Codice di Procedura Civile art. 20 - Foro facoltativo per le cause relative a diritti di obbligazione.

Mauro Di Marzio

Foro facoltativo per le cause relative a diritti di obbligazione.

[I]. Per le cause relative a diritti di obbligazione [1173 ss., 1182 c.c.] è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi l'obbligazione dedotta in giudizio [12 1; 1182, 1326, 1327 c.c.].

Inquadramento

La disposizione in commento individua un ulteriore foro facoltativo per le cause relative a diritti di obbligazioni, foro che si aggiunge al foro generale delle persone fisiche e di quelle giuridiche nonché delle associazioni non riconosciute (artt. 18 e 19), ed ai fori speciali previsti per le cause ereditarie, per le cause tra soci e tra condomini e per le cause relative alle gestioni tutelari e patrimoniali (artt. 22, 23, 24).

Secondo la norma, l'individuazione del foro è ancorata al luogo in cui l'obbligazione è sorta o deve eseguirsi.

Tale previsione, è stato detto, mira ad ottimizzare la direzione del processo da parte del giudice, assicurando, di regola, la prossimità dell'ufficio giudiziario al luogo ove vanno ricercati gli elementi di prova rilevanti ai fini della decisione (Levoni, 104; Acone e Santulli, 32).

Ambito di applicazione

Il foro facoltativo per le cause relative a diritti di obbligazione trova applicazione indipendentemente dalla fonte di essa, sia che si tratti cioè di obbligazione nascente da contratto, da fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrlo, secondo la classificazione accolta dall'art. 1173 c.c.).

Dunque, l'art. 20 opera anche nei riguardi delle obbligazioni nascenti dalla legge, e così per la ripetizione di indebito: perciò, poiché anche in ordine alla obbligazione basata sulla conditio indebiti sussiste, accanto al luogo dove la restituzione deve essere eseguita, il luogo dove l'obbligazione è sorta, nel caso in cui sia dedotta in giudizio quell'obbligazione è onere di chi eccepisce l'incompetenza territoriale di contestarla sotto entrambi i profili dell'art. 20, oltre che sotto il profilo degli artt. 18 o 19 (Cass. n. 4289/1978).

Peraltro, in tema di competenza per territorio, il criterio di cui all'art. 1182, comma 3, c.c., non trova applicazione rispetto all'obbligazione di restituzione di ciò che sia stato pagato indebitamente, quando la stessa discenda da una contestazione relativamente al rapporto cui è collegata e il relativo credito sia, pertanto, allo stato, illiquido (Cass. n. 6190/2021).

Allo stesso modo la competenza per territorio per la domanda di ingiustificato arricchimento ex art. 2041 c.c. si determina anche sulla base della disposizione in esame: dunque, se proposta nei confronti della pubblica amministrazione, essa spetta al giudice del foro in cui ha sede la persona giuridica convenuta, ai sensi dell'art. 19, nonché ai sensi del successivo art. 20, del luogo in cui l'obbligazione indennitaria deve essere eseguita, oppure in quello cui è insorto il fatto generativo dell'arricchimento (Cass. n. 22802/2014; e già Cass. n. 3528/1975).

La disposizione in commento si applica, ancora, per le cause di natura alimentare ovvero attinenti alla modificazione dell'assegno di mantenimento (Cass. S.U., n. 381/1991; Cass. n. 2374/1977; Cass. n. 2024/1969, ove si precisa che, in materia di alimenti, occorre avere riguardo all'ambito territoriale in cui la situazione si è manifestata concretamente e con carattere di certezza, e perciò al luogo di residenza dell'alimentando, senza che abbiano rilievo i successivi spostamenti dell'alimentando; Cass. n. 4099/2001, ove si chiarisce che nei giudizi di modifica dell'assegno di mantenimento a favore del coniuge separato è territorialmente competente anche il giudice del foro in cui è sorta l'obbligazione, che si identifica, nella separazione consensuale, nel luogo di omologazione; Cass. n. 22394/2008; con riguardo alla modificazione delle condizioni del divorzio v. Cass. n. 8016/2013). 

Ed inoltre l’art. 20 trova applicazione nelle cause aventi ad oggetto un'azione di risarcimento danni per inadempimento al contratto di prestazione professionale forense (Cass. n. 18537/2016).

La norma si applica per tutte le cause relative a diritti di obbligazione, siano esse cause di condanna ovvero di accertamento o costitutive, purché possa stabilirsi una relazione fra l'obbligazione che costituisce l'oggetto della lite ed il luogo dove essa è sorta o deve essere eseguita (Cass. n. 341/1992, in cui si chiarisce che nelle azioni di accertamento negativo tale relazione deve intendersi in senso ipotetico, vale a dire in riferimento al luogo in cui l'obbligazione, se esistesse, sarebbe sorta e dovrebbe essere eseguita; sulla competenza per territorio nelle azioni di accertamento negativo v. nello stesso senso Cass. n. 17106/2003; Cass. n. 15110/2007).

Ed ancora la norma si applica non soltanto in caso di domanda di adempimento, ma anche di risoluzione di un contratto, attesa la sua natura personale, senza che rilevi la natura mobile o immobile del bene oggetto del contratto, dal momento che gli obblighi restitutori dell'immobile, come del prezzo, conseguono quale effetto retroattivo della risoluzione (Cass. n. 11825/1992). Lo stesso principio è stato applicato con riguardo ad un'azione di restituzione formulata per la scadenza della durata del diritto reale di superficie, già costituito in via contrattuale su un immobile (Cass. n. 18554/2007).

