Codice di Procedura Civile art. 140 - Irreperibilità o rifiuto di ricevere la copia.

Mauro Di Marzio

Irreperibilità o rifiuto di ricevere la copia.

[I]. Se non è possibile eseguire la consegna per irreperibilità o per incapacità o rifiuto delle persone indicate nell'articolo precedente, l'ufficiale giudiziario deposita la copia nella casa del comune dove la notificazione deve eseguirsi, affigge avviso del deposito in busta chiusa e sigillata alla porta dell'abitazione o dell'ufficio o dell'azienda del destinatario, e gliene dà notizia per raccomandata con avviso di ricevimento [48 att.] 1.

 

[1] Articolo così modificato dall'art. 174 , comma 4, d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, con effetto dal 1° gennaio 2004. Successivamente la Corte cost., con sentenza 14 gennaio 2010, n. 3, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale «nella parte in cui prevede che la notifica si perfeziona, per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con il ricevimento della stessa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla relativa spedizione». Ma v. il d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, il cui art. 27, comma 1, lett. c), n. 3)ha abrogato il suddetto art. 174 d.lgs. n. 196, cit.

Inquadramento

Se l'art. 139 contempla l'ipotesi che, ricercato il notificando presso i luoghi in cui è ragionevole attendersi di trovarlo, laddove egli abita o lavora, non vi venga invece rinvenuto, ma vengano tuttavia trovate altre persone al quale l'atto da notificare possa essere consegnato, sulla ragionevole presunzione che le stesse lo porteranno a conoscenza del destinatario, il successivo art. 140 disciplina l'eventualità — tutt'altro che anomala o patologica, soprattutto negli odierni contesti sociali ed urbani — che l'ufficiale giudiziario non soltanto non rinvenga il notificando, al momento assente, ma neppure rinvenga altre persone idonee a ricevere la consegna dell'atto e disposte a farlo.

La norma consente di portare a compimento il procedimento di notificazione attraverso l'espletamento di tre distinte formalità, le quali hanno lo scopo di realizzare la conoscenza legale dell'atto, ponendo il notificando in condizioni di acquisire conoscenza effettiva di esso con un normale sforzo di diligenza. In tale frangente, l'effettuazione della notificazione sensi dell'art. 140 costituisce mero sviluppo del procedimento di notificazione non potuto portare a compimento mediante la consegna a mani proprie, ovvero nei riguardi delle persone indicate dall''art. 139: ciò vuol dire, in pratica, che l'ufficiale notificante, ove non possa eseguire la notificazione ai sensi dell'art. 139, non riuscendo a reperire alcuna delle persone ivi indicate, procede direttamente ai sensi dell'art. 140, senza che occorra una istanza del notificante, ponendo in essere le formalità previste dalla disposizione.

Tali formalità sono le seguenti: a) l'affissione di un avviso alla porta, con il quale si informa il notificando del deposito dell'atto presso la casa comunale; b) il deposito, appunto, dell'atto presso la casa comunale, dove il notificando potrà ritirarlo; c) la spedizione di un ulteriore avviso a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento avente ad oggetto, ancora una volta, l'avvenuto deposito dell'atto presso la casa comunale.

Il momento perfezionativo della notificazione

Caratteristica saliente della notificazione ex art. 140 è che essa si perfeziona, secondo il fermo indirizzo della giurisprudenza, con il compimento delle tre formalità normativamente previste, sicché non si producono gli effetti giuridici che le sono propri in mancanza anche di uno soltanto di tali adempimenti (Cass. n. 11679/1991; Cass. n. 5514/1981).

Tale principio si è per decenni specificato nell'ulteriore affermazione secondo cui il perfezionamento della notificazione ex art. 140 avrebbe richiesto la sola spedizione della raccomandata contenente l'avviso dell'avvenuta notificazione, restando irrilevanti, ai fini del giudizio circa la tempestività della notificazione medesima, la ricezione della raccomandata e, di qui, la produzione in giudizio dell'avviso di ricevimento relativo (Cass. n. 3389/2004; Cass. n. 14986/2000).

L'atteggiarsi della norma nel diritto vivente si è quindi radicalmente modificato nel 2005 grazie all'apporto delle Sezioni Unite, le quali hanno affermato che la notificazione nei confronti del destinatario dovesse aversi effettivamente per eseguita con il compimento dell'ultimo degli adempimenti prescritti, ossia con la spedizione della raccomandata con avviso di ricevimento: tuttavia, avendo tale adempimento lo scopo di consentire la verifica dell'arrivo dell'atto nella sfera di conoscibilità del destinatario, l'avviso di ricevimento avrebbe dovuto — questa l'innovazione introdotta dalle Sezioni Unite — essere allegato all'atto notificato e la sua mancanza avrebbe provocato la nullità della notificazione, destinata a restare sanata dalla costituzione dell'intimato o dalla rinnovazione della notifica ai sensi dell'art. 291 (Cass. S.U., n. 458/2005, Giust. civ., 2005, I, 935, con nota di Saraceni).

