Schema di redazione dei ricorsi in materia civile e tributaria

Cristina Asprella

Inquadramento

In data 1° marzo 2023 la Corte di Cassazione, la Procura Generale della Corte di Cassazione, l'Avvocatura Generale dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense hanno adottato un Protocollo d'Intesa sul processo civile in Cassazione che sostituisce i precedenti Protocolli, ossia il Protocollo sulle regole redazionali dei ricorsi, civili e tributari, del 17 dicembre 2015; il Protocollo sull'attuazione del rito civile in Cassazione del 15 dicembre 2016; il Protocollo sull'avvio del processo telematico e sulla digitalizzazione del 27 ottobre 2020, come integrato il 18 novembre 2020 e il 7 aprile 2021. Si specifica altresì all'art. 6 del nuovo Protocollo che con la sottoscrizione di esso cessano di avere validità i precedenti protocolli sottoscritti dalle medesime parti in materia civile. Al Protocollo del 1° marzo 2023 sono annessi due allegati e, in particolare, l'All. n. 1 che contiene l'elenco dei codici materia e l'All. n. 2 che contiene l'elenco degli atti di parte ed allegati codificati.

Come indicato espressamente nella Premessa del nuovo Protocollo d'intesa, questo “testo unico dei protocolli” è destinato a creare una prassi di organizzazione e una interpretazione comune dei profili problematici delle modifiche legislative, soprattutto a seguito dell'entrata in vigore della riforma del processo civile effettuata con il d.lgs. n. 149/2022.

Regole di redazione degli atti processuali: In ossequio al principio di chiarezza e sinteticità degli atti e provvedimenti di cui al modificato art. 121 c.p.c., vengono innanzitutto ribadite le regole redazionali in realtà già contenute nel Protocollo del 2015, con le modifiche imposte dalla obbligatorietà del processo civile telematico e l'adozione di un modulo redazionale dei ricorsi.

I ricorsi, il cui schema viene elencato in Formula, devono essere redatti con caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm.

Tutte le indicazioni relative ai ricorsi, comprese quelle sulle misure dimensionali e sui caratteri, si estendono, nei limiti della compatibilità, anche ai controricorsi, mentre le memorie illustrative non devono superare, di regola, le 15 pagine, con osservanza delle stesse raccomandazioni rispetto all'uso dei caratteri previsti per i ricorsi.

In ogni caso si chiarisce che il mancato rispetto dei limiti dimensionali e delle ulteriori indicazioni previste nel Protocollo non comporta l'inammissibilità o l'improcedibilità del ricorso e degli altri atti difensivi, a meno che ciò non sia espressamente previsto per legge.

Laddove, per la particolare complessità delle questioni trattate, esse non siano “ragionevolmente comprimibili” negli spazi dimensionali indicati nel Protocollo, devono essere esposte specificamente, nell'ambito del ricorso o dell'atto difensivo interessato, le ragioni per cui è necessario scrivere un numero maggiore di pagine; la presentazione di un ricorso incidentale, nel contesto di un controricorso, costituisce già di per sé una ragione giustificatrice di un superamento ragionevole dei limiti dimensionali fissati. Laddove si riscontri l'infondatezza delle motivazioni addotte per superare tali limiti dimensionali, pur non derivandone l'inammissibilità del ricorso o dell'atto difensivo, essa può essere valutata ai fini della liquidazione delle spese.

Vengono altresì indicate alcune parti del ricorso che sono escluse dai limiti dimensionali sopra ricordati e che sono, in particolare, l'intestazione, l'indicazione delle parti processuali, del provvedimento impugnato, dell'oggetto del giudizio, del valore della controversia, della sintesi dei motivi e delle conclusioni, l'elenco degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi su cui si fonda il ricorso; la procura in calce alla relazione di notificazione.

Si prevede, inoltre, che l'uso di particolari tecniche di redazione degli atti – ad es. allorché consentano la ricerca testuale all'interno dell'atto e dei documenti allegati, nonché la navigazione all'interno dell'atto, tali da agevolare la consultazione e la fruizione da parte del giudice e delle altre parti del processo, comporta l'aumento del compenso professionale dell'avvocato (ex art. 4, comma 1-bis d.m. n. 55/2014).

