Codice di Procedura Civile art. 251 - Giuramento dei testimoni.Giuramento dei testimoni. [I]. I testimoni sono esaminati separatamente [254]. [II]. Il giudice istruttore ammonisce il testimone sulla importanza religiosa e 1 morale del giuramento e sulle conseguenze penali delle dichiarazioni false o reticenti [366 3, 372 c.p.], e legge la formula: « consapevole della responsabilità che con il giuramento assumete davanti a Dio e agli uomini2, giurate di dire la verità, null'altro che la verità ». Quindi il testimone, in piedi, presta il giuramento pronunciando le parole: « lo giuro » [256] 3.
[3] La Corte cost., con sentenza 10 ottobre 1979, n. 117 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma nella parte in cui dopo le parole «il giudice istruttore ammonisce il testimone sulla importanza religiosa» e dopo le parole «consapevole della responsabilità che con il giuramento assumete davanti a Dio» non è contenuto l'inciso «se credente». Successivamente la Corte cost., con sentenza 5 maggio 1995, n. 149 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dello stesso comma : a) nella parte in cui prevede che il giudice istruttore «ammonisce il testimone sull'importanza religiosa, se credente, e morale del giuramento e sulle», anziché stabilire che il giudice istruttore «avverte il testimone dell'obbligo di dire la verità e delle»; b) nella parte in cui prevede che il giudice istruttore «legge la formula: "Consapevole della responsabilità che con il giuramento assumete davanti a Dio, se credente, e agli uomini, giurate di dire la verità, null'altro che la verità"», anziché stabilire che il giudice istruttore «lo invita a rendere la seguente dichiarazione: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza"»; c) nella parte in cui prevede: «Quindi il testimone, in piedi, presta il giuramento pronunciando le parole: "lo giuro"». Ne consegue che il comma 2 va letto come segue: «Il giudice istruttore avverte il testimone dell'obbligo di dire la verità e delle conseguenze penali delle dichiarazioni false e reticenti e lo invita a rendere la seguente dichiarazione: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza"». Inquadramento.Gli articoli da art. 250 a 257 dettano le modalità di intimazione e di assunzione dei testimoni, specificano le conseguenze della mancata comparizione, del rifiuto di deporre e dalla falsità della testimonianza, e accordano al giudice la facoltà di assumere nuovi testi ovvero di rinnovare l’esame dei testimoni già sentiti. L’esame separato dei testiL’escussione di un teste che abbia assistito alle deposizioni dei testimoni precedentemente sentiti, in violazione del disposto dell’art. 251, comma 1 – secondo cui i testimoni sono esaminati separatamente –, non comporta la nullità della prova, atteso che l’inosservanza di tale disposizione rileva solo ai fini della valutazione dell’attendibilità del teste (Cass. lav., n. 7800/1993). Il giuramentoLa mancata prestazione del giuramento, prescritto dall’art. 251, non comporta, in difetto di espressa comminatoria di legge, la nullità della prova testimoniale, in quanto il giuramento medesimo non costituisce un requisito indispensabile affinché l’atto raggiunga lo scopo cui è destinato (Cass. III, n. 22330/2007). Le dichiarazioni assunte dal giudice hanno natura di testimonianza e la loro falsità integra il delitto di falsa testimonianza, nonostante la mancata osservanza degli adempimenti preliminari di cui all’art. 251, in quanto l’atto che, nel giudizio civile, investe un soggetto della qualità di teste è l’ordinanza del giudice che ammette a deporre la persona indicata (Cass. pen. I, n. 1740/2002).
BibliografiaCapelli, Il principio di unità e infrazionabilità della prova come limite alle prove nuove in appello, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2001, 211 ss.; Giabardo, Nota in tema di prova testimoniale civile, in Giur. it. 2013, 1863; Pisapia, Appunti in tema di deduzioni e preclusioni istruttorie nel processo civile, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2000, 567 ss.; Querzola, La capacità a testimoniare tra diritto sostanziale e diritto processuale, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1998, 1393 ss.; Taruffo, Cultura e processo, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2009, 63 ss. |