La condanna al pagamento delle spese processuali in caso di mancato accoglimento della richiesta di rimessione

17 Febbraio 2025

Nel caso in cui la richiesta di rimessione venga rigettata o dichiarata inammissibile, è possibile condannare il richiedente al pagamento delle spese processuali?

Questione controversa

La richiesta di rimessione è assimilabile al ricorso per cassazione, sicché deve trovare per esso applicazione la regola generale in tema di condanna alle spese dettata dall'art. 616 c.p.p., o è soggetto esclusivamente alla disciplina speciale prevista dall'art. 48 c.p.p., che non contiene alcun riferimento alle spese processuali?

Possibili soluzioni
Prima soluzione Seconda soluzione

Secondo un primo orientamento, il principio generale dettato in tema di spese processuali dall'art. 616 comma 1, c.p.p., deve trovare applicazione in tutti i giudizi, principali o incidentali, celebrati dinanzi al giudice di legittimità, sicché, in caso di rigetto della richiesta di rimessione, le spese processuali anticipate dallo Stato devono essere poste a carico di chi ha dato luogo al giudizio; nel caso in cui la richiesta venga dichiarata inammissibile, ricorrono entrambi i presupposti che, secondo Cass. pen., sez. un., 5 luglio 1995, dep. 1996, n. 26, fondano la condanna alle spese processuali: l'essere la statuizione contenuta in un provvedimento definitivo (nel senso che conclude il procedimento dinanzi al giudice che ne è stato investito), e la soccombenza, che può riguardare tanto il giudizio principale sulla responsabilità, quanto un procedimento incidentale

Dunque, quanto previsto dall'art. 48 comma 6, c.p.p. per il procedimento di rimessione non escluderebbe l'efficacia della regola generale prevista in relazione al procedimento per cassazione dall'art. 616 c.p.p., secondo cui la condanna alle spese della parte soccombente deve essere contenuta in ogni provvedimento definitivo, sia principale che incidentale (1).

Secondo l'opposto orientamento, la declaratoria di inammissibilità della richiesta di rimessione o il suo rigetto non comportano la condanna al pagamento delle spese del procedimento, poiché la norma speciale di riferimento, l'art. 48 comma 6, c.p.p., prevede solo che il richiedente possa essere condannato al pagamento in favore della Cassa delle ammende di una somma compresa tra 1.000 e 5.000 euro.

La norma speciale non può, ad avviso di questa linea esegetica, essere integrata con la disposizione generale prevista per il rigetto o la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per cassazione (art. 616 c.p.p.), ostandovi la peculiare natura dell'istituto della rimessione del processo, non inquadrabile nell'ambito dei rimedi di carattere impugnatorio: siamo, invero, in presenza non di un «ricorso», ma di una «richiesta», e la differenza è sostanziale, e non meramente lessicale, poiché «esprime la differente funzione dell'atto introduttivo che, nel caso del ricorso per cassazione, rappresenta lo strumento attraverso il quale l'interessato deduce dinanzi al giudice di legittimità uno o più dei vizi indicati dall'art. 606 c.p.p. da cui assume essere affetto il provvedimento impugnato», mentre la richiesta di rimessione «ha un contenuto rappresentativo degli elementi fattuali correlati ad una situazione esterna al processo» (così, in motivazione, Cass. pen., sez. VI, 19 settembre 2023, n. 43540) (2).

(1Cass. pen., sez. VI, 11 ottobre 2023, n. 46023; Cass. pen., sez. I, 13 luglio 2023, n. 47116; Cass. pen., sez. V, 17 febbraio 2023, n. 27453; Cass. pen., sez. V, 1° febbraio 2023, n. 12792; Cass. pen., sez. V, 16 aprile 2019, n. 33226; Cass. pen., sez. V, 4 ottobre 2017, n. 49692; Cass. pen., sez. I, 9 febbraio 2000, n. 944; Cass. pen., sez. I, 15 luglio 1996, n. 4633.

        

(2Cass. pen., sez. III, 14 ottobre 2024, n. 42478; Cass. pen., sez. V, 21 dicembre 2023, n. 51219; Cass. pen., sez. VII, 8 novembre 2023, n. 47089; Cass. pen., sez. VII, 2 novembre 2023, n. 45073; Cass. pen., sez. VI, 3 ottobre 2023, n. 43548; Cass. pen., sez. VI, 19 settembre 2023, n. 43540; Cass. pen., sez. VI, 3 novembre 2023, n. 43324; Cass. pen., sez. V, 18 gennaio 2023, n. 16553; Cass. pen., sez. II, 21 febbraio 2017, n. 15480.

Rimessione alle Sezioni Unite

Cass. pen., sez. II, 7 gennaio 2025, n. 3776

La Corte, dopo aver ritenuto inammissibile l'istanza di rimessione, ha preso atto dell'illustrato contrasto insorto nella giurisprudenza di legittimità, rilevando che «gli opposti orientamenti si fondano su una diversa interpretazione degli artt. 48, comma 6, e 616 del codice di rito. Secondo l'orientamento che ritiene necessaria la condanna alle spese in caso di mancato accoglimento dell'istanza di rimessione, l'art. 616 ha una portata generale, che si riferirebbe a tutti i provvedimenti definitivi resi dalla Corte di cassazione, a prescindere dal fatto che gli stessi siano emessi all'esito di una "richiesta", come nel caso della rimessione proposta ai sensi dell'art. 45 c.p.p., o di un "ricorso": a ciò si perviene operando una interpretazione sistematica che valorizza i presupposti della condanna alle spese in cassazione (la natura definitoria del provvedimento e la soccombenza dell'istante), e che svaluta la peculiarità del procedimento di rimessione e la specialità della regola contenuta nell'art. 48, comma 6, c.p.p. Di contro, l'orientamento secondo il quale il mancato accoglimento dell'istanza di rimessione non comporta la condanna al pagamento delle spese processuali valorizza la non assimilabilità della "richiesta" di rimessione al ricorso per cassazione, confermata dal fatto che essa è disciplinata da una normativa "speciale" (e l'art. 48, comma 6, c.p.p. prevede, non a caso, disposizioni specifiche, che si limitano a quantificare l'ammenda irrogabile, senza operare alcun riferimento alle spese processuali)».

La Corte ha, dunque, rimesso il ricorso alle Sezioni Unite, per la risoluzione del quesito che è stato così formulato: «Se in caso di rigetto o di declaratoria di inammissibilità della richiesta di rimessione, la parte privata richiedente debba essere condannata al pagamento delle spese processuali».

Le Sezioni Unite tratteranno il ricorso nell'udienza del 10 luglio 2025.

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