Codice di Procedura Civile art. 370 - Controricorso.

Loredana Nazzicone
aggiornato da Mauro Di Marzio

Controricorso.

[I]. La parte contro la quale il ricorso è diretto, se intende contraddire, deve farlo mediante controricorso da depositare entro quaranta giorni dalla notificazione del ricorso. In mancanza [di tale notificazione,] essa non può presentare memorie [378], ma soltanto partecipare alla discussione orale [379]1.

[II]. Al controricorso si applicano le norme degli articoli 365 e 366, in quanto è possibile.

[III]. Il controricorso è depositato [nella cancelleria della Corte entro venti giorni dalla notificazione,] insieme con gli atti e i documenti e con la procura speciale, se conferita con atto separato [134, 135, 137 att.]2.

 

[1] Comma modificato  dall'art. 3, comma 27, lett. f) num. 1) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, che ha sostituito le parole: «da depositare entro quaranta giorni dalla notificazione del ricorso» alle parole: «da notificarsi al ricorrente nel domicilio eletto entro venti giorni dalla scadenza del termine stabilito per il deposito del ricorso» e, al secondo periodo, ha soppresso le parole «di tale notificazione».  Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data".

[2] Comma modificato  dall'art. 3, comma 27, lett. f) num. 2) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, che ha soppresso le parole: «nella cancelleria della Corte entro venti giorni dalla notificazione,».  Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data".

Inquadramento

Si tratta di un atto che contiene mere difese (“se intende contraddire”) e non autonome istanze, per le quali eventualmente si deve proporre ricorso incidentale ex art. 371.

È, dunque, un atto per legge deputato ad esporre alla S.C. le proprie argomentazioni giuridiche a confutazione delle tesi esposte nel ricorso, ad ulteriore accentuazione del peculiare carattere di legittimità del giudizio.

Anche per il controricorso, peraltro, vigono i requisiti di forma e contenuto, previsti dagli artt. 365 e 366 (v.), salvo il limite della compatibilità. In particolare, esso conterrà gli elementi indispensabili per la sua identificazione, quali l'indirizzo alla Corte, l'indicazione delle parti e della sentenza impugnata, nonché per la validità della costituzione nel processo, quali la sottoscrizione di un avvocato iscritto all'albo munito di procura speciale e l'indicazione della procura.

I requisiti formali, peraltro, ed in particolare l'esatta indicazione della parte nella intestazione dell'atto, vanno intesi secondo il senso della norma generale dettata dall'art. 163 n. 2, e, pertanto, l'inesatta indicazione non pregiudica l'ammissibilità del controricorso, se il suo complessivo contenuto renda evidente che si sia verificato un mero errore materiale (Cass. n. 240/2017).

 È stato ritenuto legittimato a proporlo il successore a titolo particolare ex art. 111, quando non sia costituito il dante causa, a tutela del suo diritto di difesa (Cass. n. 11638/2016).

In mancanza della notifica del controricorso, è ovviamente inammissibile il deposito di una «memoria di costituzione» presentata dalla parte intimata (Cass. n. 24835/2017); del pari, è irricevibile la memoria difensiva presentata in prossimità dell'udienza, con la quale la parte che non ha depositato il controricorso spiega, per la prima volta, le ragioni di resistenza al ricorso, perché, in assenza di controricorso, la parte intimata non può presentare memorie (Cass. n. 27140/2017).

Tra le pronunce che ne fanno applicazione, v. Cass. n. 12803/2019 e Cass. n. 4906/2017, entrambe in tema di fissazione di adunanza camerale exart. 380-bis.1.