Più in generale, tutte le azioni volte alla caducazione (nullità, annullabilità, risoluzione, ecc.) di un contratto che aveva ad oggetto la consegna di una cosa danno luogo ad azioni di ripetizione di indebito, le quali, come si è già accennato, sono da considerare non azioni reali (per le quali sia applicabile il forum rei sitae), ma di carattere personale, in quanto basate sull'obbligazione di restituzione conseguente alla richiesta eliminazione del rapporto obbligatorio in base al quale il bene è stato consegnato, con conseguente applicazione sia dei criteri degli artt. 18 e 19, sia di quelli dell'art. 20: pertanto, qualora si chieda l'accertamento della nullità del contratto di mediazione e l'inesistenza, in capo al mediatore, del diritto a percepire la provvigione (con conseguente condanna dello stesso a restituire la somma ricevuta a tale titolo) occorre far riferimento, in via alternativa, o al luogo in cui è stato concluso il contratto di mediazione o a quello in cui avrebbe dovuto essere adempiuto l'obbligo di pagare la provvigione stessa, se dovuta (Cass. n. 7507/2002).

Con particolare riguardo all'azione di nullità del contratto che costituisce la fonte dell'obbligazione, l'applicabilità del criterio determinativo previsto dall'art. 20 è stata ribadita, con la precisazione che tra le «cause relative a diritti di obbligazione», cui fa riferimento tale norma, rientrano quelle dirette a postulare l'accertamento del modo di essere del contratto dal quale siano originate le obbligazioni (Cass. n. 18815/2014).

Anche in ordine all'azione revocatoria si applica il foro facoltativo in discorso (Cass. n. 7377/1993; Cass. n. 17912/2002). E cioè, la competenza per territorio sull'azione revocatoria ex art. 2901 c.c., poiché concerne un'obbligazione da tutelare attraverso la dichiarazione di inefficacia (relativa) del negozio che si assume fraudolentemente posto in essere, va determinata in base ai criteri di collegamento alternativamente previsti dagli artt. 18-20 c.p.c., con la conseguenza che, anche in tali controversie, l'eccezione di incompetenza non può essere limitata al foro generale del convenuto, ma, come in ogni altra lite che riguardi diritti di obbligazione, deve investire tutti i predetti criteri di collegamento astrattamente applicabili (Cass. n. 1594/2020; per la revocatoria fallimentare v. Cass. n. 6544/2001; Cass. n. 6893/2004). Così parimenti in caso di azione di simulazione, per la sua natura personale, trova applicazione l'art. 20, che concerne, appunto, le azioni personali, siano esse dirette, come si è già visto, al conseguimento di una pronuncia di condanna, costitutiva o di mero accertamento, con la conseguenza che la competenza territoriale si determina con riferimento al luogo di stipulazione del contratto impugnato (Cass. n. 6340/1979).

In caso di surrogazione dell'assicuratore, che abbia risarcito il danno all'assicurato, nell'azione verso il terzo responsabile ex art. 1916 c.c., poiché la surrogazione comporta il subentrare nella stessa posizione sostanziale e processuale dell'assicurato, trova applicazione ai fini della determinazione della competenza per territorio la norma ex art. 20 con riferimento all'obbligazione originaria ancorché nascente da illecito (Cass. n. 6386/1987; Cass. n. 4460/1987).

In caso di azione volta all'esecuzione in forma specifica dell'obbligo di concludere un contratto l'applicazione dell'art. 20 comporta che debba farsi riferimento al luogo in cui avrebbe dovuto seguire la stipula del contratto definitivo (Cass. n. 12978/2004; Cass. n. 18825/2004).

In tema di foro facoltativo ex art. 20, il luogo dove deve eseguirsi l'obbligazione, nel caso in cui l'appaltante chieda un accertamento tecnico preventivo per precostituirsi la prova della mancata o non corretta esecuzione dei lavori su un immobile e dei danni subiti, è quello in cui è situato l'immobile, atteso che l'obbligazione originaria dedotta in giudizio (nel procedimento di istruzione preventiva) è la prestazione dell'appaltatore, e cioè il compimento dell'opera (art. 1655 c.c.), che non può essere eseguita, in base al contratto, che nel luogo suddetto (Cass. n. 2389/1999; Cass. n. 4940/1996).

Sicché, in definitiva, restano escluse dall'ambito di applicazione dell'art. 20, in generale, soltanto le cause relative a diritti reali mobiliari o immobiliari (Andrioli, 91).

Occorre tuttavia aggiungere che l'art. 20 non trova applicazione neppure nel caso di azioni relative a rapporti intercorrenti tra professionisti e consumatori che, ai sensi dell'art. 33, comma 2, lett. u), d.lgs. n. 206/2005 (codice del consumo), si propongono davanti al giudice del luogo di residenza o domicilio elettivo del consumatore, di quale costituisce il foro del consumatore. La S.C. ha al riguardo difatti chiarito che, nelle controversie tra consumatore e professionista, trova applicazione la competenza territoriale esclusiva del giudice del luogo della sede o del domicilio elettivo del consumatore, presumendo vessatoria la clausola che individui come sede del foro competente una diversa località (Cass. S.U., n. 14669/2003; Cass. n. 24262/2008).

