Tribunale Roma: nullo il contratto a termine se il lavoratore svolge mansioni differenti rispetto a quelle indicate nel contratto
14 Aprile 2025
Massima Anche in presenza di una causale legittima e veritiera, il rapporto di lavoro da tempo determinato si converte in tempo indeterminato qualora il lavoratore sia adibito a mansioni di diverse rispetto a quelle pattuite nel contratto e non finalizzate al raggiungimento della causale dedotta Il caso Una ex dipendente di una multinazionale farmaceutica ricorreva dinnanzi al Giudice del lavoro del Tribunale di Roma per far accertare la nullità dei due contratti a termine. Chiedeva, quindi, la conversione del rapporto in contratto di lavoro a tempo indeterminato sin dal primo rapporto. Riportava, infatti, di aver lavorato dal 14 settembre 2020 al 30 aprile 2021 e, successivamente, dal 31 maggio 2021 al 31 marzo 2022. In entrambi i rapporti a termine riportava di aver svolto quasi esclusivamente, e comunque in maniera continuativa per oltre sei mesi, mansioni riferibili al livello C2 del CCNL chimica farmaceutica, in particolare quella di assistente amministrazione personale, mentre risultava essere inquadrata al livello D3 con la qualifica di Junior assistente Analist. Per quanto attiene il primo rapporto di lavoro sosteneva di essere stata assunta in sostituzione di un’altra lavoratrice con diritto al mantenimento del posto. Tuttavia le mansioni della lavoratrice sostituita erano state affidate ad altri suoi colleghi. A sua volta la ricorrente doveva occuparsi di parte dei compiti normalmente svolti dagli altri lavoratori ai quali erano state redistribuite le mansioni svolte dalla lavoratrice assente con diritto al mantenimento del posto. Posto che per il primo contratto a termine eccepiva di non aver sostituito la dipendente assente, per quanto attiene il secondo rapporto rilevava che la causale dedotta – sviluppo di un nuovo software gestionale- fosse insussistente ed, in subordine che riguardasse attività di ordinaria amministrazione e non di carattere eccezionale e temporaneo. Inoltre lo sviluppo del nuovo software gestionale delle buste paga occupava una minima parte la propria attività lavorativa (circa il 25% dell’orario di lavoro). Per il resto del tempo la ricorrente veniva impiegata in altre mansioni non riconducibili alla causale indicata. Si costituiva la società resistente ribadendo la correttezza dell’inquadramento nonché dell’utilizzo del contratto a tempo determinato. Per quanto riguarda il primo contratto a tempo determinato sosteneva che dalla stessa lettera di assunzione con la locuzione “assunzione per scorrimento” fosse chiaro che non avrebbe svolto le mansioni della collega sostituita, bensì avrebbe coadiuvato i dipendenti che si erano fatti carico dei compiti della collega assente, sgravando loro di alcune mansioni più semplici. Proprio per questo motivo la ricorrente era stata assunta con il livello D3 con la qualifica di Junior Analyst HR e non con il livello B2 della ricorrente assente con diritto al mantenimento del posto. In merito al secondo contratto evidenziava sia la correttezza dell’inquadramento che la sussistenza della causale. L’introduzione di un nuovo software di gestione delle paghe e delle presenze rendeva necessaria un nuovo rapporto a tempo determinato. Anche la proroga di tale secondo rapporto era giustificata dal fatto che nel mentre la società aveva terminato l’acquisto di un’altra società al quale estendere il software in questione. La questione La questione È legittimo stipulare un contratto a termine a tempo determinato per svolgimento di mansioni a scorrimento volto a sostituire un lavoratore a tempo indeterminato a sua volta destinato a svolgere le mansioni di una collega assente con diritto al mantenimento del posto? Nel caso di un rapporto a tempo determinato con causale, il lavoratore deve essere adibito in maniera quantomeno prevalente all’adempimento di mansioni che abbiano un rapporto di causa effetto con la medesima causale indicata nel contratto? Le soluzioni giuridiche Il Giudice del Tribunale di Roma accoglie la domanda principale del lavoratore dichiarando la nullità dei contratti a termini e facendo decorrere dalla data iniziale del primo rapporto un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Accoglie solamente la domanda subordinata di diverso inquadramento ritenendo che la ricorrente avesse svolto mansioni riconducibili al livello D1 e non quelle attribuibili ad un dipendente inquadrato come b1 come richiesto nella domanda principale. Il Giudice nelle proprie motivazioni parte dalla disamina del secondo rapporto a tempo determinato. Pur ritenendo provate le ragioni di carattere eccezionale e temporaneo consistenti nell'acquisizione di un nuovo programma software rileva come la ricorrente fosse stata adibita solo in minima parte a mansioni che avessero un nesso con la suddetta causale. Nel motivare tale decisione Il Giudice si richiama al filone giurisprudenziale maggioritario della Suprema Corte sviluppatosi quando erano in vigore il sistema delle causali di cui al d.lgs. 368/2001, ovvero il lavoratore può essere assunto a tempo determinato per ragioni tecniche, organizzative, produttive o sostitutive. Nella