Fideiussioni bancarie specifiche e schema ABI

23 Gennaio 2025

La questione affrontata dalla Cassazione riguarda la possibilità che l’accertamento compiuto dalla Banca d’Italia circa l’esistenza di un’intesa illecita, relativo alle fideiussioni omnibus, possa estendersi anche alle fideiussioni specifiche, ossia quelle prestate a garanzia di crediti determinati e connessi a rapporti contrattuali specifici.

Massima

Il principio affermato dalle Sezioni Unite nella sentenza Cass. SU 30 dicembre 2021 n. 41994 si applica non solo alle clausole contenute nelle fideiussioni omnibus, ma a tutte le fideiussioni stipulate a valle di intese anticoncorrenziali dichiarate parzialmente nulle, incluse le fideiussioni specifiche, ossia quelle prestate a garanzia di un determinato credito riferito a uno specifico rapporto contrattuale. La nullità derivante da tali intese costituisce espressione del principio generale di tutela della libertà di concorrenza.

Il caso

Nel ricorso per cassazione si deduce, ai sensi dell'articolo 360 c. 1 n. 3 c.p.c., la violazione e/o falsa applicazione dell'art. 2 c. 2 lett. a L. 287/1990 e dell'art. 1957 c.c., nonché la nullità parziale della fideiussione con conseguente decadenza ai sensi dell'art. 1957 c.c.

I ricorrenti osservano che il primo e il secondo motivo d'appello hanno reiterato l'eccezione di nullità parziale della garanzia fideiussoria prestata, per asserita violazione dell'art. 2 c. 2 lett. a L. 287/1990 e dell'art. 1957 c.c. Tale nullità è riferita allo “schema di fideiussione omnibus predisposto dall'ABI,” le cui clausole 2, 6 e 8 sono state dichiarate nulle dal Provv. Banca Italia 2 maggio 2005 n. 55, determinazione confermata dalla sentenza Cass. SU 30 dicembre 2021 n. 41994

La questione

La Corte di Cassazione, con una decisione di rilevante impatto pratico, ha affrontato la questione riguardante la possibilità che l’accertamento compiuto dalla Banca d’Italia circa l’esistenza di un’intesa illecita, relativo alle fideiussioni omnibus, possa estendersi anche alle fideiussioni specifiche, ossia quelle prestate a garanzia di crediti determinati e connessi a rapporti contrattuali specifici.

Le soluzioni giuridiche

Come noto, la sorte delle fideiussioni bancarie prestate in conformità delle condizioni uniformi predisposte dall'ABI, censurate dalla Banca d'Italia in funzione di Autorità Antitrust, è stata affrontata e decisa dalle Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza Cass. SU 30 dicembre 2021 n. 41994.

Tale pronuncia ha enunciato il seguente principio di diritto.

I contratti di fideiussione stipulati a valle di intese dichiarate parzialmente nulle dall'Autorità Garante, con riferimento alle sole clausole contrastanti con gli artt. 2 c. 2 lett. a) L. 287/1990 e 101 Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, sono parzialmente nulli ai sensi degli artt. 2 c. 3 L. 287/1990 e 1419 c.c., limitatamente alle clausole che riproducano quelle dello schema unilaterale costituente l'intesa vietata, salvo che dal contratto o da altri elementi risulti una diversa volontà delle parti.

Tra le diverse forme di tutela riconoscibili al fideiussore (nullità totale del contratto a valle, nullità parziale limitata alle clausole conformi all'intesa nulla a monte, tutela risarcitoria), le Sezioni Unite hanno individuato nella nullità parziale la soluzione più coerente con le finalità e gli obiettivi della normativa antitrust. Tale soluzione risponde al principio generale di conservazione del contratto, salvaguardando la garanzia fideiussoria depurata dalle clausole censurate. In questa prospettiva, l'eliminazione delle clausole n. 2, 6 e 8 censurate dal Provv. Banca Italia 2 maggio 2005 n. 55 migliora la posizione del fideiussore senza pregiudicare l'interesse dell'istituto di credito, che può comunque contare su una garanzia efficace.

