Codice di Procedura Civile art. 382 - Decisione delle questioni di giurisdizione e di competenza .

Loredana Nazzicone
aggiornato da Mauro Di Marzio

Decisione delle questioni di giurisdizione e di competenza.

[I]. La Corte, quando decide una questione di giurisdizione [37, 41, 360 1 n. 1, 362, 368 4], statuisce su questa, determinando, quando occorre, il giudice competente [367 2, 386].

[II]. Quando cassa per violazione delle norme sulla competenza, statuisce su questa [49 2, 360 1 n. 2].

[III]. Se riconosce che il giudice del quale si impugna il provvedimento e ogni altro giudice difettano di giurisdizione, cassa senza rinvio. Egualmente provvede in ogni altro caso in cui ritiene che la causa non poteva essere proposta [81, 100, 164 1, 182 1] o il processo proseguito [307 3, 358].

Inquadramento

La norma rimette alla sovrana decisione della S.C. la pronuncia sulla questione di giurisdizione o di competenza, per qualunque via sia ad essa giunta: in tali evenienze, la sentenza di legittimità “statuisce” su queste, ossia dispone a chi spetti la giurisdizione o la competenza a decidere la controversia, con effetto vincolante definitivo; la causa sarà riassunta innanzi al giudice competente.

La pronuncia sulla giurisdizione, peraltro, non pregiudica la decisione di merito.

Priorità della questione di giurisdizione

Risolvendo un contrasto, le Sezioni unite (Cass. S.U., n. 29/2016 e Cass. S.U., n. 30/2016) hanno affermato che primo dovere del giudice, anche qualora dubiti della sua competenza, è verificare la sua giurisdizione.

Ciò in ragione dei principi costituzionali riguardanti il diritto alla tutela giurisdizionale, della garanzia del giudice naturale e del giusto processo.

Inoltre, poiché la decisione sulla competenza presuppone l’affermazione, quantomeno implicita, della giurisdizione, attribuita la competenza, in sede di regolamento, ad un giudice, quest’ultimo non può successivamente declinare la sua giurisdizione (Cass. S.U., n. 4361/2018).

Conflitto di giurisdizione ed individuazione dell’ufficio competente

La S.C. ha dunque affermato il carattere pregiudiziale della questione di giurisdizione rispetto a quella di competenza: per tale motivo, le Sezioni Unite, nell’ambito della devoluzione della questione di giurisdizione, si ritengono investite anche del potere della individuazione specifica del plesso giurisdizionale ordinario dinanzi al quale la giurisdizione deve esplicarsi, in forza della previsione della norma in commento, che parla di determinazione del «giudice competente».

Infatti, tema di conflitto negativo di giurisdizione, sollevato ex art. 59 l. n. 69/2009, entro la prima udienza fissata per la trattazione del merito, le sezioni unite, se ravvisano l’esistenza della giurisdizione ordinaria, sono investite anche del potere di indicare specificamente il corrispondente ufficio competente, secondo i tre criteri – competenza per materia, per territorio inderogabile e per valore – purché gli elementi in atti lo permettano (Cass. S.U., n. 18567/2016).

Cassazione senza rinvio

L'esito del giudizio di cassazione senza rinvio, previsto nel  comma 3, riguarda quelle declaratorie in rito che, una volta operate, tolgono in radice ogni possibilità di prosecuzione dell'azione.

Le fattispecie contemplate dalla norma concernono: a) il difetto assoluto di giurisdizione; b) l'improponibilità della domanda; c) l'improseguibilità del giudizio.

Per la prima evenienza, la S.C. pronuncia la cassazione senza rinvio, a seguito della translatio iudicii, solo quando qualsiasi giudice sia privo di giurisdizione sulla domanda (Cass. S.U., n. 19787/2015; Cass. S.U., n. 2312/2012).

La causa è improponibile, dal suo canto, quando difetti un presupposto processuale, ed è improseguibile quando sia avvenuto un evento tale da condurre necessariamente alla chiusura del processo.

Fra le fattispecie di domanda improponibile o improseguibile, si riscontrano, ad esempio: il difetto di giurisdizione del giudice speciale (nella specie, del giudice contabile: Cass. n. 6929/2018); il difetto di legittimazione dell'attore (Cass. n. 1912/2012; Cass. n. 2517/2000); il difetto di legittimazione passiva dei convenuti (Cass. n. 1269/2018, in tema di assicurazione obbligatoria r.c.a. e domanda di rivalsa dell'assicuratore contro gli eredi dell'assicurato-proprietario, che era trasportato sul veicolo); la avvenuta pronuncia in appello nei confronti di una persona diversa da quella evocata in primo grado (Cass. n. 10116/2021); la mancanza di interesse ad agire (Cass. n. 19413/2017, con riguardo alla querela di falso in via principale, quando la certezza dell'autenticità è già consacrata in un provvedimento giurisdizionale divenuto cosa giudicata); la cancellazione della società di capitali dal registro delle imprese prima del giudizio (Cass. n. 23365/2019 ; Cass. n. 5736/2016; Cass. n. 21188/2014); l'opposizione di terzo esperita dal terzo detentore di immobile sul quale esista sentenza di condanna al rilascio (Cass. n. 3865/2014); l'indebito cumulo tra domanda di separazione dei coniugi con addebito e domanda di risarcimento del danni da violazione dei doveri matrimoniali (Cass. n. 18870/2014); la sentenza emessa nonostante la decadenza dall'azione (Cass. n. 6307/2015); la sentenza di appello resa su questione mai dedotta (Cass. n. 19229/2015) o su appello inammissibile (Cass. n. 15292/2015; Cass. n. 12606/2015 ; per il processo tributario, Cass. n. 10322/2019); l'accertamento dell'illegittimità della revoca indebita di una ordinanza di sospensione del giudizio (Cass. n. 9461/2013); la tardiva riassunzione della causa innanzi al giudice del merito (Cass. n. 11144/2018) ed, in generale, l'estinzione del processo verificatasi nel corso del giudizio di merito (Cass. n. 10093/2008); la statuizione con la quale il giudice liquidi, in favore della parte vittoriosa in appello, le spese processuali del primo grado di giudizio, nel quale la stessa era rimasta contumace (Cass. n. 16786/2018); il procedimento di rivendica non instaurato, ex artt. 93 e 103, in dichiarata pendenza del giudizio ordinario di accertamento della autenticità delle sottoscrizioni della scrittura privata di vendita, domanda che non può dunque essere proposta affatto nel contesto della rivendica fallimentare, difettandone il presupposto (Cass.  n. 1190/2018); la tardività dell'opposizione proposta ex art. 617 c.p.c. per omessa allegazione, da parte dell'opponente, del momento in cui ha avuto effettiva conoscenza della procedura esecutiva (Cass. 12848/2023); e così via.

Il potere della Corte di cassazione di dichiarare d'ufficio che l'azione non poteva essere proposta, ai sensi del secondo comma della disposizione in commento, può essere esercitato anche in sede di regolamento di competenza, al fine di evitare un inutile dispendio di attività processuale davanti al giudice dichiarato competente (Cass. n. 3865/2014; Cass. n. 27305/2013).

Bibliografia

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