Si rinvia al testo del Protocollo, consultabile sul sito della Corte di Cassazione, per quanto non contenuto nel presente Schema e per le disposizioni ulteriori ivi contenute, ad es. quelle relative al rito camerale unificato, al procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi ex art. 280-bis c.p.c., alla digitalizzazione degli atti nei processi civili davanti alla Corte di Cassazione.

Formula

SCHEMA DI REDAZIONE DEI RICORSI, CONTRORICORSI E MEMORIE [1] (PROTOCOLLO 2023)

PARTE RICORRENTE:

Cognome e Nome ... /Denominazione Sociale ...

Data e luogo di nascita ... /Legale rappresentante ...

Luogo di residenza ... /Sede sociale ... /C.F. ...

Dati del difensore ... (Cognome e Nome, Codice fiscale)

Dati del domiciliatario ... (Cognome e Nome, Codice fiscale)

- eventuale -

PARTE INTIMATA:

Gli stessi dati indicati per la parte ricorrente, nel limite in cui essi siano noti alla medesima parte ricorrente

SENTENZA IMPUGNATA:

Indicare gli estremi del provvedimento impugnato (Autorità giudiziaria che lo ha emesso, Codice ufficio, Sezione, numero del provvedimento, data della decisione, data della pubblicazione, data della notifica (se notificato)

CODICE MATERIA

Codice materia correlato al codice oggetto del giudizio di merito (tranne il giudizio tributario) secondo quanto contenuto nell'All. 1 del protocollo, per consentire la corretta assegnazione del ricorso alla Sezione tabellarmente competente

VALORE DELLA CONTROVERSIA

Indicare il valore della controversia ai fini della determinazione del contributo unificato

PAROLE CHIAVE

Massimo dieci parole chiave che consentano una sintetica descrizione della materia oggetto del giudizio

SINTESI DEI MOTIVI

Enunciare sinteticamente i motivi del ricorso (in non più di alcune righe per ciascuno di essi e contrassegnandoli numericamente), mediante la specifica indicazione, per ciascun motivo, delle norme di legge che la parte ricorrente ritenga siano state violate dal provvedimento impugnato e dei temi trattati. Nella sintesi deve essere indicato per ciascun motivo anche il numero della pagina ove inizia lo svolgimento delle relative argomentazioni a sostegno nel prosieguo del ricorso, eventualmente tramite inserimento di un link che consenta il rinvio diretto alla pagina di riferimento.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

L'esposizione deve essere contenuta nel limite massimo di 5 pagine; deve trattarsi dell'esposizione del fatto processuale compiuta in modo funzionale alla chiara percezione delle ragioni poste a base delle censure che vengono poi sviluppate nella parte motivazionale del ricorso

MOTIVI DI IMPUGNAZIONE [2]

In questa parte trova spazio l'esposizione delle argomentazioni a sostegno delle censure già sinteticamente indicate nella parte denominata “sintesi dei motivi”. L'esposizione deve rispondere al criterio di specificità e di concentrazione dei motivi e deve essere contenuta, di regola, nel limite massimo di 30 pagine.

Per ciascuno dei motivi devono essere indicati gli atti processuali, i documenti, i contratti o accordi collettivi su cui il ricorso si fonda, con l'illustrazione del contenuto rilevante, eventualmente tramite inserimento dell'apposito link di rinvio.

CONCLUSIONI

In questa parte trova spazio l'indicazione del provvedimento in ultimo richiesto. Ad esempio: cassazione con rinvio, cassazione senza rinvio, cassazione con decisione nel merito ecc.

DOCUMENTI ALLEGATI

In questa parte vanno elencati secondo un ordine numerico progressivo gli atti e/o documenti espressamente indicati in relazione a ciascun motivo di ricorso; i relativi files devono essere denominati usando la medesima nomenclatura e numerazione utilizzate nell'elenco.

