Codice di Procedura Civile art. 160 - Nullità della notificazione.Nullità della notificazione. [I]. La notificazione è nulla se non sono osservate le disposizioni circa la persona alla quale deve essere consegnata la copia [138 ss.], o se vi è incertezza assoluta sulla persona a cui è fatta o sulla data [137 2,3, 138, 139 2,3,5,6, 141, 143 2, 148 2], salva l'applicazione degli articoli 156 e 157 [291 1, 294 1, 327 2, 354 1]. InquadramentoLa disposizione in commento si riferisce a tutte le figure di notificazione contemplate dagli artt. 137-151 nonché tutte le norme del codice di rito le quali prevedono la notificazione di un atto processuale. Le questioni in tema di osservanza delle disposizioni circa la persona alla quale deve essere consegnata la copia dell'atto notificato, in tema di incertezza circa la persona nei cui confronti la notificazione è effettuata, in tema di incertezza della data, nel quadro di applicazione degli artt. 156 e 157, richiamati dall'art. 160, si ripropongono, cioè, di volta in volta, con riguardo alla notificazione in mani proprie, a quella della residenza, dimora o domicilio del notificando, a quella di cui all'art. 140, e così via, in ciascun caso di notificazione prevista nel procedimento di cognizione ordinaria, nelle fasi di impugnazione, nei procedimenti speciali e nel procedimento di esecuzione forzata. Il tutto in riferimento a ciascuna delle fasi in cui il procedimento di notificazione si articola: impulso, consegna dell'atto da notificare ad opera dell'ufficiale notificante, certificazione delle attività svolte da quest'ultimo mediante la compilazione della relata di notificazione. È così che la casistica legata all'art. 160 è, da un lato, di contenuti eterogenei e proporzioni quantitative notevolissime, e, dall'altro, involge fattispecie regolate in via primaria da altre norme. Per le singole fattispecie si rinvia ai commenti concernenti ciascuna delle disposizioni in tema di notificazioni. La nullità della notificazione in generaleL'art. 160 stabilisce espressamente che la notificazione è nulla: a) se non sono osservate le disposizioni circa la persona alla quale deve essere consegnata la copia; b) se vi è incertezza assoluta sulla persona a cui la notificazione è stata fatta; c) se vi è incertezza assoluta sulla data della notificazione. Tale elencazione acquista però il suo vero significato alla luce della formulazione di chiusura della norma, la quale fa «salva l'applicazione degli artt. 156 e 157». Il che val quanto dire, per un verso, che ulteriori ipotesi non testuali di nullità possono darsi quando l'atto «manca dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo» (art. 156, comma 2), e, per altro verso, che le stesse figure normativamente previste di nullità possono rivelarsi in concreto insussistenti ogniqualvolta l'atto abbia «raggiunto lo scopo a cui è destinato» (art. 156, comma 3). Operano, d'altra parte, i congegni di sanatoria già esaminati sub art. 157. Per l'affermazione secondo cui la violazione delle norme sulla notificazione può essere fatte valere soltanto dalla parte direttamente interessata v. Cass. n. 20637/2006. Nullità e inesistenzaParticolare rilievo ha acquistato, nell'elaborazione giurisprudenziale, la distinzione tra nullità e inesistenza della notificazione (v. Satta, 337; Carnacini, 1180; Anzilotti, De Rossi, 182; Poli, 473; Giordano, 1712) la quale importa ricadute applicative significative, dal momento che solo la nullità può essere oggetto di sanatoria attraverso l'applicazione delle regole generali desumibili dal combinato disposto degli artt. 156 e 157 ovvero di apposite disposizioni dettate di volta in volta dall'ordinamento: si pensi, ad esempio, all'importantissimo precetto stabilito dall'art. 291 — applicabile alla nullità ma non all'inesistenza — secondo cui il giudice, in mancanza della costituzione del convenuto, se rileva una nullità della notificazione della citazione, fissa l'attore un termine perentorio per la rinnovazione, la quale