle formalità indicate nell'art. 104 disp. att. c.p.p., laddove il ricorso all'Ufficiale Giudiziario diventa meramente eventuale. Con la modifica introdotta dalla l. n. 161/2017 pertanto, le attività prodromiche all'esecuzione del sequestro diventano di pertinenza della Polizia Giudiziaria, la quale quindi da un‘attività di mero ausilio rispetto a quella dell'Ufficiale Giudiziario passa a svolgere l'attività assolutamente principale nell'esecuzione del sequestro di prevenzione (Spangher, Marandola, 114). Occorre pertanto fare riferimento a quanto previsto nell'art. 104 disp. att. c.p.p., il quale disciplina le modalità di «esecuzione del sequestro preventivo» prevedendo che esso «è eseguito: a) sui mobili e sui crediti, secondo le forme prescritte dal codice di procedura civile per il pignoramento presso il debitore o presso il terzo in quanto applicabili; b) sugli immobili o mobili registrati, con la trascrizione del provvedimento presso i competenti uffici; c) sui beni aziendali organizzati per l'esercizio di un'impresa, oltre che con le modalità previste per i singoli beni sequestrati, con l'immissione in possesso dell'amministratore, con l'iscrizione del provvedimento nel registro delle imprese presso il quale è iscritta l'impresa; d) sulle azioni e sulle quote sociali, con l'annotazione nei libri sociali e con l'iscrizione nel registro delle imprese; e) sugli strumenti finanziari dematerializzati, ivi compresi i titoli del debito pubblico, con la registrazione nell'apposito conto tenuto dall'intermediario ai sensi dell'art. 34 del d.lgs. 24 giugno 1998, n. 213. Si applica l'art. 10, comma 3, del d.lgs. 21 maggio 2004, n. 170». Di tali modalità di esecuzione del sequestro di prevenzione (tramite il rinvio, per l'appunto, alle modalità previste per l'esecuzione del sequestro preventivo) occorre tenere conto anche al fine di comprendere come un creditore (munito di titolo esecutivo, che intenda aggredire determinati beni) possa avvedersi del fatto che su un determinato bene esista il vincolo cautelare rappresentato dal sequestro di prevenzione. In particolare: modalità di esecuzione del sequestro su beni immobiliPer quanto concerne in particolare i beni immobili, l'esecuzione del sequestro su di essi è regolata dalla lett. b) dell'art. 104 disp. att. c.p.p. e quindi il sequestro di prevenzione si esegue «con la trascrizione del provvedimento presso i competenti uffici». Si procede quindi alla trascrizione del provvedimento di sequestro presso la conservatoria dei registri immobiliari del luogo in cui si trova il bene immobile sequestrato. Si provvede con le modalità dell'esecuzione per consegna o rilascio (artt. 605 ss. c.p.c.), che prevede l'accesso in loco, la notifica del provvedimento alla persona eventualmente presente, la redazione del verbale di immissione in possesso in favore dell'Amministratore Giudiziario (tale verbale è importante anche per valutare eventuali discrasie tra il contenuto del sequestro e lo stato dei beni. Con l'immissione nel possesso la disponibilità del bene viene trasferita all'Amministratore Giudiziario, ancorché la notifica del decreto al proposto o ai terzi avvenga successivamente. Eventuali difficoltà nel corso dell'esecuzione vengono risolte dal Giudice Delegato con i provvedimenti temporanei occorrenti richiesti allo stesso anche oralmente (Spangher, Marandola, 118). Per quanto concerne l'esecuzione del sequestro di prevenzione sui beni immobili, le due situazioni che possono teoricamente presentarsi sono ovviamente quella in cui l'immobile sia libero o, altrimenti, quella in cui l'immobile sia occupato. Nella prima ipotesi, nulla quaestio e quindi vale quanto sopra precisato, visto che l'Amministratore Giudiziario viene formalmente (con la trascrizione suddetta nei registri immobiliari) e anche materialmente immesso nel possesso del bene immobile. Invece, la situazione è diversa nel caso di bene immobile occupato e su questo v. il par. successivo. Sgombero degli immobili occupatiAi sensi dell'art. 21, comma 2 d.lgs. n. 159/2011 «Il giudice delegato alla procedura ai sensi dell'art. 35, comma 1, sentito l'amministratore giudiziario, valutate le circostanze, ordina lo sgombero degli immobili occupati senza titolo ovvero sulla scorta di titolo privo di data certa anteriore al sequestro, mediante l'ausilio della forza pubblica». Tale comma 2 dell'art. 21 d.lgs. n. 159/2011nella sua versione originaria prevedeva – prima della modifica ad opera dell'art. 5 della l. n. 161/2017 – che «Il tribunale, ove gli