Codice di Procedura Civile art. 163 bis - Termini per comparire 1 2[I]. Tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di centocinquanta giorni se si trova all'estero 34. [II]. Se il termine assegnato dall'attore ecceda il minimo indicato dal primo comma, il convenuto, costituendosi prima della scadenza del termine minimo, può chiedere al presidente del tribunale che, sempre osservata la misura di quest'ultimo termine, l'udienza per la comparizione delle parti sia fissata con congruo anticipo su quella indicata dall'attore. Il presidente provvede con decreto, che deve essere comunicato dal cancelliere all'attore, almeno novanta giorni liberi prima dell'udienza fissata dal presidente [701 att.]. In questo caso i termini di cui all'articolo 171-ter decorrono rispetto all'udienza così fissata5.
[1] Articolo inserito dall'art. 8 l. 14 luglio 1950, n. 581. [2] In tema di misure per assicurare la rapida definizione dei processi relativi a reati per i quali è prevista la trattazione prioritaria, v. art. 2-ter, comma 5, d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., in l. 24 luglio 2008, n. 125. [3] Comma sostituito dall'art. 8 l. 26 novembre 1990, n. 353; successivamente modificato dall'art. 21 lett. g)l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dal 1° marzo 2006 e, da ultimo, dall'art. 3, comma 12, lett. b), numero 1), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito la parola «centoventi» alla parola «novanta» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". [4] L'articolo recava un originario secondo comma abrogato dall'art. 3, comma 12, lett. b), numero 2), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) di cui si riporta il testo prima della modificazione: «Nelle cause che richiedono pronta spedizione il presidente può, su istanza dell'attore e con decreto motivato in calce dell'atto originale e delle copie della citazione, abbreviare fino alla metà i termini indicati dal primo comma.». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". [5] Comma modificato dall'art. 3, comma 12, lett. b), numero 3), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha inserito, in fine, il seguente periodo: «In questo caso i termini di cui all'articolo 171-ter decorrono dall'udienza così fissata.» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti." Successivamente modificato dall'art. 3, comma 2, lettera b), numeri 1 e 2, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che hanno sostituito rispettivamente le parole «almeno novanta giorni liberi» alle parole «almeno cinque giorni liberi» e «decorrono rispetto all'udienza» alle parole «decorrono dall'udienza». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. InquadramentoL'art. 163-bis stabilisce i termini minimi che debbono intercorrere tra il giorno della notificazione della citazione e quello della comparizione davanti al giudice, nelle diverse durate previste a seconda che il luogo da raggiungere con la notifica si trovi in Italia o all'estero. Si tratta di termini perentori ed inderogabili, che condizionano la valida instaurazione del rapporto processuale, in quanto diretti ad assicurare al convenuto un congruo margine di tempo per approntare le proprie difese, facendosi altresì salvo l'interesse di quest'ultimo ad accelerare i tempi del processo mediante l'istanza di anticipazione di cui al comma 3. Il termine libero, se il luogo della notificazione si trova in Italia, è stato innalzato a centoventi giorni per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e con la decorrenza indicata dall’art. 35 dello stesso decreto, ferma restando la pendenza del processo dal momento della notifica della citazione ai fini del computo della durata ragionevole del processo. Criteri di calcoloAi fini del calcolo dei termini minimi a comparire, decorrenti dal momento della notifica della citazione (in primo grado come in appello), occorre fare riferimento alla data dell'udienza di comparizione fissata dall'attore nell'atto di citazione (e non, ad esempio, a quella a cui la prima comparizione sia slittata per effetto del differimento dell'udienza a norma dell'art. 168-bis, commi 4 e 5). In caso di inosservanza dei termini con riguardo alla data dell'udienza indicata in citazione, fermo restando, la conseguente nullità dell'atto introduttivo non è perciò sanata nemmeno ove tali termini risultino ex post rispettati per effetto del rinvio della comparizione operato d'ufficio o disposto dal giudice istruttore (Cass. I, n. 15128/2014; Cass. VI, n. 2853/2018). I termini per comparire in giudizio stabiliti dall'art. 163-bissono fissati, non in relazione ai luoghi delle possibili notificazioni, bensì al luogo in cui la notificazione è realmente e validamente avvenuta. Tale norma