Legittimazione al controricorso

È stato ritenuto legittimato a proporlo il successore a titolo particolare  ex art. 111, quando non sia costituito il dante causa, a tutela del suo diritto di difesa (Cass. n. 9813/2018Cass. n. 15256/2017; Cass. n. 11638/2016; Cass. n. 11375/2010; invece, Cass. n. 33444/2018 ripete la regola, ma solo come obiter, erroneamente massimato dall'Ufficio del massimario come principio di diritto; sempre un obiter nella gemella Cass. n. 33445/2018, non massimata, nonché in Cass. n. 29946/2018). Infatti, la situazione è diversa dal mero intervento di terzo, ritenuto inammissibile, mentre quando in giudizio davanti la S.C. non si sia costituito il dante causa a titolo particolare, l'acquistata  titolarità del diritto controverso  consente al predetto successore di depositare il controricorso.

Del pari, il successore a titolo universale può proporre il controricorso (Cass. n. 13288/2015; Cass. n. 6225/2015; Cass. n. 5217/2015; Cass. n. 7441/2011).

Ciò, pur sempre a condizione che il controricorso sia ritualmente notificato alle altre parti per l'instaurazione del contraddittorio e con deposito documentazione a prova della successione (Cass. n. 4467/2011, in tema di successione a titolo particolare; Cass. n. 7441/2011, in tema di quella a titolo universale; per entrambe, in obiter, v. pure Cass. S.U., n. 26145/2017; Cass. n. 2607/2019). L'insussistenza della mancata notifica è stata, in particolare, stigmatizzata nel caso di sopravvenuta procedura concorsuale da diverse pronunce, che ne hanno tratto la declaratoria di inammissibilità della costituzione della procedura (v., fra le altre, Cass. n. 1548/2018, in caso di fallimento; Cass. n. 12525/2016 e Cass. n. 3471/2016, in caso di amministrazione straordinaria).

Esposizione dei fatti

Fermo quanto appena esposto circa il contenuto essenziale del controricorso, il quale deve per sua funzione essere volto a confutare le ragioni esposte dal ricorrente, vi è un certo contrasto circa l'esigenza che esso contenga — come è necessario certamente per il ricorso — anche l'esposizione dei fatti di causa.

È, peraltro, preferibile la tesi secondo cui il precetto è rispettato anche quando il controricorso non contenga l'autonoma «esposizione sommaria dei fatti della causa» ex art. 366, n. 3, ma operi semplicemente riferimento ai fatti esposti nella sentenza impugnata o nel ricorso, in quanto in tal caso il controricorso assolve alla sola funzione di contrastare l'impugnazione altrui (Cass. n. 18483/2015; Cass. n. 76/2010; Cass. n. 5400/2006; Cass. n. 241/2006; Cass. S.U., n. 1049/2007; da ult. Cass. S.U., n. 17048/2024); si noti, però, che tale minor rigore non esiste più, ove l'atto contenga pure il ricorso incidentale, il quale dovrà allora deve contenere l'autonoma esposizione sommaria dei fatti della causa, stante l’autonomia della impugnazione incidentale rispetto all'impugnazione principale (v. sub art. 371).

Inoltre, è stata richiesta, comunque, l’esposizione dei fatti anche nel controricorso (cfr. Cass. n. 1150/2019, con riguardo all’eccezione di giudicato), allorché il controricorrente, pur senza proporre impugnazione incidentale, sollevi eccezioni sull'ammissibilità del ricorso che implichino una valutazione del materiale documentale delle fasi di merito, nel qual caso il controricorso dovrà contenere una sufficiente ed autonoma esposizione dei fatti di causa inerenti a dette eccezioni, in modo da consentire alla Corte di verificarne la portata dalla sola lettura dell'atto.

Ragioni di diritto

Il controricorso è l'atto che per eccellenza mira ad esporre ragioni giuridiche: contiene, pertanto, necessariamente i motivi di diritto su cui si fonda.

Esse ne sono requisito essenziale, a pena di inammissibilità, ai sensi dell'art. 366 n. 4 (Cass. n. 5400/2006; e v. Cass. n. 4249/2015).

