Decreto legislativo - 6/09/2011 - n. 159 art. 40 - Gestione dei beni sequestratiGestione dei beni sequestrati
1. Il giudice delegato impartisce le direttive generali della gestione dei beni sequestrati, anche avvalendosi dell'attivita' di ausilio e supporto dell'Agenzia ai sensi degli articoli 110, 111 e 1121. 1-bis. Se nell'ambito dell'accertamento tecnico-urbanistico di cui all'articolo 36, comma 2-bis, è accertata la sussistenza di abusi non sanabili, il giudice delegato, con il provvedimento di confisca, ne ordina la demolizione in danno del soggetto destinatario del provvedimento e il bene non è acquisito al patrimonio dell'Erario. L'area di sedime è acquisita al patrimonio indisponibile del comune territorialmente competente. Si applicano le disposizioni del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, in materia di interventi abusivi realizzati su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici 2. 2. Il giudice delegato puo' adottare, nei confronti della persona sottoposta alla procedura e della sua famiglia, i provvedimenti indicati nell'articolo 47, primo comma, del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni, quando ricorrano le condizioni ivi previste3. 2-bis. Nel caso previsto dal secondo comma dell'articolo 47 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e, comunque, nei casi previsti dal comma 3-ter, primo periodo, del presente articolo, il tribunale, con decreto revocabile in ogni momento, dispone il differimento dell'esecuzione dello sgombero non oltre il decreto di confisca definitivo. Il beneficiario, pena la revoca del provvedimento, e' tenuto a corrispondere l'indennita' eventualmente determinata dal tribunale e a provvedere a sue cure alle spese e agli oneri inerenti all'unita' immobiliare; e' esclusa ogni azione di regresso. Il tribunale, con il provvedimento con cui rigetta la richiesta, dispone l'esecuzione dello sgombero se precedentemente differito4. 3. L'amministratore giudiziario non puo' stare in giudizio ne' contrarre mutui, stipulare transazioni, compromessi, fideiussioni, concedere ipoteche, alienare immobili e compiere altri atti di straordinaria amministrazione, anche a tutela dei diritti dei terzi, senza autorizzazione scritta del giudice delegato5. 3-bis. L'amministratore giudiziario, con l'autorizzazione scritta del giudice delegato, puo' locare o concedere in comodato i beni immobili, prevedendo la cessazione nei casi previsti dal comma 3-ter e comunque in data non successiva alla pronuncia della confisca definitiva 6. 3-ter. L'amministratore giudiziario, previa autorizzazione scritta del giudice delegato, anche su proposta dell'Agenzia, puo', in via prioritaria, concedere in comodato i beni immobili ai soggetti indicati nell'articolo 48, comma 3, lettera c), con cessazione alla data della confisca definitiva. Il tribunale, su proposta del giudice delegato, qualora non si sia gia' provveduto, dispone l'esecuzione immediata dello sgombero, revocando, se necessario, i provvedimenti emessi ai sensi del comma 2-bis del presente articolo7. 3-quater. In caso di beni immobili concessi in locazione o in comodato sulla scorta di titolo di data certa anteriore al sequestro, l'amministratore giudiziario, previa autorizzazione del giudice delegato, pone in essere gli atti necessari per ottenere la cessazione del contratto alla scadenza naturale 8. 4. Avverso gli atti dell'amministratore giudiziario compiuti in assenza di autorizzazione scritta del giudice delegato, il pubblico ministero, il proposto e ogni altro interessato possono avanzare reclamo, nel termine perentorio di quindici giorni dalla data in cui ne hanno avuto effettiva conoscenza, al giudice delegato, che, entro i dieci giorni successivi, provvede ai sensi dell'articolo 127 del codice di procedura penale 9. 5. In caso di sequestro di beni in comunione indivisa, l'amministratore giudiziario, previa autorizzazione del giudice delegato, puo' chiedere al giudice civile di essere nominato amministratore della comunione. 