prevede, infatti, un termine maggiore (pari a centocinquanta giorni) solo se il luogo della notificazione si trova non in Italia ma all'estero, dovendosi presumere la necessità di un maggior tempo per apprestare, dall'estero, una congrua difesa in Italia. Ne consegue che il termine più ampio non opera là dove la notifica dell'atto di citazione sia avvenuta a mani del convenuto in Italia, a nulla rilevando che questi, cittadino italiano, avesse formalmente all'estero, al tempo della notificazione, la propria residenza anagrafica (Cass. S.U., n. 26147/2017). Poiché la legge prescrive che il compimento della notifica debba avvenire un certo numero di giorni prima dell'evento costituito dalla prima udienza, essa intende assicurare al convenuto un periodo di tempo netto libero corrispondente a quel numero di giorni, senza, cioè, considerare né il dies a quo né il dies ad quem. Devono, invece, computarsi anche i giorni festivi intermedi, come per tutti i termini cosiddetti ‹‹liberi›› (Cass. S.U., n. 14699/2003). Perché possano dirsi rispettati i termini a comparire, per «giorno della notificazione», secondo quanto prescritto dall'art. 163-bis, deve intendersi il perfezionamento del procedimento notificatorio nei confronti del destinatario. Al termine a comparire, che è un termine dilatorio, si applica in ogni caso la sospensione feriale del decorso operante per tutti i termini processuali (dal 1° al 31 agosto di ciascun anno a partire dal 2015: art. 1 l. n. 742/1969, come modificato dal d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014). Per verificare, pertanto, la congruità del termine di comparizione occorre detrarre i giorni compresi nel mese di agosto (Cass. III, n. 5435/1999). La riduzione della durata del periodo di sospensione feriale - attualmente decorrente dal 1 al 31 agosto di ogni anno ai sensi dell'art. 1 l. n. 742/1969, nel testo modificato dall'art. 16, comma 1, d.l. n. 132/2014, conv. con modif. dalla l. n. 162/2014 - è immediatamente applicabile con decorrenza dall'anno 2015, in forza dell'art. 16, comma 1,dello stesso d.l., a nulla rilevando la data di introduzione del giudizio, in attuazione, peraltro, del principio tempus regit actum (Cass. VI, n. 20866/2017;Cass. VI, n. 11758/2017). Inosservanza dei terminiI termini per comparire, come si accennava, sono perentori e inderogabili. Ai sensi dell'art. 164, commi 2 e 3, ove sia stato assegnato dall'attore alla controparte un termine minore di quelli fissati dall'art. 163-bis, l'atto introduttivo del giudizio è nullo e la relativa nullità, se non sanata (sia pure con effetto ex nunc) dalla costituzione del convenuto, deve essere rilevata di ufficio dal giudice, pena, altrimenti, la nullità dell'intero procedimento di primo grado, dovendosi disporre la rinnovazione entro un termine perentorio. L'ipotesi della costituzione sanante del convenuto, in caso di nullità della citazione per inosservanza del termine di comparizione, suppone, in ogni caso, che questi, costituendosi, non avanzi alcuna istanza di fissazione della nuova udienza nel rispetto del termine violato, poiché in tal caso il giudice è tenuto ad accogliere la richiesta; giacché, se, invece, il giudice non provveda a tanto, la costituzione del convenuto comunque non spiega alcun effetto sanante, a nulla rilevando che lo stesso si sia pure difeso nel merito, dovendosi presumere che l'inosservanza del termine gli abbia impedito una più adeguata difesa (Cass. lav. n. 2673/2021; Cass. II, n. 21957/2014; tuttavia, secondo Cass. VI, n. 21910/2014, per escludere la sanatoria della nullità, è indispensabile che il convenuto, nel costituirsi, si limiti alla sola deduzione della nullità, senza anche svolgere difese). La nullità, ex art. 164, dell'atto di citazione per violazione del termine a comparire di cui all'art. 163-bis, non può considerarsi sanata dalla costituzione in giudizio di alcuni soltanto dei convenuti, procedendosi alla separazione dei giudizi . Ambito di applicazioneI termini minimi ex art. 163-bis devono essere osservati dall'attore anche quando lo stesso proceda alla rinnovazione della notifica della citazione ai sensi dell'art. 291, indipendentemente dalla data fissata per l'adempimento nell'ordinanza del giudice (Cass. I, n. 1126/1988). Del pari, la comparsa di riassunzione della causa è tenuta al rispetto dei termini di comparizione, come si legge nell'art. 125, n. 4, disp. att., secondo il quale essa «deve contenere... l'indicazione dell'udienza in cui le parti debbono comparire, osservati i termini stabiliti dall'articolo 163-bis del Codice»; sicché, qualora il provvedimento del giudice, in base al quale sia fatta la riassunzione, stabilisca un termine inferiore tra la notificazione e la data dell'udienza, si produce