Codice di Procedura Civile art. 26 - Foro dell'esecuzione forzata.Foro dell'esecuzione forzata. [I]. Per l'esecuzione forzata su cose mobili [513 ss.] o immobili [555 ss.] è competente il giudice del luogo in cui le cose si trovano. Se le cose immobili soggette all'esecuzione non sono interamente comprese nella circoscrizione di un solo tribunale, si applica l'articolo 21. [II]. Per l'esecuzione forzata su autoveicoli, motoveicoli e rimorchi è competente il giudice del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede 1. [III]. Per l'esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non fare [612 ss.] è competente il giudice del luogo dove l'obbligo deve essere adempiuto [2931, 2933 1 c.c.]. [1] Comma sostituito dall'art. 19 d.l. 12 settembre 2014 n. 132, e modificato in sede di conversione, dalla l. 10 novembre 2014, n. 162. A norma del comma 6, del medesimo art. 19 , le disposizioni di cui al presente articolo si applicano ai procedimenti iniziati a decorrere dal trentesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione. Il testo originario recitava: «Per l'espropriazione forzata di crediti è competente il giudice del luogo dove risiede il terzo debitore». InquadramentoLa norma in commento individua nel forum rei sitae il criterio di radicamento della competenza territoriale per i procedimenti di esecuzione forzata mobiliare o immobiliare, tanto in caso di espropriazione che di esecuzione per consegna o rilascio. In caso di esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non fare è invece competente il giudice del luogo dove l'obbligo deve essere adempiuto: si applica cioè il forum destinatae solutionis (per l'esecuzione dell'obbligo di reintegrazione nel posto di lavoro v. Cass. n. 28515/2011). La disposizione va letta in combinato disposto con l'art. 28, secondo cui la competenza per territorio non può essere derogata per accordo delle parti salvo che nel caso (tra gli altri) di esecuzione forzata (con riguardo ai riflessi sull'accertamento dell'obbligo del terzo ex art. 548 v. Cass. n. 10123/2000). Se le cose immobili soggette all'esecuzione non sono interamente comprese nella circoscrizione di un solo tribunale, si applica l'art. 21, al cui commento si rinvia. La norma opera anche in caso di procedure espropriative immobiliari aventi ad oggetto diversi beni immobili, ubicati in più circoscrizioni giudiziarie (Cass. n. 4213/2007). Nel pignoramento di crediti vantati da enti sottoposti al regime di tesoreria unica, giudice territorialmente competente nei giudizi di accertamento dell'obbligo del terzo è solo quello del luogo dove si trova la filiale dell'istituto, presso il quale è localizzato il rapporto di tesoreria, che sia dotata di autonomia, quale unica abilitata alle operazioni volte a vincolare il relativo ammontare e conseguentemente ad assumere la veste di terzo (Cass. n. 15676/2014). La competenza territoriale per il procedimento di esecuzione dei crediti è di natura inderogabile ed appartiene, con riguardo all'espropriazione forzata dei crediti, al tribunale del luogo di residenza del terzo pignorato e quindi, nel caso di espropriazione nei confronti di ente territoriale ai sensi dell'art. 150 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, al tribunale del luogo di residenza del soggetto che ne sia tesoriere, non rilevando — ai fini dell'individuazione di diverso giudice —il contenuto della dichiarazione resa ex art. 547 c.p.c. da soggetto diverso dal tesoriere indicato erroneamente come terzo pignorato e come tale destinatario della notificazione dell'atto di pignoramento (Cass. n. 3615/2013). In relazione alla proposizione di domanda formalmente volta ad accertare l'impossibilità di eseguire l'ordine di reintegrazione del dipendente illegittimamente trasferito ed invece qualificata come azione volta a determinare le modalità di esecuzione della sentenza, ai fini della competenza territoriale deve trovare applicazione, anche nel caso di obbligo attinente ad un rapporto di lavoro, l'art. 26, u.c., a norma del quale, per l'esecuzione forzata di obbligo di fare e di non fare, la competenza per territorio va determinata con riferimento alla «sede materiale» dell'esecuzione, ossia al luogo in cui risulta ubicato il posto di lavoro dal quale il lavoratore è stato trasferito o, comunque, nel quale debbono porsi in essere gli adempimenti necessari a realizzare l'effetto utile della sentenza, essendo irrilevante lo scopo di accertare l'impossibilità di eseguire la sentenza e non già di darvi attuazione, dal momento che rileva la finalità dell'azione, volta a determinare l'ambito di precettività del dictum del giudice e la sua concreta esigibilità (Cass. n. 28515/2011). Nell'espropriazione presso terzi di crediti (v. pure sub art. 26 bis), qualora il terzo sia un istituto bancario, la competenza per territorio va individuata, in alternativa, con riferimento al luogo della sua sede, ovvero in base al luogo in cui detto istituto risulti avere la filiale, la succursale o l'agenzia che abbia in carico il rapporto da dichiarare (Cass., n. 8780/2016). Nella medesima fattispecie la competenza per territorio — da determinarsi in base alla residenza del debitor debitoris — nel caso in cui il terzo sia la Banca d'Italia va individuata tenuto conto che essa gestisce la Sezione di Tesoreria della provincia nella quale il creditore è domiciliato, senza che assumano rilievo la sede legale (posta a Roma) ovvero il luogo ove sussiste il rapporto del terzo con il debitore esecutato (nella specie, il Ministero dell'Economia e delle Finanze); per la ricerca di tale sede agli effetti dell'art. 543, trovano invero inderogabile applicazione le norme della pubblica contabilità, che assegnano la competenza per territorio, per le domande di pagamento contro la P.A., ai sensi degli artt. 1182, comma 3, c.c., 54 r.d. n. 2440/1923, 278, comma 1, lett. d), 287 e 407 r.d. n. 827/1924, proprio al giudice del luogo in cui ha sede la predetta Sezione di Tesoreria; alla concreta dotazione di provvista per i pagamenti, deve, infatti, escludersi ogni rilevanza, sul piano della competenza, la quale va così individuata, sia per la cognizione di domande di pagamento che per l'accertamento dell'obbligo del terzo di effettuare, come delegato ex lege, il pagamento di un debito della stessa P.A., nella medesima sede, la Sezione di Tesoreria provinciale gestita dalla Banca d'Italia (Cass. n. 10198/2011). Avverso il provvedimento col quale il giudice dell'esecuzione neghi la propria competenza per territorio non è proponibile il regolamento di competenza, ma solo l'opposizione agli atti esecutivi, salva la facoltà della parte di chiedere la revoca al giudice che l'ha pronunciato. Ove, tuttavia, il regolamento di competenza sia stato (inammissibilmente) comunque proposto si determina la sospensione del decorso del termine per proporre opposizione agli atti esecutivi, fino alla data di comunicazione del deposito dell'ordinanza di decisione del regolamento di competenza (Cass. n. 17462/2010). BibliografiaAcone e Santulli, Competenza (dir. proc. civ.), in Enc. giur. VII, Roma 1988; D'Onofrio, Commento al codice di procedura civile, I-II, Torino, 1957; Finocchiaro, La competenza inderogabile che deroga alle competenze inderogabili: l'art. 30-bis c.p.c., in Giust. civ. 2002, I, 3043; Levoni, Competenza, in Dig. civ., Torino, 1988. |