Codice di Procedura Civile art. 293 - Costituzione del contumace.

Rosaria Giordano

Costituzione del contumace.

[I]. La parte che è stata dichiarata contumace può costituirsi in ogni momento del procedimento fino al momento in cui il giudice fissa l'udienza di rimessione della causa in decisione 1.

[II]. La costituzione avviene mediante deposito di una comparsa [166], della procura [83] e dei documenti  [in cancelleria o mediante comparizione all'udienza] 2.

[III]. In ogni caso il contumace che si costituisce può disconoscere, nella prima udienza o nel termine assegnatogli dal giudice istruttore, le scritture contro di lui prodotte [215 1 n. 1].

 

[1] Le parole « fino al momento in cui il giudice fissa l'udienza di rimessione della causa in decisione » sono state sostituite alle parole « fino all'udienza di precisazione delle conclusioni » dall'art. 3, comma 1, lett. oo), n. 1, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Precedentemente il comma era stato sostituito dall'art. 21 lett. r)l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2 4 l. n. 263/2005, cit., come modificato dall'art. 39-quater, d.l. 30 dicembre 2005, n. 273, conv. con modif., in l. 23 febbraio 2006, n. 51, tali modifiche si applicano per i procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006. Il testo precedentemente in vigore era il seguente: «[I]. La parte che è stata dichiarata contumace può costituirsi in ogni momento del procedimento fino all'udienza in cui la causa è rimessa al collegio a norma dell'articolo 189». 

[2] La parola «avviene» è stata sostituita alle parole « può avvenire»  e le parole «in cancelleria o mediante comparizione all'udienza» sono state soppresse dall'art. 3, comma 1, lett. oo), n. 2, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

La parte contumace può costituirsi in giudizio sino all'udienza di precisazione delle conclusioni, recte, dopo le novità introdotte dal d.lgs. n. 164 del 2024, a quella di rimessione della causa in decisione. 

Non è ammessa la costituzione del contumace in un momento successivo, poste le inderogabili esigenze di coordinamento tra l'attività difensiva delle parti e l'esercizio della funzione decisoria (Cass. n. 22618/2012; Cass. n. 3363/1998).

Il convenuto contumace che ad un certo punto decida d'intervenire in giudizio, lo fa accettandolo nello stato in cui si trova, salvo che non ricorrano gli estremi per la rimessione in termini (cfr. Giannozzi, 171).

Termini e modalità della costituzione in giudizio del contumace

Secondo la formulazione tradizionale della norma la parte contumace poteva costituirsi in giudizio sino all'udienza di precisazione delle conclusioni.

Con il recentissimo d.lgs. n. 164 del 2024 si è stabilito che la costituzione in causa del contumace può avvenire sino alla rimessione della causa in decisione. La modifica del primo comma è, come sottolineato dalla stessa Relazione Illustrativa, volta a coordinare la disposizione con la modifica delle modalità mediante le quali la causa viene rimessa in decisione realizzata dal d.lgs. n. 149 del 2022.

Come noto, infatti, tale decreto, nell’ambito del rito ordinario di cognizione di primo grado, ha stabilito che, in luogo della fissazione dell’udienza di precisazione delle conclusioni con successiva concessione dei termini per comparse conclusionali e memorie di replica, il giudice concede un triplo termine per il deposito, rispettivamente, di una memoria di precisazione delle conclusioni, della comparsa conclusionale e della memoria di replica e contestualmente fissa una successiva udienza di rimessione della causa in decisione. In sostanza, gli atti conclusivi sono ora depositati prima e non dopo la rimessione della causa in decisione.

Sennonché l’art. 293 c.p.c. continuava ad individuare il termine entro cui il contumace può costituirsi nell’udienza di precisazione delle conclusioni, con un evidente difetto di coordinamento che è stato così risolto con il richiamo, quale momento ultimo per la costituzione del contumace stesso, invece, a quello in cui la controversia è rimessa in decisione.

La ratio del limite temporale alla costituzione del contumace resta come sempre correlata alla necessità di conoscere precisamente le conclusioni di tutte le parti nel momento in cui la causa giunge alla fase di decisione (Carbonari, 3).

