Codice di Procedura Civile art. 292 - Notificazione e comunicazione di atti al contumace 1 .Notificazione e comunicazione di atti al contumace1. [I] L'ordinanza che ammette l'interrogatorio o il giuramento [230, 233, 240, 241], e le comparse contenenti domande nuove o riconvenzionali [36, 267 ss.] da chiunque proposte sono notificate personalmente al contumace nei termini [152] che il giudice istruttore fissa [con ordinanza]2 [327 2]3 [II]. Le altre comparse si considerano comunicate con il deposito [in cancelleria e con l'apposizione del visto del cancelliere sull'originale]4 [111 2 att.]. [III]. Tutti gli altri atti non sono soggetti a notificazione o comunicazione. [IV]. Le sentenze sono notificate alla parte personalmente.
[1] La Corte cost., con sentenza 28 novembre 1986, n. 250, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo nella parte in cui non prevede la notificazione al contumace del verbale in cui si dà atto della produzione della scrittura privata nei procedimenti di cognizione ordinaria dinanzi al pretore e al giudice di pace. [2] Le parole «con ordinanza» sono state soppresse dall'art. 3, comma 1, lett. nn), n. 1, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [3] La Corte cost., con sentenza 6 giugno 1989, n. 317 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma, in relazione all'art. 215 n. 1, dello stesso codice, nella parte in cui non prevede la notificazione al contumace del verbale in cui si dà atto della produzione della scrittura privata non indicata in atti notificati in precedenza. [4] Le parole « in cancelleria e con l'apposizione del visto del cancelliere sull'originale» sono state soppresse dall'art. 3, comma 1, lett. nn), n. 2, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. InquadramentoIl processo contumaciale è caratterizzato dalla necessaria notifica personale al contumace di alcuni atti che potrebbero, come nell'ipotesi delle comparse contenenti domande nuove e riconvenzionali, far sorgere un interesse dello stesso a partecipare attivamente al giudizio, ampliandone l'oggetto ovvero di atti che potrebbero avere rilevanti conseguenze sul piano istruttorio (Ciaccia Cavallari, 325;Luiso, II, 230). in generale è stato chiarito che la previsione costituisce una particolare applicazione del principio del contraddittorio ed è dettata nell'esclusivo interesse del contumace, sicché l'inosservanza dell'obbligo di notificazione determina una nullità non assoluta ma relativa, che non può essere rilevata d'ufficio dal giudice, ma va dedotta dallo stesso contumace all'atto della sua eventuale, successiva costituzione, ovvero mediante impugnazione della sentenza che abbia pronunciato sulla domanda nuova non notificata (Cass. n. 14625/2010). La disposizione è stata modificata dal recente d.lgs. n. 164 del 2024 sotto due profili. Innanzi tutto, con l’intervento sul primo comma, è eliminato il riferimento all’ordinanza quale veste formale del provvedimento con il quale il giudice indica i termini per la notifica personale al contumace dell’ordinanza che ammette l'interrogatorio o il giuramento, le comparse contenenti domande nuove o riconvenzionali da chiunque proposte. Questa modifica si è resa necessaria poiché, rispetto alle comparse contenenti domande nuove o riconvenzionali, sia di altri convenuti che di terzi chiamati in causa o intervenuti, l’ordine di notifica personale degli stessi alla parte contumace potrebbe essere effettuato con il decreto di cui all’art. 171-bis.
Il correttivo è poi intervenuto sul secondo comma dello stesso art. 292 c.p.c. eliminando i riferimenti al deposito dell’atto in modalità cartacea, in conformità alle previsioni sul deposito generale degli atti in forma telematica contenute negli artt. 196-quater e ss. disp. att. c.p.c. Ratio della normaIl processo contumaciale è caratterizzato dalla necessaria notifica personale (non essendo detta parte, per definizione, costituita a mezzo di un difensore) al contumace di alcuni atti che potrebbero, come nell'ipotesi delle comparse contenenti domande nuove e riconvenzionali, far sorgere un interesse dello stesso a partecipare attivamente al giudizio, ampliandone l'oggetto ovvero di atti che potrebbero avere rilevanti conseguenze sul piano istruttorio (Ciaccia Cavallari, 325; Luiso, II, 230). Tuttavia l'omessa notifica di detti atti alla parte contumace, trattandosi di onere posto nell'esclusivo