Parimenti in tema di trattamento dei dati personali, l'art. 152, d.lgs. n. 196/2003 (codice della privacy) prevede la competenza territoriale esclusiva del tribunale del luogo di residenza del titolare del trattamento. Anche nelle controversie di lavoro non può trovare applicazione l'art. 20, che indica quale foro facoltativo per le cause relative a diritti di obbligazione il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi l'obbligazione dedotta in giudizio, dovendo detta competenza essere accertata, anzitutto, in base ai criteri specificamente dettati dall'art. 413 e, ove questi non trovino applicazione, in forza del solo art. 18 sul foro generale delle persone fisiche, siccome reso applicabile in via residuale dal comma 7 dello stesso art. 413 (Cass. n. 3117/2009).

Verifica della competenza

In generale, l'art. 20 trova applicazione ogni volta che la domanda riguardi un rapporto di obbligazione: la norma non specifica al riguardo, sicché deve ritenersi estesa a tutte le obbligazioni indipendentemente dalla loro fonte, quindi sia contrattuali che extracontrattuali, sia da atto lecito che da atto illecito, comprese quelle di fonte legale. il giudice deve scrutinare l'obbligazione così come dedotta in giudizio, identificando il luogo in cui essa è sorta o deve eseguirsi, indipendentemente da ogni indagine sull'esistenza dell'obbligazione medesima.

In giurisprudenza si afferma, difatti, che, in tema di competenza per territorio, per stabilire, agli effetti dell'art. 20, quale sia «l'obbligazione dedotta in giudizio», il giudice deve limitarsi ad interpretare il contenuto obbiettivo della deductio su cui verte la controversia, prescindendo da ogni indagine sull'esistenza della obbligazione medesima, che attiene alla decisione di merito e senza che sulla questione possa influire l'eccezione del convenuto che neghi l'esistenza della obbligazione (Cass. n. 3353/1993).

Perciò, qualora la parte, convenuta in giudizio per l'adempimento di un contratto, eccepisca l'incompetenza territoriale del giudice adito, affermando che il contratto in contestazione non si è concluso ovvero è nullo, e che, ammesso che si sia concluso, si sarebbe perfezionato e avrebbe dovuto avere esecuzione in un luogo diverso, il problema della competenza deve essere risolto alla stregua della prospettazione dell'attore, attenendo al merito l'accertamento relativo all'effettiva conclusione del contratto ovvero alla sua nullità. Né al riguardo possono avere rilevanza le contestazioni formulate dal convenuto e la diversa prospettazione dei fatti da lui avanzata, dovendosi tenere separate le questioni concernenti il merito della causa da quelle relative alla competenza, con la conseguenza che sulla determinazione del forum contractus, con riferimento all'art. 20, non può influire l'eccezione del convenuto che neghi l'esistenza del contratto ovvero deduca la sua conclusione in altro luogo, unico limite alla rilevanza dei fatti prospettati dall'attore ai fini della determinazione della competenza essendo l'eventuale prospettazione artificiosa, finalizzata a sottrarre la controversia al giudice precostituito per legge (Cass. n. 8189/2012; Cass. n. 10966/2003).

Se il creditore agisce nei confronti di uno stesso convenuto per l'adempimento di un'obbligazione interdipendente da un'altra e connessa al titolo per questa già dedotto in giudizio, il giudice territorialmente competente a decidere l'una (art. 20) lo è anche a decidere l'altra (Cass. n. 4821/1997).

Il convenuto per l'adempimento di più obbligazioni derivanti dallo stesso contratto ha l'onere di contestare, a pena di preclusione, il foro territoriale scelto dall'attore, rispetto al luogo di adempimento di ciascuna di esse, perché la competenza del giudice adito è sufficiente sussista per una soltanto, così come nel caso di pluralità di domande nei confronti della stessa parte (Cass. n. 11980/1998; Cass. n. 5283/2004).

Forum contractus

Per le obbligazioni contrattuali il forum contractus, ossia il luogo in cui è sorta l'obbligazione, è costituito dal luogo in cui il contratto è stato concluso, secondo le regole dettate dagli artt. 1326 ss. c.c. (Segrè, in Comm. Utet, 241).

In giurisprudenza è stato affermato che:

- in tema di accettazione non conforme alla proposta, la quale, ai sensi dell'art. 1326 c.c., equivale a nuova proposta, quest'ultima rileva anche ai fini della determinazione del forum contractus, anche quando le modifiche richieste in sede di accettazione siano di valore secondario (Cass. n. 2472/1999);

- in tema di contratti stipulati ai sensi dell'art. 1327 c.c., il quale prevede che il contratto possa intendersi concluso nel tempo e nel luogo dell'iniziata esecuzione senza la preventiva accettazione della proposta, il forum contractus deve intendersi quello del luogo in cui si è dato immediato inizio all'esecuzione del trasporto (Cass. n. 21516/2004), l'uomo che, allorché si verta in ipotesi di contratto di trasporto e salvo che non siano previste preventive prestazioni accessorie a carico del trasportatore, coincidente con quello del luogo in cui avviene il caricamento della merce da trasportare, poiché in tale luogo si verifica l'inizio dell'esecuzione del contratto (Cass. n. 16446/2009);

