Codice di Procedura Civile art. 285 - Modo di notificazione della sentenza.Modo di notificazione della sentenza. [I]. La notificazione della sentenza, al fine della decorrenza del termine per l'impugnazione [325, 326], si fa, su istanza di parte, a norma dell'articolo 170, [286, 292 4, 479 2] 1.
[1] Comma così modificato dall'art. 46, comma 10, della l.18 giugno 2009, n. 69, che ha soppresso le parole: "primo e terzo comma". La legge di riforma del 2009 ha effetto a decorrere dal 4 luglio 2009, per i giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore. Inquadramento.Gli artt. 285 e 286 regolano i modi di notificazione della sentenza. Notificazione della sentenzaA norma dell'art. 285, la notificazione della sentenza, ai fini della decorrenza del termine per l'impugnazione, si fa su istanza di parte: la parola «parte» sta ad indicare i soggetti del rapporto processuale ed i loro difensori, che, in virtù della procura alle liti, hanno potere di compiere, nell'interesse di tali soggetti, tutti gli atti del processo, che a questi non siano espressamente riservati dalla legge, senza che sia necessaria una procura ad hoc. La prescrizione dell'art. 285 può ritenersi adempiuta ogniqualvolta, nonostante la mancanza di apposita indicazione nella relata di notifica, non vi sia, comunque, incertezza assoluta sulla parte istante, qualora, cioè, l'identificazione di quest'ultima possa essere compiuta, senza margini di dubbio, sulla base del contenuto dell'atto notificato, circostanza che si verifica allorché, risultando dalla relata di notifica apposta in calce alla sentenza che l'ufficiale giudiziario ha proceduto «a richiesta come in atti» ed essendo soltanto due le parti in causa, l'istanza di notifica della sentenza ad una delle parti non può che provenire dall'altra (Cass. I, n. 18705/2012). La notificazione della sentenza ad iniziativa di chi non è parte né procuratore della parte deve considerarsi giuridicamente inesistente, per la non configurabilità, nel vigente sistema del codice di rito, di un'utile gestione processuale, che affiderebbe la disponibilità della lite a persona estranea ai contendenti (Cass. I, n. 18075/2004; Cass. V, n. 28536/2017). Dopo la costituzione in giudizio, il procuratore costituito è, ai sensi dell'art. 170 (richiamato anche dall'art. 285), destinatario di tutte le notificazioni e comunicazioni, con la conseguenza che queste, quando l'atto non sia ricevuto personalmente dal procuratore, ovunque reperito, possono essere eseguite solo nel domicilio da lui eletto. Ai fini della decorrenza del termine breve per l'impugnazione, la notifica della sentenza deve essere effettuata presso il domicilio (reale o eletto) del difensore e non già presso il domicilio eletto della parte, anche se detti luoghi siano coincidenti (Cass. I, n. 21734/2016). Si è ritenuta validamente effettuata, ai fini delle successive notificazioni, la variazione in appello del domicilio eletto in primo grado contenuta in un atto indirizzato alla controparte, sebbene non diretto specificamente a far conoscere a quest'ultima detta variazione (Cass. II, n. 18202/2017). La notificazione della sentenza in forma esecutiva eseguita alla controparte personalmente anziché al procuratore costituito è inidonea a far decorrere il termine breve d'impugnazione sia nei confronti del notificante che del destinatario ( Cass. VI-2, n. 455/2022; Cass. I, n. 7197/2019 ; Cass. III, n. 16804/2015; Cass. VI, n.4374/2017). La notificazione della sentenza, anche se munita di formula esecutiva, effettuata però alla parte presso il procuratore costituito è equivalente alla notificazione al procuratore stesso, prescritta dagli artt. 285 e 170, ed è pertanto idonea a far decorrere il termine di cui all'art. 325 (Cass. VI, n. 18493/2014; Cass. III, n. 18640/2011). Ai fini della decorrenza del termine breve per l'impugnazione, la notifica della sentenza alla parte presso il procuratore costituito, ancorché eseguita presso la cancelleria del giudice a quo ex art. 82 r.d. n. 37/1934, è, tuttavia, equivalente alla notifica al procuratore stesso, solo se fatta con l'indicazione del nome e del cognome del procuratore e quale destinatario, in tale qualità, della notificazione, in modo da assicurare che la sentenza sia portata a conoscenza della persona professionalmente qualificata ad esprimere un parere tecnico sulla convenienza e l'opportunità della proposizione del gravame (Cass. VI, n. 2133/2016). Così anche la notificazione della sentenza eseguita personalmente alla parte che, rivestendo la qualità necessaria per esercitare l'ufficio di difensore con procura presso il giudice adito, sia stata in giudizio di persona senza il ministero di altro procuratore, è idonea a far decorrere il termine breve per l'impugnazione, a nulla rilevando che la notifica sia avvenuta in forma esecutiva e contestualmente al precetto ai sensi dell'art. 479 (Cass. VI, n. 18053/2017). La morte o la perdita di capacità della parte costituita a mezzo di procuratore, dallo stesso non dichiarate in udienza o notificate alle altre parti, comporta, giusta la regola dell'ultrattività del mandato alla lite, che: la notificazione della sentenza fatta a detto procuratore è idonea a far decorrere il termine per l'impugnazione nei confronti della parte deceduta o del rappresentante legale di quella divenuta incapace (Cass. S.U., n. 15295/2014; Cass. III, n. 4006/2018;Cass. V. n. 11072/2018). La notificazione della sentenza alla parte che sia stata dichiarata contumace per accertata irregolarità della sua costituzione in giudizio, deve essere eseguita a tale parte personalmente, senza che possa il notificante valutare la situazione processuale in maniera eventualmente difforme da quella emergente da tale formale declaratoria del giudice che l'ha valutata (Cass. lav., n. 9436/2000). Qualora la parte abbia nominato due difensori, con poteri anche disgiunti, la morte del procuratore domiciliatario comporta automaticamente l'inefficacia dell'elezione di domicilio, con la conseguenza che la notifica degli atti non può più avvenire, secondo il disposto dell'art. 141, comma 4, presso lo studio del medesimo; valida, invece, l'ulteriore notifica compiuta al procuratore rimasto in vita, ai sensi degli artt. 170 e 285, presso la cancelleria del giudice che ha emesso la sentenza impugnata, qualora detto difensore, non appartenente al foro del luogo ove ha sede l'autorità giudiziaria che ha emesso la sentenza, non abbia eletto domicilio nel territorio di detto comune, con la conseguenza che dalla data di tale notifica decorre il termine breve per proporre impugnazione (Cass. III, n. 6781/2016). Il termine breve di impugnazione di cui all'art. 325 decorre, anche per il notificante, dalla data in cui la notifica viene eseguita nei confronti del destinatario, in quanto gli effetti del procedimento notificatorio, ed in particolare la decorrenza del termine predetto, vanno unitariamente ricollegati al suo perfezionamento e, proprio perché interni al rapporto processuale, sono necessariamente comuni ai soggetti che ne sono parti (Cass. S.U., n. 6278/2019). BibliografiaLuiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010. |