1. Viene proposto nella presente Formula un modello di schema di redazione dei ricorsi facendo riferimento a quanto contenuto nel Protocollo d'intesa sul processo civile in Cassazione del 1° marzo 2023, al quale integralmente si rinvia per tutte le regole redazionali dei ricorsi civili in Cassazione.

2. Nel Protocollo del 1° marzo 2023 è puntualizzato che il principio di specificità e localizzazione si intende rispettato quando ciascun motivo articolato nel ricorso risponde ai criteri di chiarezza e sinteticità previsti dal codice di rito; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda sia indicato l'atto, il documento, il contratto o l'accordo collettivo su cui si fonda il motivo (art. 366, comma 1, n. 6 c.p.c.) con illustrazione del contenuto rilevante e la precisazione del punto dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo al quale si fa riferimento; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda vengano indicati la fase processuale e il momento in cui è avvenuto il deposito dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo; siano depositati mediante allegazione nella busta telematica, ex art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c., gli atti, i documenti, il contratto o l'accordo collettivo cui si sia fatto riferimento nel ricorso.

COMMENTO

La riforma 2022 ha optato per una disciplina organica del deposito telematico degli atti contenuta all'interno del codice di procedura civile e, precisamente delle disposizioni di attuazione. In queste ultime è stato infatti inserito il Titolo V-ter, dedicato alle Disposizioni relative alla giustizia digitale e del deposito telematico si occupa il Capo I al cui interno si trovano gli artt. 196-quater, quinquies, sexies e septies adesso modificati dal d.lgs. n. 164/2024 recante disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 149/2022.

A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici.

Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro.

In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali.

L'art. 196-quinquies, rubricato “Dell'atto del processo redatto in formato elettronico” stabilisce che l'atto del processo è redatto in formato elettronico dal magistrato o dal personale degli uffici giudiziari e degli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti ed è depositato telematicamente nel fascicolo informatico. In caso di atto formato da organo collegiale l'originale del provvedimento è sottoscritto con firma digitale secondo quanto previsto dagli artt. 132, comma 3, 134, comma 1 e 135, comma 4 c.p.c. Quando l'atto è redatto dal cancelliere o dal segretario dell'ufficio giudiziario questi vi appone la propria firma digitale e ne effettua il deposito nel fascicolo informatico. Se l'atto del processo è in formato cartaceo il cancelliere ne estrae copia informatica, nel rispetto della normativa anche regolamentare, che deposita nel fascicolo informatico. Il provvedimento del giudice si intende depositato, anche agli effetti di cui all'art. 133 c.p.c. quando è effettuato il deposito nel fascicolo informatico. Se il provvedimento di correzione di cui all'art. 288 c.p.c. è redatto in formato elettronico, il cancelliere forma un documento informatico contenente la copia del provvedimento corretto e del provvedimento di correzione, lo sottoscrive digitalmente e lo inserisce nel fascicolo informatico.

A norma dell'art. 196-sexies, rubricato “Perfezionamento del deposito con modalità telematiche”, il deposito con modalità telematiche si ha per avvenuto nel momento in cui è generata la conferma del completamento della trasmissione secondo quanto previsto dalla normativa anche regolamentare concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici ed è tempestivamente eseguito quando la conferma è generata entro la fine del giorno di scadenza. Si applicano le disposizioni di cui all'art. 155, commi 4 e 5 c.p.c. Se gli atti o i documenti da depositarsi eccedono la dimensione massima stabilita nelle specifiche tecniche del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia, il deposito può essere eseguito mediante più trasmissioni.

Infine l'art. 196-septies c.p.c. è dedicato alla disciplina della copia cartacea degli atti depositati telematicamente.

D.m. 7 agosto 2023, n. 110

Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema:

a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto;

b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge;

c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio;

d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione;

e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi;

f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale;

g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti;

h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate;

i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale;

j. Il valore della controversia;

k. La richiesta di distrazione delle spese;

l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono.

Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di:

a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione;

b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio;

c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza.

Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi.

Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note.

Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3.

Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali.

L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato.

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