Codice di Procedura Civile art. 326 - Decorrenza dei termini.

Mauro Di Marzio

Decorrenza dei termini.

[I]. I termini stabiliti nell'articolo 325 sono perentori [153] e decorrono dalla notificazione [149 3, 170, 285, 286] della sentenza 1, sia per il soggetto notificante che per il destinatario della notificazione, dal momento in cui il relativo procedimento si perfeziona per il destinatario, tranne [43 3, 47 2] per i casi previsti nei numeri 1, 2, 3 e 6 dell'articolo 395 e negli articoli 397 e 404, secondo comma, riguardo ai quali il termine decorre dal giorno in cui è stato scoperto il dolo o la falsità o la collusione o è stato recuperato il documento o è passata in giudicato [324] la sentenza di cui al numero 6 dell'articolo 395, o il pubblico ministero ha avuto conoscenza della sentenza [397]2.

[II]. Nel caso previsto nell'articolo 332, l'impugnazione proposta contro una parte fa decorrere nei confronti dello stesso soccombente il termine per proporla contro le altre parti.

 

[1] Sul tema del perfezionamento a favore del notificante, v. Corte cost. 26 novembre 2002, n. 477, Corte cost. 23 gennaio 2004, n. 28 e Cass. civ., S.U., 20 giugno 2007, n. 14294, in riferimento alla prova della consegna ai fini della tempestività della notifica dell'impugnazione. V., inoltre, ora l'art. 149, terzo comma.

[2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 25, lett. a),  del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole: «nell'articolo 325» alle parole «nell'articolo precedente»  e sono aggiunte le seguenti: «, sia per il soggetto notificante che per il destinatario della notificazione, dal momento in cui il relativo procedimento si perfeziona per il destinatario» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.- 4. Le norme dei capi I e II del titolo III del libro secondo e quelle degli articoli 283, 434, 436-bis, 437 e 438 del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano alle impugnazioni proposte successivamente al 28 febbraio 2023".

Inquadramento

Secondo la disposizione in commento, il termine breve di cui all'art. 325 (al cui commento si rinvia) per proporre le impugnazioni è perentorio: non vi è dubbio, tuttavia, che tale sia anche il termine lungo previsto dall'art. 327.

Il dies a quo per l'impugnazione delle sentenze può a seconda dei casi coincidere: i) dalla pubblicazione della sentenza (v. subart. 327); ii) dalla notificazione della sentenza (v. subartt. 285,286 e 325); iii) da un momento diverso, non prefissato (v. infra e subartt. 325, 395,397,404); iv) dalla comunicazione della sentenza (v. subart. 47, con la precisazione che la decisione sulla competenza è oggi resa con ordinanza, 72, comma 6).

Va qui rammentato che, secondo l'orientamento giurisprudenziale per ora fermo, il termine breve decorre altresì dalla notificazione dell'atto di impugnazione inammissibile o improcedibile, atteso che tale notificazione viene considerata equipollente a quella della sentenza implicando la conoscenza di essa (Cass. S.U. n. 12084/2016 Cass. n. 7618/2010; Cass. n. 10388/2005; Cass. n. 6560/2001 ).

E cioè, la notificazione dell'impugnazione equivale, sia per il notificante che per il destinatario, alla notificazione della sentenza, ai fini della decorrenza del termine breve per proporre altre impugnazioni, restando comunque salva la sospensione di detto termine nei casi previsti dalla legge, poiché tale equiparazione non influisce sul regime sospensivo esplicitato dalle norme (Cass. n. 26427/2020, che ha cassato senza rinvio la decisione d'appello, che non aveva rilevato la tardività dell'impugnazione proposta dopo l'istanza di regolamento di competenza, sebbene fosse decorso il termine breve per appellare, computato a partire dalla comunicazione della decisione sul regolamento, stante l'effetto sospensivo di cui all'art. 43; Cass. n. 16015/2020; sulla questione degli effetti della notificazione dell'atto di impugnazione v. pure sub art. 358).

