Codice di Procedura Civile art. 213 - Richiesta d'informazioni alla pubblica amministrazione.Richiesta d'informazioni alla pubblica amministrazione. [I]. Fuori dei casi previsti negli articoli 210 e 211, il giudice può richiedere d'ufficio alla pubblica amministrazione le informazioni scritte relative ad atti e documenti dell'amministrazione stessa, che è necessario acquisire al processo [96 att.]. [II]. L'amministrazione entro sessanta giorni dalla comunicazione del provvedimento di cui al primo comma trasmette le informazioni richieste o comunica le ragioni del diniego1. [1] Comma aggiunto dall'art. 3, comma 15, lett. b), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , comesostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". InquadramentoIl potere, accordato al giudice dall'art. 213, di richiedere d'ufficio alla p.a. informazioni relative ad atti e documenti della stessa, che sia necessario acquisire al processo, opera al di là dei presupposti e dei limiti dell' esibizione ex art. 210, postulando quest'ultima l'indispensabilità dell'acquisizione di uno e più specifici documenti e l'iniziativa di parte, mentre la norma in commento si connota sia per la natura pubblica del destinatario della richiesta, sia per il suo oggetto, relativo ad informazioni scritte su atti e documenti propri della p.a. e, dunque, istituzionalmente in possesso di quest'ultima. Presupposti e limitiL'istanza di esibizione ex art. 210 si distingue dalla richiesta di informazioni alla p.a., di cui all'art. 213, sia per i presupposti, atteso che solo per la prima è richiesta l'indispensabilità dell'acquisizione del documento e l'iniziativa di parte, sia per la natura, pubblica o privata, del destinatario della richiesta, sia, infine, per l'oggetto in quanto, mentre la richiesta di ordine di esibizione è diretta ad acquisire uno o più specifici documenti, posseduti dall'altra parte o da un terzo, e il cui possesso l'istante dimostri di non essere riuscito diversamente ad acquisire, la richiesta ex art. 213, ha per oggetto informazioni scritte relative ad atti e documenti propri della p.a. e, dunque, istituzionalmente in possesso di quest'ultima (Cass. lav., n. 1484/2014). Il potere di cui all'art. 213, di richiedere d'ufficio alla p.a. le informazioni scritte relative ad atti e documenti della stessa che sia necessario acquisire al processo, non può essere esercitato per acquisire atti o documenti della p.a. che la parte è in condizioni di produrre (come, ad esempio, nel caso del verbale di polizia relativo alle modalità di un incidente stradale, che ciascun interessato può direttamente acquisire dai competenti organi, a norma dell'art. 11, comma 4, d.lgs. n. 285/1992: Cass. III, n. 6101/2013; o nella controversia fra un avvocato ed il proprio cliente, avente ad oggetto il pagamento dei compensi professionali, competendo al professionista l'onere di provare l'avvenuta prestazione della propria attività, e non al giudice, perciò, di chiedere informazioni alla cancelleria, ovvero di richiamare il fascicolo del procedimento cui si riferiscono le prestazioni professionali di cui si chiede il compenso: Cass. II, n. 3292/1975). Tale potere, non essendo sostitutivo dell'onere probatorio incombente alla parte, può essere attivato soltanto quando, in relazione a fatti specifici già allegati, sia necessario acquisire informazioni relative ad atti o documenti della p.a. che la parte sia impossibilitata a fornire e dei quali solo l'Amministrazione sia in possesso proprio in relazione all'attività da essa svolta (Cass. lav., n. 6218/2009). L'esercizio del potere, previsto dall'art. 213, di richiedere d'ufficio alla P.A. le informazioni relative ad atti e documenti della stessa che sia necessario acquisire al processo, costituisce una facoltà rimessa alla discrezionalità del giudice, il mancato ricorso alla quale non è censurabile in sede di legittimità (Cass. III, n. 34158/2019). In particolare, la facoltà di richiedere informazioni alla pubblica amministrazione può essere esercitata dal giudice qualora egli abbia conoscenza del possesso da parte di quest'ultima di documenti costituenti elemento decisivo ed essenziale ai fini del decidere, la cui produzione in giudizio non sia nella potestà della parte interessata (Cass. III, n. 14374/2023). La richiesta di informazioni ai sensi dell'art. 213 riguarda soltanto atti o documenti della p.a. in senso stretto (con esclusione degli enti pubblici economici); fuori di tale ipotesi, ovvero nei confronti di privati, siano essi parti o terzi, non è ammissibile la richiesta di informazioni, bensì unicamente l'ordine di esibizione disciplinato dall'art. 210 e su istanza di parte (Cass. III, n. 12023/2002; Cass. II, n. 2435/1988). La pendenza di un giudizio civile, nella cui sede l'esibizione dei documenti della p.a. possa essere disposta dal giudice mediante ordine istruttorio exart. 210, oppure mediante richiesta di informazioni ex art. 213, non preclude il diritto di accesso dell'interessato ai sensi degli artt. 22 e ss. l. n. 241/1990, trattandosi di posizione sostanziale distinta da quella che l'interessato intende difendere dinanzi al giudice civile (T.A.R. Catania I, 28 aprile 2016, n. 1179, in Foro amministrativo 2016, 4, 10979. Le informazioni suscettibili di essere richieste alla p.a. possono concernere anche atti e documenti riferentisi all'attività privatistica dell'amministrazione, devono limitarsi alla consistenza effettiva di atti e documenti posti in essere, con esclusione di ogni possibilità di giudizi o di indagini ad hoc sui fatti da accertarsi nel processo (Cass. lav., n. 551/1981). Se le informazioni acquisite ex art. 213 potessero rappresentare pure il risultato di particolari indagini sui fatti della causa, verrebbero in tal modo delegati alla P.A. veri e propri atti di istruttoria che soltanto il giudice può compiere con l'osservanza delle forme di legge (Cass. lav., n. 5557/1982). Né le informazioni devono riguardare avvenimenti di cui la pubblica amministrazione sia stata semplicemente testimone, alla pari di altri privati, e che possono essere provati con i mezzi normali previsti dal codice di rito (Cass. n. 4722/1980). Le informazioni scritte, che la pubblica amministrazione fornisca su richiesta del giudice a norma dell'art. 213, vanno inserite nel fascicolo d'ufficio, con la conseguenziale facoltà delle parti di esaminarle, senza che si richieda una comunicazione del cancelliere (Cass. I, n. 1304/1990). Il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto, ha stabilito che l'amministrazione entro sessanta giorni dalla comunicazione del provvedimento ddel giudice trasmette le informazioni richieste o comunica le ragioni del diniego. BibliografiaLuiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006. |