- in tema di contratti conclusi per telefono, luogo della conclusione è quello in cui l'accettazione giunge a conoscenza del proponente ed in cui questi, attraverso il filo telefonico, ha immediata e diretta conoscenza dell'accettazione, con la conseguenza che nel predetto luogo si radica il primo dei fori alternativi previsti dall'art. 20 (Cass. n. 16417/2009);

- in tema di competenza a conoscere della domanda di risarcimento del danno da inadempimento contrattuale, per giudice del luogo dove è sorta l'obbligazione deve intendersi non quello del luogo in cui, verificandosi il danno, è sorto il relativo diritto al risarcimento, ma quello del luogo in cui doveva essere eseguita l'obbligazione inadempiuta, con la conseguenza che, nel caso di inadempimento dell'obbligo di restituire la cosa data in comodato, da spedirsi al domicilio del comodante, competente per territorio ai sensi dell'art. 20 è il giudice del luogo dove la cosa stessa doveva essere consegnata al vettore (Cass. n. 21910/2008);

- in tema di obbligazione avente ad oggetto il compenso di avvocato, per determinare il forum contractus deve farsi riferimento, a norma dell'art. 1326 c.c., al luogo in cui è stato sottoscritto il mandato alle liti, mentre, qualora il mandato sia privo dell'indicazione del luogo di rilascio, deve darsi rilievo al luogo di sottoscrizione dell'atto di citazione, in calce o a margine del quale il mandato stesso si trovi (Cass. n. 26269/2013);

- in tema di obbligazione del garante di un concordato preventivo, la quale viene ad esistenza solo in quanto la proposta concordataria alla quale essa accede è approvata dai creditori, ai fini della identificazione del forum contractus, in riferimento alla controversia relativa all'adempimento delle obbligazioni assunte da chi ha garantito il concordato, occorre avere riguardo al luogo in cui il concordato medesimo sia stato approvato dai creditori, giacché tale approvazione investe anche la garanzia che ad esso accede e che solo in tal modo si perfeziona (Cass. S.U., n. 11396/2009);

- in tema di controversie promosse dall'appaltatore di opera pubblica per il pagamento del corrispettivo, il forum contractus, al fine della determinazione della competenza per territorio, è dato dal luogo dell'aggiudicazione definitiva, in esito ad asta pubblica o licitazione privata, quando il relativo verbale, in difetto di diversa previsione, segni il perfezionamento del contratto (Cass. n. 5855/1986);

- in tema di obbligazione cambiaria il forum contractus è quello risultante dal titolo come luogo di emissione e, pertanto, poiché la facoltà di scelta del foro tra quelli disgiuntamente previsti dal citato art. 20 spetta anche al creditore cambiario, competente ad emettere il decreto ingiuntivo sulla base di un titolo cambiario è anche il giudice del luogo di emissione della cambiale stessa (Cass. n. 4235/1994; Cass. n. 3542/1981);

- in tema di domanda di risarcimento danni da fatto illecito, il luogo in cui è sorta l'obbligazione, locus commissi delicti, si identifica con quello in cui si è verificato il danno (Cass. n. 9780/2005; Cass. n. 22586/2004; Cass. n. 9853/1998; Cass. n. 866/1995); la responsabilità aquiliana, difatti, presuppone il danno risarcibile, che non si identifica con l'evento illecito generatore del danno (Cass. n. 6591/2002), con la conseguenza che ai fini della determinazione, ai sensi degli artt. 18 e 20 della competenza territoriale nelle controversie aventi ad oggetto la richiesta di risarcimento dei danni da fatto illecito, il luogo in cui è sorta la obbligazione si identifica con quello in cui si è verificato il danno (Cass. n. 9780/2005; Cass. n. 6381/1991); per il radicamento della competenza in ordine all'azione di responsabilità esercitata dal curatore ai sensi dell'art. 146, comma 2, l.fall. (per la nuova disciplina v. art. 255 d.lgs. n. 14/2019 – Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza), in base al luogo in cui è stato posto in essere l'illecito su cui si fonda la domanda v. Cass, n. 17197/2016;

- in tema di illeciti commessi a mezzo della stampa è stato ritenuto competente il giudice del luogo ove il periodico è pubblicato, perché in tale luogo la notizia diviene per la prima volta pubblica e, quindi, idonea a pregiudicare l'altrui diritto (Cass. n. 12234/2007; Cass. n. 10120/2000; Cass. n. 4599/2000); in caso di condotta diffamatoria, anche se compiuta senza l'uso di mezzi di comunicazione di massa, sussiste, con riguardo alla causa di risarcimento dei danni il forum commissi delicti concorre con gli altri, al fine di agevolare la tutela del soggetto leso, consentendogli di incardinare il giudizio nel luogo in cui il danno ha avuto, ragionevolmente, la sua massima diffusione (Cass. n. 17858/2022); secondo altro indirizzo, affermatosi come subito si vedrà anche in materia di illeciti commessi attraverso l'impiego del mezzo televisivo di Internet, è competente il giudice del luogo di domicilio del danneggiato, poiché l'obbligazione di risarcimento del danno non sorge dove è posta in essere l'azione lesiva, ma dove si produce il danno (Cass. n. 18554/2007; Cass. n. 22586/2004);