Le Sezioni Unite fondano questa impostazione sul ‘collegamento funzionale' che deve necessariamente sussistere per estendere la nullità antitrust dell'intesa a monte alla fideiussione a valle. Non rileva, quindi, la deroga isolata di singole clausole del contratto di fideiussione, bensì la dimostrata serialità con cui lo schema ABI è stato adottato dagli istituti di credito, determinando un effetto anticoncorrenziale, erodendo la libera scelta dei clienti-contraenti e incidendo negativamente sul mercato.

La tutela risarcitoria, è chiarito nella decisione delle Sezioni Unite, resta naturalmente perseguibile «ma non in via esclusiva, sebbene in uno all'azione di nullità». Il riconoscimento, alla vittima dell'illecito anticoncorrenziale, oltre alla tutela risarcitoria del diritto a far valere la nullità del contratto si rileva un adeguato completamento del sistema delle tutele, non nell'interesse esclusivo del singolo, bensì in quello della trasparenza e della correttezza del mercato, posto a fondamento della normativa antitrust.

In sostanza, la nullità dell'intesa a monte comporta la nullità derivata del contratto di fideiussione a valle, ma esclusivamente con riferimento alle clausole pedissequamente aderenti agli articoli dello schema ABI dichiarati nulli dal provvedimento della Banca d'Italia (clausole nn. 2, 6 e 8).

Dalla nullità parziale del contratto di fideiussione a valle dell'intesa vietata le Sezioni Unite fanno discendere alcune conseguenze operative rilevanti, sintetizzabili come segue: le fideiussioni restano pienamente valide ed efficaci, sebbene depurate delle sole clausole conformi a quelle dichiarate nulle dalla Banca d'Italia; tale nullità è rilevabile d'ufficio dal giudice, nei limiti fissati dalla giurisprudenza della Cassazione (Cass. SU 12 dicembre 2014 n. 26242 e n. 26243Cass. 22 giugno 2018 n. 16501), in ossequio al principio processuale della domanda (artt. 99 e 112 c.p.c.); rimane proponibile, ricorrendone i presupposti, la domanda di ripetizione dell'indebito exart. 2033 c.c., nonché l'azione di risarcimento dei danni.

Il Provv. Banca Italia 2 maggio 2005 n. 55 si riferisce espressamente alla «fideiussione a garanzia delle operazioni bancarie, che disciplina la prestazione della garanzia fornita da un soggetto (fideiussore) a beneficio di qualunque obbligazione, presente e futura, del debitore di una banca». In base a quanto esposto, è consolidato il convincimento giurisprudenziale che esclude dall'ambito di applicazione della nullità derivata le fideiussioni che non presentano le caratteristiche proprie della fideiussione omnibus. In particolare, sono escluse le fideiussioni specifiche, aventi ad oggetto un credito esattamente individuato, a differenza delle fideiussioni omnibus, che invece garantiscono obbligazioni generali, non predeterminate, e che, pertanto, rientrano nel modello di fideiussione oggetto del provvedimento della Banca d'Italia (Trib. Padova 7 aprile 2021, Trib. Pescara 6 maggio 2021, Trib. Napoli 26 maggio 2021, Trib. Napoli 22 settembre 2021, Trib. Bologna 13 gennaio 2022, Trib. Monza 18 febbraio 2022, Trib. Napoli 24 maggio 2022, App. Torino 11 agosto 2023 n. 786, Trib. Alessandria 12 aprile 2024 n. 352).

In definitiva, la nullità parziale derivata dall'accertamento dell'Antitrust, essendo stata pronunciata dall'autorità preposta al controllo della concorrenza al termine di un procedimento avente ad oggetto esclusivamente il modello predisposto per le fideiussioni omnibus, non può essere estesa a fattispecie diverse da quella accertata (App. Torino 11 agosto 2023 n. 786, App. Milano 4 ottobre 2022 n. 3082, Trib. Roma 31 marzo 2023 n. 5698, Trib. Napoli 25 ottobre 2022 n. 13324).