impedisce ogni decadenza. Ebbene, in giurisprudenza si trova più volte ribadito che l'ipotesi della inesistenza giuridica della notificazione ricorre quando essa manchi del tutto o sia effettuata in modo assolutamente non previsto dalla normativa, tale, cioè, da impedire che possa essere riferita al modello legale della figura, mentre si ha mera nullità allorché la notificazione sia stata eseguita, nei confronti del destinatario, mediante consegna in luogo o a soggetto diversi da quelli stabiliti dalla legge, ma che abbiano pur sempre un qualche riferimento con il destinatario medesimo (Cass. n. 25350/2009; Cass. n. 621/2007; Cass. n. 14436/2006; Cass. n. 27450/2005; Cass. n. 9892/2005). Si è poi chiarito che l'inesistenza della notificazione (nella specie del ricorso per cassazione) è configurabile, in base ai principi di strumentalità delle forme degli atti processuali e del giusto processo, oltre che in caso di totale mancanza materiale dell'atto, nelle sole ipotesi in cui venga posta in essere un'attività priva degli elementi costitutivi essenziali idonei a rendere riconoscibile un atto qualificabile come notificazione, ricadendo ogni altra ipotesi di difformità dal modello legale nella categoria della nullità. Tali elementi consistono: a) nell'attività di trasmissione, svolta da un soggetto qualificato, dotato, in base alla legge, della possibilità giuridica di compiere detta attività, in modo da poter ritenere esistente e individuabile il potere esercitato; b) nella fase di consegna, intesa in senso lato come raggiungimento di uno qualsiasi degli esiti positivi della notificazione previsti dall'ordinamento (in virtù dei quali, cioè, la stessa debba comunque considerarsi, ex lege, eseguita), restando, pertanto, esclusi soltanto i casi in cui l'atto venga restituito puramente e semplicemente al mittente, così da dover reputare la notificazione meramente tentata ma non compiuta, cioè, in definitiva, omessa (Cass. S.U. n. 14916/2016). Tale principio costituisce, all’attualità, il punto di riferimento cui si è conformata la successiva giurisprudenza di legittimità, rileggendo in termini di nullità e non di inesistenza la stragrande maggioranza delle ipotesi considerate: le fattispecie di maggior rilievo sono state man mano esaminate nei commenti agli artt. 137 ss. c.p.c., ai quali si rinvia. Ciò con la precisazione che il vizio deve attenere all'originale dell'atto notificato e non ad una copia. Difatti, l'originale, se immune da vizi, non può essere invalidato a causa di errori riscontrabili nella copia notificata, ancorché rilasciata da un pubblico ufficiale a ciò competente. Ne consegue che eventuali difformità di quest'ultimo documento rispetto all'originale possono dar luogo soltanto ad una nullità della notificazione, sanabile a norma dell'art. 156, comma 3, non diversamente dalle altre nullità specificamente contemplate dall'art. 160 (Cass. n. 888/1995). Vi è dunque inesistenza: a) se la notificazione manca del tutto (inesistenza materiale): ma anche in questo caso non mancano talora pronunce stravaganti, come quella che ha ritenuto nulla e non inesistente una notificazione non andata a buon fine: Cass. n. 14705/2024); b) se la notificazione è effettuata in modo assolutamente non previsto dalla normativa (inesistenza giuridica). Vi è invece di nullità: i) se la notificazione sia stata eseguita nei confronti del notificando, sia pure senza l'osservanza delle formalità previste, sempre che si tratti di formalità indispensabile al raggiungimento dello scopo; ii) se la notificazione, nonostante l'inosservanza di formalità in tema di individuazione delle persone legittimate a ricevere la consegna dell'atto notificato, di luogo in cui detta consegna deve essere eseguita, di data della relativa esecuzione (ovvero di competenza dell'ufficiale giudiziario, ecc.), una notificazione sia, comunque, materialmente avvenuta mediante rilascio di copia dell'atto a persona ed in luogo aventi un qualche riferimento con il destinatario