Codice di Procedura Civile art. 372 - Produzione di altri documenti.Produzione di altri documenti. [I]. Non è ammesso il deposito di atti e documenti non prodotti nei precedenti gradi del processo, tranne di quelli che riguardano la nullità della sentenza impugnata [360 1 n. 4] e l'ammissibilità del ricorso e del controricorso [365, 366 1, 370]. [II]. Il deposito dei documenti relativi all'ammissibilità può avvenire indipendentemente da quello del ricorso e del controricorso, fino a quindici giorni prima dell'udienza o dell'adunanza in camera di consiglio1. [1] Comma modificato dall'art. 3, comma 27, lett. h) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, che ha sostituito le parole: «fino a quindici giorni prima dell'udienza o dell'adunanza in camera di consiglio» alle parole: «ma deve essere notificato, mediante elenco, alle altre parti». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data.- 6. Gli articoli 372, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 380-bis, 380-bis.1, 380-ter, 390 e 391-bis del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano anche ai giudizi introdotti con ricorso già notificato alla data del 1° gennaio 2023 per i quali non è stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio". InquadramentoLa natura del giudizio di legittimità rende ragione della norma in commento, trattandosi di un processo senza istruttoria. La produzione documenti in cassazione — di norma vietata — può peraltro essere oggetto di un onere, a sostegno dell'ammissibilità dell'impugnazione, della sua procedibilità o fondatezza (v. artt. 366, 369), oppure, come precisa la norma in commento, ove attengano a ragioni di nullità processuali. In ogni caso, il divieto non riguarda gli atti e i documenti già ricompresi del fascicolo d'ufficio o di parte (come per un documento munito di timbro postale attestante la data certa, già prodotto nei precedenti gradi del processo, sebbene privo di detto timbro, per Cass. n. 12344/2018; per l'originale di una copia già in atti, come deciso da Cass. n. 2125/2014 e Cass. n. 5682/2006; con riguardo alle copie di comunicazioni di cancelleria effettuate nel processo di primo grado, Cass. n. 11683/2018), né fonti normative o giurisprudenza, che non sono fatti. La norma si applica anche al regolamento di competenza (Cass. n. 500/2019; Cass. n. 21014/2004), ma non con riguardo al regolamento preventivo di giurisdizione, che non costituisce un mezzo di impugnazione (Cass. S.U., n. 26746/2007;Cass. S.U., n. 9532/2004). La norma è stata novellata dalla riforma del 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149), per quanto riguarda la produzione dei documenti concernenti l'ammissibilità del ricorso e del controricorso, con la fissazione del termine fino a quindici giorni prima dell'udienza o dell'adunanza in camera di consiglio. È stato conseguentemente soppresso l'obbligo di notifica alla controparte in precedenza previsto. Inammissibilità della produzioneLa regola è non solo che nessun documento nuovo può essere prodotto, qualora lo si fosse potuto, e dovuto, depositare nella fase di merito (cfr. Cass. n. 21596/2013; Cass. n. 12607/2002), ma anche che non é consentita la produzione di documenti relativi a vicende successive al deposito del ricorso, indipendentemente dal rispetto delle forme previste dall'art. 372, comma 2, c.p.c., fatta eccezione per i documenti che riguardano la nullità della sentenza e l'ammissibilità del ricorso e del controricorso nonché dell'atto di rinuncia al ricorso (Cass. n. 2062/2024). Inoltre, i documenti non possono mai essere prodotti in allegato alla memoria ex art. 378 (Cass. n. 7515/2011; Cass. n. 2431/1995), in quanto i documenti ammessi ai sensi della norma in commento vanno comunque prodotti entro il termine stabilito dall'art. 369 c.p.c., rimanendo inammissibile la loro produzione in allegato alla memoria difensiva di cui all'art. 378 c.p.c. (Cass. n. 184/2019; Cass. n. 28999/2018; Cass. n. 7515/2011), al pari delle altre previste nel procedimento camerale di cassazione. Ciò con la precisazione che il termine per il deposito dei documenti relativi all'ammissibilità del ricorso, di cui all'art. 372 c.p.c. ha natura perentoria (Cass. n. 29933/2023). Nullità della sentenzaLa “nullità della sentenza”, prevista dalla norma in commento quale uno dei presupposti della ammissibile produzione di nuovi documenti, viene interpretata da alcune pronunce in senso ampio, ricomprendendovi non soltanto le nullità derivanti dalla mancanza di requisiti formali della pronuncia, ma anche quelle derivanti da vizi del procedimento che si ripercuotono direttamente sulla decisione