Codice di Procedura Civile art. 250 - Intimazione ai testimoni.Intimazione ai testimoni. [I]. L'ufficiale giudiziario, su richiesta della parte interessata, intima ai testimoni ammessi dal giudice istruttore di comparire nel luogo, nel giorno e nell'ora fissati, indicando il giudice che assume la prova e la causa nella quale debbono essere sentiti [103, 104 att.]. [II]. L'intimazione di cui al primo comma, se non è eseguita in mani proprie del destinatario o mediante servizio postale o posta elettronica certificata all'indirizzo risultante da pubblici elenchi, è effettuata in busta chiusa e sigillata 1. [III]. L'intimazione al testimone ammesso su richiesta delle parti private a comparire in udienza può essere effettuata dal difensore attraverso l'invio di copia dell'atto mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o a mezzo posta elettronica certificata all'indirizzo risultante da pubblici elenchi2. [IV]. Il difensore deposita copia dell'atto inviato e dell'avviso di ricevimento o la ricevuta di avvenuta consegna3.
[1] Comma aggiunto dall'art. 174 , comma 8, d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, con effetto dal 1° gennaio 2004. Ma v. il d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, il cui art. 27, comma 1, lett. c), n. 3), ha abrogato il suddetto art. 174 d.lgs. n. 196, cit. Successivamente il comma è stato modificato dall'art. 3, comma 2, lett. u), num. 1) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che dopo le parole «servizio postale» ha inserito le seguenti: «o posta elettronica certificata all'indirizzo risultante da pubblici elenchi»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [2] Comma sostituito dall'art. 25 della l. 12 novembre 2011, n. 183, Il testo era il seguente: «L'intimazione al testimone ammesso su richiesta delle parti private a comparire in udienza può essere effettuata dal difensore attraverso l'invio di copia dell'atto mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o a mezzo di telefax o posta elettronica nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici e teletrasmessi ». Ai sensi dell'art. 36 della l. n. 183 cit. la modifica ha vigore a partire dai trenta giorni successivi al 1° gennaio 2012. Il comma era stato aggiunto dall'art. 2 , comma 3, lett. d), d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80. Successivamente il comma è stato modificato dall'art. 3, comma 2, lett. u), num. 2) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha sostituito le parole: «all'indirizzo risultante da pubblici elenchi» alle parole «o a mezzo telefax»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [3] Comma aggiunto dall'art. 2 , comma 3, lett. d), d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80 e successivamente sostituito dall'art. 3, comma 2, lett. u), num. 3) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164; il testo precedente alla sostituzione era il seguente: «Il difensore che ha spedito l'atto da notificare con lettera raccomandata deposita nella cancelleria del giudice copia dell'atto inviato, attestandone la conformità all'originale, e l'avviso di ricevimento»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Inquadramento.Gli artt. da art. 250 a 257 dettano le modalità di intimazione e di assunzione dei testimoni, specificano le conseguenze della mancata comparizione, del rifiuto di deporre e dalla falsità della testimonianza, e accordano al giudice la facoltà di assumere nuovi testi ovvero di rinnovare l'esame dei testimoni già sentiti. Intimazione e decadenzaL’art. 250 prescrive gli adempimenti formali cui è tenuto la parte che abbia richiesto la prova testimoniale. La norma va coordinata con la previsione della decadenza, ex artt. 208 e 104 disp. att., della parte dal diritto di far escutere i testi per la sua mancata comparizione all’udienza fissata, ovvero per l’omessa citazione degli stessi. Spetta quindi alla parte interessata l’onere di chiedere all’ufficiale giudiziario, o al proprio difensore (che può provvedervi mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o a mezzo posta elettronica certificata o a mezzo telefax), di intimare la comparizione ai testimoni per l’udienza in cui è fissata la loro deposizione, nel termine e con le modalità di cui all’art. 103 disp. att. Tali adempimenti sono stabiliti a pena di decadenza, che va dichiarata d’ufficio dal giudice, e non necessariamente su istanza della parte comparsa, senza che sia perciò rilevante che la controparte interessata abbia sollevato la relativa eccezione all’udienza successiva (Cass. III, n. 5368/2011). La dottrina nota, peraltro, una certa asimmetria nel sistema, in quanto la rinuncia esplicita al teste, ex art. 245, comma 2, impone, oltre che l’adesione delle altri parti, anche il consenso del giudice, laddove la rinuncia implicita, sia per mancata intimazione (ex art. 104, comma 1, disp. att.) sia per assenza della parte istante dall'udienza (ex art. 208, comma 1), avviene per effetto del solo accordo tra il rinunciante e la controparte, che neppure citi il teste, impedisce di fatto l’assunzione della testimonianza (Giabardo, 1863). La mancata intimazione ai testi non comporta, tuttavia, decadenza dalla prova testimoniale ove l’omissione di tale adempimento sia stata priva di rilievo per essersi i testimoni indicati presentati spontaneamente al giudice, nell'udienza fissata per rendere la loro disposizione (Cass. lav., n. 3759/1993). Lo stesso sistema opera pure nel rito del lavoro, giacché la disposizione dell’undicesimo comma dell’art. 420, secondo cui a tutte le notificazioni e comunicazioni occorrenti provvede l’ufficio, si riferisce soltanto alle notificazioni e comunicazioni necessarie per la instaurazione del contraddittorio nelle ipotesi di chiamata in causa a norma degli art. 102, comma 2, 106 e 107 e, pertanto, non è applicabile in ordine alla citazione dei testimoni (Cass. lav., n. 7371/1998). Non comporta decadenza ex se l’inosservanza del termine di sette giorni prima dell’udienza fissato dal comma 1 dell’art. 103, disp. att. (Cass. II, n. 7477/1997). BibliografiaCapelli, Il principio di unità e infrazionabilità della prova come limite alle prove nuove in appello, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2001, 211 ss.; Giabardo, Nota in tema di prova testimoniale civile, in Giur. it. 2013, 1863; Pisapia, Appunti in tema di deduzioni e preclusioni istruttorie nel processo civile, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2000, 567 ss.; Querzola, La capacità a testimoniare tra diritto sostanziale e diritto processuale, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1998, 1393 ss.; Taruffo, Cultura e processo, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2009, 63 ss. |