della notificazione. La sanatoriaQuanto alla sanatoria, essa si identifica generalmente con la costituzione in giudizio del destinatario dell'atto, quantunque diretta a far valere il vizio della notificazione medesima, dal momento che detta costituzione, anche in tale frangente, importa il raggiungimento dello scopo cui l'atto destinato (Cass. n. 13094/1997, concernente un vizio della notifica consistente nella denominazione sociale erronea; Cass. n. 1184/2001; Cass. n. 11111/1998; Cass. n. 9735/2018, concernente la costituzione dell'appellato). Tale costituzione, però, deve avvenire in funzione del grado di giudizio cui la notificazione si riferisce, sicché non ha effetto sanante l'introduzione dell'appello con il quale il destinatario della notificazione, rimasto contumace in primo grado, faccia valere il vizio originario della medesima. In taluni casi, tuttavia, la giurisprudenza ha ritenuto sufficiente, ai fini della sanatoria, l'effettiva conoscenza dell'atto oggetto di notifica da parte del destinatario (Cass. n. 1548/2002, secondo cui la sanatoria avrebbe luogo tutte le volte che l'atto, malgrado l'irritualità della notifica, sia venuto a conoscenza del destinatario). Va però osservato che la notificazione tende alla conoscenza legale, la quale si realizza attraverso l'osservanza di un complesso di formalità di volta in volta previste dal legislatore, sicché è ribadito il principio secondo cui, ai fini della validità della notificazione, è del tutto irrilevante la conoscenza dell'atto aliunde acquisita dal destinatario. Ecco, allora, che la sanatoria è correttamente da ricondurre all'espletamento, da parte del notificando, di quell'attività processuale che di volta in volta è presupposta dal pieno e tempestivo compimento della notificazione. Dunque, di regola, proprio dalla costituzione in giudizio del destinatario (per l'irrilevanza della conoscenza dell'atto acquisita aliunde v. Cass. n. 4794/2006; Cass. n. 8777/1995; Cass. n. 6021/2007 ha escluso l'effetto sanante della dichiarazione dell'appellante di aver ricevuto la notifica, effettuata con consegna al portiere senza indicazione dell'assenza del destinatario, in una certa data). La sanatoria opera, secondo un ribadito indirizzo, ex tunc (Cass. n. 10495/2004; Cass. n. 10208/2004; Cass. n. 317/2002). Su tale affermazione occorre tuttavia qualche approfondimento. Difatti, qualora la notificazione di un atto sia nulla a causa di un vizio che possa riflettersi sul momento di conoscenza dell'atto notificato, e la notificazione stessa segni il decorso di un termine perentorio per l'esercizio di un ulteriore attività processuale, detto termine, in presenza della nullità, non può essere legittimamente computato dalla notificazione effettuata, quantunque nulla. Paradigmatica, in tal senso, la pronuncia di legittimità che ha cassato la sentenza con cui il giudice d'appello aveva ritenuto l'inammissibilità del gravame in quanto tardivo nonostante fosse stata riconosciuta la nullità, eccepita dall'appellante, della notificazione della sentenza di primo grado a mani del portiere in mancanza dell'attestazione dell'assenza delle altre persone indicate in via preferenziale dall'art. 139 (Cass. n. 6021/2007). Il medesimo risultato sanante si consegue altresì attraverso la rinnovazione della notificazione ai sensi dell'art. 291 (al cui commento si rinvia) la quale, a tenore della norma, «impedisce ogni decadenza». Tale disposizione, che trova la sua giustificazione nell'evidente esigenza di evitare che l'errore nel quale sia eventualmente incorso l'ufficiale notificante finisca per ricadere sulla parte istante, è considerata espressione di un principio generale applicabile in ogni caso in cui la nullità della notificazione comporterebbe per il notificante la perdita di un diritto o di una facoltà da cui dipende l'ulteriore corso del processo. Violazione delle disposizioni circa la persona alla quale deve essere consegnato l'attoCon riguardo alla nullità dipendente dalla