Codice di Procedura Civile art. 359 - Rinvio alle norme relative al procedimento davanti al tribunale.Rinvio alle norme relative al procedimento davanti al tribunale. [I]. Nei procedimenti d'appello davanti alla corte o al tribunale si osservano, in quanto applicabili, le norme dettate per il procedimento di primo grado davanti al tribunale, se non sono incompatibili con le disposizioni del presente capo [132 att.] (1). (1) L'art. 89 l. 26 novembre 1990, n. 353 ha abrogato l'originario comma 2 che recitava: «Davanti al pretore si osservano anche nei procedimenti di appello le norme del procedimento di primo grado, in quanto applicabili».. InquadramentoLa disciplina del giudizio di appello non è completa, il che rende indispensabile la norma in commento, la quale rinvia, nei limiti della compatibilità, alle norme dettate per il procedimento di primo grado davanti al tribunale. Analoga disposizione è prevista dall'art. 132 disp. att. Molte norme che disciplinano il primo grado del giudizio, tuttavia, operano in grado d'appello non già perché tacitamente richiamate dall'art. 359, bensì, prima ancora, perché fatte oggetto di espresso rinvio da parte degli artt. 339 ss., dettati per l'appello. Così: i) l'art. 342, comma 1, richiama l'art. 163, ai fini dell'individuazione dei requisiti dell'atto d'appello; ii) l'art. 342, comma 2, richiama l'art. 163-bis, concernente i termini a comparire; iii) l'art. 343, comma 1, richiama gli artt. 166-167, sulla costituzione del convenuto ed il contenuto della comparsa di costituzione; iv) l'art. 345, comma 3, richiama gli artt. 233 ss., sul giuramento decisorio; v) l'art. 347, comma 1, richiama gli artt. 165-166, dettati per la costituzione dell'attore e del convenuto, ed indirettamente l'art. 167, sul contenuto della comparsa di risposta; vi) l'art. 347, comma 3, richiama l'art. 168, per quanto riguarda l'iscrizione della causa a ruolo da parte del cancelliere, cui rinvia l'art. 347, comma 1; vii) l'art. 351 richiama il modulo decisorio previsto dall'art. 281-sexies; viii) l'art. 352 richiama l'art. 190, sullo scambio delle conclusionali e repliche, nonché il già citato art. 281-sexies; ix) l'art. 355 richiama la disciplina prevista per la querela di falso dagli artt. 221 ss.; x) l'art. 356 richiama gli artt. 191 ss. concernenti l'istruzione probatoria. In virtù del menzionato rinvio ovvero per il tramite dell'art 359 la S.C. ha ritenuto applicabile all'appello l'art. 163-bis (Cass. n. 13128/2010); l'art. 165 (Cass. n. 13539/2000); l'art. 174 (Cass. n. 6890/1983); l'art. 182 (Cass. n. 7619/2011); l'art. 257 (Cass. n. 11436/2002; Cass. n. 9322/2010); l'art. 276 (Cass. n. 3365/1984); l'art. 290 (Cass. n. 6600/2006); l'art. 291 (Cass. n. 6947/1992; Cass. n. 2593/2006); l'art. 299 (Cass. n. 842/1998; Cass. n. 3661/2001); l'art. 300 (Cass. n. 6721/1996); l'art. 306 (Cass. n. 5556/1995; Cass. n. 8387/1999); l'art. 309 (Cass. n. 858/2000). Le norme non applicabiliNon si applicano in appello, come è ovvio, le disposizioni concernenti la nomina del giudice istruttore nonché l'attività di rimessione dal giudice istruttore al collegio. Non trova applicazione in appello, inoltre, l'art. 171 (v. sub art. 347). Si è già visto, poi, che neppure trovano applicazione in appello le scansioni previste dagli artt. 180 (nel testo previgente) e 183 (v. sub art. 350). Non possono essere pronunciate in appello le ordinanze anticipatorie previste dagli artt. 186-bis e 186-ter. Al di là dell'evidente incompatibilità della funzione anticipatoria con lo svolgimento del giudizio di appello, susseguente alla pronuncia di una decisione a cognizione piena, dette ordinanze, infatti, si fondano su un comune congegno di sopravvivenza all'estinzione del giudizio, congegno che non può operare in appello, ove l'estinzione comporta il passaggio in giudicato della sentenza di primo grado ai sensi dell'art. 338. Né sembra che i provvedimenti anticipatori in questione abbiano attitudine a modificare gli effetti della sentenza impugnata, proprio per la loro natura di ordinanza, sì da sopravvivere all'estinzione ai sensi del citato art. 338. È da ritenere inammissibile anche l'ordinanza ex art. 186-quater. Non sembra infatti pensabile che la sentenza di primo grado possa essere travolta da un provvedimento a cognizione sommaria, quale l'ordinanza in questione. Quanto alla disciplina della nullità dell'atto di citazione, si rinvia alla precedente trattazione dell'argomento (v. sub art. 342). 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