È talmente coessenziale alla stessa natura del controricorso l'articolazione di ragioni di diritto, che la loro mancanza comporta la conseguenza della inammissibilità anche della produzione di documenti ai sensi dell'art. 372 e delle memorie di cui all'art. 378, fino alla partecipazione alla discussione orale (Cass. n. 9983/2019); del pari, ove l'intimato abbia depositato solo la procura al difensore (Cass. n. 20029/2011). Peraltro, la questione va rivista, una volta eliminata per i ricorsi a procedimento camerale ogni discussione orale (si veda, sul punto, es. Cass. n. 1086/2019, nonché infra).

Si noti che, grazie all'esposizione contenuta nel controricorso, si è ritenuto (Cass. n. 26529/2017) che la S.C. possa dichiarare di ufficio l'improcedibilità del ricorso pur non depositato, quando sia, appunto, la parte intimata ad averlo portato a conoscenza, mediante il proprio controricorso.  Si veda anche nel commento all'art. 369.

Procura

La procura speciale va rilasciata in calce o a margine del controricorso stesso, o su foglio separato ma congiunto materialmente ad esso, non della copia del ricorso notificato dalla controparte: infatti, in tal modo manca la prova certa del rilascio del mandato in epoca anteriore o coeva alla notificazione del controricorso (Cass. S.U., n. 13431/2014; Cass. n. 5867/2007; Cass. n. 19066/2006; Cass. n. 5443/2006; Cass. n. 3188/2006). Pertanto, ove la stessa sia conferita con altre modalità, esorbitanti tale modello legale, il controricorso deve essere dichiarato inammissibile (Cass. n. 877/2019).

Come per il ricorso, la certificazione dell'autografia della sottoscrizione della parte, compiuta da parte di avvocato non ammesso al patrocinio innanzi alla Suprema Corte costituisce una mera irregolarità, che non comporta la nullità della procura, allorché l'atto sia stato firmato anche da altro avvocato iscritto nell'albo speciale e indicato come codifensore (Cass. n. 25385/2018; Cass. n. 15718/2006).

Si è chiarito (Cass. n. 27124/2018) che non è più possibile per l'intimato – nel rito camerale innanzi alla Sezione semplice, introdotto dal d.l. n. 168/2016, conv. con modificazioni dalla l. n. 197/2016 – depositare la sola procura speciale e con ciò partecipare alla discussione orale: infatti, ora si prevede espressamente che nel procedimento in camera di consiglio dinanzi alle Sezioni semplici la Corte “giudica senza l'intervento del pubblico ministero e delle parti”, consentendo agli stessi di depositare in cancelleria, entro termini appositamente previsti, rispettivamente conclusioni scritte e memorie. A differenza di quanto accade nel caso in cui il ricorso sia avviato alla trattazione in pubblica udienza, non può dunque considerarsi ammissibile la costituzione tardiva dell'intimato mediante il deposito della procura speciale, trattandosi di un adempimento preordinato esclusivamente alla discussione orale.

Notifica del controricorso

Con la riforma del 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149) è stato eliminato l’obbligo della notifica del controricorso (art. 370), della notifica del stesso ricorso incidentale nel caso di notifica di ricorso per integrazione del contraddittorio ex artt. 331 e 332 (art. 371 c.p.c.) e della notifica del controricorso al ricorso incidentale (art. 371): incombenti che non si rendono più necessari una volta che tali atti, depositati telematicamente e quindi inseriti nel fascicolo informatico, si rendono perciò stesso consultabili dalle altre parti. Il termine per il deposito del controricorso, del ricorso incidentale e del controricorso al ricorso incidentale è fissato in quaranta giorni dalla notificazione del ricorso, quale termine che somma i due termini di 20 giorni, rispettivamente previsti per la notifica e, quindi, per il deposito del controricorso dall’originaria formulazione dell’art. 370; quaranta giorni ribaditi anche dall’originaria formulazione dell’art. 371.