violazione delle disposizioni circa la persona alla quale deve essere consegnato l'atto, il dato giurisprudenziale riflette il principio generale formatosi in riferimento alla distinzione tra nullità e inesistenza della notificazione. È così ritenuto che ricorra nullità della notificazione ogniqualvolta essa sia avvenuta mediante la consegna di copia a persona che, nonostante la violazione delle disposizioni a tal riguardo previste, abbiano comunque un qualche riferimento con il vero destinatario della notificazione medesima. Viceversa, il vizio di notificazione è insanabile, il ricorre l'ipotesi dell'inesistenza, quando essa sia eseguita presso persona che non sia in alcun modo e per nessuna via riconducibile al soggetto passivo della notificazione (Cass. n. 3001/2002; Cass. n. 14393/1999; Cass. n. 5788/1995). Si trova in proposito così affermato che un atto processuale può legittimamente dirsi inesistente solo quando esso manchi totalmente degli estremi e dei requisiti essenziali per la sua qualificazione come atto del tipo normativamente considerato, ovvero sia non soltanto inidoneo a produrre gli effetti processuali propri degli atti riconducibili al corrispondente tipo, ma addirittura non passibile di considerazione sotto il profilo giuridico. L'inesistenza della notifica di una atto processuale non può, pertanto, essere ricollegata ad una sua qualsiasi irregolarità, ricorrendo, per converso, solo qualora essa sia del tutto mancata, ovvero risulti effettuata secondo forme e modalità assolutamente non previste dal codice di rito, e tali da non consentirne la sussunzione nella sfera del rilevante giuridico, con la conseguenza che la eventuale consegna della copia dell'atto da notificare a persona diversa da quella cui l'atto stesso era destinato (o cui avrebbe potuto comunque essere efficacemente consegnata secondo le norme del codice affinché fosse poi legittimamente portata a conoscenza del destinatario) può essere assimilata alla radicale mancanza della notificazione solo se la persona ricevente sia totalmente estranea al reale destinatario dell'atto (Cass. n. 2147/1998). L'incertezza assoluta sulla persona cui è stata fatta la notificazioneQuanto all'incertezza assoluta sulla persona cui è stata fatta la notificazione, l'atteggiamento della giurisprudenza e senz'altro nel senso di riconoscere la sussistenza dell'ipotesi di nullità non già in presenza di qualsivoglia errore concernente l'identità del destinatario, bensì soltanto nel caso in cui, tenendo conto non solo della relata di notificazione, ma anche nel contesto dell'atto, non sia possibile giungere alla sicura identificazione del reale destinatario di essa. Ai fini della validità della notificazione di un atto ex art. 160, per stabilire se vi sia o meno incertezza assoluta sulla persona del destinatario, non è infatti sufficiente limitarsi a prendere visione della relazione di notifica, occorrendo, invece, che sia esaminato l'intero contesto dell'atto, a partire dalla sua intestazione, in quanto in qualsiasi parte dello stesso può trovarsi la indicazione idonea a colmare le eventuali lacune riscontrate. In particolare, la omessa indicazione, nella relazione, del nominativo del destinatario, oltre che del luogo di effettuata notifica, non determinano nullità della stessa, a meno che non risulti la inesistenza di tali dati in qualsiasi parte dell'atto (Cass. n. 6805/2001; Cass. n. 2195/1999).. Con riguardo alle persone giuridiche ed alle società non aventi personalità giuridica, poi, occorre rammentare che l'erronea indicazione della persona fisica del rappresentante legale non dà luogo a nullità della notificazione, ai sensi dell'art. 160, tranne che non vi sia incertezza sull'individuazione dell'ente destinatario dell'atto da notificare, non prevedendo l'art. 145 la necessaria indicazione della persona fisica del rappresentante dell'ente (Cass. n. 12039/2009; Cass. n. 17771/2005). Per il resto, anche per le persone giuridiche opera la regola secondo cui in tanto