medesima (si vedano Cass. n. 2799/2019; Cass. n. 22095/2018; Cass. n. 790/2018; Cass. n. 13535/2007; Cass. n. 19977/2005; Cass. n. 23576/2004; Cass. n. 13139/1991; Cass. n. 653/1989; Cass. n. 3155/1982). Contengono affermazioni parzialmente discordi, e più restrittive, altre decisioni, secondo cui l'ipotesi relativa alla “nullità della sentenza” va riferita esclusivamente alla nullità che inficia direttamente il provvedimento in sé, e non anche a quella che sia effetto di altra nullità riguardante il procedimento, dunque solo alle ipotesi di vizi propri dell'atto per mancanza dei suoi requisiti essenziali di sostanza e di forma, non estendendosi alle nullità originate, in via riflessa o mediata, da vizi del procedimento, quantunque idonei, in astratto, a spiegare effetti invalidanti sulla sentenza: così, con riguardo all'eccezione, sollevata per la prima volta in sede di legittimità, di nullità della procura apposta nell'originario atto di citazione (Cass. n. 2443/2016) o nel ricorso in opposizione a decreto ingiuntivo (Cass. n. 10319/2006); con riguardo alla integrazione necessaria del contraddittorio nei precedenti gradi del processo (e Cass. n. 297/2019; Cass. n. 24048/2017; Cass. n. 3024/2012; Cass. n. 26388/2008; Cass. n. 25305/2008); in ordine alle vicende societarie di un gruppo, per dimostrare la legittimazione ad impugnare esclusa dalla corte territoriale (Cass. n. 15073/2014). L'apparente discrasia si risolve sulla base della considerazione dei particolari caratteri del giudizio di cassazione. Invero, occorre considerare come i vizi processuali in cui sia incorso il procedimento nei gradi di merito può essere dedotto, per la prima volta, in sede di legittimità solo ad una duplice condizione: a) che gli elementi posti a fondamento del rilievo emergano dagli atti già ritualmente acquisiti nelle precedenti fasi, senza quindi la necessità dello svolgimento di ulteriori attività istruttorie e di accertamenti in fatto, preclusi nel giudizio di cassazione; b) che sulla questione non si sia formato il giudicato o comunque che il giudice di merito non si sia ancora pronunciato sulla questione pregiudiziale o relativa al vizio di nullità processuale, nel qual caso la erroneità della pronuncia deve essere fatta valere con i motivi di ricorso, attesa la conversione delle ragioni di nullità della sentenza in motivi di gravame, con onere della parte interessata di impugnare la decisione anche con riguardo alla pronuncia implicita sulla validità dell'atto (come ben chiarisce es. Cass. n. 11204/2019). Documenti sulla legittimazioneIn particolare, legittimata al giudizio è solo la parte del giudizio di merito (Cass. n. 17234/2014; Cass. n. 14036/2013; Cass. n. 16100/2006), restando, a questi fini, irrilevante la titolarità del rapporto sostanziale (Cass. n. 4011/2013; Cass. n. 520/2012; Cass. n. 13954/2006). Applicandosi l'art. 110 anche al processo di legittimità, inoltre, il successore a titolo universale compirà un atto avente natura sostanziale di un intervento notificato alla controparte (Cass. S.U., n. 9692/2013; v. Cass. n. 21729/2013). Pertanto, una frequente ragione che può rendere necessario il deposito di nuovi documenti riguarda la propria legittimazione processuale, in presenza di eventi che abbiano modificato la situazione soggettiva delle parti (per la fusione di società, Cass. n. 27762/2013; in genere, per la mancata assunzione in sede di merito della qualità di parte, Cass. n. 15136/2014; per il successore a titolo universale, Cass. S.U., n. 9692/2013, e da ult. Cass. n. 3793/2024, e per l'erede Cass. n. 15352/2010). Le Sezioni unite hanno chiarito che, qualora sorga, in sede di legittimità, la contestazione esplicita del potere rappresentativo in capo al soggetto che ha agito in giudizio o stia resistendo, la prova (documentale) della sussistenza della legittimazione processuale può essere fornita anche in tale sede, ai sensi dell'art. 372 (Cass. S.U., n. 4248/2016; a ciò va aggiunto che la carenza di titolarità, attiva o passiva, del rapporto controverso è rilevabile di ufficio dal giudice se risultante dagli atti di causa: Cass. S.U., n. 2951/2016; si vedano, sul difetto di rappresentanza processuale, Cass. n. 6996/2019 e Cass. n. 24212/2018). Ma diverso è il caso in cui la carenza di legittimazione sia stata negata dal giudice del merito per carenza di prova, allora non integrabile in sede di legittimità (Cass. n. 12982/2012; Cass. n. 8527/2003), né essendo ammessa per la prima volta in cassazione la deduzione del difetto di legittimazione processuale di una società personale e la produzione dell'atto di cancellazione ai sensi dell'art. 