Dunque, in tema di giudizio di cassazione, l'art. 370 c.p.c., nella versione modificata dall'art. 35, comma 5, d.lgs. n. 149 del 2022, come modificato dalla l. n. 197 del 2022, non richiede più alla parte nei cui confronti il ricorso è diretto la notificazione all'altra del controricorso, palesandosi sufficiente il deposito di quest'ultimo, ferma restando, peraltro, l'impossibilità di presentare memorie non precedute dalla tempestività del deposito in parola, le quali non possono essere riqualificate come controricorso, ancorché tardivo, ai fini della instaurazione del rapporto processuale, in quanto mancanti dei requisiti di cui all'art. 366 c.p.c. (Cass. n. 2599/2024; Cass. n. 18683/2024).

Riguardo alla disciplina previgente si è affermato che ai fini della verifica della tempestiva notificazione del controricorso in cassazione, da compiersi ex art. 370 nei venti giorni successivi al deposito del ricorso, che, a propria volta e ai sensi dell'art. 369, deve avvenire nei venti giorni dalla sua ultima notificazione, il momento perfezionativo di quest'ultima si identifica con la ricezione dell'atto da parte del destinatario (Cass. n. 2048/2018 ; Cass. n. 24639/2015; Cass. n. 24346/2013).

Ove il termine per la notifica del ricorso cada in giorno festivo e sia quindi per legge prorogata al giorno seguente non festivo, ne viene di riflesso prorogato anche il termine di venti giorni previsto dalla norma in commento per la notifica del controricorso (Cass. n. 21105/2014; Cass. n. 13201/2006).

Il controricorso ― sempre secondo la vecchia norma cui si riferisce anche la giurisprudenza che segue ― doveva essere notificato alla controparte, non potendosi considerare sufficiente il mero deposito presso la cancelleria (Cass. n. 25735/2014; Cass. n. 22928/2008).

Con riguardo alle nuove notificazioni tramite posta elettronica certificata, qualora il ricorrente non abbia eletto domicilio in Roma, indicando l'indirizzo Pec di ai soli fini delle comunicazioni di cancelleria, è valida la notificazione del controricorso presso la cancelleria della Corte, a differenza della indicazione della Pec senza ulteriori specificazioni (Cass. n. 25215/2014).

Ove la parte, che pure abbia eletto domicilio ai sensi dell'art. 82 r.d. n. 37 del 1934, abbia comunque indicato l'indirizzo di Pec, senza che ne sia circoscritta la portata alle sole comunicazioni, implica l'obbligo di procedere alle successive notificazioni nei confronti della stessa parte esclusivamente in via telematica; ne consegue che, a fronte di siffatta indicazione, la notifica della sentenza d'appello presso il domiciliatario, anziché presso l'indirizzo di posta elettronica, è inidonea a far decorrere il termine breve di impugnazione per la proposizione del ricorso per cassazione (Cass. n. 10355/2020). Ancor più radicalmente, si è ritenuta validamente effettuata la notificazione del controricorso all'indirizzo di posta elettronica certificata indicata dal difensore di fiducia del ricorrente per cassazione esercente fuori giurisdizione, nonostante la limitazione della indicazione Pec alle sole comunicazioni di cancelleria giacché, a seguito dell'introduzione dell'art. 16-sexies d.l. n. 179 del 2012, conv., con modific., dalla l. n. 221 del 2012, le notificazioni e le comunicazioni vanno eseguite al «domicilio digitale» (Cass. n. 3685/2021).

Altra pronuncia ha affermato che, a seguito dell'entrata in vigore della l. n. 183/2011, la notifica del controricorso al difensore che non abbia eletto domicilio in Roma deve essere effettuata all'indirizzo di posta elettronica certificata comunicato all'ordine professionale ed indicato in ricorso, salvo il raggiungimento dello scopo (Cass. n. 13857/2014); se poi il ricorrente abbia eletto domicilio in Roma, indicando altresì l'indirizzo di posta elettronica certificata, entrambi possono essere utilizzati ai fini della notifica del controricorso (Cass. n. 5457/2014).

