Codice di Procedura Civile art. 195 - Processo verbale e relazione.Processo verbale e relazione. [I]. Delle indagini del consulente si forma processo verbale [126, 130], quando sono compiute con l'intervento del giudice istruttore, ma questi può anche disporre che il consulente rediga relazione scritta. [II]. Se le indagini sono compiute senza l'intervento del giudice, il consulente deve farne relazione, nella quale inserisce anche le osservazioni e le istanze delle parti. [III]. La relazione deve essere trasmessa dal consulente alle parti costituite nel termine stabilito dal giudice con ordinanza resa all’udienza di cui all’articolo 193. Con la medesima ordinanza il giudice fissa il termine entro il quale le parti devono trasmettere al consulente le proprie osservazioni sulla relazione e il termine, anteriore alla successiva udienza, entro il quale il consulente deve depositare [in cancelleria] la relazione, le osservazioni delle parti e una sintetica valutazione sulle stesse 1.
[1] Comma così sostituito dall'art. 46, comma 5, della l. 18 giugno 2009, n. 69 (legge di riforma 2009), con effetto a decorrere dal 4 luglio 2009, per i giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore. Il testo precedente recitava: «La relazione deve essere depositata in cancelleria nel termine che il giudice fissa». Successivamente il comma è stato modificato dall'art. 3, comma 2, lett. r) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha soppresso le parole: «in cancelleria»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. InquadramentoL’art. 195 disciplina il procedimento di confezionamento della relazione scritta in cui si sostanza l'elaborato finale dell'ausiliare. La relazioneNel regime precedente la modifica dell'art. 195 ad opera della l. n. 69/2009, nessuna norma del codice di rito imponeva al Ctu di fornire ai consulenti di parte una «bozza» della propria relazione, in quanto, al contrario, le parti potevano legittimamente formulare critiche solo dopo il deposito della relazione da parte del consulente tecnico d'ufficio, atteso che il diritto di esse ad intervenire alle operazioni tecniche anche a mezzo dei propri consulenti veniva inteso non come diritto a partecipare alla stesura della relazione medesima, che è atto riservato al consulente d'ufficio, ma soltanto all'accertamento materiale dei dati da elaborare. Si escludeva, perciò, la nullità della consulenza tecnica d'ufficio, qualora il consulente, pur disattendendo le prescrizioni del provvedimento di conferimento dell'incarico peritale, avesse omesso di mettere la sua relazione a disposizione delle parti per eventuali osservazioni scritte, da consegnargli prima del deposito della relazione stessa (Cass. VI, n. 26992/2021; Cass. L, n. 5897/2011). La l. n. 69/2009 ha, poi, modificato l'art. 195, al cui corpo è stato aggiunto il comma 3, secondo il quale la relazione deve essere trasmessa dal consulente alle parti costituite nel termine stabilito dal giudice con ordinanza resa all'udienza di conferimento dell'incarico; nello stesso provvedimento il giudice fissa il termine entro il quale le parti devono trasmettere al consulente le proprie osservazioni sulla relazione, nonché il termine, anteriore alla successiva udienza, entro il quale il consulente deve depositare in cancelleria la relazione, corredata da una sintetica valutazione delle osservazioni delle parti. Le attività del consulente devono essere espletate con la partecipazione di tutte le parti del processo, tenuto conto della necessità di rispettare il principio del contraddittorio nell'intero svolgimento delle operazioni peritali; la registrazione audio e/o video delle predette operazioni, invece, attenendo alla mera documentazione delle stesse, che di regola può essere compiuta mediante verbalizzazione, non può ritenersi dovuta, anche se effettuata su iniziativa del consulente, a meno che non sia stata prescritta dal giudice al momento del conferimento dell'incarico e fermo pur sempre il rispetto del contraddittorio (Cass. I n. 25446/2023). Si è precisato che, poiché lo svolgimento delle operazioni di consulenza inerisce ad attività processuale, il giudice non può fissare i termini di cui all'art. 195, comma 3, in modo che ricadano durante il periodo di sospensione feriale, se il processo è soggetto alla detta sospensione, e salva rinuncia delle parti ad avvalersi di essa, non potendo operare, peraltro, la proroga automatica degli stessi termini, in modo da rispettare la sospensione. L'atto adottato in violazione della sospensione è, comunque, affetto da nullità soltanto nel caso in cui l'erronea applicazione della regola processuale abbia comportato, per la parte, una lesione del diritto di difesa con riflessi sulla decisione di merito, che, nel caso di atto adottato in udienza, a pena di decadenza e conseguente sanatoria, deve essere eccepita in udienza