Codice di Procedura Civile art. 69 - Azione del pubblico ministero.

Antonio Scarpa

Azione del pubblico ministero.

[I]. Il pubblico ministero esercita l'azione civile nei casi stabiliti dalla legge [23 1, 48 1, 50 1, 58 1, 62 2, 67, 85 2, 102 5, 117 1-2, 119 1, 125, 336 1, 417, 418 2, 429 1, 2098 2, 2487 4 c.c.].

Inquadramento.

In ipotesi eccezionali e tassative stabilite dalla legge, la titolarità dell'azione nel processo civile appartiene istituzionalmente al pubblico ministero (art. 69 e art. 2907 c.c.). Fuori di tali ipotesi, il pubblico ministero non ha alcun potere d'azione, né tanto meno, di impugnazione, neppure allegando un pubblico interesse, che ne giustificherebbe solo l'intervento in una causa già pendente (art. 70, comma 3).

Eccezionalità del potere di azione del P.M.

La titolarità dell'azione del P.M. in sede civile è eccezionale, derogando al principio della domanda di parte (cd. principio dispositivo), e la regola della tipicità, contenuta negli artt. 69 e 2907 c.c., porta ad escludere interpretazioni estensive o analogiche, avendo tali enunciati carattere imperativo; ne consegue che, fuori dalle ipotesi tassativamente previste, il P.M. non ha potere di azione e tanto meno d'impugnazione (Cass. I, n. 17764/2012).

La legittimazione del pubblico ministero è strettamente collegata all'organo giurisdizionale competente in ordine alla trattazione dell'affare, sicché, in difetto di difformi previsioni normative che espressamente contemplino autonomi criteri di collegamento, essa si riferisce - ove la legge faccia riferimento, per il compimento di un atto processuale, al P.M. «competente per territorio» - al pubblico ministero costituito presso il giudice competente (Cass. III, n. 353/ 2002).

Condanna alle spese

Con riguardo ai procedimenti in cui è parte, l'ufficio del pubblico ministero non può essere condannato al pagamento delle spese del giudizio nell'ipotesi di soccombenza, trattandosi di un organo propulsore dell'attività giurisdizionale, che ha la funzione di garantire la corretta applicazione della legge, con poteri meramente processuali, diversi da quelli svolti dalle parti, esercitati per dovere di ufficio e nell'interesse pubblico (Cass. I, n. 19711/2015; così anche nel giudizio di opposizione alla liquidazione del compenso in favore del difensore di soggetto ammesso al patrocinio a spese dello Stato, ex artt. 84 e 170 del d.P.R. n. 115 del 2002, allorché l'ufficio del P.M. abbia attivato il relativo procedimento: Cass. VI, n. 35513/2021).

Si veda ora l'art. 8-bis del d.P.R. n. 115/2002, introdotto dal d.l gs. n. 164/2024 , secondo cui, salvo che non sia diversamente disposto, nei procedimenti civili promossi dal pubblico ministero o nei quali il medesimo è parte, le spese di giustizia che non sono poste, dalla legge o dal giudice, a carico di una parte del processo diversa dal medesimo pubblico ministero sono regolate dall'art.131 dello stesso d.lgs. n. 164/2024, e cioè alcune sono prenotate a debito, altre sono anticipate dall'erario. Il provvedimento che pone a carico della parte soccombente non ammessa al patrocinio la rifusione delle spese di cui al comma 1 dispone che il pagamento sia eseguito a favore dello Stato

Bibliografia

Punzi, Il processo civile, sistema e problematiche, I, Torino, 2010

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