Codice di Procedura Civile art. 378 - Deposito di memorie [di parte] 1 .

Loredana Nazzicone
aggiornato da Mauro Di Marzio

Deposito di memorie [di parte]1.

[I]. Il pubblico ministero può depositare una memoria non oltre venti giorni prima dell'udienza2.

[II]. Le parti possono depositare sintetiche memorie illustrative non oltre dieci giorni prima della udienza [370 1; 140 att.]34.

[1] Rubrica così modificata dall'art. 3, comma 28, lett. d), n. 1)  d.lgs 10 ottobre 2022, n. 149 che ha soppresso le parole  «di parte». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data.- 6. Gli articoli 372, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 380-bis, 380-bis.1, 380-ter, 390 e 391-bis del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano anche ai giudizi introdotti con ricorso già notificato alla data del 1° gennaio 2023 per i quali non è stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio". 

[2] Comma così anteposto dall'art. 3, comma 28, lett. d), n. 2)  d.lgs 10 ottobre 2022, n. 149. Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data.- 6. Gli articoli 372, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 380-bis, 380-bis.1, 380-ter, 390 e 391-bis del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano anche ai giudizi introdotti con ricorso già notificato alla data del 1° gennaio 2023 per i quali non è stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio". 

[3] Comma così modificato dall'art. 3, comma 28, lett. d), n. 3)  d.lgs 10 ottobre 2022, n. 149 che ha  sostituito le parole  «depositare sintetiche» alle parole «presentare le loro», la parola «illustrative» alle parole  «in cancelleria» e la parola «dieci» alla parola «cinque». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data.- 6. Gli articoli 372, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 380-bis, 380-bis.1, 380-ter, 390 e 391-bis del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano anche ai giudizi introdotti con ricorso già notificato alla data del 1° gennaio 2023 per i quali non è stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio". 

[4] In tema di disposizioni per l'esercizio dell'attivita' giurisdizionale nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, ed in particolare per la decisione sui ricorsi proposti per la trattazione in udienza pubblica a norma del presente articolo vedi l'art. 23, comma 8-bis del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv., con modif., in legge 18 dicembre 2020, n. 176Da ultimo, da ultimo v. art. 16, comma 1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif., in l. 25 febbraio 2022, n. 15, che stabilisce che « Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; v. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. Per l'applicazione v., da ultimo, art. 8, commi 8,9 d.l. 29 dicembre 2022, n. 198, conv., con modif., in l. 24 febbraio 2023, n. 14.

Inquadramento

La norma è stata fatta oggetto della riforma del 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149). Recependo una prassi interpretativa già invalsa, è stata introdotta la facoltà anche per il pubblico ministero di depositare memoria prima dell'udienza. Il termine di almeno venti giorni prima dell'udienza è in linea con l'analoga previsione prevista per il rito camerale. È stato elevato a dieci giorni prima il termine, previsto dall'art. 378 c.p.c., per il deposito (ovviamente ormai telematico) delle memorie dei difensori delle parti, con un allineamento, anche questa volta, al termine di dieci giorni previsto nel rito camerale dall'art. 380-bis.1 c.p.c.

Nell'ambito del giudizio di cassazione — privo di istruttoria, ad impulso d'ufficio e con un'unica udienza, o adunanza — il contraddittorio scritto fra le parti è garantito dalla facoltà di deposito delle memorie prima dell'udienza.

Esse hanno un mero contenuto illustrativo e, ove occorra, di confutazione degli argomenti avversi.

Solo alle parti già costituite è consentito di depositare la memoria di cui alla norma in commento.

Funzione della memoria

Avendo mera funzione illustrativa di tutto quanto già dedotto, eventuali vizi di genericità o indeterminatezza dei motivi del ricorso per cassazione non possono essere sanati da integrazioni, aggiunte o chiarimenti contenuti nella memoria (Cass. n. 3780/2015; Cass. n. 26670/2014; Cass. n. 17603/2011; Cass. S.U., n. 11097/2006; Cass. n. 7237/2006; Cass. n. 14570/2004; Cass. n. 4199/2002).

In sostanza, con la memoria la parte deve limitarsi ad illustrare e chiarire le ragioni già compiutamente svolte con l'atto di costituzione e a confutare le tesi avversarie, nell'ambito delle argomentazioni già prospettate e sviluppate nell'atto introduttivo (Cass. S.U., n. 15110/2021 ).

Nessun vizio del ricorso, dunque, può essere sanato con la memoria in questione, né è possibile sviluppare le originarie argomentazioni che non fossero state adeguatamente prospettate con l'atto introduttivo, né dedurre nuove eccezioni o sollevare nuove questioni di dibattito, diversamente violandosi il diritto di difesa della controparte in considerazione dell'esigenza per quest'ultima di valersi di un congruo termine per esercitare la facoltà di replica.

In numerose fattispecie, dunque, si è chiarito che allegazioni contenute solo nella memoria sono inammissibili: così, con riguardo alla situazione che determini la soggezione del diritto di impugnazione alla sospensione dei termini per il periodo feriale (Cass. n. 6188/2014), all'inammissibilità dell'appello (Cass. n. 2631/2014); alla contestazione di qualità di erede della controparte (Cass. n. 23057/2009); alla mancata illustrazione, nel controricorso, delle ragioni per le quali le doglianze addotte a sostegno del ricorso fossero infondate (Cass. n. 25735/2014; Cass. n. 6222/2012); alla proposizione di una querela di falso (Cass. n. 28855/2005); alla mancata tempestiva trascrizione nel ricorso dei capitoli di una prova testimoniale a fini di autosufficienza (Cass. 7260/2005); alla contestazione del vizio dell'altrui procura (Cass. n. 11597/2004).

È stata, invece, ritenuta consentita l'eccezione di inammissibilità del ricorso sollevata con la memoria, quando il fatto fosse percepibile solo a tale momento (Cass. n. 25541/2011) ed in genere questioni nuove rilevabili d'ufficio ove tale rilievo sia già possibile sulla base degli atti interni del processo (Cass. n. 14710/2006; Cass. n. 8662/2005).

Con la memoria non possono depositarsi documenti o atti (Cass. n. 28999/2018; Cass. n. 7515/2011 ).

Termine per il deposito

La memoria va depositata almeno dieci giorni prima dell'udienza, quale termine «a ritroso».

Si tratta di termine ordinario, e non «libero» (Cass. n. 18346/2015; Cass. n. 10797/1997).

Secondo alcune pronunce, ad esso non si applica l'art. 155, comma 4 e 5, relativo alla proroga al primo giorno non festivo del termine che scada in un giorno festivo o nella giornata di sabato (Cass. n. 19413/2013), ma la tesi dominante è di opposto avviso, non essendo la norma limitata ai termini a decorrenza successiva (Cass. n. 14767/2014).

Peraltro, ai procedimenti disciplinari a carico dei magistrati – essendo il giudizio di impugnazione delle sentenze Csm dinanzi alle S.U. regolato, ai sensi dell'art. 24 d.lgs. n. 109/2006, dalle norme processuali penali nella fase della proposizione del ricorso e da quelle civili nella fase del giudizio – non si applica l'art. 585, comma 4, c.p.p., che consente nel processo penale di presentare «motivi nuovi», ma l'art. 378 in commento: pertanto, nell'ipotesi in cui prima dell'udienza vengano depositati «motivi aggiunti», la memoria può essere ritenuta ammissibile nei limiti di tale disposizione  (Cass. S.U., n. 15110/2021 ).

Bibliografia

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