può prospettarsi nullità della notificazione, in quanto ricorra incertezza assoluta sull'esatta identificazione della persona (Cass. n. 29864/2008, concernente erronea indicazione della ragione sociale di una società). Ove effettivamente ricorra, l'errore sulle generalità del destinatario dell'atto importa la possibilità della prospettazione, in astratto, di una fattispecie di nullità (e non di inesistenza) della notificazione, la quale è però in concreto ravvisabile solo nel caso in cui l'errore sia intrinsecamente tale da determinare, avuto riguardo al contesto dell'atto e non della sola relata di notificazione, incertezza assoluta sulla persona cui la notificazione sia diretta (Cass. n. 7514/2007). Valutazione, quest'ultima, riservata all'apprezzamento di fatto del giudice del merito, incensurabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione congrua ed immune da vizi logici (Cass. n. 9928/2005). Nessuna incertezza sorge — volendo menzionare una fattispecie che sovente si presenta nella pratica — nel caso di notificazione a mezzo del servizio postale, ove l'atto sia consegnato all'indirizzo del destinatario a persona che abbia sottoscritto l'avviso di ricevimento, con grafia illeggibile, nello spazio relativo alla «firma del destinatario o di persona delegata», e non risulti che il piego sia stato consegnato dall'agente postale a persona diversa dal destinatario tra quelle indicate dall'art. 7, comma 2, l. n. 890/1982. In tal caso — ed il principio può estendersi alla raccomandata ex art. 140 — la consegna deve ritenersi validamente effettuata a mani proprie del destinatario, fino a querela di falso, a nulla rilevando che nell'avviso non sia stata sbarrata la relativa casella e non sia altrimenti indicata la qualità del consegnatario, non essendo integrata alcuna delle ipotesi di nullità di cui all'art. 160 (Cass. S.U., n. 9962/2010). L'incertezza della data di notificazioneAnche con riguardo all'incertezza della data di notificazione, si rinviene il medesimo atteggiamento della giurisprudenza, la quale tende a restringere l'ambito di operatività dell'ipotesi di nullità al solo caso in cui l'incertezza sulla data della notificazione risulti essere assoluta: tale, cioè, da non permettere di individuare la data effettiva neppure per relationem, sicché la ricorrenza della nullità è da escludere nel caso di errore materiale riconoscibile alla stregua degli elementi forniti dall'atto notificato (Cass. n. 7374/1983). Così, qualora nella relazione di notificazione stilata sulla copia dell'atto consegnata al destinatario manchi l'indicazione della data, e questa non sia altrimenti ricavabile dal contenuto dell'atto, si verifica una nullità insanabile della notificazione medesima, se da essa decorre un termine perentorio, entro il quale il predetto destinatario deve, a pena di decadenza, esercitare determinati diritti (Cass. n. 6137/1983; Cass. n. 2893/1976). Perciò, in caso di mancanza, nella relata di notificazione della sentenza, della data, non altrimenti ricostruibile, non si produce l'effetto della decorrenza del termine breve di impugnazione, con la conseguenza che per stabilire se l'impugnazione sia stata proposta tempestivamente occorre aver riguardo al termine lungo previsto dall'art. 327 (Cass. n. 3068/1987). Ciò con la precisazione che, ai fini del menzionato scrutinio, deve farsi riferimento alla relata contenuta nella copia consegnata al destinatario e non alla relata contenuta nell'atto restituito a colui che ha chiesto la notifica: val quanto dire che la difformità quanto alla data tra l'atto in possesso del notificante e quello consegnato al notificato si risolve a favore di quest'ultimo, gravando sul notificante, che eccepisca la decadenza, l'onere di provare, mediante querela di falso, trattandosi di contrasto fra due atti pubblici, la corrispondenza della relata stilata sull'atto in proprio possesso con quella redatta sulla copia notificata (Cass. n. 6137/1983). L'incertezza concernente il luogo di