Dello stesso tenore sono le conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione con pronuncia Cass. 15 luglio 2024 n. 19401, secondo cui la dichiarazione di nullità della fideiussione che ricalchi lo schema predisposto dall'ABI ed esaminato nel Provv. Banca Italia 2 maggio 2005 n. 55 presuppone che tale fideiussione sia qualificabile come omnibus. Sul punto, Cass. 19 aprile 2024 n. 10689 aveva già affermato il medesimo principio, escludendo che, con riferimento al citato provvedimento della Banca d'Italia, anche le condizioni delle fideiussioni specifiche possano essere considerate il risultato di un'intesa anticoncorrenziale. Pertanto, in presenza di una fideiussione specifica, con la quale il garante si obblighi solidalmente con il debitore per un'obbligazione determinata e riferita a uno specifico rapporto contrattuale, non è configurabile alcuna nullità.

La Corte di Cassazione, successivamente (Cass. 2 agosto 2024 n. 21841), ha confermato tale orientamento, precisando che «l'inestensibilità, perciò, del suddetto orientamento al tipo di fideiussione specifica dipende dal fatto che il giudizio di sfavore espresso dalla Banca d'Italia si applica esclusivamente alle fideiussioni omnibus, essendo con riferimento a queste ultime che è stata accertata la natura anticoncorrenziale delle clausole censurate». Tale decisione ribadisce dunque l'inapplicabilità del Provv. Banca Italia 2 maggio 2005 n. 55 alle fideiussioni specifiche.

In questo panorama giurisprudenziale si inserisce la decisione in commento, che ha tuttavia ritenuto, con motivazione abbastanza frettolosa, che il principio affermato dalle Sezioni Unite nella sentenza Cass. SU 30 dicembre 2021 n. 41994. si applichi non solo alle clausole contenute nelle fideiussioni omnibus, ma a tutte le fideiussioni stipulate a valle di intese anticoncorrenziali dichiarate parzialmente nulle, comprese le fideiussioni specifiche, ossia quelle prestate a garanzia di un determinato credito riferito a uno specifico rapporto contrattuale. Secondo tale impostazione, la nullità derivante da tali intese rappresenterebbe un'applicazione del principio generale di tutela della libertà di concorrenza.

In argomento, si segnala la recentissima decisione della Cass. 25 novembre 2024 n. 30383, la quale, discostandosi dalla pronuncia in commento, ha confermato l'orientamento prevalente, precisando ancora una volta che «il provvedimento della Banca d'Italia è riferito solo ed esclusivamente alle fideiussioni omnibus, non a quelle prestate per un affare particolare, fideiussioni omnibus le quali vengono specificamente prese in considerazione per la loro attitudine, evidenziata dall'Associazione Bancaria Italiana, quale strumento di tutela macroprudenziale del sistema bancario, sicché l'accertamento effettuato dall'allora Autorità Garante è stato limitato a tale tipologia di fideiussione, e solo rispetto ad essa può possedere l'efficacia probatoria privilegiata che l'ordinamento gli riconosce».

Conclusioni

La decisione in commento appare isolata (e verosimilmente destinata a rimanere tale). La giurisprudenza di legittimità ha ribadito in più occasioni -  con convincenti argomentazioni - che il Provv. Banca Italia 2 maggio 2005 n. 55, il quale censura alcune clausole contenute nelle fideiussioni omnibus predisposte dall’ABI, non può essere esteso alle fideiussioni specifiche. Queste ultime, essendo caratterizzate da un oggetto determinato e riferite a obbligazioni singolarmente individuate, risultano escluse dall’ambito di applicazione della nullità derivata dall’accertamento dell’Antitrust

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