vigenza della vecchia disciplina appena richiamata in merito alle causali nel contratto a tempo determinato, la Suprema Corte aveva sostenuto in molteplici arresti che affinché il termine apposto alla durata del contratto fosse legittimo era necessaria una connessione tra la ragione addotta e la temporaneità della prestazione. Di conseguenza il lavoratore doveva essere adibito esclusivamente a mansioni che fossero finalizzate a soddisfare la causale dedotta nel contratto a tempo determinato (cfr. ex plurimisCass civ. sez. lav., sent. 15 gennaio 2019 n. 840). In altri termini l'adibizione del lavoratore alle mansioni indicate nel contratto a tempo determinato e finalizzate al raggiungimento della specifica causale in esso indicata costituisce la controprova di un'effettiva esigenza temporanea ed eccezionale da soddisfare. Se non vi è coincidenza tra le mansioni indicate nel contratto e quelle effettivamente svolte o se le mansioni indicate nel contratto non si pongono in un rapporto di causa effetto con la causale dedotta, il contratto a termine è nullo ed il rapporto deve essere considerato ex nunc a tempo indeterminato. Il Giudice, dopo aver fornito le motivazioni per i quali il secondo rapporto a tempo determinato sia illegittimo, si sofferma brevemente sul primo giungendo alla medesima conclusione. Rileva che, anche se si volesse ammettere la possibilità di assunzione a tempo determinato per scorrimento al posto di un lavoratore a tempo indeterminato poiché quest'ultimo destinato a soddisfare esigenze straordinarie e contingenti e, quindi, momentaneamente distolto dalle sue mansioni ordinarie, tale causale non risultava essere stata esplicitata nel contratto. Analogo discorso vale nell'ipotesi in cui lo scorrimento sia finalizzato per svolgere momentaneamente mansioni di dipendenti a tempo indeterminato chiamati temporaneamente a svolgere quelle di una collega assente con diritto al mantenimento del posto. Di conseguenza, l'assenza della prova scritta della suddetta causale, definita per scorrimento, elimina ab origine la possibilità di vagliarne la sua legittimità. Osservazioni A parere dello scrivente la sentenza, alla luce delle risultanze probatorie descritte nella motivazione, appare condivisibile. In particolar modo il richiamo ai principi giurisprudenziali, sviluppatosi nel precedente sistema normativo delle causali appare opportuno alla luce delle evidenti sovrapponibili finalità di scoraggiare un uso distorto del termine e allo scopo di ribadire che la forma tipica del rapporto di lavoro è quello subordinato a tempo indeterminato. Uno spunto interessante è la questione se sia possibile giustificare l'assunzione a tempo determinato per relationem. Nella sentenza qui brevemente annotata, il Giudice sembra dubitare della legittimità di tale possibilità, senza affrontarla nel merito alla luce del fatto che l'assunzione per scorrimento non risultava essere esplicitata nel primo contratto a tempo determinato. Tuttavia, l'ipotesi di causale prospettata dalla società resistente, seppur non dimostrata, merita di essere analizzata. L'attuale versione dell'art. 19, d.lgs. 81/2015 prevede che il contratto a termine possa essere sottoscritto anche nell'ipotesi di sostituzione di altri lavoratori senza nulla specificare. Alla luce del tenore letterale, se effettivamente alcuni lavoratori a tempo indeterminato vengono impegnati ad uno specifico progetto di carattere straordinario e contingente e l'assunzione a tempo determinato viene effettuata al fine di sostituire momentaneamente quei lavoratori destinati temporaneamente a svolgere altro, non sembra in linea di principio che la suddetta operazione possa essere in contrasto con la disciplina delle causali. Stesso discorso riguarda una sostituzione indiretta perché alcuni dipendenti svolgono momentaneamente mansioni di un altro collega assente con diritto al mantenimento del posto. Ovviamente occorrerà che sussista un rapporto causa effetto “a cascata” tra specifica causale a carattere eccezionale delle mansioni affidate ad alcuni lavoratori a tempo indeterminato con “scorrimento” delle mansioni di norma svolte da quest'ultimi ad uno o più lavoratori assunte con contratto a tempo determinato. Sembra scontato sottolineare che l'intera operazione di riorganizzazione delle prestazioni dovrà essere chiaramente esplicitata nella causale del contratto a termine. Se nel contratto venisse determinato lo specifico progetto a carattere eccezionale e contingente, la sua durata, i lavoratori impiegati per raggiungerlo e le loro mansioni momentaneamente prive di assegnazione potrebbero sussistere le condizioni per la stipula di un contratto a tempo determinato. L'ulteriore condizioni è che il lavoratore a tempo determinato sia destinato a svolgere i compiti e le mansioni momentaneamente scoperte per le ragioni sin qui esplicitate. È anche giustificabile, e rientra nella discrezionalità dell'organizzazione dell'attività economica, che il datore di lavoro opti per impiegare lavoratori a tempo indeterminato da lui ritenuti affidabili per lo svolgimento di compiti di carattere eccezionale o per sopperire alle mansioni di un dipendente in posizione apicale e momentaneamente assente. |