Codice di Procedura Civile art. 217 - Custodia della scrittura e provvedimenti istruttori.Custodia della scrittura e provvedimenti istruttori. [I]. Quando è chiesta la verificazione, il giudice istruttore dispone le cautele opportune per la custodia del documento, stabilisce il termine per il deposito in cancelleria delle scritture di comparazione [218, 219], nomina, quando occorre, un consulente tecnico [61 ss., 191 ss.] e provvede all'ammissione delle altre prove. [II]. Nel determinare le scritture che debbono servire di comparazione, il giudice ammette, in mancanza di accordo delle parti, quelle la cui provenienza dalla persona che si afferma autrice della scrittura è riconosciuta [215 1] oppure accertata per sentenza di giudice o per atto pubblico [2699, 2703 1 c.c.]. Inquadramento.Gli artt. 217, 218 e 219 dettano le modalità di svolgimento del procedimento di verificazione. È in facoltà del giudice, oltre che l'adozione delle misure di custodia del documento, anche l'individuazione delle prove rilevanti. Consulenza tecnica ed altri mezzi istruttoriNel procedimento di verificazione della scrittura privata, il giudice, ancorché abbia disposto una consulenza grafica, ha il potere-dovere di formare il proprio convincimento sulla base di ogni elemento istruttorio obiettivamente conferente, comprese le risultanze della prova testimoniale e la valutazione del complessivo comportamento tenuto dalla parte cui la sottoscrizione sia attribuita, senza essere vincolato ad alcuna graduatoria fra le varie fonti di accertamento della verità. Si spiega al riguardo che la consulenza tecnica sull'autografia di una scrittura privata disconosciuta, da un lato, non costituisce un mezzo imprescindibile per la verifica dell'autenticità della sottoscrizione, come si desume dalla formulazione dell'art. 217, mentre, dall'altro, non è suscettibile di conclusioni obiettivamente certe, tenuto conto del carattere irripetibile della forma della scrittura umana (Cass. I, n. 15686/2015; Cass. II, n. 887/2018). L'istanza di verificazione della scrittura privata, del resto, non implica ex se la formale apertura del procedimento incidentale, con l'emanazione automatica dei provvedimenti diretti alla custodia del documento impugnato, al deposito in cancelleria delle scritture di comparazione ed all'ammissione di mezzi istruttori, potendo non darsi luogo a tutto ciò quando gli elementi già acquisiti o la situazione processuale siano ritenuti sufficienti per una pronuncia al riguardo, o quando la domanda appaia manifestamente inammissibile o infondata (Cass. II, n. 8272/2012). È consentita la verificazione solamente di documenti originali (Cass. II, n. 1831/2000; Cass. I, n. 6022/2007). L'attribuzione del contenuto della scrittura ad un determinato soggetto in virtù della sua sottoscrizione (così da fondare una presunzione legale superabile dall'apparente sottoscrittore solo con l'esito favorevole della querela di falso) postula, infatti, che il documento sia stato prodotto in originale. Solamente nel documento originale possono individuarsi, del resto, quegli elementi la cui peculiarità consente di risalire, con elevato grado di probabilità, al reale autore della sottoscrizione, in relazione alla conosciuta specificità del profilo calligrafico, degli strumenti di scrittura abitualmente usati, delle stesse caratteristiche psico-fisiche del soggetto rappresentati dalla firma. Sussiste, pertanto, l'inidoneità della copia fotostatica, pur se munita di propria valenza probatoria, a formare oggetto di indagine grafologica a seguito di attivazione del procedimento incidentale di verificazione (Cass. II, n. 1995/2016). BibliografiaLuiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006. |