Inoltre, è valida la notifica del controricorso avvenuta tramite PEC successivamente all'emanazione delle norme regolamentari attuative del d.m. n. 44/2011 (Cass. n. 20307/2016).

Estendendo il principio, emerso in sede di deposito del ricorso e della sentenza impugnata (su cui v. sub art. 369), la S.C. ha sancito la pari regola, secondo cui il deposito di copia analogica del controricorso, predisposto in originale telematico e notificato a mezzo PEC, senza attestazione di conformità del difensore  ex art. 9, commi 1-bis e 1-ter, l. n. 53/1994, o con attestazione priva di sottoscrizione autografa, non ne comporta l'inammissibilità ove il controricorrente depositi copia informale del proprio atto di costituzione, insieme alle attestazioni delle ricevute della notifica a mezzo PEC, quando il ricorrente non contesti la conformità dell'atto analogico depositato con l'originale ricevuto presso la propria casella PEC (Cass. n. 32231/2018).

In tal modo, pertanto, il giudice di legittimità ha coerentemente applicato il medesimo principio (Cass. S.U., n. 22438/2018; e, quindi, Cass. S.U., n. 8312/2019) anche all'ipotesi in cui si discuta della ritualità del deposito di copia informale del controricorso.

L'intimato ha il potere, ove il ricorrente  abbia omesso di depositare il ricorso, di richiedere l'iscrizione a ruolo per farne dichiarare l'improcedibilità, trovando ciò giustificazione nell'interesse sia a recuperare le spese, sia ad evitare un nuovo ricorso ove non sia decorso il termine per impugnare (Cass. n. 27571/2020;Cass. n. 20327/2019; Cass. n. 3193/2016).

Deposito

Il controricorso va depositato nel termine di quaranta giorni dalla notificazione, in forza della norma novellata, mirando l'adempimento a portare tempestivamente a conoscenza del giudice e del ricorrente le proprie ragioni.

La conseguenza,  pertanto, che  deriva dall'omissione è l'improcedibilità del controricorso medesimo (Cass. n. 18091/2005) nonché del deposito di successive memorie (Cass. n. 27140/2017).

Facoltà ammesse in caso di mancato deposito

Come sopra si è accennato, peraltro, sebbene il controricorso sia tardivo, è stata ammessa sia la produzione di documenti ex art. 372 c.p.c., sia il deposito di memorie ex art. 378 c.p.c., se il controricorrente tardivo partecipi alla discussione orale (Cass. n. 9093/2002).

Con riguardo all'adunanza camerale, come prevista dal d.l. n. 168/2016, conv., con modif., dalla l. n. 197/2016, in ipotesi di facoltà concesse alla parte che non abbia depositato tempestivo controricorso, la S.C. non ha espresso un orientamento uniforme.

Da una parte, si è ritenuto che sia ammesso il deposito dei documenti, ove l’intimato si  avvalga della facoltà di presentare memorie in vista dell’adunanza camerale, sul rilievo che non potrebbe precludersi una facoltà difensiva in funzione della scelta della Corte del rito da seguire (Cass. n. 1076/2019; Cass. n. 21105/2018; Cass. n. 13093/2017) e che nella sostanza la memoria scritta è qui equiparata alla (o sostitutiva della) discussione in pubblica udienza.

Ha negato, invece, la possibilità sia di depositare sia memorie che documenti altra decisione, affermando che, allorché la parte intimata abbia depositato un atto non qualificabile come controricorso, in quanto privo dei requisiti essenziali previsti dagli artt. 370 e 366 c.p.c., nel vigore del procedimento camerale ex art. 380-bis.1 c.p.c. l’intimato non può compiere nessuna attività processuale, sia essa diretta alla costituzione in giudizio o alla produzione di documenti e memorie ai sensi degli artt. 372 c.p.c. e art. 378 c.p.c. (Cass. n. 10813/2019; Cass. n. 24422/2018; Cass. n. 14330/2017; Cass. n. 7701/2017; Cass. n. 4906/2017; Cass. n. 4533/2017).

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