Tale previsione è stata recepita dalla riforma del 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149), con l'inserimento nella norma dell'inciso: «sia per il soggetto notificante che per il destinatario della notificazione, dal momento in cui il relativo procedimento si perfeziona per il destinatario».

Decorrenza

Il termine breve per l'impugnazione della sentenza decorre di regola dalla sua notificazione effettuata ai sensi degli artt. 285 e 286 al cui commento si rinvia.

Deve trattarsi di notificazione al difensore, ovvero anche alla parte presso il difensore. Viceversa, a garanzia del diritto di difesa della parte destinataria della notifica in ragione della competenza tecnica del destinatario nella valutazione dell'opportunità della condotta processuale più conveniente da porre in essere ed in relazione agli effetti decadenziali derivanti dall'inosservanza del termine breve di impugnazione, la notifica della sentenza finalizzata alla decorrenza di quest'ultimo, ove la legge non ne fissi la decorrenza diversamente o solo dalla comunicazione a cura della cancelleria, deve essere in modo univoco rivolta a tale fine acceleratorio e percepibile come tale dal destinatario, sicché essa va eseguita nei confronti del procuratore della parte o della parte presso il suo procuratore, nel domicilio eletto o nella residenza dichiarata; di conseguenza, la notifica alla parte, senza espressa menzione - nella relata di notificazione - del suo procuratore quale destinatario anche solo presso il quale quella è eseguita, non è idonea a far decorrere il termine breve di impugnazione, neppure se eseguita in luogo che sia al contempo sede di una pubblica amministrazione, sede della sua avvocatura interna e domicilio eletto per il giudizio, non potendo surrogarsi l'omessa indicazione della direzione della notifica al difensore con la circostanza che il suo nominativo risulti dall'epigrafe della sentenza notificata, per il carattere neutro o non significativo di tale sola circostanza (Cass. S.U., n. 20866/2020).

Il termine breve di impugnazione decorre dalla notificazione anche in caso di sentenza pronunciata ai sensi dell'art. 281-sexies non potendosi considerare equipollente la lettura del dispositivo e della motivazione in udienza (Cass. n. 19743/2014; Cass. n. 12515/2009).

Trovano applicazione specifici termini di decorrenza delle impugnazioni, diversi dalla data di notificazione o pubblicazione della sentenza, ovvero di sua comunicazione, nei seguenti casi:

i) revocazione straordinaria di cui all'art. 395, nn. 1, 2, 3, e 6; il termine di 30 giorni (v. sub art. 325), decorre dal giorno in cui è stato scoperto il dolo, in caso di dolo di una delle parti a danno dell'altra; dal giorno in cui è stata scoperta la falsità delle prove, in caso di sentenza pronunciata in base a prove riconosciute o dichiarate false; dal giorno in cui è stato recuperato il documento decisivo, in caso di revocazione fondata sul ritrovamento di esso, quando la parte non abbia potuto produrlo per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario; dal giorno in cui è passata in giudicato la sentenza che ha accertato il dolo del giudice;

ii) revocazione da parte del pubblico ministero di cui all'art. 397; il termine di 30 giorni decorre dal giorno in cui il pubblico ministero ha avuto notizia della sentenza, qualora essa sia stata pronunciata senza che egli sia stato sentito; o dal giorno in cui egli ha scoperto la collusione posta in opera dalle parti per frodare la legge.

iii) opposizione di terzo revocatoria (v. sub art. 404, comma 2): il termine di 30 giorni decorre dal giorno in cui è stata scoperto il dopo o la collusione delle parti in danno dei propri creditori e aventi causa.

