Codice di Procedura Civile art. 255 - Mancata comparizione dei testimoni.

Antonio Scarpa

Mancata comparizione dei testimoni.

[I]. Se il testimone regolarmente intimato [250; 103 att.] non si presenta, il giudice istruttore può ordinare una nuova intimazione oppure disporne l'accompagnamento all'udienza stessa o ad altra successiva. Con la medesima ordinanza il giudice, in caso di mancata comparizione senza giustificato motivo, può condannarlo ad una pena pecuniaria non inferiore a 100 euro e non superiore a 1.000 euro. In caso di ulteriore mancata comparizione senza giustificato motivo, il giudice dispone l’accompagnamento del testimone all’udienza stessa o ad altra successiva e lo condanna a una pena pecuniaria non inferiore a 200 euro e non superiore a 1.000 euro 1.

[II]. Se il testimone si trova nell'impossibilità di presentarsi o ne è esentato dalla legge o dalle convenzioni internazionali, il giudice si reca nella sua abitazione o nel suo ufficio; e, se questi sono situati fuori della circoscrizione del tribunale, delega all'esame il giudice istruttore del luogo [203; 105 att.2.

 

[1] Comma così sostituito dall'art. 2 1 lett. n) l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2 4 l. n. 263, cit., tali modifiche si applicano per i procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006. Il testo precedentemente in vigore era il seguente: «[I]. Se il testimone regolarmente intimato non si presenta, il giudice istruttore può ordinare una nuova intimazione oppure disporne l'accompagnamento all'udienza stessa o ad altra successiva. Con la medesima ordinanza lo condanna a una pena pecuniaria non inferiore a 2 euro e non superiore a 5 euro, oltre che alle spese causate dalla mancata presentazione». Successivamente al presente comma è stato aggiunto l'ultimo periodo dall'art. 46, comma 7, della l. 18 giugno 2009, n. 69 (legge di riforma 2009), con effetto a decorrere dal 4 luglio 2009, per i giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore.

[2] Comma così modificato dall'art. 65 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51.

Inquadramento.

Gli articoli da art. 250 a 257 dettano le modalità di intimazione e di assunzione dei testimoni, specificano le conseguenze della mancata comparizione, del rifiuto di deporre e dalla falsità della testimonianza, e accordano al giudice la facoltà di assumere nuovi testi ovvero di rinnovare l’esame dei testimoni già sentiti.

Rinvio

Nell'ipotesi di mancata comparizione in udienza di testimoni ritualmente citati dalla parte interessata, qualora il giudice non abbia esercitato il potere di ordinare una nuova intimazione o di disporne l'accompagnamento coattivo, ai sensi dell'art. 255, l'onere di citare i testimoni all'udienza cui il giudice abbia rinviato per l'assunzione della prova grava sulla parte interessata, a pena di decadenza, ai sensi dell'art. 104 disp. att., non potendo giovarsi la parte del mancato esercizio di poteri discrezionali attribuiti al giudice, stante la diversa «ratio» alla base, da un lato, dell'art. 104 (nonché degli artt. 208 e 250), fondata sul principio dispositivo del processo e sul rilievo del contraddittorio con la controparte, e, dall'altro, dell'art. 255, fondata sul dovere di testimonianza e sugli strumenti attribuiti al giudice per assicurare lo svolgimento del processo (Cass. III, n. 1020/2013).

Nell'ipotesi di prima mancata comparizione del teste, non è prevista alcuna automatica irrogazione di sanzioni. Il giudice, infatti, verificata l'assenza del teste ritualmente intimato, può disporre il semplice rinvio dell'udienza, con onere della parte interessata di rinnovare la citazione, oppure può ordinare una nuova intimazione, o ancora disporre l'accompagnamento coattivo, e, se l'assenza appare ingiustificata, può condannare il teste ad una sanzione pecuniaria. Nel caso di ulteriore assenza del testimone, il giudice, invece, senza più alcuna discrezionalità, ne «dispone» l'accompagnamento coattivo, insieme all'irrogazione della sanzione pecuniaria (Giabardo, 1863).

Bibliografia

Capelli, Il principio di unità e infrazionabilità della prova come limite alle prove nuove in appello, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2001, 211 ss.; Giabardo, Nota in tema di prova testimoniale civile, in Giur. it. 2013, 1863; Pisapia, Appunti in tema di deduzioni e preclusioni istruttorie nel processo civile, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2000, 567 ss.; Querzola, La capacità a testimoniare tra diritto sostanziale e diritto processuale, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1998, 1393 ss.; Taruffo, Cultura e processo, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2009, 63 ss.

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