Comparsa di risposta nel giudizio di revocazione (Giudice di pace)

Cristina Asprella

Inquadramento

L'art. 399 c.p.c. all'ultimo comma prevede che se la revocazione è proposta davanti al giudice di pace il deposito e la costituzione delle parti devono farsi a norma dell'art. 319 c.p.c.

Davanti al Giudice di pace a partire dall'entrata in vigore delle norme modificate dalla riforma 2022, la domanda si propone nelle forme del procedimento semplificato di cognizione, in quanto compatibili e non derogate dalle disposizioni relative al Giudice di pace. Resta la possibilità di proporre la domanda anche verbalmente e di essa il Giudice fa redigere processo verbale che, a cura dell'attore, è notificato unitamente al decreto di cui all'art. 318 c.p.c. In particolare, la domanda si propone con ricorso, sottoscritto a norma dell'art. 125 c.p.c., che deve contenere, oltre all'indicazione del Giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione del suo oggetto. Il Giudice di pace, entro cinque giorni dalla designazione, fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti a norma dell'art. 281-undecies, comma 2 c.p.c. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 318 c.p.c., ha previsto che il Giudice di Pace con lo stesso decreto informa il convenuto che la costituzione oltre il termine indicato implica le decadenze di cui all'articolo 281-undecies, terzo e quarto comma, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi il cui valore eccede € 1.100, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Il convenuto si costituisce a norma dei commi 3 e 4 dello stesso articolo. In particolare l'art. 319 c.p.c., come da ultimo modificato in forza del d.lgs. n. 164/2024, stabilisce che l'attore si costituisce depositando il ricorso o il verbale contenente la domanda orale e, quando occorre, la procura, mentre il convenuto si costituisce tramite deposito della comparsa di risposta e, quando occorre, della procura. A norma dell'art. 399 c.p.c., se la revocazione è proposta davanti al tribunale o alla Corte d'Appello la citazione deve essere depositata, a pena di improcedibilità, entro 20 giorni dalla notificazione, con la copia autentica della sentenza impugnata. Va segnalato che sempre il d.lgs. n. 164/2024 ha eliminato tutti i riferimenti al deposito «in cancelleria», non più attuale a seguito della piena implementazione del processo telematico anche davanti alla Suprema Corte. Le altre parti devono costituirsi nello stesso termine mediante deposito di una comparsa contenente le loro conclusioni. Davanti al Giudice di pace il deposito e la costituzione devono farsi a norma dell'art. 319 c.p.c.

In particolare l'art. 319 c.p.c., come da ultimo modificato in forza del d.lgs. n. 164/2024 2024, stabilisce che l'attore si costituisce depositando il ricorso o il verbale contenente la domanda orale e, quando occorre, la procura, mentre il convenuto si costituisce tramite deposito della comparsa di risposta e, quando occorre, della procura. Non viene chiarito, pertanto, se data la modifica dell'atto introduttivo, anche per la revocazione davanti al Giudice di pace debba utilizzarsi il ricorso invece dell'atto di citazione. Ciò perché l'art. 399 c.p.c. rinvia espressamente, almeno per quanto riguarda la costituzione delle parti e il deposito in cancelleria, alle norme relative a tale procedimento. In linea con l'opinione dottrinale e giurisprudenziale che ritiene che la revocazione nei procedimenti con rito del lavoro debba essere proposta con ricorso, ritengo che anche in questo caso l'atto introduttivo debba essere modificato da citazione a ricorso.

Infine si segnala che a norma dell'art. 400 c.p.c. davanti al Giudice adito si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti a lui, in quanto non derogate da quelle relative al procedimento di revocazione.

Formula

UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI ... [1]

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA

Proc. n. ... /R.G. – Sez. ... – Giudice Dott. ...

Nell'interesse del Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ... alla via ... n. ..., C.F. ..., (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.zza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [2] residente in ..., via ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., C.F. ... [3], PEC ... [4], [fax ... ] [5] elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., alla via ... n. ..., per mezzo di procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici [6] e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.

-convenuto-

CONTRO

il Sig. ... rappresentato e difeso dall'Avv. ...

-attore-

nel procedimento relativo alla revocazione della sentenza n. ... pronunciata da questo Ecc.mo Giudice ... in data ... notificata in data ...

***

La sentenza impugnata per revocazione e in epigrafe specificata ha condannato il Sig. ... al pagamento di una somma di denaro in favore del Sig. ... sulla base di un documento comprovante il credito fatto valere.

Il Sig. ... con atto di citazione per revocazione notificato in data ... nei confronti del Sig. ..., ha chiesto la revocazione della sentenza, sulla base di questi motivi ... [7]

Il convenuto Sig. ... con la presente comparsa di costituisce nel giudizio di revocazione e chiede che sia rigettata la domanda di revocazione proposta dal Sig. ... per i seguenti motivi:

...

***

Tutto ciò premesso il sig. ..., come in epigrafe rappresentato e difeso

CHIEDE

Che l'Ecc.mo Giudice adito rigetti la domanda di revocazione della sentenza in epigrafe indicata proposta dal Sig. ...

Con vittoria di spese, competenze ed onorari.

Si producono i seguenti documenti:

...

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. In relazione alla revocazione proposta davanti al Giudice di pace, l'art. 399, ultimo comma, c.p.c. stabilisce che il deposito dell'atto di citazione per revocazione e la costituzione delle altre parti devono farsi a norma dell'art. 319 c.p.c. L'art. 319 c.p.c., come da ultimo modificato in forza del d.lgs. n. 164/2024, stabilisce che l'attore si costituisce depositando il ricorso o il verbale contenente la domanda orale e, quando occorre, la procura, mentre il convenuto si costituisce tramite deposito della comparsa di risposta e, quando occorre, della procura.

2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011).

3. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

5. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta.

6. A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). A norma dell'art. 398, comma 3 c.p.c., l'atto di citazione per revocazione deve essere sottoscritto da un difensore munito di procura speciale.

7. Nell'esempio fatto, la falsità del documento ai sensi dell'art. 395, n. 2 c.p.c.

COMMENTO

Va ricordato che a norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia e il ripristino del corretto funzionamento è comunicato con le stesse modalità.

Il d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro.

In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali.

D.m. 7 agosto 2023, n. 110

Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema:

a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto;

b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge;

c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio;

d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione;

e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi;

f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale;

g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti;

h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate;

i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale;

j. Il valore della controversia;

k. La richiesta di distrazione delle spese;

l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono.

Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di:

a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione;

b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio;

c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza.

Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi.

Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note.

Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3.

Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali.

L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato.

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