372, che comporti l'introduzione di una nuova questione di fatto (Cass. n. 13792/2016; in senso parzialmente difforme, cfr. Cass. n. 9334/2016 ). Infatti, per la legittimazione al ricorso per cassazione vale quanto detto supra con riguardo in generale alla produzione di documenti su questioni processuali. Pertanto, in tema di impugnazione per cassazione, al fine di evitare l'inammissibilità del ricorso, il soggetto che non è stato parte del giudizio di merito deve allegare la propria legitimatio ad causam e fornire la dimostrazione di essere subentrato nella medesima posizione del proprio dante causa, e tale prova è consentita anche nel giudizio di legittimità, mediante produzione documentale, da effettuarsi nei modi di cui all'art. 372, qualora la relativa questione sia stata sollevata per la prima volta in tale sede. Così, tale produzione è stata ammessa, ad esempio, con riguardo a società che assuma di derivare, per fusione o trasformazione, da altra società che aveva partecipato al giudizio di merito (Cass. n. 15414/2017; Cass. n. 17681/2007)e da parte di società che assuma di averne incorporata un'altra, cessionaria di crediti bancari in blocco (Cass. n. 4116/2016). Querela di falsoPuò proporsi querela di falso incidentale unicamente con riguardo agli atti del procedimento di cassazione, quali il ricorso o il controricorso, ovvero documenti di cui è ammesso il deposito ai sensi dell'art. 372, mentre è improponibile qualora investa atti del procedimento che si è svolto dinanzi al giudice di merito, che li abbia posti a fondamento della decisione impugnata (Cass. n. 2343/2019; Cass. n. 8377/2018; Cass. n. 15320/2014; Cass.S.U., n. 11964/2011; Cass. n. 24856/2006; Cass. n. 7235/2006; Cass. n. 4603/2004). Notificazione dell'elenco dei documentiLa notificazione serviva ad assicurare il contraddittorio con le altre parti del giudizio, quando essi non fossero già prodotti con il ricorso: ma si è visto che detta notificazione è stata soppressa dalla riforma del 2022. CasisticaNella casistica, tra le ipotesi di legittima produzione di nuovi documenti, si segnalano: - l'esistenza di un giudicato esterno, che è rilevabile di ufficio, sulla scorta dei documenti da produrre fino all'udienza di discussione (Cass. n. 14883/2019; Cass. n. 815/2019; Cass. n. 37/2019; Cass. n. 1534/2018; Cass. n. 11365/2015; Cass. n. 1883/2011; Cass. n. 26041/2010; Cass. S.U., n. 13916/2006); ma si è chiarito che non è ammessa la produzione di sentenza passata in giudicato, ove venga invocata ai sensi dell'art. 654 c.p.p. unicamente al fine di dimostrare l'effettiva sussistenza o insussistenza di fatti (Cass. n. 23483/2010; in seguito, nello stesso senso ancora Cass. n. 2702/2019; Cass. n. 22376/2017; Cass. S.U., n. 2735/2017); inoltre, neppure è stata ammessa la produzione di sentenza penale di assoluzione, allorché essa non poteva costituire giudicato, data la mancata partecipazione al processo penale del ricorrente (Cass. n. 2489/2019); infatti, occorre che si tratti effettivamente di un giudicato, il cui vincolo presuppone che le cause, tra le stesse parti, abbiano ad oggetto un medesimo titolo negoziale od un medesimo rapporto giuridico ed una di esse sia stata definita, appunto, con sentenza passata in giudicato (Cass. n. 824/2019; Cass. n. 26704/2018); - un nuovo orientamento affermato da giurisdizione sovranazionale (Cass. n. 950/2015); - non incontrano preclusioni le cd. tabelle uniformi predisposte dai tribunali per la liquidazione del danno non patrimoniale (Cass. n. 8557/2012; Cass. n. 6396/2001); - il deposito di un documento munito di timbro postale attestante la data certa, ove lo stesso documento, ancorché privo di timbro postale, sia stato prodotto nei precedenti gradi del processo (nella specie, la S.C., in applicazione del principio, ha annullato la decisione impugnata che aveva dichiarato inammissibile l'appello dell'agenzia delle entrate ritenendo insufficiente, ai fini della prova della tempestività del gravame, la produzione della distinta-elenco delle raccomandate predisposta dall'amministrazione, non munita del timbro postale) (Cass. n. 12344/2018); - i documenti comprovanti l'applicabilità dello ius superveniens, ove rilevante ai fini della riforma della decisione di merito (Cass. n. 3349/2017); - i documenti atti a provare l'eccezione di litispendenza sollevata, purché nei precedenti gradi del processo sia stato almeno allegato il fatto della pendenza della stessa causa davanti a diverso giudice (Cass. n. 1273/2019; Cass. n. 27920/2017 ). BibliografiaPer gli AA. citati nel presente commento, si vedano le indicazioni bibliografiche per l’art. 371 c.p.c.. |