Mancanza di sistemi di rilevazione automatica delle presenze e lavoro straordinario: basta il consenso del datore
04 Aprile 2025
In base a quanto previsto dall' 3, comma 83, l. n. 244/2007, le PP.AA. non possono erogare compensi per lavoro straordinario se non previa attivazione dei sistemi di rilevazione automatica delle presenze. Tuttavia, pur in mancanza di tale presupposto, l'attività lavorativa svolta oltre il normale orario comporta il diritto al compenso per lavoro straordinario nella misura prevista dalla contrattazione collettiva, purché sussista il consenso datoriale che, comunque espresso, è il solo elemento che condiziona l'applicabilità dell'art. 2126 c.c., in relazione all'art. 2108 c.c., a nulla rilevando il superamento dei limiti e delle regole riguardanti la spesa pubblica (senza che ciò escluda profili di responsabilità). Tale conclusione trova conferma nella giurisprudenza secondo la quale l'art. 2126 c.c. non si pone in contrasto con le previsioni della contrattazione collettiva che prevedono autorizzazioni allo svolgimento di lavoro straordinario o con le regole normative sui vincoli di spesa, ma è integrativo di esse nel senso che quando una prestazione è stata svolta in modo coerente con la volontà del datore o, comunque, di chi abbia il potere di conformare la stessa, essa va remunerata a prescindere dalla validità della richiesta o dal rispetto delle regole sulla spesa pubblica, dovendosi dare la prevalenza alla necessità di attribuire il corrispettivo al dipendente, in linea con il disposto dell'art. 36 Cost. Pertanto, condizione necessaria affinché il lavoro straordinario venga pagato è il consenso del datore, anche se prestato in maniera non formalmente corretta. L'eventuale violazione della normativa concernente la regolarità della richiesta o i limiti di spesa pubblica si può tradurre in una responsabilità contabile di chi ha prestato il consenso allo straordinario, ma non in un danno per il lavoratore che ha effettivamente svolto la sua prestazione. Ne deriva che l'eventuale mancato rispetto di quanto disposto dall'art. 3, comma 83, prefato non può assumere rilievo (Cfr.: Cass., sez. lav., 26 febbraio 2025, n. 4984Cass., sez. lav., 28 giugno 2024, n. 17912; Cass., sez. lav., 23 giugno 2023, n. 18063). |