Codice di Procedura Civile art. 262 - Poteri del giudice istruttore.

Antonio Scarpa

Poteri del giudice istruttore.

[I]. Nel corso dell'ispezione o dell'esperimento il giudice istruttore può sentire testimoni per informazioni [421 3] e dare i provvedimenti necessari per l'esibizione della cosa o per accedere alla località.

[II]. Può anche disporre l'accesso in luoghi appartenenti a persone estranee al processo, sentite se è possibile queste ultime, e prendendo in ogni caso le cautele necessarie alla tutela dei loro interessi [118 1].

Inquadramento

Gli articoli da 258 a 262 regolano i poteri del giudice quanto all'ispezione di luoghi, di cose mobili e immobili, persone, all'esecuzione di rilievi, calchi e riproduzioni, nonché le relative modalità di esecuzione.

Tanto le ispezioni che gli esperimenti costituiscono uno strumento estremo di conoscenza per il giudice, esperibile non per sopperire all'inerzia della parte onerata della prova, ma per acquisire alla realtà del processo, mediante indagine diretta, elementi essenziali del fatto controverso, già ben determinati nella dialettica processuale, sicché il ricorso a tali mezzi è rimesso all'iniziativa e discrezionale valutazione del giudice di merito, e non è sindacabile in sede di legittimità.

Riproduzioni prodotte dalla parte e riproduzioni disposte dal giudice

Le riproduzioni meccaniche, prodotte dalla parte, sono precostituite al processo e formano piena prova, in analogia a quanto disposto per le scritture private, se la parte contro cui sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti da esse rappresentati. Esse non vanno confuse con le riproduzioni e gli esperimenti disposti dal giudice istruttore, a norma dell'art. 261, che sono prove che si formano nel corso dello stesso processo e vanno assunte con le forme e le garanzie previste dalla legge processuale.

Così, ad esempio, la fotografia costituisce prova precostituita della sua conformità alle cose e ai luoghi rappresentati, sicché chi voglia inficiarne l'efficacia probatoria non può limitarsi a contestare i fatti che la parte che l'ha prodotta intende con essa provare, ma ha l'onere di disconoscere tale conformità (Cass. III, n. 8682/2009).

Bibliografia

Luiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010.

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