notificazioneOccorre anzitutto sottolineare che l'art. 160, nel definire in via generale i caratteri della nullità della notificazione, non contiene alcun riferimento al luogo di essa. Perciò, con riguardo alla notificazione a mani proprie del legale rappresentante della società si trova ad esempio affermato che essa, quand'anche irrituale, perché effettuata in luogo diverso da quello previsto dalla legge, non è comunque di per se stessa sanzionata da nullità: conseguenza che l'art. 160 prevede soltanto per la violazione delle regole circa la persona cui l'atto deve essere consegnato e la data (Cass. n. 16299/2010). Nondimeno, è ben possibile che la notificazione sia viziata in dipendenza del luogo in cui la stessa è eseguita, per quanto il luogo, diverso da quelli normativamente individuati essenzialmente attraverso l'art. 139, può riflettersi sul raggiungimento dello scopo cui il procedimento di notificazione tende. Si è detto in tale prospettiva che la notificazione è inesistente quando manchi del tutto ovvero sia stata effettuata in modo assolutamente non previsto dalla legge, perché avvenuta in un luogo che non abbia nessuna attinenza con il destinatario della notificazione, risultando a costui del tutto estraneo. La notifica è, invece, nulla se eseguita in luogo diverso da quello stabilito dal codice di rito, ma che tuttavia possa avere un qualche riferimento con il destinatario della notificazione medesima (Cass. n. 12717/2000; Cass. n. 10380/1997). I termini della questione sono stati tuttavia di recente riesaminati dalle S.U., le quali hanno stabilito che il luogo in cui la notificazione del ricorso per cassazione viene eseguita non attiene agli elementi costitutivi essenziali dell'atto, sicché i vizi relativi alla sua individuazione, anche quando esso si riveli privo di alcun collegamento col destinatario, ricadono sempre nell'ambito della nullità dell'atto, come tale sanabile, con efficacia ex tunc, o per raggiungimento dello scopo, a seguito della costituzione della parte intimata (anche se compiuta al solo fine di eccepire la nullità), o in conseguenza della rinnovazione della notificazione, effettuata spontaneamente dalla parte stessa oppure su ordine del giudice ex art. 291 (Cass. S.U., n. 14916/2016). Ed inoltre, poiché la relazione di notificazione si riferisce, di norma, all'atto notificato, così come strutturato, in assenza di indicazioni difformi deve presumersi che la notificazione sia stata effettuata nel luogo in esso indicato, sicché l'omessa indicazione del detto luogo nella relata, ove emendabile col riferimento alle risultanze dell'atto, non comporta nullità della notificazione, ma mera irregolarità formale, non essendo la nullità prevista dall'art. 160 (Cass. n. 5079/2010; Cass. n. 3263/1996). BibliografiaAndrioli, Diritto processuale civile, Napoli, 1979; Anzilotti, De Rossi, Inesistenza o nullità della notificazione: incertezze della giurisprudenza, in Foro pad. 1995, 182; Auletta, Nullità e «inesistenza» degli atti processuali civili, Padova, 1999; Balena, Elementi di diritto processuale civile, I, Bari, 2007, 283; Carnacini, Ancora una vittima della notificazione per posta, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1957, 1180; Ciaccia Cavallari, La rinnovazione nel processo di cognizione, Milano, 1981; Furno, Nullità e rinnovazione degli atti processuali civili, in Studi in onore di Enrico Redenti, I, Milano, 1951; Giordano, Le Sezioni Unite restringono la categoria dell'inesistenza della notificazione, in Giust. civ. 2004, I, 1712; Liebman, Manuale di diritto processuale civile, I, Milano, 1980; Oriani, Nullità degli atti processuali, in Enc. giur., XXI, Roma, 1988; Picardi, Manuale del processo civile, Milano, 2013; Poli, Sulla sanabilità dei vizi degli atti processuali, in Riv. dir. proc. 1995, 473; Redenti, Atti processuali civili, in Enc. dir. IV, Milano, 1959; Satta, Sull'inesistenza degli atti processuali civili, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1956, 337. |