verifica una nullità della vocatio in jus, che, ove non sanata dalla costituzione della parte convenuta, cagiona altresì la nullità di nulli tutti gli atti successivi (Cass. III, n. 11869/2007; Cass. I, n. 5941/1999). Così anche l'ordine di integrazione del contraddittorio pronunciato dal giudice in ipotesi di litisconsorzio necessario ex art. 102, ove sia stata omessa nel provvedimento l'indicazione del termine perentorio entro cui l'interessato debba adempiervi, postula che l'atto integrativo sia comunque notificato nel rispetto dei termini a comparire computati in base al giorno dell'udienza di rinvio, identificandosi la data ultima utile nell'ultimo giorno in grado di garantire l'osservanza di tali termini (Cass. III, n. 5628/2014; Cass. II, n. 26401/2009). In caso di inosservanza dei termini minimi a comparire di cui all'art. 163- bis, la fissazione della nuova udienza, ai sensi dell'art. 164, comma 3, deve essere disposta dal giudice facendo riferimento, quale dies a quo del nuovo termine, alla data della notificazione dell'atto di citazione, che segna il momento a partire dal quale il convenuto, acquisita la conoscenza legale dell'atto, ha diritto al termine per approntare una congrua difesa, dovendosi invece escludere - perché non trova riscontro nella legge e perché in contrasto con il principio della ragionevole durata del processo - la necessità che il giudice provveda all'assegnazione, ex novo, dell'intero termine di comparizione, senza tener conto del tempo già trascorso (Cass. III, n. 29838/2018). Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in applicazione della norma di interpretazione autentica dell'art. 165, comma 1, dettata dall'art. 2 l. n. 218/2011, la riduzione alla metà del termine di costituzione dell'opponente si applica solo se questi abbia assegnato all'opposto un termine di comparizione inferiore a quello di cui all'art. 163-bis, comma 1 (Cass. I, n. 3200/2017; Cass. I, n. 21738/2016; Cass. II, n. 2242/2012). Abbreviazione dei terminiA norma dell'art. 163-bis, comma 2 (abrogato per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto), il presidente del tribunale con decreto può abbreviare i termini di comparizione. Ad analoga esigenza di sollecitudine, quando la domanda, ad esempio, sia « di pronta soluzione » o richieda una « istruzione non complessa », l’attore potrà ovviare introducendo il giudizio nelle forme del procedimento semplificato, il quale impone che tra il giorno della notificazione del ricorso e quello dell’udienza di comparizione fissata dal giudice debbono intercorrere termini liberi non minori di quaranta giorni o di sessanta giorni, se il luogo della notificazione si trova, rispettivamente, in Italia o all’estero. Contenuto ed effetti diversi rispetto al decreto di abbreviazione di cui all'art. 163-bis, comma 2, rivela il provvedimento, previsto dall'art. 92 r.d. n. 12/1941 (Ordinamento giudiziario), consistente nella dichiarazione d'urgenza fatta dal presidente dell'ufficio giudiziario per disporre la fissazione durante il periodo feriale delle cause, pur non rientranti nelle materie espressamente contemplate dalla norma, rispetto alle quali, tuttavia, la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti. Il provvedimento di cui all'art. 92 r.d. n. 12/1941 (ord. giud.), il quale esplica rilevanza per tutti i gradi del giudizio, si fonda sul riscontro di una particolare urgenza tale da comportare la necessità della trattazione della causa anche nel periodo feriale con conseguente sacrificio del diritto dei difensori al riposo annuale (Cass. I, n. 1938/1990; Cass. I, n. 385/1980). Anticipazione dell'udienzaIl convenuto, costituendosi prima della scadenza del termine minimo di comparizione, ove il termine assegnato dall'attore ecceda, invece, lo stesso, può chiedere al presidente del tribunale che la prima udienza sia anticipata, seppur nei limiti di cui al comma 1. Il procedimento relativo all'istanza di abbreviazione dei termini di comparizione è dettagliato nell'art. 70 disp. att. In questo caso, per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e con la decorrenza indicata dall’art. 35 dello stesso decreto, i termini per le memorie integrative di cui all'art. 171-ter decorrono dall'udienza così fissata. Il decreto legislativo (d.lgs. n. 164/2024- Correttivo Cartabia) concernente disposizioni integrative e correttive al d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, recante attuazione della l. 26 novembre 2021, n. 206, ha previsto che il decreto di anticipazione sia comunicato dal cancelliere all'attore almeno novanta giorni liberi prima dell'udienza fissata dal presidente ed ha specificato che i termini di cui all'art. 171-ter decorrono (a ritroso) «rispetto all’udienza così