interesse della stessa, non determina una nullità assoluta rilevabile d'ufficio dal giudice, ma deducibile dalla sola parte contumace al momento della costituzione in causa ovvero in sede di impugnazione della sentenza (v., da ultimo, Cass., n. 8697/2018). Tale assunto trova applicazione anche nell'ipotesi di omessa notifica di una nuova domanda al contumace che sia litisconsorte necessario rispetto alla stessa, trattandosi di un obbligo stabilito nel suo interesse esclusivo (Cass. n. 9527/2018). Sempre in virtù dell'assunto per il quale la norma in esame, che impone la notifica al contumace delle comparse contenenti domande nuove o riconvenzionali, costituisce una particolare applicazione del principio del contraddittorio, ed è dettata nell'esclusivo interesse del contumace, il quale soltanto, costituendosi in giudizio, potrà far valere la inosservanza della citata norma, si è evidenziato, nella recente giurisprudenza della S.C., che non è conseguentemente ipotizzabile alcuna sua accettazione del contraddittorio sulla domanda nuova (Cass. n. 9538/2018, la quale ha precisato, nella specie, che l'ampliamento del "thema decidendum" era comunque escluso dal regime delle preclusioni operante anche nel procedimento di opposizione a sanzione amministrativa, in cui i motivi di opposizione costituiscono l'unica ed esclusiva "causa petendi" della domanda coinvolgente la pretesa sanzionatoria della P.A.). Notifica al contumace di alcuni atti processualiSi prevede, in primo luogo, che debbano essere notificate personalmente al contumace le ordinanze ammissive nei suoi confronti dell'interrogatorio formale e del giuramento e ciò in relazione alle conseguenze ascritte dalla condotta della parte che non renda l'interrogatorio o il giuramento deferito (per le quali v. artt. 232 e 239). Lo stesso obbligo non sussiste quando l'interrogatorio o il deferimento siano stati deferiti ad un'altra parte (cfr. Cass. n. 1235/1965). Ritenendo che sussistesse la medesima finalità la Corte Costituzionale ha aggiunto la necessità che venga notificato personalmente al contumace il verbale in cui si dà atto della produzione della scrittura privata non indicata in atti notificati in precedenza, attese le conseguenze derivanti dal riconoscimento implicito della scrittura privata ex artt. 214 e 215. Ne deriva che, qualora tale notifica non avvenga, la parte rimasta contumace nel giudizio di primo grado potrà disconoscere in appello, nell’atto introduttivo del giudizio, la scrittura privata contro di essa prodotta nella precedente fase ed utilizzata nella sentenza impugnata ai fini della decisione (Cass. n. 13145/2021). Resta fermo, per altro verso, che non é necessaria alcuna comunicazione al contumace di un atto istruttorio indicato e precisato dall'attore nella citazione introduttiva del giudizio e portato, quindi, a conoscenza del contumace stesso (Cass. n. 2422/1962). L'ordinanza che dispone il tentativo di conciliazione, emessa dal giudice onorario aggregato a norma dell'art. 13, comma 2, l. n. 276/1997, deve essere comunicata alla parte contumace, non ostandovi la mancata inclusione dell'ordinanza suddetta fra gli atti elencati, in via tassativa, dall'art. 292, attesa l'anteriorità della norma codicistica rispetto a quella speciale e tenuto conto del principio della successione delle leggi nel tempo (secondo le indicazioni provenienti dalla sentenza Corte cost. n. 130/2002), con la conseguenza che la mancata comunicazione determina la nullità degli atti del giudizio di primo grado (Cass. n. 1434/2018). L'opposizione a decreto ingiuntivo nelle materie soggette al rito del lavoro si propone con ricorso; tuttavia, ove sia, per errore, proposta con citazione, essa può impedire comunque che il decreto divenga definitivo, non già se notificata alla controparte entro il termine di cui all'art. 641, ma solo se, entro tale termine, venga altresì depositata in cancelleria: la S.C. ha chiarito che, ove ricorra tale ipotesi, il giudice dovrà ordinare d'ufficio il mutamento del rito, disponendo la notifica del proprio provvedimento all'opposto, se contumace, senza necessità che l'opponente richieda l'emanazione del decreto di fissazione dell'udienza di discussione, ai sensi dell'art. 420 (Cass. III, n. 797/2013). Notifica al contumace di atti contenenti domande nuove o riconvenzionaliÈ prevista, inoltre, la notifica personale al contumace