Sul punto in giurisprudenza è stato evidenziato che è preclusa la costituzione del contumace in un momento successivo, poste le inderogabili esigenze di coordinamento tra l'attività difensiva delle parti e l'esercizio della funzione decisoria (Cass. n. 3363/1998).

La costituzione può avvenire, secondo quanto previsto dal comma 2, depositando una comparsa, corredata della documentazione allegata.

Non è più contemplata, a seguito della generalizzazione dei depositi telematici, dopo il correttivo di cui al d.lgs. n. 164 del 2024, la possibilità della costituzione mediante comparizione all’udienza rispetto alla quale in giurisprudenza si era precisato che essa non si riferisce alla comparizione personale del medesimo contumace, ma a quella del suo difensore munito di valida procura (cfr. Cass. n. 7020/2020), 

In dottrina si era inoltre evidenziato che la possibilità sinora contemplata della costituzione del contumace mediante comparizione in udienza non comporta deroghe rispetto alle formalità richieste per la costituzione in giudizio (Brandi, 468).

Poteri processuali

In linea di principio la costituzione tardiva ex art. 293 c.p.c., consente al contumace la produzione di documenti nuovi limitatamente a quelli per i quali, al momento del loro deposito, non sia intervenuta la relativa decadenza processuale  (Cass. n. 108/2024).

Il comma 3 consente al contumace che si costituisce di disconoscere, nella prima udienza o nel termine assegnatogli dal giudice istruttore, le scritture contro di lui prodotte.

Tale disposizione consente di ritenere, a contrario, anche tenendo conto di quanto previsto dall'art. 294, che il convenuto contumace che ad un certo punto decida d'intervenire in giudizio, lo fa accettandolo nello stato in cui si trova, salvo che non ricorrano gli estremi per la rimessione in termini (cfr. Giannozzi, 171).

In tal senso nella recente giurisprudenza di legittimità si è affermato che l'eccezione di incompetenza per territorio non è proponibile dalla parte contumace dopo la definizione del giudizio di primo grado, salvo che ricorrano gli estremi per la rimessione in termini ai sensi dell'art. 294 (Cass. n. 11002/2015).

Si è ritenuto, in applicazione del medesimo principio, che la parte rimasta contumace in primo grado non può, nel giudizio di appello, contestare la titolarità passiva del rapporto controverso dovendo accettare il processo nello stato in cui si trova con tutte le preclusioni e decadenze già verificatesi (Trib. Teramo, 10 marzo 2015, n. 383).

Sempre in sede applicativa, ribadito l’assunto per il quale il convenuto contumace che ad un certo punto decida d'intervenire in giudizio, lo fa accettandolo nello stato in cui si trova salvo che non ricorrano gli estremi per la rimessione in termini, è stato evidenziato che tali regole valgono anche per gli eredi, la cui posizione è perfettamente equiparata a quella del dante causa contumace: detta equiparazione comporta, con l'applicazione analogica dell'art. 327, comma 2, che gli eredi debbano allegare specificamente la mancata conoscenza del processo, fornendone la prova, anche sulla base di elementi presuntivi in relazione alle circostanze del caso (App. Potenza, 19 dicembre 2014, n. 425).

Resta tuttavia fermo che alla contumacia del convenuto non può riconnettersi la mancata contestazione dei fatti allegati dall'attore, dal momento che la non negazione fondata sulla volontà della parte non può presumersi per il solo fatto del non essersi la stessa costituita in giudizio (con conseguente ammissibilità della suddetta contestazione da parte del convenuto costituitosi in appello: Cass. n. 14372/2023).

Bibliografia

Brandi, Contumacia, in Enc. dir., X, Milano 1962, 465 ss.; Caponi, La rimessione in termini nel processo civile, Milano, 1996; Ciaccia Cavallari, Contumacia, in Dig. civ., III, 1989, 320 ss.; De Santis F., La rimessione in termini nel processo civile, Torino, 1997; De Santis F., Decadenza del convenuto e rimessione in termini, in Riv. dir. proc. 1995, 507; Giannozzi, La contumacia nel processo civile, Milano, 1962; Punzi, La notificazione degli atti nel processo civile, Milano, 1959; Raganati, L'ordinanza che dispone l'interrogatorio libero deve essere notificata al contumace?, in Giur. mer. 2005, IV, 1495; Sassani (a cura di), La riforma delle società. Il processo, Torino 2013.

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