D.P.I. e obbligo di mantenimento in efficienza

Teresa Zappia
14 Maggio 2025

Il lavoratore può domandare il rimborso delle spese sopportate per il lavaggio della divisa, che è tenuto ad indossare nell’esercizio delle sue funzioni, se questa non è commercializzata come D.P.I.?

In linea con il consolidato indirizzo della Corte di cassazione in tema di tutela delle condizioni di igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro, è necessario precisare che la nozione legale di D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) non deve essere intesa come limitata alle attrezzature appositamente create e commercializzate per la protezione di specifici rischi alla salute in base a caratteristiche tecniche certificate. Infatti, ai sensi dell’art. 40 d.lgs. n. 626/1994, si intende per dispositivo di protezione individuale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Se nel caso di specie sussistono le caratteristiche sopra indicate, sarà allora possibile configurare in capo al datore un obbligo non solo di fornitura ma anche di mantenimento in stato di efficienza dei suddetti dispositivi. Tale obbligo comporta anche che il lavoratore ha diritto al rimborso delle spese sostenute per sopperire all’inadempimento datoriale (i.e. spese per il lavaggio). (Cfr.: Cass., sez. lav., 27 marzo 2025, n. 8152; Cass., sez. lav., 18 aprile 2023, n. 10378; Cass., sez. lav., 21 giugno 2019, n. 16749).

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