Codice di Procedura Civile art. 58 - Altre attività del cancelliere.Altre attività del cancelliere. [I]. Il cancelliere attende al rilascio di copie ed estratti autentici dei documenti prodotti, all'iscrizione delle cause a ruolo, alla formazione del fascicolo d'ufficio [168 2] e alla conservazione di quelli delle parti, alle comunicazioni [136] e alle notificazioni prescritte dalla legge o dal giudice, nonché alle altre incombenze che la legge gli attribuisce. InquadramentoLa disposizione in commento menziona ulteriori attività, oltre quelle considerate dal precedente art. 57, alcune giurisdizionali, altri amministrative. Tra le prime vi è l'attività di rilascio di copie ed estratti autentici dei documenti prodotti nonché quella di iscrizione della causa a ruolo. Il cancelliere cura inoltre la conservazione dei fascicoli di parte e la formazione del fascicolo d'ufficio ai sensi dell'art. 168, comma 2. Ai sensi del comma 2 dell'art. 739, nei procedimenti in camera di consiglio che si svolgono «in confronto di più parti», la notificazione del provvedimento che abbia definito il relativo procedimento è idonea a far decorrere il termine di dieci giorni per la proposizione del reclamo solo quando sia stata effettuata ad istanza di una delle parti e non, quindi, quando sia stata eseguita a ministero del cancelliere del giudice a quo o su istanza di quell'ausiliare. Ne consegue che, per effetto di tale disciplina, applicabile anche con riferimento ai procedimenti contenziosi assoggettati per legge al rito camerale (salvo che non sia diversamente disposto in modo espresso), la notifica del decreto emesso dal tribunale sul ricorso proposto, ex art. 30, comma 6, d.lgs. n. 286/1998, avverso il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari, eseguita a cura del cancelliere del giudice, non è idonea a determinare la decorrenza del suddetto termine per il reclamo avverso il citato decreto (Cass. n. 13166/2005). Gli atti depositati dalle parti devono essere inseriti nel fascicolo di ufficio e devono rimanere custoditi presso la cancelleria e non possono essere restituiti alle parti stesse, che hanno facoltà di richiederne al cancelliere copie o estratti autentici (ex artt. 58 e 743 ss.). Il deposito e la custodia dell'atto hanno lo scopo di garantirne la conservazione e di impedirne qualsiasi alterazione successiva al deposito. La regolarità formale di un atto può essere riscontrata solo con riferimento a quello che è rimasto depositato in cancelleria, non avendo rilievo che altro esemplare restituito alla parte con il timbro «depositato» e, quindi, mai entrato o uscito dalla sfera di custodia del cancelliere, venga successivamente esibito ed in esso figuri la sottoscrizione dell'istante, non presente nel primo (Cass. n. 2919/2000). Poiché la disciplina approntata dal codice di procedura civile nel designare all'art 137 nell'ufficiale giudiziario l'organo esecutivo delle notificazioni non pone una regola assoluta ed inderogabile, consentendo all'art. 58 l'espletamento di tale attività anche al cancelliere, nel procedimento di adozione speciale, anche alla stregua delle speciali peculiarità della materia, nonché in ragione del rapporto diretto che si instaura tra l'organo giudiziario e le parti interessate e della conseguente previsione della notifica di ufficio dei provvedimenti, la notifica del decreto del tribunale dei minorenni che dichiara lo stato di adottabilità del minore è validamente eseguita, anche agli effetti della decorrenza del termine per l'opposizione, ove compiuta mediante consegna alle parti di copia del decreto ad opera del cancelliere, risultando rispettate le esigenze e gli elementi essenziali del procedimento notificatorio (Cass. n. 4185/1980). La mancanza, nella copia autentica del decreto ingiuntivo rilasciata dal cancelliere, dell'abbreviazione «f.to» accanto alla riproduzione del nominativo del magistrato che ha sottoscritto l'originale, non è causa di nullità, ma di mera irregolarità dell'atto, dovendo coordinarsi l'art. 14 l. n. 15/1968 (applicabile ratione temporis) - che disciplina l'autenticazione delle copie, senza prevedere alcuna sanzione per il caso di violazione delle relative disposizioni - con l'art. 156, sicché, tenuto conto che l'elemento essenziale dell'autenticazione è l'attestazione della conformità all'originale, deve ritenersi raggiunto lo scopo qualora non sia in discussione che la copia sia conforme all'originale e che l'originale contenga la sottoscrizione autografa del giudice (Cass. n. 22077/2018). BibliografiaPunzi, Il processo civile, sistema e problematiche, I, Torino, 2010; Tedoldi, Ufficiale giudiziario, in Dig. civ., XIX, Torino, 1999. |