Codice di Procedura Civile art. 180 - Forma di trattazione 1 2 .[I]. La trattazione della causa è orale. Della trattazione della causa si redige processo verbale.
[1] Articolo così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 23 lett. c-bis) d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2 3-quinquies d.l. n. 35, cit., le modifiche si applicano ai procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006. Il testo precedentemente in vigore recitava: «Udienza di prima comparizione e forma della trattazione. [I] All'udienza fissata per la prima comparizione delle parti il giudice istruttore verifica d'ufficio la regolarità del contraddittorio e, quando occorre, pronuncia i provvedimenti previsti dall'articolo 102, secondo comma, dall'articolo 164, dall'articolo 167, dall'articolo 182 e dall'articolo 291, primo comma. [II]. La trattazione della causa davanti al giudice istruttore è orale. Se richiesto, il giudice istruttore può autorizzare comunicazioni di comparse a norma dell'ultimo comma dell'articolo 170. In ogni caso fissa a data successiva la prima udienza di trattazione, assegnando al convenuto un termine perentorio non inferiore a venti giorni prima di tale udienza per proporre le eccezioni processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio. [III]. Della trattazione della causa si redige processo verbale, nel quale si inseriscono le conclusioni delle parti e i provvedimenti che il giudice pronuncia in udienza». Tale formulazione è il frutto delle modifiche operate dall'art. 14 l. 14 luglio 1950, n. 581; dall'art. 4 d.l. 18 ottobre 1995, n. 432, conv., con modif., nella l. 20 dicembre 1995, n. 534 (che aveva modificato la rubrica); dal comma 1 dell'art. 4 d.l. 18 ottobre 1995, n. 432, conv., con modif., nella l. 20 dicembre 1995, n. 534 (che aveva sostituito i commi 1 e 2). [2] Per contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenerne gli effetti negativi sullo svolgimento dell'attività giudiziaria, v. art. 221, commi 2, 4, 7 d.l. 19 maggio 2020, n. 34, conv. con modif. in l. 17 luglio 2020, n. 77, in tema di trattazione delle udienze da remoto. Da ultimo v. art. 16, comma1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, con modif., in l. 25 febbraio 2022, n. 15, che stabilisce che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonche' le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; v. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. Per la proroga del termine di applicazione, v. da ultimo, art. 8, commi 8, 9 d.l.29 dicembre 2022, n. 198, conv., con modif. in l. 24 febbraio 2023, n. 14.
InquadramentoL'art. 180 afferma il principio di normale oralità della causa, peraltro estraneo alla garanzia costituzionale del diritto di difesa e contraddittorio, il quale può esplicarsi con pienezza anche attraverso la forma scritta. Oralità e processo telematicoLa dottrina avverte come l'art. 180, ove si impone, in via di principio, che la trattazione della causa sia orale (in ossequio ai canoni chiovendiani di « oralità, concentrazione, immediatezza ») suoni da decenni in modo beffardo rispetto alla reale situazione del processo civile italiano. Ciò perché gli articoli seguenti del Codice di rito rendono la trattazione orale quasi sempre sostituita da una serie di scambi di comparse scritte. L'introduzione del processo telematico rivela una potenziale portata rivoluzionaria, comportando l'incremento della trasmissione informatica degli atti processuali, il che impone un ripensamento all'alternativa tra comunicazione orale e comunicazione scritta nel giudizio civile (Caponi, 305 ss.) Processo verbaleIl cancelliere, sotto la direzione del giudice, come si desume dagli artt. 126 e 130, nonché dall'art. 44 disp. att., deve compilare il processo verbale d'udienza facendo risultare le attività compiute, anche da parte delle persone intervenute, e le dichiarazioni da esse rese, ma non è tenuto a riportare tutte le argomentazioni difensive degli avvocati: il principio dell'oralità, sancito dall'art. 180, non comporta, infatti, un'accentuazione dell'attività di verbalizzazione (Cass. lav., n. 1847/1983). Con la riforma del 2005, venne eliminato il comma 3 dell'art. 180, con cui si affidava al verbale di udienza la funzione di raccogliere le conclusioni delle parti ed i provvedimenti pronunciati dal giudice in udienza. Rimane tuttavia assolutamente da preferire ogni interpretazione della fase di trattazione della causa che renda eccezionale il ricorso alla riserva di pronuncia da parte del giudice. Per le cause più semplici, il verbale registrerà in particolare le deduzioni oralmente svolte dalle parti nell'esercizio dello ius poenitendi permesso dal comma 5 dell'art. 183. Il verbale di udienza, in quanto atto pubblico, fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni (ancorché non sottoscritte) che il giudice ed cancelliere attestano rese in loro presenza. Così, ove una parte intenda dolersi dell'omessa verbalizzazione di una propria istanza, ha l'onere