Codice di Procedura Civile art. 198 - Esame contabile.

Antonio Scarpa

Esame contabile.

[I]. Quando è necessario esaminare documenti contabili e registri, il giudice istruttore può darne incarico al consulente tecnico, affidandogli il compito di tentare la conciliazione delle parti [185, 200].

[II]. Il consulente sente le parti e, previo consenso di tutte, può esaminare anche documenti e registri non prodotti in causa. Di essi tuttavia, senza il consenso di tutte le parti, non può fare menzione nei processi verbali o nella relazione di cui all'articolo 195.

Inquadramento.

La consulenza per esame contabile riveste carattere speciale sia per i suoi presupposti, sia per i maggiori poteri spettanti al perito. Essa può essere disposta quando va ricostruito un conto con contrapposte partite di dare ed avere ed è, perciò, necessario esaminare documenti contabili e registri. A tale CTU il giudice può affidare pure il compito di tentare la conciliazione tra le parti. Il consulente contabile può, inoltre, esaminare anche documenti e registri non prodotti in causa, ma, se non vi sia il consenso di tutte le parti, non può farne menzione nella sua relazione. 

I documenti non prodotti.

Si escludeva comunque dalla giurisprudenza che, nel corso di una consulenza contabile, possa ammettersi la produzione tardiva di prove documentali concernenti fatti e situazioni poste direttamente a fondamento della domanda e delle eccezioni di merito (i quali debbano necessariamente essere provati dalle parti secondo le regole delle deduzioni istruttorie), essendo, al riguardo irrilevante il consenso della controparte, atteso che, ai sensi dell'art. 198, tale consenso può essere espresso solo con riferimento all'esame di documenti accessori, cioè utili a consentire una risposta più esauriente ed approfondita al quesito posto dal giudice (Cass. I, n. 24549/2010, nella fattispecie con riguardo all'inammissibilità della produzione di contabili bancarie in corso di c.t.u. relativa a revocatoria fallimentare di rimesse; nello stesso senso, Cass. I, n. 8403/2016). Un precedente orientamento più permissivo ammetteva il consulente tecnico di ufficio incaricato dell'esecuzione di un indagine contabile ad estendere la sua attività fino alla ricerca e all'esame di documenti non acquisiti al processo, purché l'esistenza di questi risultasse comunque logicamente plausibile sulla base degli elementi forniti dalle parti o desumibili dalla stessa indagine (Cass. lav., n. 877/1982). Se il consulente contabile tiene indebitamente conto, senza il consenso delle parti, di documenti non regolarmente prodotti in causa, si verifica una nullità relativa, soggetta al regime dell'art. 157, con la conseguenza che, se non è fatta valere nella prima istanza o difesa successiva al deposito della relazione, essa deve ritenersi sanata (Cass. lav., n. 3743/1984). Si intende che l'esame dei documenti non prodotti, senza il consenso delle parti, sia consentito al c.t.u. al limitato fine di tentare, in materia contabile, la conciliazione tra le parti stesse (Cass. I, n. 497/1971).

LaCass. SU n. 3086/2022 ha tuttavia da ultimo chiarito che, in materia di esame contabile, ai sensi dell'art. 198, il consulente nominato dal giudice, nei limiti delle indagini commessegli e nell'osservanza della disciplina del contraddittorio delle parti ivi prevista, può acquisire, anche prescindendo dall'attività di allegazione delle parti, tutti i documenti necessari al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, anche se diretti provare i fatti principali posti dalle parti a fondamento della domanda e delle eccezioni  (di recente, Cass. L, . n. 12348/2023). 

Sempre in tema di consulenza tecnica contabile ex art. 198, si è deciso che l'acquisizione, da parte del consulente di ufficio, di documenti non precedentemente prodotti dalle parti, possibile anche se volta a provare fatti principali e non meramente accessori, necessita del consenso espresso, tacito o per facta concludentia, delle parti stesse, insufficiente rivelandosi quello eventualmente desumibile dalla condotta tenuta, nel corso delle operazioni peritali, dai loro consulenti, essendo questi ultimi privi del potere di impegnare le prime su questioni diverse da quelle inerenti alle indagini tecniche svolte dal consulente di ufficio (Cass. III, 16012/2024; Cass. I, n. 1763/2024). 

 

Bibliografia

Cataldi , La nomina del c.t.u., in Giur. mer. 2007, 2799 ss.; gamba, La consulenza tecnica nel processo civile tra principio del contraddittorio e regole processuali, in Riv. it. med. leg. 2014, 15 ss.; Mambriani , Appunti in tema di consulenza tecnica nel processo civile. il ruolo del consulente tecnico d'ufficio , in Riv. dott. comm. 2013, 559 ss.; Potetti, Novità e vecchie questioni in tema di consulenza tecnica d'ufficio nel processo civile, in Giur. mer. 2010, 24 ss.

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