dalla parte presente o che avrebbe dovuto esservi, atteso che quella sede rappresenta, ex art. 157, comma 2, la prima difesa possibile (Cass. III, n. 18522/2018). E' stato tuttavia affermato in giurisprudenza che il secondo termine previsto dall'art. 195, comma 3, così come modificato dalla l. n. 69/2009, svolge, ed esaurisce, la sua funzione nel sub-procedimento che si conclude con il deposito della relazione dell'ausiliare, sicché, in difetto di esplicita previsione in tal senso, la mancata prospettazione al consulente tecnico di ufficio di rilievi critici non preclude alla parte di arricchire e meglio specificare le relative contestazioni difensive nel prosieguo del procedimento (Cass. lav , n. 18657/2020; Cass. VI, n. 14880/2018). Cass. S.U., n. 5624/2022 ha definitivamente precisato che il termine per le osservazioni sulla relazione previsto dall'ultimo comma dell'art. 195 ha natura ordinatoria e funzione acceleratoria e svolge ed esaurisce la sua funzione nel subprocedimento di consulenza; pertanto, le contestazioni e i rilievi critici delle parti alla consulenza tecnica d'ufficio, ove non integrino eccezioni di nullità relative al suo procedimento, come tali disciplinate dagli artt. 156 e 157 c.p.c., costituiscono argomentazioni difensive, sebbene di carattere non tecnico-giuridico, che possono essere formulate per la prima volta nella comparsa conclusionale e anche in appello, purché non introducano nuovi fatti costitutivi, modificativi o estintivi, nuove domande o eccezioni o nuove prove, ma si riferiscano all'attendibilità e alla valutazione delle risultanze della c.t.u. e siano volte a sollecitare il potere valutativo del giudice in relazione a tale mezzo istruttorio (si veda, peraltro, ancora Cass. III, n. 25823/2022, secondo la quale le critiche alla consulenza tecnica d'ufficio non possono essere formulate per la prima volta nella memoria di replica nell'ambito del giudizio di primo grado). L'omesso invio alle parti della bozza di relazione dà luogo a un'ipotesi di nullità a carattere relativo, suscettibile di sanatoria se il vizio non è eccepito nella prima difesa utile successiva al deposito della perizia; la sanatoria può avvenire anche per rinnovazione, quando il contraddittorio sia recuperato dal giudice dopo il deposito della relazione, con la rimessione in termini delle parti per formulare le proprie osservazioni, al fine di consentire il pieno esercizio dei poteri di cui all'art. 195 (Cass. L, n. 23493/2017; Cass. III, n. 16196/2023). La comunicazione della relazione del consulente tecnico d'ufficio può validamente eseguirsi mediante la sua trasmissione al consulente tecnico di parte, anziché al procuratore costituito, giacché la norma in commento ne prescrive la trasmissione alle parti costituite - e non specificamente al loro difensore - e tale modalità è coerente con la ratio della norma, volta a instaurare un contraddittorio tecnico sulle questioni oggetto dell'indagine peritale (così Cass. III, n. 17403/2024). Poiché le attività dell'ausiliario devono essere espletate nel rispetto del principio del contraddittorio per l'intero svolgimento delle operazioni peritali, ove una delle parti sia stata privata della possibilità di parteciparvi, la consulenza deve ritenersi nulla, non potendo la lesione del diritto di difesa determinatasi durante le operazioni compiute dal consulente essere colmata con il successivo ascolto di una mera registrazione audio delle stesse (Cass. II, n. 27773 /2022) Ad avviso della dottrina, l'omesso rispetto ad opera delle parti del termine loro assegnato determina decadenza dal diritto di depositare le osservazioni, mentre la mancata concessione da parte del giudice del termine per il deposito delle stesse osservazioni dovrebbe determinare la nullità della relazione (Mambriani, 559 ss.). Si temono, peraltro, applicazioni formalistiche delle nuove disposizioni che compromettano il ruolo di controllo razionale del contraddittorio tra le parti ed il CTU, essendo il contraddittorio nelle operazioni peritali, oltre ad una garanzia difensiva, pure un metodo di formazione della prova che tende ad assicurare la completezza e l'attendibilità del procedimento istruttorio; ciò impone che il sub-procedimento sia posto sotto il controllo di un giudice attivo, che deve porsi al centro delle attività di consulenza e dirigerne il corretto svolgimento (Gamba, 15 ss.). BibliografiaCataldi, La nomina del c.t.u., in Giur. mer. 2007, 2799 ss.; Gamba, La consulenza tecnica nel processo civile tra principio del contraddittorio e regole processuali, in Riv. it. med. leg. 2014, 15 ss.; Mambriani, Appunti in tema di consulenza tecnica nel processo civile. il ruolo del consulente tecnico d'ufficio, in Riv. dott. comm. 2013, 559 ss.; Potetti, Novità e vecchie questioni in tema di consulenza tecnica d'ufficio nel processo civile, in Giur. mer. 2010, 24 ss. |