delle comparse da chiunque provengano che contengono domande nuove e riconvenzionali. Come è stato da lungo tempo chiarito, la norma in esame, disponendo che al contumace debbono essere notificate personalmente le comparse contenenti domande nuove, intende riferirsi con quest'ultima espressione alle istanze modificatrici della domanda originariamente proposta, non già a quelle che ne precisano l'ammontare o che tendono ad ottenere l'ammissione di mezzi istruttori senza per nulla spostarne i limiti o alterarne l'essenza (Cass. n. 2199/1965). Pertanto va ad esempio notificata al contumace la memoria con la quale, nell'esercizio della facoltà di cui all'art. 1453 c.c., la parte che aveva chiesto l'adempimento del contratto ne domandi poi la risoluzione (Cass. n. 1016/1970). Il giudice di appello che rilevi la nullità della statuizione della sentenza di primo grado per aver pronunciato su domande nuove, contenute in una comparsa di intervento non notificata personalmente al contumace ex art. 292 c.p.c., deve, dopo aver dichiarato tale nullità, decidere nel merito e non rimettere la causa al primo giudice - attesa la tassatività delle cause di rimessione di cui agli artt. 353 e 354 c.p.c. - trattandosi di nullità relativa che, a differenza di quella afferente alla notificazione della citazione introduttiva, presuppone una valida costituzione del rapporto processuale (Cass. n. 28452/2023). La S.C. ha più volte precisato che la norma in esame deve essere applicata anche alle comparse contenenti l'appello incidentale, ponendosi in tale situazione la stessa esigenza di rispetto del principio del contraddittorio, onde consentire al contumace di prendere conoscenza dell'appello incidentale a tutela del suo diritto di difesa (Cass. n. 1436/2015). È stato inoltre chiarito, sotto altro profilo, che l'atto di intervento volontario in giudizio, anche adesivo, che contenga la formulazione di una domanda diretta nei confronti della parte rimasta contumace, deve essere notificato anche a quest'ultima parte (Cass. n. 586/2015). La comparsa di intervento del successore a titolo particolare nel diritto controverso deve essere notificata al convenuto contumace anche se l'interventore si associ alle domande degli altri soggetti, già partecipi del giudizio, poiché il contumace, oltre a poter contestare la legittimità dell'intervento od opporre eccezioni personali, ha comunque diritto ad essere informato della presenza in causa di una nuova parte, salvo il caso in cui la comparsa d'intervento non contenga domande nei suoi confronti (Cass. II, n. 17328/2015). Tuttavia, nei giudizi con pluralità di parti,la mancata notifica di una domanda nuova al contumace non impedisce di esaminare se, rispetto alla medesima domanda, sia stato accettato il contraddittorio da altra parte costituita (Cass. n. 278/1965). Atti processuali che non devono essere notificati al contumaceCasistica Interrotto il processo di primo grado, l'atto di riassunzione non deve essere notificato alle parti contumaci, in assenza di mutamenti sostanziali degli elementi costitutivi del processo (Cass. n. 1112/2014). L'atto di riassunzione senza mutamenti sostanziali degli elementi costitutivi del processo, come quello dovuto alla morte del difensore, non deve essere notificato alla parte contumace: infatti il contumace deve essere posto a conoscenza mediante la relativa notificazione, dell'atto riassuntivo solo quando questo comporti un radicale mutamento della preesistente situazione processuale, perché, in tal caso, la duplice circostanza che egli abbia accettato la precedente situazione processuale e deciso di non partecipare al giudizio non consente di presumere che intenda mantenere la stessa condotta nella nuova situazione (Cass. n. 13015/2018). Analogamente, l'atto di riassunzione dopo la sospensione del processo non deve essere oggetto di notifica personale al contumace (Cass. n. 3257/1953). In caso di riassunzione di un processo dichiarato interrotto la parte rimasta contumace non ha diritto a ricevere alcuna comunicazione del rinvio d'ufficio dell'udienza fissata per la riassunzione, sebbene disposto per la proclamata astensione dal lavoro del personale di cancelleria, senza che assuma rilievo, in senso contrario, che l'avvenuta formale declaratoria della contumacia sia stata compiuta nell'udienza ancora successiva, trattandosi di atto meramente