- in tema di risarcimento del danno extracontrattuale per lesione del diritto alla reputazione conseguente alla diffusione di una trasmissione televisiva, il giudice territorialmente competente a decidere la causa, ai sensi dell'art. 20, deve essere identificato nel rispetto dei principi costituzionali sulla precostituzione del giudice, tenendo conto della struttura dell'illecito aquiliano, del mezzo tecnico con cui il danno viene inferto e della disciplina di ipotesi affini, con la conseguenza, in relazione al primo criterio, che è da escludere la competenza «ambulatoria» dei giudici di tutti i luoghi in cui è avvenuta la divulgazione lesiva, che non consente di fissare criteri oggettivi per l'individuazione preventiva del giudice; né rileva, quale luogo in cui sorge l'obbligazione risarcitoria, il luogo in cui si è verificato il fatto, bensì quello in cui si è prodotta l'altra componente dell'illecito civile, il danno, atteso che ai fini della responsabilità civile ciò che si imputa è il danno consequenziale, patrimoniale o non patrimoniale, e non il fatto in quanto tale; in definitiva, poiché è il luogo in cui il soggetto in quel tempo aveva il domicilio quello in cui si verificano gli effetti negativi dell'offesa alla reputazione, è a tale luogo che bisogna far riferimento per l'individuazione del giudice territorialmente competente (Cass. n. 22586/2004; Cass.S.U., n. 21661/2009, Resp. civ. prev., 2010, 105, con nota di Peron; Cass. n. 4186/2010; Cass. n. 10594/2012; Cass. n. 21424/2014);

- in tema di illecito commesso tramite Internet si è allo stesso modo ritenuto competente il giudice del luogo di domicilio del danneggiato (Cass. n. 6591/2002);

- quando la domanda di ripetizione si basa su un giudicato già formatosi sull'inesistenza oggettiva o soggettiva del rapporto obbligatorio, il forum contractus è nel primo caso, quello del luogo di esecuzione del pagamento indebito e, nel secondo caso quello della conclusione del negozio, mentre il forum destinatae solutionis è quello del creditore della prestazione indebita (Cass. n. 1833/2018).

- in tema di concorrenza sleale, il luogo di commissione dell'illecito non è quello in cui l'attore che si affermi danneggiato ha la sua sede, bensì quello nel quale si siano materialmente verificati sia gli atti che si assumono lesivi della norma di cui all'art. 2598 c.c., sia i conseguenti effetti, sul mercato, dell'attività concorrenziale vietata (Cass. n. 12974/2004).

Forum destinatae solutionis

Il luogo dove l'obbligazione deve essere adempiuta, ossia il forum destinatae solutionis, si determina sulla base delle norme in proposito dettate al codice civile e, anzitutto, dall'art. 1182 c.c., secondo cui occorre aver anzitutto riguardo all'accordo delle parti; in mancanza trovano applicazione le eventuali disposizioni previste per il tipo contrattuale adottato (artt. 1498 e 1510 c.c. per la vendita; art. 1774 c.c. per il deposito; artt. 1834, comma 2, e 1843, comma 2, c.c. per i contratti bancari); ove non siano previste specifiche disposizioni, si applicano le ulteriori regole dettate dall'art. 1182 c.c.: l'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata va adempiuta nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta; l'obbligazione avente per oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta al domicilio del creditore al tempo della scadenza; negli altri casi l'obbligazione deve essere adempiuta al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza.

Con particolare riguardo al comma 3 dell'art. 1182 c.c., secondo cui l'obbligazione avente per oggetto una somma di denaro va adempiuta al domicilio del creditore, occorre che l'obbligazione dedotta in giudizio abbia ad oggetto una somma liquida ed esigibile: perciò, quando la somma di denaro deve ancora essere liquidata dalle parti o, in loro sostituzione, dal giudice, e la sua determinazione richiede indagini ed operazioni diverse dal semplice calcolo aritmetico, trova applicazione il comma 4 dell'art. 1182 c.c. secondo cui l'obbligazione deve essere adempiuta al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza (Cass. n. 22326/2007; Cass. n. 6265/2004; Cass. n. 17665/2004; per le obbligazioni pecuniarie sottoposte a condizione v. Cass. n. 4511/2001).

Nel risolvere un contrasto la S.C. ha ribadito al riguardo che le obbligazioni pecuniarie da adempiersi al domicilio del creditore, secondo il disposto dell'art. 1182, comma 3, c.c., sono - agli effetti sia della mora ex  art. 1219, comma 2, n. 3, c.c., sia della determinazione del forum destinatae solutionis ai sensi dell'art. 20, ultima parte - esclusivamente quelle liquide, delle quali, cioè, il titolo determini l'ammontare, oppure indichi i criteri per determinarlo senza lasciare alcun margine di scelta discrezionale, e i presupposti della liquidità sono accertati dal giudice, ai fini della competenza, allo stato degli atti secondo quanto dispone l'art. 38, ultimo comma (Cass. S.U., n. 17989/2016).