Dopodiché la disposizione in esame è stata dichiarata costituzionalmente illegittima nella parte in cui prevedeva che la notifica si perfezionasse, per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con il ricevimento della stessa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla relativa spedizione (Corte cost. n. 3/2010).

Allo stato, dunque, la notifica ex art. 140 si perfeziona per il destinatario col ricevimento della raccomandata informativa, che rende conoscibile l'atto, essendo necessario il decorso dei dieci giorni dalla spedizione della raccomandata solo nel caso in cui questa non sia stata ricevuta (Cass. n. 19772/2015). A tal riguardo va precisato che la raccomandata cosiddetta informativa oggi richiesta, poiché non tiene luogo dell'atto da notificare, ma contiene la semplice notizia del deposito dell'atto stesso nella casa comunale, non è soggetta alle disposizioni di cui alla l. 20 novembre 1982, n. 890, sicché occorre per la stessa rispettare solo quanto prescritto dal regolamento postale per la raccomandata ordinaria (Cass. n. 26864/2014, che ha escluso che la mancata specificazione, sull'avviso di ricevimento, della qualità del consegnatario e della situazione di convivenza o meno con il destinatario determinasse la nullità della notificazione).

La nozione di irreperibilità e le risultanze anagrafiche

La notificazione nelle forme dell'art. 140 ha carattere eccezionale ed è subordinata all'impossibilità di eseguire la consegna a mani del destinatario medesimo, oppure, in caso di sua assenza dalla casa di abitazione o dal luogo di lavoro, ai soggetti alternativamente indicati nell'art. 139 (Cass. n. 7309/1996; Cass. n. 104/1991).

Ai fini della irreperibilità, quale presupposto della notificazione ex art. 140, non occorre, per altro, che il notificando sia ricercato preventivamente in tutti i comuni e luoghi presi in considerazione dall'art. 139 (Cass. n. 6804/2021Cass. n. 15443/2008; Cass. n. 2919/2007): l'ufficiale giudiziario recatosi ad effettuare la notifica presso l'abitazione del notificando nel suo luogo di residenza, può insomma, in sua assenza ed in mancanza di persone idonee, procedere all'espletamento delle formalità previste dall'art. 140 senza dover ricercare lo stesso notificando presso il comune di dimora o domicilio ovvero sul luogo di lavoro, e così via. Naturalmente, poiché la notificazione ai sensi dell'art. 140 costituisce un mero sviluppo di quella non potuta portare a termine ex art. 139, e poiché quest'ultima notificazione deve rispettare il tassativo ordine gerarchico dei comuni (di residenza, dimora o domicilio), la ricerca del destinatario, destinata a sfociare nell'espletamento delle formalità di cui all'art. 140, deve avvenire a pena di nullità nel rispetto di detto ordine (Cass. n. 24544/2008): dunque una valida notificazione exart. 140 presso i comuni di dimora o domicilio presuppone, ai sensi dell'art. 139, che siano rispettivamente ignoti i comuni di residenza e di dimora.

Ciò detto, l'espressione «irreperibilità» utilizzata dall'art. 140 è alquanto infelice, nella misura in cui suggerisce l'idea di un qualche insormontabile ostacolo oggettivo al reperimento del notificando. Viceversa siffatta ipotesi è disegnata dal successivo art. 143, dedicato alla notificazione a persona di residenza, dimora e domicilio sconosciuti, mentre la norma in commento si riferisce al caso in cui l'indirizzo del destinatario è noto e la copia da notificare non può essere consegnata per semplici difficoltà di ordine materiale, quali la momentanea assenza, l'incapacità o il rifiuto delle persone indicate nell'art. 139 (Cass. n. 18595/2014;  Cass. n. 13218/2013 , concernente destinatario «trasferito»; Cass. n. 14817/2005; Cass. n. 10629/2000).

Ben si comprende, allora, come la notificazione ex art. 140 non sia legittima in presenza di elementi, conosciuti o conoscibili da parte del notificante con diligenza normale, che evidenziano il trasferimento del destinatario dal luogo presso cui la notificazione è indirizzata. Secondo l'opinione prevalente, infatti, qualora il notificante conosca o possa conoscere con uno sforzo di diligenza ordinaria il luogo in cui si è trasferito il destinatario, la notifica non può essere eseguita nel luogo della precedente residenza (Cass. n. 4274/2019 ; Cass. n. 30952/2017; Cass. n. 3590/2015;Cass. n. 15363/2008; Cass. n. 11369/2006).