accertativo (Cass. III, n. 18454/2015). La comparsa con cui si costituisce volontariamente in causa, ai fini della prosecuzione del processo, il successore universale della parte costituita deceduta nelle more del giudizio non rientra fra gli atti per i quali l'art. 292 prescrive, con elencazione tassativa, la notificazione personale al contumace, atteso che, subentrando il successore universale nella stessa posizione processuale del proprio autore, nessuna lesione del diritto e della garanzia del contraddittorio deriva al contumace medesimo dalla omessa notifica di detto intervento (Cass. n. 1935/2023; Cass. n. 5057/2003). Qualora venga disposto un rinvio d'ufficio di esso non deve essere data comunicazione al convenuto contumace, poiché la relativa ordinanza non rientra tra i provvedimenti tassativamente indicati, all'art. 292, come quelli oggetto di necessaria notificazione personale alla parte non costituita: ne consegue che la mancata notizia di detto rinvio non determina alcuna violazione del principio del contraddittorio (Cass. n. 7983/2011). Il principio secondo cui il provvedimento di rinvio d'ufficio di un'udienza istruttoria non deve essere notificato alla parte contumace, non prevedendolo l'art. 292 né l'art. 82, comma 3, disp. att., trova applicazione anche quando oggetto di tale rinvio sia l'udienza fissata per l'espletamento dell'interrogatorio formale dello stesso contumace; pertanto, qualora la controparte abbia ritualmente provveduto alla notificazione dell'ordinanza ammissiva dell'interrogatorio, il giudice può valutare, ai sensi dell'art. 232, la mancata presentazione alla nuova udienza del contumace il quale ha gli elementi per venire a conoscere la relativa data (Cass. n. 10157/2018). L'ordinanza ammissiva della consulenza tecnica d'ufficio non amplia l'oggetto del giudizio e, pertanto, non deve essere notificata alla parte contumace, ai sensi dell'art. 292 c.p.c. , sussistendo esclusivamente l'obbligo per l'ausiliare di dare comunicazione anche alla parte non costituita dell'inizio delle operazioni peritali, ai sensi degli artt. 260 e 90 disp. att. (Cass. n. 16413/2012). Le eventuali modifiche delle conclusioni, sempre che si collochino nell'ambito della semplice emendatio libelli , non devono essere notificate alla parte contumace, atteso che l'art. 292 prescrive che al contumace devono essere notificate con una apposita comparsa le domande nuove e non anche quelle che costituiscono la semplice precisazione o modificazione delle domande originariamente proposte e notificate (Cass. II, n. 19208/2011). La richiesta di attribuzione del bene non comodamente divisibile non costituisce una domanda nuova, ma un'eccezione e, pertanto, la comparsa che la contiene non deve essere notificata al contumace a norma dell'art. 292 (Cass. n. 247/1963). Ai fini dell'onere di notificazione al contumace, previsto dallo art. 292, per domande nuove devono intendersi quelle con cui si chiede l'attribuzione di un bene della vita, e non qualsiasi istanza che non modifichi la domanda originaria o che richieda prove della domanda stessa: di conseguenza, non costituisce estensione del petitum o domanda nuova, ne modificazione della materia del contendere, la richiesta di liquidazione del danno in via equitativa quando la domanda dedotta nello atto introduttivo sia stata di risarcimento dei danni da determinarsi in corso di giudizio (Cass. n. 1638/1968). La riassunzione del giudizio sospeso ad opera degli eredi dell'attore non richiede la notifica al convenuto contumace, in quanto non rientra nell'elenco degli atti tassativamente indicati dall'art. 292 c.p.c., né comporta un radicale mutamento della preesistente situazione processuale, sotto il profilo oggettivo o soggettivo, posto che gli eredi subentrano al loro dante causa nella medesima posizione processuale in cui quest'ultimo si trovava, senza poter operare alcuna sostanziale modificazione delle domande e delle eccezioni già precedentemente proposte in giudizio (Cass. n. 26800/2022). L'appello incidentale ex art. 343 c.p.c. nei confronti di parte costituita in giudizio, indipendentemente dal fatto che la costituzione sia avvenuta prima o dopo quella dell'appellante incidentale, si propone con il deposito della comparsa di risposta e senza obbligo di preventiva notifica, quest'ultima essendo viceversa necessaria soltanto nei confronti di chi resti contumace