È noto infatti che l'individuazione del forum destinatae solutionis, avuto riguardo al precetto dell'art. 20 , laddove si riferisce al luogo di «esecuzione» dell'obbligazione dedotta in giudizio, va compiuto in applicazione dell'art. 1182 c.c., il quale fissa i principi diretti ad identificare il luogo presso il quale l'obbligazione va eseguita. Il comma 1 di tale norma, in particolare, stabilisce che, in difetto di specifica convenzione o di usi volti a stabilire il luogo di esecuzione della prestazione, occorre seguire i criteri individuati dall'articolo, il cui comma 3, concernente le obbligazioni pecuniarie, stabilisce il criterio dell'adempimento nel domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Ove, invece, tale domicilio sia diverso da quello che il creditore aveva quando l'obbligazione è sorta e ciò renda più difficile l'adempimento, il debitore, previa dichiarazione al creditore, può eseguire la prestazione al proprio domicilio. Il comma 4, infine, stabilisce che l'obbligazione debba essere adempiuta al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza negli altri casi non previsti dai commi precedenti. Fondamentale, nell'economia della norma, è la volontà di debitore e creditore, dal momento che l'insieme delle regole dettate dai commi successivi al primo trovano applicazione esclusivamente in difetto di concorde indicazione del luogo di esecuzione. In tale materie la decisione delle Sezioni Unite ha composto il contrasto formatosi con riferimento al criterio di radicamento della competenza costituito dal luogo di esecuzione dell'obbligazione. In particolare, il contrasto aveva ad oggetto l'applicazione del l'applicazione dell'art. 1182, comma 3, c.c., ove nel contratto non sia predeterminato l'importo del corrispettivo di una prestazione, e tale importo venga quantificato dall'attore nell'atto introduttivo del giudizio. Secondo alcune decisioni, il criterio fissato dal comma 3 dell'art. 1182 c.c. trovava applicazione quando la domanda fosse relativa ad una somma di denaro, ossia quando l'attore quando l'attore avesse richiesto il pagamento di una somma determinata, non essendo rilevante per l'individuazione della competenza territoriale la complessità dell'accertamento dell'ammontare effettivo del credito, attenendo detto accertamento al merito della controversia. Perciò, ove pure l'ammontare del corrispettivo non fosse stato pattuito tra le parti, il criterio di radicamento della competenza territoriale dettato dall'art. 20 avrebbe dovuto trovare applicazione alla sola condizione l'attore avesse specificato nella domanda giudiziale la somma richiesta. Secondo altre decisioni, se la somma oggetto dell'obbligazione non fosse stata determinata dalle parti, ovvero non dovesse essere liquidata dal giudice mediante un'operazione di mero calcolo aritmetico, avrebbe dovuto essere applicato, quale criterio di competenza territoriale, il comma 4 dell'art. 1182 c.c. e non il comma 3, secondo cui l'obbligazione deve essere adempiuta al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza. Le Sezioni Unite hanno chiarito, anzitutto, che il contrasto sorto tra le Sezioni Semplici concernesse non la necessità del requisito della liquidità perché l'obbligazione pecuniaria debba essere adempiuta al domicilio del creditore, bensì il modo in cui tale requisito viene inteso in via di prassi. La S.C. non ha mai dubitato, infatti, che le obbligazioni «portabili», ai sensi dell'art. 1182 c.c., comma 3, sono solo quelle liquide, giacché la disposizione in parola fa riferimento esclusivo alle obbligazioni di somma di denaro che siano stabilite con titolo convenzionale ovvero che siano state determinate nella misura in sede giudiziale; diversamente, infatti, troverebbe applicazione non già il comma 3 ma il comma 4 della disposizione. Non solo, ma è principio giurisprudenziale pacifico, quello secondo cui la liquidità esiste anche qualora l'ammontare della prestazione possa essere determinato per il tramite di un calcolo aritmetico semplice e non siano necessarie ulteriori indagini o operazioni. Sulla individuazione del forum destinatae solutionis, ai fini della determinazione della competenza per territorio non può, secondo le Sezioni Unite, aver rilievo l'eccezione del convenuto, il quale neghi l'esistenza dell'obbligazione, poiché la regola dell'art. 10 c.p.c., prevista per determinare la competenza per valore, possiede valenza generale ed è cioè applicabile anche ai criteri di competenza territoriale posti dall'art. 20 (Cass. n. 11400/2006; Cass. n. 20177/2004; Cass. n. 8121/2003; Cass. n. 10226/2001).

Parimenti la dottrina concorda nell'affermare che la nozione di «domanda» possiede valenza generale con riguardo a qualsiasi tipo di competenza e, dunque, non soltanto nei riguardi della competenza per valore, ma anche in riferimento agli altri criteri (Gionfrida, 46; Segré, 109). Il riferimento alla «domanda», contenuto nella norma costituisce il fondamento dell'orientamento secondo cui per considerare liquida l'obbligazione sarebbe sufficiente la quantificazione della pretesa da parte dell'attore.

