Codice di Procedura Civile art. 150 - Notificazione per pubblici proclami.

Mauro Di Marzio

Notificazione per pubblici proclami.

[I]. Quando la notificazione nei modi ordinari è sommamente difficile per il rilevante numero dei destinatari o per la difficoltà di identificarli tutti, il capo dell'ufficio giudiziario davanti al quale si procede può autorizzare, su istanza della parte interessata e sentito il pubblico ministero, la notificazione per pubblici proclami [50 att.]1.

[II]. L'autorizzazione è data con decreto steso in calce all'atto da notificarsi; in esso sono designati, quando occorre, i destinatari ai quali la notificazione deve farsi nelle forme ordinarie e sono indicati i modi che appaiono più opportuni per portare l'atto a conoscenza degli altri interessati.

[III]. In ogni caso, copia dell'atto è depositata nella casa comunale del luogo in cui ha sede l'ufficio giudiziario davanti al quale si promuove o si svolge il processo, e un estratto di esso è inserito nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel foglio degli annunzi legali delle province dove risiedono i destinatari o si presume che risieda la maggior parte di essi 2.

[IV]. La notificazione si ha per avvenuta quando, eseguito ciò che è prescritto nel presente articolo, l'ufficiale giudiziario deposita una copia dell'atto, con la relazione e i documenti giustificativi dell'attività svolta, nella cancelleria del giudice davanti al quale si procede [51 att.].

[V]. Questa forma di notificazione non è ammessa nei procedimenti davanti al giudice di pace3.

 

[1] Comma così modificato dall'art. 62 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

[2] I fogli degli annunzi legali delle province sono stati aboliti dall'art. 31 1 l. 24 novembre 2000, n. 340, con la decorrenza ivi indicata. Al successivo comma 3 il medesimo articolo ha inoltre stabilito che, quando disposizioni vigenti prevedono la pubblicazione nel foglio annunzi legali come unica forma di pubblicità, la pubblicazione venga effettuata nella Gazzetta Ufficiale.

[3] Comma così modificato dall'art. 39 l. 21 novembre 1991, n. 374.

Inquadramento

La disposizione in commento mira a soddisfare due opposte esigenze: da un lato quella di assicurare il diritto di azione anche quando debba essere fatto valere nei confronti di un'universalità di parti; dall'altro quella di comprimere nella minor misura possibile il diritto di difesa.

La norma è applicabile allorché la notificazione nei modi ordinari risulti particolarmente difficile per il rilevante numero dei destinatari o per la difficoltà di identificarli tutti.

La disposizione contempla due distinte fattispecie: quella in cui sia rilevante il numero dei destinatari e, disgiuntivamente; quella in cui non sia possibile o sia estremamente difficoltoso identificarli tutti. Nella prima ipotesi, i destinatari risultano individuati nominativamente e solo il loro cospicuo numero rende legittimo il ricorso alla notificazione secondo le modalità previste dalla disposizione in esame. Nella seconda ipotesi, invece, i destinatari risultano individuabili non nominativamente ma con riguardo al loro (comune) rapporto nei confronti del bene di riferimento. In tal caso la notificazione sarà valevole nei confronti di tutti gli appartenenti ad una determinata categoria, correlata alla cosa od alla vicenda dedotte in giudizio.

La notificazione per pubblici proclami è ammessa nei processi a cognizione ordinaria, nei procedimenti speciali e nel processo d'esecuzione. La forma di notificazione in esame non è, invece, fruibile nei procedimenti davanti al giudice di pace e nelle ipotesi in cui la notificazione abbia ad oggetto un atto stragiudiziale.

Profili processuali

La parte che intende procedere alla notificazione per pubblici proclami deve proporre istanza di autorizzazione, in forma di ricorso in calce all'atto da notificare, diretta al capo dell'ufficio innanzi a cui si procede.

L'autorizzazione concessa in prima istanza non è valevole anche per il giudizio di appello e deve essere nuovamente richiesta (Cass. n. 7705/1996). L'autorizzazione è data, sentito il pubblico ministero (art. 50 disp. att. c.p.c.), con decreto steso in calce all'atto da notificarsi, nel quale, allorché occorra, debbono essere designati i destinatari ai quali la notificazione deve essere fatta nelle forme ordinarie e debbono essere indicati i modi che «appaiono più opportuni per portare l'atto a conoscenza degli altri interessati».

L'autorizzazione alla notifica per pubblici proclami può essere negata. Il provvedimento di diniego viene ritenuto non impugnabile ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi di provvedimento meramente strumentale ed ordinatorio privo di carattere decisorio (Cass. n. 4274/1990).

I modi di trasmissione dell'atto ai destinatari sono soltanto in parte predeterminati.

Formalità vincolate sono costituite dal deposito di copia dell'atto nella casa comunale del luogo in cui ha sede l'ufficio giudiziario che è stato adito e dall'inserimento di un estratto dell'atto medesimo nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. La previsione dell'inserimento di tale estratto anche nel Foglio degli annunzi legali (Fal) delle Province dove risiedono i destinatari o si presume che risieda la maggior parte di essi deve ritenersi non più in essere, giacché il Fal è stato abolito dall'art. 31, comma 1, l. n. 340/2000.

Ogni ulteriore determinazione è rimessa alla discrezionalità del capo dell'ufficio giudiziario.

In giurisprudenza, viene affermato il principio secondo cui il mancato rispetto delle formalità prescritte dall'art. 150 per la notificazione per pubblici proclami integra non già la nullità della notificazione stessa, bensì la sua inesistenza, come tale rilevabile d'ufficio anche dal giudice dell'impugnazione (Cass. n. 27520/2011). È stata così ritenuta inesistente la notificazione per pubblici proclami consistita nella mera pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di un avviso di sommario contenuto circa la proposizione del ricorso introduttivo (Cass. S.U., n. 6329/2012). Comporta parimenti inesistenza della notificazione la mancata specificazione delle generalità dei destinatari tutte le volte in cui il ricorso alla forma di notificazione in esame sia stato determinato non già dalla difficoltà di identificazione dei destinatari ma dalla difficoltà della notifica per l’elevato numero di essi (Cass. n. 121/2005).

Tuttavia, qualora il giudice abbia disposto l'affissione di una copia dell'atto nella casa comunale, anziché il deposito previsto dall'art. 150, comma 3, la notifica effettuata per deposito, senza affissione, è nulla, ma non inesistente, essendo stata pur sempre adempiuta la formalità dalla legge considerata idonea a garantire la conoscenza dell'atto (Cass. n. 17742/2014).

Non incide invece sulla validità della notificazione per pubblici proclami il fatto che alcuni nomi dei destinatari siano stati erroneamente (errore materiale) indicati, ove l'errore, in relazione alle circostanze del caso, non possa far sorgere dubbi sul raggiungimento dello scopo perseguito da tale forma di notificazione e, cioè, quello di una concreta possibilità di conoscenza dell'atto da parte dei destinatari medesimi (Cass. n. 4278/1976).

Resta inteso che la mancanza dei presupposti di fatto in forza dei quali è autorizzata la notificazione per pubblici proclami, previsti dall'art. 150, è sindacabile dal giudice del merito, con la conseguenza che il convenuto contumace in primo grado può denunziarne in sede di gravame l'effettiva insussistenza (Cass. n. 11299/2018, che ha confermato la decisione della corte territoriale che aveva ritenuto nulla la notificazione per pubblici proclami della citazione in primo grado perché l'appellata conosceva generalità e recapiti degli appellanti, con alcuni dei quali era in trattative per dividere un compendio immobiliare).

Bibliografia

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