Opposizione agli atti esecutivi avverso l'ordinanza emessa nel procedimento di accertamento dell'obbligo del terzo

Girolamo Venturella

inquadramento

Il terzo pignorato, sin dalla notifica del libello ex art. 543 c.p.c., è reso avvertito di un particolare onere dichiarativo, rendendosi appunto necessaria la sua partecipazione attiva al procedimento (benché soggetto estraneo al rapporto tra creditore pignorante e debitore esecutato), come una sorta di ausiliario del giudice. Una importante novità, al riguardo, è stata introdotta dapprima dalla l. n. 228/2012, e poi dal d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, essendosi previsto, da un lato, che la dichiarazione “di quantità” possa essere resa anche mediante lettera raccomandata o a mezzo PEC (con evidente finalità di snellimento della procedura), e dall'altro che il mancato riscontro per iscritto, unitamente alla mancata comparizione all'udienza ex art. 547 c.p.c. e a quella successivamente disposta dal Giudice dell'esecuzione, ex art. 548 c.p.c., comporta che il credito così come pignorato deve intendersi riconosciuto ai fini del procedimento e anche di quello successivamente instaurato in forza dell'ordinanza di assegnazione. La riforma di cui alla l. n. 228/2012 ha introdotto una nuova disciplina in tema di accertamento dell'obbligo del terzo prevedendo, sul modello già introdotto nel 2005 per le controversie distributive (v. commento sub art. 512), che quando sorgono questioni sulla dichiarazione del terzo, è lo stesso giudice dell'esecuzione che provvede sulle stesse con ordinanza che sarà opponibile ex art. 617.

Si segnala che il d.lgs. n. 164/2024 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, ha apportato all'art. 543 le seguenti modifiche: 1) al secondo comma, numero 3), le parole «o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente» sono soppresse; 2) al quarto comma, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Il creditore iscrive a ruolo il processo presso il l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento.»; 4) il sesto comma è sostituito dal seguente: «Se il creditore riceve il pagamento prima della scadenza del termine per il deposito della nota di iscrizione a ruolo, lo comunica immediatamente al debitore e al terzo. In tal caso, l'obbligo del terzo cessa alla data di ricezione della comunicazione.» tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi dell'atto di citazione, del titolo esecutivo e del precetto entro trenta giorni dalla consegna, a pena di inefficacia del pignoramento.» e il quinto periodo è soppresso; 3) al quinto comma, al primo periodo, le parole «al debitore e» sono soppresse e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi,

Formula

TRIBUNALE DI ....

OPPOSIZIONE AGLI ATTI ESECUTIVI

EX ART. 617 C.P.C.

Il Sig. ...., rappresentato e difeso per procura in calce al presente atto dall'Avv. .... C.F. .... PEC ...., elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ...., via ...., quale debitore esecutato,

PREMESSO

– che in danno dell'esponente è stato avviato pignoramento presso terzi ad istanza del Sig. .... [1] in data ...., con cui sono stati pignorati i crediti dal sottoscritto vantati nei confronti del terzo .... [2] , consistenti in .... [3] e per l'ammontare di ....;

– che la procedura è stata iscritta al N. .... R.G.

– che il terzo .... non è comparso all'udienza del ...., fissata ai sensi dell'art. 547 c.p.c., né tantomeno è comparso alla successiva udienza di cui all'art. 548 c.p.c., disposta dal Giudice dell'Esecuzione;

– che, conseguentemente, il Giudice dell'esecuzione ha considerato non contestato il credito pignorato, nei termini indicati dal creditore ai fini del procedimento in corso, così procedendo alla relativa assegnazione in favore del creditore pignorante, ai sensi dell'art. 553 c.p.c., con ordinanza del ....;

Tanto premesso, l'esponente

RICORRE

avverso la suddetta ordinanza, comunicata il ...., per i seguenti motivi:

1) L'ordinanza impugnata si palesa illegittima perché basata sul falso presupposto della regolare evocazione del terzo nel procedimento esecutivo sopra emarginato. In realtà, come si evince dalla relata di notifica dell'atto di pignoramento presso terzi (doc. 1), la notifica a mezzo PEC effettuata in data .... non può ritenersi ritualmente perfezionata, in quanto .... [4] .

Analoghe considerazioni possono muoversi per quanto concerne la comunicazione dell'ordinanza del Giudice dell'esecuzione del .....

Ne deriva che, stante la inesistenza della notifica sia dell'atto di pignoramento che della comunicazione di cancelleria predetta, il terzo pignorato .... non è mai venuto a conoscenza della pendenza del procedimento e non può, quindi, considerarsi destinatario né degli obblighi di custodia e astensione di cui all'art. 546 c.p.c., né di un qualsivoglia onere dichiarativo ai sensi degli artt. 547 e 548 c.p.c., con la conseguenza che la fictio iuris della non contestazione del credito, posta a fondamento dell'ordinanza di assegnazione stessa, non può operare.

2) .... [5] .