5-bis. I beni mobili sequestrati, anche iscritti in pubblici registri, possono essere affidati dal tribunale in custodia giudiziale agli organi di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che ne facciano richiesta per l'impiego nelle attivita' istituzionali o per esigenze di polizia giudizi aria, ovvero possono essere affidati all'Agenzia, ad altri organi dello Stato, ad enti pubblici non economici e enti territoriali per finalita' di giustizia, di soccorso pubblico, di protezione civile o di tutela ambientale nonche' ai soggetti previsti dall'articolo 48, comma 3, lettera c)10. 5-ter. Il tribunale, se non deve provvedere alla revoca del sequestro e alle conseguenti restituzioni, su richiesta dell'amministratore giudiziario o dell'Agenzia, decorsi trenta giorni dal deposito della relazione di cui all'articolo 36, destina alla vendita i beni mobili sottoposti a sequestro se gli stessi non possono essere amministrati senza pericolo di deterioramento o di rilevanti diseconomie. Se i beni mobili sottoposti a sequestro sono privi di valore, improduttivi, oggettivamente inutilizzabili e non alienabili, il tribunale dispone la loro distruzione o demolizione11. 5-quater. I proventi derivanti dalla vendita dei beni di cui al comma 5-ter affluiscono, al netto delle spese sostenute, al Fondo unico giustizia per essere versati all'apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato e riassegnati, nei limiti e con le modalita' di cui all'articolo 2, comma 7, del decreto legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, nella misura del 50 per cento secondo le destinazioni previste dal predetto articolo 2, comma 7, e per il restante 50 per cento allo stato di previsione della spesa del Ministero dell'interno per le esigenze dell'Agenzia che li destina prioritariamente alle finalita' sociali e produttive12. 5-quinquies. Se il tribunale non provvede alla confisca dei beni di cui al comma 5-ter, dispone la restituzione all'avente diritto dei proventi versati al Fondo unico giustizia in relazione alla vendita dei medesimi beni, oltre agli interessi maturati sui medesimi proventi computati secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale 30 luglio 2009, n. 12713. [1] Comma sostituito dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [2] Comma inserito dall'articolo 7, comma 1, lettera d), del D.L. 11 aprile 2025, n. 48, non ancora convertito in legge. [3] Comma sostituito dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [4] Comma aggiunto dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [5] Comma sostituito dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [6] Comma aggiunto dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [7] Comma aggiunto dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [8] Comma aggiunto dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [9] Comma sostituito dall'articolo 14, comma 1, lettera a), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [10] Comma aggiunto dall’articolo 1, comma 189, lettera b), della Legge 24 dicembre 2012, n. 228, successivamente modificato dall’ articolo 11, comma 4-bis, del D.L. 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119 e da ultimo dall' articolo 14, comma 1, lettera b), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [11] Comma aggiunto dall’articolo 1, comma 189, lettera b), della Legge 24 dicembre 2012, n. 228 e successivamente sostituito dall' articolo 14, comma 1, lettera c), della Legge 17 ottobre 2017, n. 161. [12] Comma aggiunto dall’articolo 1, comma 189, lettera b), della Legge 24 dicembre 2012, n. 228. [13] Comma aggiunto dall’articolo 1, comma 189, lettera b), della Legge 24 dicembre 2012, n. 228. InquadramentoAi fini del lavoro in questione rilevano i commi 2 e 2-bis dell'articolo in commento. Tali commi 2 e 2-bis dell'art. 40 d.lgs. n. 159/2011 sono stati introdotti ex novo dall'art. 14, comma 1, l. n. 161/2017 e ricalcano il precedente testo del comma 2, ad eccezione della nuova previsione, che recepisce la prassi dei Tribunali di disporre l'esecuzione dello sgombero contestualmente all'adozione del provvedimento di rigetto dell'istanza di affidamento della casa di proprietà ovvero – in caso di suo accoglimento – di disporre il differimento dell'esecuzione dello sgombero non oltre il decreto di confisca definitivo; ciò ferma restando la possibilità di revoca in ogni momento di tale provvedimento di differimento allorché il beneficiario non corrisponda