Il comma 2 stabilisce poi che il termine per l'impugnazione inizia a decorrere dalla notifica dell'impugnazione fatta ad una delle parti di una causa scindibile. In tema di impugnazioni, il principio secondo il quale, nel processo con pluralità di parti, vige la regola dell'unitarietà del termine dell'impugnazione (sicché la notifica della sentenza eseguita a istanza di una sola delle parti segna, nei confronti della stessa e della parte destinataria della notificazione, l'inizio della decorrenza del termine breve per la proposizione dell'impugnazione contro tutte le altre parti) trova applicazione soltanto nelle ipotesi di cause inscindibili (o tra loro comunque dipendenti), ovvero in quella in cui la controversia concerna un unico rapporto sostanziale o processuale, e non anche quando si tratti di cause scindibili o, comunque, tra loro indipendenti, per le quali, in applicazione del combinato disposto degli artt. 326 e 332, è esclusa la necessità del litisconsorzio. In tali ipotesi (quale quella di specie, relativa a chiamata in garanzia impropria), il termine per l'impugnazione non è unico, ma decorre dalla data delle singole notificazioni della sentenza a ciascuno dei titolari dei diversi rapporti definiti con l'unica sentenza, mentre per le altre parti si applica la norma dell'impugnabilità nel termine di cui all'art. 327 (Cass. n. 2799/2004; Cass. n. 1825/2007; Cass. n. 2557/2010; Cass. n. 676/2012; Cass. n. 19274/2022).

Ulteriori termini a quo da tenere a mente sono i seguenti:

a) in caso di regolamento di competenza, il termine di 30 giorni inizia il suo corso dalla comunicazione; in mancanza, l'istante, anche quando deduca che il termine per proporre il ricorso sia quello lungo decorrente dal deposito della sentenza impugnata — in quanto non ne sia prevista la comunicazione o la stessa non sia concretamente avvenuta o lo sia in maniera incompleta o inidonea — ha l'onere di documentare la tempestività della notificazione dell'istanza, ove l'impugnazione sia stata posta in essere oltre il termine di trenta giorni dalla pubblicazione del provvedimento che abbia deciso sulla competenza; ne consegue che, qualora il ricorrente non offra la prova della data della comunicazione prevista dall'art. 133, comma 2, ed avente ad oggetto l'avvenuto deposito della sentenza, ovvero dell'eventuale mancanza di rituale comunicazione, il termine di trenta giorni, previsto dall'art. 47, comma 2, per la proposizione del regolamento di competenza, deve intendersi decorrente dalla data della pubblicazione del provvedimento che ha deciso sulla competenza (Cass. n. 12462/2004; Cass. n. 6050/2009); nei confronti della parte contumace — cui non deve essere data comunicazione del dispositivo della sentenza da parte della cancelleria — il termine per la proposizione del regolamento di competenza, in difetto di notificazione delle sentenze medesime ad opera della controparte, è quello annuale di cui all'art. 327 (Cass. n. 8347/1992; Cass. n. 2723/1997);

b) in caso di sentenza non definitiva, se vi è riserva di impugnazione, il termine per l'impugnazione inizia il suo corso unitamente a quello per l'impugnazione della definitiva (v. subartt. 340 e 361);

c) nelle cause matrimoniali, il termine inizia il suo corso dalla comunicazione della sentenza (v. subart. 72, comma 6);

d) in caso di correzione della sentenza, il termine inizia il suo corso, in relazione alle parti corrette, dalla notifica dell'ordinanza di correzione (v. subart. 288, comma 4);

e) in caso di opposizione alla sentenza dichiarativa di fallimento il termine per il reclamo di cui all'art. 18 r.d. n. 267/1942 decorre per il debitore dalla data della notificazione della sentenza a norma dell'art. 17 e per tutti gli altri interessati dalla data della iscrizione nel registro delle imprese ai sensi della medesima posizione;

f) in caso di ordinanza pronunciata ai sensi dell'art. 702-quater il termine per l'appello contro l'ordinanza resa nel procedimento sommario di cognizione decorre dalla sua notificazione o, in alternativa, dalla sua comunicazione.

Per l'impugnazione dell'ordinanza exart. 186-quatersi rinvia al relativo commento.

Bibliografia

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