nel giudizio di secondo grado, senza che sia ravvisabile alcuna lesione del diritto di difesa, posto che l'appellato può sempre proporre, a sua volta, impugnazione incidentale tardiva (Cass. n. 36541/2023). Notifica delle sentenzeLa notificazione della sentenza alla parte che sia stata dichiarata contumace deve essere eseguita a tale parte personalmente, senza che il notificante possa valutare la situazione processuale in maniera eventualmente difforme dalla formale declaratoria del giudice e senza che rilevi il fine della notificazione stessa, il cui compimento produce l'effetto di assoggettare il destinatario al termine breve di impugnazione (Cass. n. 11136/2002). Sulla questione è stato anche precisato che, nell'ipotesi in cui il giudizio si sia svolto nella contumacia di una parte, anche se non formalmente dichiarata, la sentenza che lo conclude deve essere notificata alla parte personalmente ai sensi dell'art. 292, ultimo comma, e dalla data di tale notifica decorre il termine breve per impugnare di cui all'art. 325 (Cass. n. 6571/2013). Sotto quest'ultimo profilo, è irrilevante la nullità insanabile della notificazione dell'atto introduttivo di primo grado, e ciò tanto nel caso in cui la notifica della sentenza sia effettuata nell'anno dalla pubblicazione quanto nel caso in cui sia effettuata successivamente, atteso che in entrambe le ipotesi la parte erroneamente dichiarata contumace si trova a prendere contestualmente conoscenza della lite, del procedimento e della sentenza, nonché della necessità di impugnare la stessa nel termine breve (Cass. n. 29037/2018). La notificazione dell'atto di appello presso il procuratore della parte erroneamente dichiarata contumace, anziché personalmente alla parte stessa, è inesistente, poiché in virtù delle esigenze di certezza necessarie per il verificare l'avvenuto rispetto dei termini di cui agli artt. 325 e 327, deve ritenersi vincolante la qualificazione data dal giudice alla posizione processuale della parte, quale strumento di tutela dell'appellante nell'esercizio del suo diritto al gravame (Cass. III, n. 10312/2012). L'art. 292, secondo il quale, in caso di contumacia, le sentenze sono notificate alla parte personalmente, si applica anche al rito tributario in forza del generale rinvio operato dall'art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 546/1992 alle norme processuali civili in quanto compatibili, attesa l'assenza nel processo tributario, da un lato, di alcuna disciplina della notifica delle sentenze alla parte contumace e, dall'altro, di principi tali da escludere l'applicazione dell'istituto della contumacia, la cui funzione, nell'ordinamento processuale, è quella di ridurre il pregiudizio che possa derivare ad una parte in ragione della mancata partecipazione attiva al processo, senza che osti a tale soluzione il disposto di cui all'art. 17, comma 2, del d.lgs. 546/1992 cit., che si limita a sancire l'efficacia ultrattiva dell'elezione di domicilio avvenuta nel primo grado di giudizio, per cui, in caso di contumacia limitata al giudizio di secondo grado, la sentenza d'appello può, nel rito tributario, essere utilmente notificata anche presso il domicilio eletto (Cass. VI, n. 28352/2015). È stato precisato che la notifica personale all'Inps di una sentenza relativa ad un giudizio in cui quest'ultima era rimasta contumace deve essere eseguita, ai sensi dell'art. 292, nella sede centrale dell'istituto in Roma, con la conseguenza che è inidonea ai fini della decorrenza del termine per l'impugnazione la notifica della sentenza stessa eseguita presso una sede provinciale dell'Istituto a mani di un impiegato di questa (Cass. lav., n. 23372/2015). BibliografiaBrandi, Contumacia, in Enc. dir., X, Milano 1962, 465 ss.; Caponi, La rimessione in termini nel processo civile, Milano, 1996; Ciaccia Cavallari, Contumacia, in Dig. civ., III, 1989, 320 ss.; De Santis F., La rimessione in termini nel processo civile, Torino, 1997; De Santis F., Decadenza del convenuto e rimessione in termini, in Riv. dir. proc. 1995, 507; Giannozzi, La contumacia nel processo civile, Milano, 1962; Punzi, La notificazione degli atti nel processo civile, Milano, 1959; Raganati, L'ordinanza che dispone l'interrogatorio libero deve essere notificata al contumace?, in Giur. mer. 2005, IV, 1495; Sassani (a cura di), La riforma delle società. Il processo, Torino 2013. |