Codice di Procedura Civile art. 71 - Comunicazione degli atti processuali al pubblico ministero.

Antonio Scarpa

Comunicazione degli atti processuali al pubblico ministero.

[I]. Il giudice, davanti al quale è proposta una delle cause indicate nel primo comma dell'articolo precedente, ordina la comunicazione degli atti al pubblico ministero affinché possa intervenire [1 att.].

[II]. Lo stesso ordine il giudice può dare ogni volta che ravvisi uno dei casi previsti nell'ultimo comma dell'articolo precedente.

Inquadramento.

Nei giudizi civili in cui è previsto l'intervento obbligatorio del pubblico ministero, l'art. 71 dispone la comunicazione degli atti all'ufficio competente dello stesso P.M., per consentirgli d'intervenire in giudizio con un proprio rappresentante. 

Al fine di ritenere adempiuto l'intervento obbligatorio del P.M. - come nei casi di procedimento per querela di falso o di separazione personale dei coniugi - è sufficiente che allo stesso siano inviati gli atti del giudizio, ponendolo in condizione di parteciparvi con un proprio magistrato, non sussistendo ulteriori oneri di comunicazione. Il P.M. va, dunque, messo a conoscenza della pendenza della causa, ma ciò non postula la comunicazione integrale di tutti gli atti, né l'obbligatorietà dell'intervento richiede la partecipazione necessaria ed attiva del rappresentante dell'ufficio di Procura alle varie udienze o alle attività istruttorie, e neppure la formulazione di conclusioni (Cass. I, n. 12254/2020; Cass. II, n. 8705/2016, che precisa altresì come, nel procedimento per querela di falso proposta in via incidentale, la partecipazione del pubblico ministero si rende necessaria esclusivamente con riguardo alle fasi che attengano all'accertamento della falsità, il che avviene solo a seguito della verifica dell'ammissibilità della querela stessa; Cass. II, n. 27402/2018).

Si è deciso che, nel procedimento di querela di falso incidentale, una volta intervenuta l'autorizzazione ex art. 222, l'omessa comunicazione al P.M. della pendenza del relativo procedimento ne determina la nullità, rilevabile d'ufficio, anche qualora lo stesso si concluda con la declaratoria di inammissibilità della querela, dal momento che, all'esito del vaglio preliminare, risulta ormai coinvolto il generale interesse all'intangibilità della fede pubblica dell'atto che l'organo requirente è chiamato a tutelare (Cass. III, n. 15142/2022).

Conseguenze della mancata comunicazione

Nelle cause in cui il cui l'intervento è obbligatorio ai sensi dell'art. 70, la mancata trasmissione degli atti al P.M., dà luogo a nullità della sentenza (Cass. VI, n. 17664/2015).

Nessun'altra comunicazione deve essere fatta all'ufficio del P.M., il quale poi, nell'esercizio delle facoltà e dei poteri di cui all'art 72, può (ma non deve) intervenire alle udienze, dedurre prove, prendere conclusioni e proporre impugnazioni, sicché il mancato esercizio di tali facoltà e poteri non implica la nullità delle udienze disertate dal P.M., né degli atti ai quali il medesimo non sia intervenuto o delle sentenze pronunciate malgrado l'assenza di sue conclusioni (Cass. I, n. 40377/2021).

Bibliografia

Punzi, Il processo civile, sistema e problematiche, I, Torino, 2010

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