l'indennità eventualmente determinata dal Tribunale ovvero non provveda alle spese e agli oneri manutentivi connessi all'uso del cespite. I provvedimenti ex art. 47 l.fall. (ora art. 147 C.C.I.I. d.lgs. n. 14/019)I commi 2 e 2-bis in commento, mutuando le previsioni contenute nella normativa fallimentare a beneficio del fallito, concedono la facoltà al Giudice Delegato di adottare nei confronti del proposto e della sua famiglia i provvedimenti di cui all'art. 47 l.fall. (ora art. 147 C.C.I.I. d.lgs. n. 14/2019). In particolare, tale disposizione prevede la possibilità di concedere (oltre a un sussidio a titolo di alimenti, art. 47, comma 1, l.fall. e ora art. 147, comma 1, C.C.I.I. d.lgs. n. 14/2019) l'uso dell'immobile sequestrato (art. 47, comma 2, l.fall. e ora art. 147, comma 2, C.C.I.I. d.lgs. n. 14/2019), prevedendosi in tale ultimo caso che il beneficiario provveda a corrispondere l'indennità eventualmente determinata dal Tribunale e che provveda a sua cura alle spese e agli oneri inerenti all'unità immobiliare, con esclusione di ogni azione di regresso (Spangher, Marandola, 224). Il costante orientamento della giurisprudenza di legittimità a tal riguardo ritiene consentita l'imposizione, nei confronti dell'indagato/proposto o dei suoi familiari che hanno la disponibilità del bene sottoposto a sequestro, di una congrua indennità di occupazione a condizione che tali soggetti dispongano di redditi adeguati e non si trovino in condizioni di emergenza abitativa (Cass. n. 25289/2015; Cass. n. 51458/2013). In tema di misure di prevenzione, è legittima l'imposizione di un canone di locazione ovvero di una congrua indennità di occupazione nei confronti del proposto per consentirgli di continuare ad abitare nell'immobile sottoposto a sequestro, rimanendo onere della parte interessata dimostrare la eventuale sussistenza di condizioni di esonero da detta imposizione, costituite da una situazione di emergenza abitativa e dalla indisponibilità di redditi adeguati o di altri immobili di proprietà (Cass. pen. V, n. 13832/2018). In tema di misure di prevenzione, la domanda di erogazione del sussidio alimentare di cui all'art. 40, comma 2, d.lgs. n. 159/2011 può essere presentata dai soggetti, anche diversi dal proposto, che si trovino a subire una limitazione dei propri diritti patrimoniali a seguito dell'emissione del provvedimento di prevenzione (Cass. pen. I, n. 8868/2020). I provvedimenti adottati dal Giudice Delegato ai sensi dei commi 2 e 2-bis dell'art. 40 d.lgs. n. 159/2011 sono inoppugnabili, ma possono essere contestati tramite opposizione al Tribunale della prevenzione nella forma dell'incidente di esecuzione (Cass. n. 2498/2000). Nel procedimento di prevenzione, dopo le modifiche introdotte dalla l. n. 161/2017, la competenza funzionale a decidere sulle istanze del proposto volte a ottenere il riconoscimento del diritto di abitare l'immobile sottoposto a sequestro spetta al tribunale in composizione collegiale, che provvede de plano, e, avverso tale decisione, è ammessa opposizione al medesimo tribunale sempre in composizione collegiale nelle forme dell'incidente di esecuzione (Cass. pen. V, n. 10105/2024). In tema di procedimento di prevenzione, l'adozione dei provvedimenti riguardanti i diritti personali del sottoposto alla procedura e della sua famiglia, previsti dagli artt. 40, comma 2, d.lgs. n. 159/2011 e 47 l.fall., rientra nella competenza funzionale del giudice delegato, sicché tali provvedimenti non possono essere adottati dal tribunale collegiale se non nell'ambito del procedimento di opposizione mediante incidente di esecuzione (Cass. pen. VI, n. 38264/2019). In materia di procedimento di prevenzione reale, non sono impugnabili, in difetto di un'esplicita previsione di legge, gli atti gestori del giudice delegato e del tribunale, salvo che, essendo destinati a divenire definitivi e ad incidere su diritti soggettivi, assumano in concreto natura di sentenza, nel qual caso, avverso gli stessi è ammissibile il ricorso straordinario per Cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. (Cass. pen. II, n. 35536/2019). BibliografiaSpangher, Marandola, Commentario breve al Codice Antimafia e alle altre procedure di prevenzione, Milano, 2019. |