di proporre querela di falso per vincere l'indicata efficacia probatoria del verbale medesimo (Cass. I, n. 1884/1996). Udienza mediante collegamenti audiovisivi o deposito di note scritteGli artt. 127, comma 2, 127-bise 127-ter, il primo come modificato, gli altri due come introdotti dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto, recano la disciplina dell'udienza svolta mediante collegamenti audiovisivi a distanza o sia sostituita dal deposito di note scritte. Le norme riprendono l'esperienza delle misure urgenti per contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenerne gli effetti in materia di giustizia civile, di cui all'art. 83 del d.l. 17 marzo 2020, n. 18, e successive modificazioni. Il codice di procedura civile, in realtà, non mostra alcuna particolare attenzione al luogo di svolgimento delle udienze. Ai fini della vocatio in ius (ad esempio, art. 163, comma 3, n. 1, c.p.c. esso viene identificato con l'ufficio giudiziario adito, mentre i giorni di udienza sono individuabili in base al decreto del presidente del tribunale (artt. 69 bis, 80,113 disp. att. c.p.c,) Alcune attività del processo possono invece svolgersi al di fuori dell'ufficio giudiziario (artt. 203,255,259,262,421 c.p.c.). Solo l'abrogato art. 67 disp. att. c.p.c.. consentiva al conciliatore, in caso di urgenza, di sentire le parti e provvedere sulle loro istanze nella propria abitazione, vietandogli comunque di tenervi l'udienza di discussione. Tutte le indicazioni sul luogo ove si debba tenere l'udienza civile sembrano, in ogni modo, da regolare sulla base delle esigenze del principio del contraddittorio, e, quindi, di assicurare la presenza in causa e/o la diretta difesa di tutti gli interessati alla causa. In un precedente ormai datato, la Corte di cassazione (Cass. n. 5563/1984) chiarì che, al fine di garantire la pubblicità dell'udienza di discussione, ex art. 128 c.p.c., poteva andar bene anche lo studio del pretore, purché fosse concretamente assicurata la possibilità di assistere all'udienza medesima. Nel codice di rito civile non ci sono nemmeno norme che, sul modello dell'art. 146 disp. att. c.p.p. prescrivono come debba essere allestita l'aula d'udienza; ci si preoccupa unicamente, negli artt. 127,128 e 129 c.p.c. di disciplinare la direzione dell'udienza, i poteri di polizia affidati al giudice e i doveri di chi interviene, mentre l'art. 276 c.p.c. è poi volto a garantire l'identità fra i giudici indicati nella intestazione della sentenza e i coloro che hanno assistito all'udienza di discussione Le soluzioni prescelte nella legislazione processualcivilistica dell'emergenza epidemiologica sono state sostanzialmente due, ora in pratica trasfuse nei nuovi artt. 127-bis e 127-ter : quella dell'udienza “cartolare”, e cioè dell'attivazione di un contraddittorio fatto soltanto di scritti difensivi e non più di discussioni; e quella dell'udienza “da remoto”, fatta, cioè, mediante un collegamento telematico in videoconferenza bilaterale. L’articolato sistema alternativo di svolgimento delle udienze, calibrato negli articoli indicati secondo un potere di impulso normalmente spettante al giudice ed un potere di opposizione accordato invece alle parti, andrà regolato in concreto alla stregua del novellato secondo comma dell’art. 101, e cioè curando sempre il rispetto del contraddittorio e del diritto di difesa. Non può non raccomandarsene cautela nell’utilizzo soprattutto per ciò che resta da fare nell’attuale udienza ex art. 183: la comparizione personale delle parti, il loro interrogatorio libero, la richiesta di chiarimenti, il tentativo di conciliazione. Tanto meno la trattazione soltanto cartolare si presta quanto più il processo di quel giudice e la fase del giudizio consentano nova, o concedano alle parti poteri processuali strettamente conseguenziali, o, simmetricamente, determinino l’insorgenza di preclusioni. Non si potrebbe tollerare la compatibilità tra uno svolgimento soltanto cartolare dell’udienza e l’attribuzione di significatività ad un “silenzio di pochi minuti” (come si esprimeva Cass. S.U., n. 4712/1996), che possa determinare il definitivo radicamento di un fatto, di una domanda o di un’eccezione nel processo.
BibliografiaCaponi, Il processo civile telematico tra scrittura e oralità, in Riv. trim. dir e proc. civ. 2015, 305 ss.; Cordopatri, Per la chiarezza delle idee in tema di forma del provvedimento dichiarativo dell'estinzione del processo e del suo regime impugnatorio, in Riv. trim. dir e proc. civ., 2014, 785 ss.; Didone, Le ordinanze anticipatorie di condanna e la nuova trattazione della causa, in Giur. mer. 2008, 333 ss.; Luiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Mirenda, Le ordinanze ex art. 186-bis, ter e quater c.p.c., in Giur. mer. 1999, 189 ss.; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010; Saletti, voce Estinzione del processo: 1) dir. proc. civ., in Enc. giur., XIII, Roma, 1989; Scrima, Le ordinanze ex art.186-bis e ter c.p.c., in Giur. mer. 1998, 137 ss. |