occupanti non vi provvedano spontaneamente, ordina lo sgombero degli immobili occupati senza titolo ovvero sulla scorta di titolo privo di data certa anteriore al sequestro mediante l'ausilio della forza pubblica». In caso di bene immobile occupato in forza di titolo avente data certa anteriore al sequestro di prevenzione (e.g. locazione dell'immobile che fondi un diritto personale di godimento del bene o il comodato di un bene immobile, aventi data certa anteriore al sequestro), l'Amministratore Giudiziario subentra al posto del proposto; nel caso di locazione percepirà il canone di locazione e nel caso di comodato il comodatario continuerà a godere del bene, salvi gli eventuali provvedimenti diversi emessi dal Giudice Delegato. Laddove l'immobile sia occupato sine titulo ovvero sia occupato sulla scorta di un titolo privo di data certa, ovvero sia occupato sulla scorta di un titolo avente data certa ma non anteriore al sequestro, come si è visto con la modifica operata dalla l. n. 161/2017 la prerogativa del Tribunale di ordinare lo sgombero dell'immobile è stata sostituita da quella del Giudice Delegato «sentito l'amministratore giudiziario, valutate le circostanze», con l'ausilio della forza pubblica (e non della polizia giudiziaria). L'espressione «valutate le circostanze» (introdotta nell'art. 21, comma 2 d.lgs. n. 159/2011 dalla l. n. 161/2017) suggerisce chiaramente l'inesistenza di automatismi e come il Giudice Delegato debba apprezzare le circostanze del caso concreto (e.g. potrebbe valutare di concedere agli occupanti il tempo per reperire una nuova abitazione ovvero potrebbe ipoteticamente concedere agli occupanti la possibilità di rimanervi dietro pagamento di un'indennità). Inoltre, è necessario coordinare tale disposizione con quella (anch'essa oggetto di modifica) di cui all'art. 40 d.lgs. n. 159/2011, che attribuisce al Tribunale il potere di disporre il differimento dello sgombero (nell'ipotesi prevista dal comma 2 dell'art. 47 r.d. n. 267/1942: sembra quindi che l'ipotesi concerna l'utilizzo del bene da parte dello stesso proposto) con decreto revocabile non oltre il decreto di confisca definitiva. All'esito di un raccordo tra le disposizioni, sembrerebbe che il potere di disporre lo sgombero di cui all'art. 21 d.lgs. n. 159/2011 (nelle ipotesi di immobile occupato sine titulo o con titolo privo di data certa anteriore al sequestro di prevenzione) sia del Giudice Delegato, mentre quello di disporre il differimento dello sgombero appartenga al Tribunale nelle ipotesi di cui all'art. 47 r.d. n. 267/1942 e quindi in presenza di un bene occupato dal proposto o da familiari (Spangher, Marandola, 118). Laddove il bene immobile sia occupato dal proposto o da terzi intestatari, essi (a seguito del sequestro di prevenzione) non hanno più alcun titolo per detenere l'immobile. Prima della modifica (operata dalla l. n. 161/2017) era previsto che mediante un provvedimento del Tribunale, dopo le prime fasi esecutive, poteva essere consentito l'esercizio della facoltà di continuare ad occupare l'immobile (art. 40, comma 2, d.lgs. n. 159/2011). Oggi l'art. 40 d.lgs. n. 159/2011 prevede che, nel caso di cui al comma 2 dell'art. 47 r.d. n. 267/1942 e nei casi di cui al comma 3-ter dello stesso art. 40, il Tribunale, con decreto revocabile in qualsiasi momento, dispone il differimento dell'esecuzione dello sgombero non oltre il decreto di confisca definitivo. Il beneficiario, pena la revoca del provvedimento, è tenuto a corrispondere l'indennità eventualmente determinata dal Tribunale e a provvedere a sua cura alle spese e agli oneri inerenti all'immobile ed è esclusa ogni azione di regresso. Il Tribunale, con il provvedimento che rigetta la richiesta, dispone l'esecuzione dello sgombero se precedentemente differito. Invece il comma 3-quarter dell'art. 40 d.lgs. n. 159/2011 prevede che, in caso di immobili concessi in locazione o in comodato in forza di titolo di data certa anteriore al sequestro, l'Amministratore Giudiziario, previa autorizzazione del Giudice Delegato, pone in essere gli atti necessari per ottenere la cessazione del contratto alla sua scadenza naturale. Nel caso del sequestro di un terreno sul quale è stato realizzato un immobile non ancora accatastato, secondo i principi dell'accessione (artt. 934 ss. c.c.) il sequestro si estende anche sul fabbricato presente sul terreno (Spangher, Marandola, 118-119). BibliografiaSpangher, Marandola, Commentario breve al Codice Antimafia e alle altre procedure di prevenzione, Milano, 2019. |