  Viceversa, secondo le Sezioni Unite, l'orientamento da prediligere è l'altro. In effetti, come è stato osservato in dottrina (Asprella, Competenza territoriale, mora ex re e obbligazioni liquide, in Corr. giur., 2017, 321), la S.C. ha sempre ribadito la necessità della sussistenza del requisito della liquidità dell'obbligazione e l'irrilevanza delle contestazioni del convenuto sull'esistenza dell'obbligazione dedotta in giudizio, quando si sono pronunciate sull'applicabilità dei commi 3 e 4 dell'art. 1182 c.c. per individuare il luogo di esecuzione dell'obbligazione quale criterio speciale di competenza giurisdizionale in materia contrattuale ex art. 5, n. 1, della Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968 e del Reg. CE n. 44/2011 (p. es. Cass. S.U. n. 13900/2013). Ciò rende condivisibile la soluzione delle Sezioni Unite secondo cui le obbligazioni pecuniarie che devono essere adempiute al domicilio del creditore, a norma dell'art. 1182, comma 3, c.c., sono, sia agli effetti della mora ex art. 1219, comma 2, n. 3, c.c., sia della individuazione del forum destinatae solutionis ex art. 20 , solo quelle che possono ritenersi liquide, ossia rispetto alle quali sia convenzionalmente indicato l'ammontare della prestazione ovvero siano individuati i criteri per la sua determinazione senza alcun margine di discrezionalità; e che i presupposti della liquidità sono individuati dal giudice, ai fini della competenza, allo stato degli atti ai sensi del disposto dell'art. 38, ultimo comma. Ed in effetti, ciò si armonizza col principio secondo cui la prestazione oggetto di un'obbligazione pecuniaria avente ad oggetto un credito liquido ed esigibile deve essere eseguita in applicazione del criterio fissato dall'art. 1182, comma 3, c.c. (Cass. n. 5627/1999) ovvero secondo cui rientrano tra i crediti liquidi ed esigibili anche quelli di ammontare determinabile in base ad elementi certi e prestabiliti, risultanti dal titolo convenzionale o giudiziale (Cass. n. 5627/1999; Cass. n. 4821/1997; Cass. n. 21516/2004), ma non i crediti il cui ammontare deve essere accertato e liquidato mediante indagini diverse dal semplice calcolo aritmetico (Cass. n. 486/1997).

Perciò, l'obbligazione avente ad oggetto il pagamento, in favore di un avvocato, del compenso professionale che non sia stato determinato all'atto del conferimento dell'incarico va adempiuta al domicilio del debitore, ai sensi dell'art. 1182, comma 4, c.c., trattandosi di credito non liquido, poiché il titolo non determina né il suo ammontare né stabilisce criteri determinativi non discrezionali; di conseguenza, tanto nel caso di azione volta all'accertamento ed alla liquidazione dei compensi dovuti in favore del professionista, quanto di azione di accertamento negativo circa l'esistenza stessa dell'obbligazione, la competenza ex art. 20, in relazione al forum destinatae solutionis, va radicata in capo al giudice del luogo ove il debitore ha il proprio domicilio al tempo della scadenza dell'obbligazione (Cass. n. 30287/2017). Ai fini della determinazione della competenza territoriale in base al criterio del forum destinatae solutionis, la designazione contrattuale, quale luogo per l'adempimento dell'obbligazione di pagare il prezzo della compravendita di beni mobili, di quello in cui si trova l'acquirente al momento della consegna della cosa opera solo nell'ipotesi dell'adempimento, mentre nel caso di inadempimento, seguito da azione giudiziale del venditore, riprende vigore il regolamento legale ex art. 1498, c.c., in virtù del quale il luogo del pagamento luogo coincide con quello del domicilio del venditore-creditore (Cass. n. 19894/2020).

Il forum destinatae solutionis di cui alla seconda ipotesi dell'art. 20 (giudice del luogo in cui deve essere eseguita l'obbligazione dedotta in giudizio) non è invocabile, quale foro facoltativo in deroga a quelli di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c., quando, per la natura della prestazione, esso comporterebbe l'attribuzione della competenza ad un numero indeterminato di giudici dello Stato, con pregiudizio dell'interesse del convenuto ad una definita predeterminazione della competenza in base a collegamenti fattuali non evanescenti ed arbitrari (Cass. n. 22675/2016, concernente fattispecie in cui il debitore-appaltatore si era impegnato al disormeggio del bacino galleggiante dell'Arsenale marittimo militare di Augusta ed al suo trasferimento presso altra sede non specificata, nonché al successivo ritrasferimento presso il porto di ormeggio originario).