Per altro verso l'ufficiale giudiziario non è tenuto a svolgere ricerche per appurare l'eventuale trasferimento della residenza qualora non concorrano specifiche circostanze, idonee ad ingenerare il sospetto del verificarsi del trasferimento stesso (Cass. n. 7549/2003).

Il rilievo delle tre formalità

Si è accennato che le formalità previste dall'art. 140 hanno tutte carattere essenziale (Cass. n. 359/2002). Si discute, dunque, riguardo alla sorte della notificazione ex art. 140 mancante di una delle tre formalità.

Secondo un primo indirizzo, meno recente, la mancanza di una delle formalità comporta la mancata integrazione della fattispecie legale e, dunque, determina inesistenza della notificazione (Cass. n. 2720/1978; Cass. n. 4840/1981).

Attualmente, tuttavia, è prevalente l'indirizzo che qualifica la mancanza di una delle formalità quale vizio di nullità, come tale suscettibile di sanatoria per effetto della costituzione del notificando ovvero dell'ordine di rinnovazione della notificazione impartito dal giudice (Cass. n. 5800/1998; Cass. n. 3294/1994). Il perfezionamento della notifica effettuata ai sensi dell'art. 140, cioè, richiede il compimento di tutti gli adempimenti stabiliti da tale norma, con la conseguenza che, in caso d'omissione di uno di essi, quale che sia, la notificazione è nulla, mentre essa è inesistente quando manchi del tutto o sia stata effettuata in modo assolutamente non previsto dalla legge, perché avvenuta in un luogo o con riguardo a persona che non abbiano attinenza alcuna con il destinatario della notificazione stessa, risultando a costui del tutto estranea (Cass. n. 16141/2005). In breve, il perfezionamento della notifica effettuata ai sensi dell'art. 140 richiede il compimento di tutti gli adempimenti stabiliti da tale norma sicché è nulla se ne sia stato omesso taluno di essi (nella specie, l'affissione dell'avviso di avvenuto deposito del piego alla porta dell'abitazione di residenza del destinatario), salvo non sia intervenuta sanatoria per raggiungimento dello scopo per aver il destinatario comunque regolarmente ricevuto la raccomandata di conferma del deposito del piego nell'ufficio postale (Cass. n. 19522/2016).

In particolare il deposito dell'atto nella casa comunale rappresenta, insieme con l'affissione dell'avviso nell'albo, un elemento della fattispecie di carattere essenziale, in quanto indispensabile per mettere il destinatario in condizione di entrare in possesso del documento a lui destinato (Cass. n. 3527/1979). Il deposito deve essere riferibile all'atto notificato, con gli estremi necessari alla sua identificazione (Cass. n. 3645/1977).

La notificazione di un atto eseguita ex art. 140 c.p.c. non può dunque considerarsi perfezionata quando l'ufficiale notificatore non dia atto, espressamente e puntualmente, nella relata dell'invio della raccomandata, con avviso di ricevimento, della comunicazione dell'avvenuto deposito dell'atto presso la casa del comune in cui la notifica deve essere eseguita non potendo l'attuazione del relativo adempimento essere dimostrata aliunde, nel caso di specie, sulla scorta di fotocopia di busta raccomandata «restituita al mittente» contenente il richiamo all'atto, oppure essere desunta, per implicito, dalla tipologia di notifica in concreto adottata (Cass. n. 7159/2024).

La notificazione di un atto, effettuata ai sensi dell'art. 140, non può considerarsi perfezionata quando l'ufficiale giudiziario non dia atto, nella relata, dell'avvenuta affissione dell'avviso di deposito (Cass. n. 4981/1997). Tuttavia, all'omissione della formalità dell'affissione viene talora assegnato un rilievo minore di quella delle altre due formalità. In tal senso si trova affermato che, nel caso in cui siano state omesse le formalità di affissione dell'avviso, non consegue nullità della notificazione ove si sia provveduto al rituale adempimento della terza formalità costituita dalla notizia dell'avvenuto deposito con raccomandata con ricevuta di ritorno, che deve essere allegata all'originale dell'atto (Cass. n. 11713/2011; Cass. n. 14817/2005). Deve cioè ritenersi che la ricezione della raccomandata possa fungere da atto sanante della nullità sotto il profilo del raggiungimento dello scopo (Cass. n. 8929/1998). Viceversa, in mancanza dell'adempimento concernente la raccomandata, resta ferma anche la nullità determinata dalla mancata affissione (Cass. n. 3249/1996).

La materia dell'avviso a mezzo di raccomandata è regolata dall'art. 48 disp. att.

È necessaria la produzione, a pena di nullità, con la copia notificata dell'atto, dell'avviso di ricevimento della raccomandata (Cass. S.U., n. 458/2005). Ciò tanto più oggi che, come si è ricordato in apertura, il ricevimento della raccomandata, per effetto dell'ultimo intervento della Consulta, incide sul perfezionamento stesso della notificazione.

Bibliografia

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