Codice di Procedura Civile art. 321 - Decisione 1Decisione1 [I]. Il giudice di pace, quando ritiene matura la causa per la decisione, procede ai sensi dell'articolo 281-sexies, ma se non da' lettura della sentenza in udienza la deposita entro quindici giorni dalla discussione2. [[II]. La sentenza è depositata in cancelleria entro quindici giorni dalla discussione.]3
[1] Articolo così sostituito dall'art. 30 l. 21 novembre 1991, n. 374. Il testo precedente recitava: «Conciliazione in sede non contenziosa. [I]. L'istanza per la conciliazione in sede non contenziosa è proposta anche verbalmente al conciliatore del comune in cui una delle parti ha residenza, domicilio o dimora, oppure si trova la cosa controversa». [2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 24, lett. f), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole: «procede ai sensi dell'articolo 281-sexies.» alle parole «invita le parti a precisare le conclusioni e a discutere la causa.» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Successivamente dall'art. 3, comma 3, lett. c), numero 1) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che ha aggiunto le parole: «, ma se non da' lettura della sentenza in udienza la deposita entro quindici giorni dalla discussione». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [3] Comma abrogato dall'art. 3, comma 3, lett. c), numero 2) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 . Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Inquadramento.L’art. 321, per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e poi del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, dispone che il giudice di pace, quando ritiene matura la causa per la decisione, procede ai sensi dell'art. 281-sexies, ma se non dà lettura della sentenza in udienza la deposita entro quindici giorni dalla discussione. Decisione della causaSecondo la giurisprudenza, il giudice di pace, pur non essendo tenuto a fissare un’udienza ad hoc per la precisazione delle conclusioni, deve pur sempre consentire alle parti tale imprescindibile attività processuale e dunque non può, a pena di nullità per violazione del diritto di difesa di cui all’art. 24 Cost., pronunziare sentenza subito dopo essersi riservato di provvedere sulle deduzioni delle parti, senza averle previamente invitate a precisare, nella stessa o in una successiva udienza, le rispettive conclusioni (Cass. II, n. 28681/2011). La decisione della causa che non sia stata preceduta dalla precisazione delle conclusioni definitive, istruttorie e di merito, né dal semplice invito a provvedervi rivolto dal giudice di pace alle parti, comporta, quindi, la nullità per violazione del diritto di difesa. Trattandosi di nullità non rientrante tra quelle tassativamente previste dall’art. 354, che impongono la rimessione della causa al giudice di primo grado, il giudice di appello, ove la questione sia ritualmente sollevata con l’atto di impugnazione, deve decidere nel merito previa rinnovazione degli atti nulli, cioè ammettendo le parti a svolgere tutte quelle attività che, in conseguenza della nullità, sono state loro precluse. Trova applicazione, ai sensi degli artt. 281-bis e 311, pure nel giudizio innanzi al giudice di pace l'art. 279, comma 1, - che, nel testo introdotto dall'art. 46, comma 9, lett. a), l. n. 69/2009, prescrive di decidere con ordinanza anche su questioni di competenza, rimanendo la decisione assoggettata solo all'appello e non anche al regolamento di competenza, attesa la permanente vigenza dell'art. 46 (Cass. VI, n. 12010/2014). BibliografiaChiarloni, Il giudice di pace, in Le riforme del processo civile, a cura di Sergio Chiarloni, Bologna, 1992; Chiarloni, Giudice di pace, in Dig. CIV., Torino, 1993; Proto Pisani, Il giudice di pace tra mito e realtà, in Foro it. 1989, V, 1 ss.; Rota, Il giudice di pace, in Le riforme della giustizia civile, a cura di Taruffo, Torino, 2000, 61 ss. |