fissata». Si nega che sia affetta da nullità l'anticipazione dell'udienza, ove il convenuto si sia costituito dopo la scadenza del termine minimo di comparizione, sempre che la parte intimata abbia avuto piena e tempestiva conoscenza del provvedimento presidenziale e, quindi, non abbia risentito impedimenti o limitazioni all'esercizio del suo potere di difesa (Cass. III, n. 2225/1987; Cass. II, n. 1422/1984). Parimenti si esclude la nullità in ipotesi di anticipazione dell'udienza di prima comparizione ove disposta dal presidente d'ufficio, non essendo configurabile un interesse tutelabile della parte alla ritardata decisione della causa (Cass. I, n. 1932/1989). Al fine della declaratoria di contumacia della parte non costituita, è necessario che il decreto di anticipazione dell'udienza di prima comparizione sia stato notificato personalmente, ai sensi dell'art. 70, comma 2, disp. att. (Cass. I, n. 8122/1990; Cass. I, n. 708/1965). In particolare, gli artt. 163-bis comma 3 e 70 disp. att. stabiliscono che il decreto di anticipazione dell'udienza di comparizione deve essere notificato personalmente alla controparte non costituita in un congruo termine fissato dal giudice adito e che, in caso di mancata comparizione della controparte, il giudice verifica la regolarità della notificazione e ne ordina, quando occorre la rinnovazione fissando una nuova udienza di comparizione e stabilendo un nuovo termine congruo. La congruità dell'anticipo è comprensibile alla luce dalle esigenze di procedere alla comunicazione o notificazione del decreto ed all'intervallo che deve precedere l'udienza (Cerino Canova, in Comm. Allorio, II, t. I, 1980, 306). Poiché il ricorso e il decreto di anticipazione devono essere comunicati a cura del cancelliere al procuratore delle parti costituite almeno cinque giorni liberi prima dell'udienza di comparizione fissata dal giudice, mentre alle parti non costituite dev'essere notificato personalmente in un congruo termine all'uopo fissato — termine che deve essere naturalmente superiore ai cinque giorni — la notificazione effettuata dopo la scadenza di tale termine non si reputa nulla, ma semplicemente irregolare, ove essa comporti il mancato rispetto del termine anticipatorio di almeno cinque giorni liberi prima della nuova udienza di comparizione. Non rileva, quindi, ex se la violazione del termine all'uopo fissato dal giudice per la notificazione del provvedimento di anticipazione, che non è termine perentorio in assenza di espressa dichiarazione in tal senso (Cass. I, n. 4994/2000). L’ordinamento non riconosce al convenuto il potere di notificare un atto di controcitazione all'attore, fissando l'udienza di comparizione delle parti in anticipazione rispetto a quella indicata dall'attore stesso nell'atto di citazione. Ne consegue che un eventuale atto di controcitazione è invalido e, perciò, non idoneo a costituire il contraddittorio nell'udienza fissata in quel modo. Tuttavia, l'udienza fissata arbitrariamente nell'atto di controcitazione può ritenersi validamente tenuta, quale prima udienza di comparizione nel giudizio di primo grado con l'atto di citazione notificato dall'attore, se quest’ultimo, costituitosi, accetti il contraddittorio. A tal fine, peraltro, si ha accettazione del contraddittorio solo quando l'attore, senza eccepire l'invalidità dell'atto di controcitazione, discuta le questioni, di rito e di merito, sollevate con il suo atto di citazione e con il primo atto difensivo della controparte (Cass. III, n. 3246/1975). BibliografiaBiavati, La riforma del processo civile: motivazioni e limiti, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2022, 45 ss.; B. Capponi, Note sulla fase introduttiva del nuovo rito ordinario di cognizione, in Giustiziacivile.com, 5 gennaio 2023; De Santis, La redazione degli atti difensivi ai tempi del processo civile telematico: sinteticità e chiarezza, in Giusto proc. civ., 2017, 749 ss.; Dondi, Obiettivi e risultati della recente riforma del processo civile. La disciplina della cognizione a una prima lettura, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2021, 927 ss.; Panzarola, Sul (presunto) principio di sinteticità nella redazione degli atti processuali civili, in Giusto proc. civ., 2018, 69 ss.; Punzi, Sul processo civile telematico, in Riv. dir. proc., 2022, 1, 1 ss.; Raiti, Il principio di sinteticità e di chiarezza del ricorso per cassazione secondo la legge delega sulla Riforma del processo, in Riv. dir. proc., 2022, 3, 1027 ss.; Tedoldi, Il processo civile telematico tra logos e techne, in Riv. dir. proc., 2021, 3, 843 ss.; Tombolini, Note «a caldo» sulla nuova legge delega di riforma della giustizia civile: le modifiche al giudizio di primo grado, in Judicium, 15 dicembre 2021. |