Ai fini della competenza per territorio di cui all'art. 20 non incide sul forum destinatae solutionis la pattuita modalità di pagamento del prezzo della vendita per mezzo delle cd. ricevute bancarie poiché queste, non avendo efficacia di obbligazione cartolare, ma essendo destinate soltanto a facilitare la riscossione delle rate del credito per mezzo dei servizi bancari, non determinano lo spostamento del luogo di adempimento dal domicilio del creditore, come previsto dall'art. 1182, comma 3, c.c., a quello del debitore, salvo che la suddetta modalità di pagamento sia stata convenuta con carattere esclusivo ed il creditore abbia rinunziato espressamente al suo diritto di ricevere il pagamento nel proprio domicilio, ai sensi dell'art. 1182 e dell'art. 1498, comma 3, c.c. (Cass. n. 10858/2015). Ai fini della competenza territoriale ex art. 20, la modalità di pagamento del prezzo mediante assegno bancario tratto su un istituto bancario non incide sul forum destinatae solutionis, qualora tale modalità non sia prevista come esclusiva, ma come facoltà concessa al debitore, nel quale caso non comporta deroga alle disposizioni degli art. 1182 comma 3 e 1498 comma 3 c.c. (Cass. n. 20522/2017). Giudice competente a decidere sull'opposizione a decreto ingiuntivo per consegna di denaro e di titoli custoditi in un dossier titoli aperto dal de cuius presso un istituto di credito ed emesso in favore del beneficiario di un legato testamentario – che abbia già richiesto, inutilmente, alla banca l'adempimento mediante il deposito del denaro e dei predetti valori mobiliari su conti aperti presso una sede del medesimo istituto, distinta dal domicilio del creditore – è il tribunale del luogo in cui deve eseguirsi l'obbligazione ai sensi degli art. 1182, comma 2, c.c. e 20, trattandosi di azione personale di restituzione e non trovando applicazione la competenza del giudice del luogo del domicilio del creditore, ex art. 1182, comma 3, c.c., cui l'opposto ha rinunciato con la richiesta di versamento del denaro e dei titoli sui conti accesi presso una sede della banca diversa dal suo domicilio, né la competenza di cui agli artt. 33 e 63 d.lgs. n. 206/2005, perché è esclusa la qualità di consumatore in capo al beneficiario del legato di specie testamentario (Cass. n. 26917/2016).

Nelle controversie aventi ad oggetto il pagamento di somme di danaro da parte degli enti pubblici, le norme di contabilità che fissano il luogo di adempimento delle obbligazioni in quello della sede di tesoreria dell'ente, valgono ad individuare il forum destinatae solutionis, eventualmente in deroga all'art. 1182 c.c., ma non rendono detto foro né esclusivo, né inderogabile, sicché la competenza per territorio può ben radicarsi sulla base di uno dei fori alternativi previsti dagli artt. 18, 19 e 20  c.p.c. (Cass. n., 270/2015; Cass. n. 24640/2016; in precedenza v. Cass. n. 6882/2012; Cass. n. 2758/2007;Cass. n. 14441/2005).  

Il comma 3 non trova applicazione per le domande di risarcimento del danno per inadempimento contrattuale, riguardo alle quali occorre aver riguardo al luogo in cui avrebbe dovuto essere eseguita la prestazione rimasta inadempiuta (Cass. n. 21910/2008; Cass. n. 21625/2006).

Quanto all'obbligazione di risarcimento del danno da fatto illecito, obbligazione da adempiersi secondo l'art. 1182, comma 4, c.c. al domicilio del debitore, si deve far riferimento, per l'individuazione del luogo di adempimento, al luogo di residenza o domicilio che il danneggiante aveva al tempo della scadenza (Cass. n. 10120/2000; Cass. n. 4057/1995). 

Peraltro, le obbligazioni da fatto illecito, poi, costituiscono debiti di valore da adempiere al domicilio del debitore al tempo della scadenza, ai sensi dell'art. 1182, comma 4, c.c., salvo il caso in cui il risarcimento del danno sia stato convenzionalmente determinato in una somma di denaro liquidata in base a criteri prefissati, in tal caso operando il diverso criterio del domicilio del creditore, di cui al comma 3 del medesimo articolo (Cass. n. 9632/2018). In tema di domanda di un medico specializzato, volta ad ottenere il risarcimento del danno derivato dall'inadempimento da parte dello Stato italiano delle direttive CEE 75/363 e 82/76, l'obbligazione in relazione alla quale deve essere determinato il foro erariale ai sensi dell'art. 25 c.p.c. ed agli effetti dei fori concorrenti di cui all'art. 20, tanto ai fini dell'individuazione del luogo di insorgenza dell'obbligazione che del forum destinatae solutionis, non è quella risarcitoria, bensì quella rimasta inadempiuta e che dà luogo a quella risarcitoria; ne consegue che l'uno e l'altro foro si situano in Roma, dove sorse l'obbligazione statuale, in quanto da adempiere con l'attività legislativa attuativa, e dove essa doveva essere adempiuta sempre con quella attività (Cass. n. 17852/2020; Cass. n. 24353/2016). In tema di concorrenza sleale, il luogo di commissione dell'illecito non è quello in cui l'attore che si affermi danneggiato ha la sua sede, bensì quello nel quale si siano materialmente verificati sia gli atti che si assumono lesivi della norma di cui all'art. 2598 c.c., sia i conseguenti effetti sul mercato dell'attività concorrenziale vietata (Cass. n. 21776/2016).

Il forum destinatae solutionis è applicabile anche alle controversie aventi oggetto azioni di accertamento negativo del credito, purché sussista una relazione, che non può non essere ipotetica, tra l'obbligazione oggetto della controversia e il luogo ove questa sarebbe sorta o dovrebbe essere adempiuta (Cass. n. 11797/2020Cass. n. 118/2017; Cass. n. 15110/2007; Cass. n. 17106/2003; Cass. n. 11183/1998; Cass. n. 341/1992; Cass. n. 5421/1982).

 

Bibliografia

Acone e Santulli, Competenza (dir. proc. civ.), in Enc. giur. VII, Roma 1988; D'Onofrio, Commento al codice di procedura civile, I-II, Torino, 1957; Finocchiaro, La competenza inderogabile che deroga alle competenze inderogabili: l'art. 30-bis c.p.c., in Giust. civ. 2002, I, 3043; Levoni, Competenza, in Dig. civ., Torino, 1988.

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