Per tutti i suddetti motivi, l'esponente

CHIEDE

Che il Tribunale adito voglia:

1. In via preliminare, sospendere inaudita altera parte o, se del caso, previa comparizione delle parti, l'esecutività dell'ordinanza di assegnazione impugnata;

2. Annullare, dichiarare nulla e/o revocare l'ordinanza impugnata, con ogni conseguente statuizione.

3. Con vittoria di spese e compensi.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Indicare le generalità del creditore procedente.

[2]Indicare le generalità del terzo pignorato.

[3]Indicare la natura e la tipologia del credito.

[4]Specificare le ragioni a sostegno dello spiegato motivo di impugnazione.

[5]Specificare ulteriori ragioni su cui si fonda l'opposizione.

commento

Principi generali

A formula che precede concerne una opposizione agli atti esecutivi, ex art. 617 c.p.c., con cui il debitore denuncia l'illegittimità dell'ordinanza di assegnazione, ex art. 553 c.p.c., resa sul presupposto della mancata partecipazione “attiva” del terzo pignorato, che scientemente non rende la dichiarazione scritta, non si presenta all'udienza ex art. 547, né a quella successivamente fissata dal Giudice dell'esecuzione, ed incorre, quindi, nella fictio iuris del riconoscimento del proprio debito, ai fini dell'esecuzione. Si è ipotizzato, al riguardo, l'evento verosimilmente più probabile, sul piano statistico, ossia la deduzione della nullità della notificazione del pignoramento e della comunicazione dell'ordinanza del Giudice dell'esecuzione, con conseguente impossibilità che detta fictio iuris possa operare, presupponendo essa, naturalmente, la libera determinazione del terzo pignorato al riguardo. Si ritiene che, per quanto l'art. 548, ult. comma c.p.c., preveda che l'irregolarità della notificazione (oltre che la causa fortuita o la forza maggiore) possa essere dedotta con l'opposizione formale (solo) dal terzo, nulla osti a che l'opposizione stessa possa essere proposta anche dal debitore esecutato, in quanto la determinazione giudiziale – evidentemente basata sul falso presupposto della consapevole mancata dichiarazione – può in concreto ledere gli interessi del debitore stesso, come è intuitivo.

Come evidenziato anche in giurisprudenza, la riforma avvenuta con l. n. 228/2012 ha radicato nella competenza del giudice dell'esecuzione la risoluzione delle contestazioni eventualmente sorte sulla dichiarazione effettuata dal terzo, assicurando in tal modo il soddisfacimento delle esigenze di economia e celerità processuale, da una parte, impedendo l'apertura di una parentesi cognitiva e, dall'altra, concentrando ogni questione attinente alla dichiarazione del debitor debitoris nell'ambito dell'espropriazione presso terzi (App. Aquila 4 giugno 2015, n. 693).

È stato osservato, peraltro, che le controversie distributive sorgono in un momento della procedura nel quale hanno già avuto spazio, eventualmente anche per contestare da parte del debitore esecutato il quantum debeatur o l'intervento di un creditore, le opposizioni esecutive, decise mediante veri e propri accertamenti a cognizione piena ed esauriente, almeno all'esito della seconda fase (Saletti, 11, anche per il paradosso che si viene a creare per il differente trattamento della medesima situazione ossia quando il terzo pignorato contesta che la cosa in proprio possesso appartiene al debitore esecutato e quando nell'ambito di un'esecuzione presso il debitore propone opposizione ex art. 619 con le conseguenti garanzie).

Inoltre, le controversie distributive possono di norma essere più agevolmente risolte, sul piano istruttorio, attraverso l'esame dei documenti prodotti o mediante l'espletamento di una CTU contabile, mentre molto complesse possono essere le cause in tema di accertamento dell'obbligo del terzo, specie se il terzo debitore sollevi talune eccezioni inerenti un rapporto fondamentale con l'esecutato di carattere sinallagmatico, come, ad esempio, un'eccezione di inadempimento o di compensazione (Colesanti, 2012, 1260).

L'art. 549 precisa espressamente che la decisione resa dal giudice dell'esecuzione sull'accertamento dell'obbligo del terzo ha effetti limitati al procedimento in corso, nonché per l'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione: dunque, tale ordinanza non è idonea al giudicato, assumendo, piuttosto, carattere sommario ed avendo finalità meramente esecutive, ossia volte a consentire il completarsi dell'iter processuale con l'emanazione del provvedimento di assegnazione (Colesanti, 1257).

L'ordinanza ha efficacia endoprocessuale, nell'obiettivo di consentire al creditore di soddisfare celermente la propria pretesa in sede esecutiva sicché non si può dubitare che nell'assetto novellato lo stesso agisca jure proprio (Saletti, 2013, 11; in questa direzione v., peraltro anche con riferimento all'assetto antecedente alla novella processuale di cui alla l. n. 228/2012, Cass. n. 24867/2018).

Quanto ai presupposti perché sorga la necessità dell'accertamento dell'obbligo del terzo, nel sistema antecedente alla novella del 2012, ciò era correlato alla mancata dichiarazione, alla dichiarazione negativa o contestata (anche se, ad esempio, parzialmente positiva).

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