Codice di Procedura Civile art. 388 - Trasmissione di copia del dispositivo al giudice di merito 1 .Trasmissione di copia del dispositivo al giudice di merito 1. [I]. Copia della sentenza è trasmessa dal cancelliere della Corte a quello del giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, affinché ne sia presa nota in margine all'originale di quest'ultima. La trasmissione può avvenire anche in via telematica.
[1] Articolo così sostituito dall'art. 14 d.lg. 2 febbraio 2006, n. 40, a far data dal 2 marzo 2006. Per la disciplina transitoria v. il secondo comma dell'art. 27. Il testo dell'articolo recitava: «[I]. Copia del dispositivo della sentenza è trasmessa dal cancelliere della Corte a quello del giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, affinché ne sia presa nota in margine all'originale di quest'ultima». InquadramentoScopo della norma è di permettere la certificazione del passaggio in giudicato della sentenza. Infatti, le sentenze della Corte di cassazione, che svolge l'ultimo controllo di legalità, non sono impugnabili e concludono il processo che determina l'incontrovertibilità del giudicato. Uniche deroghe al principio — “per se stesso da approvarsi” (Mandrioli, II, 2015, nota 1788) dell'intangibilità delle pronunce della Suprema Corte sono l'actio nullitatis per i vizi di inesistenza, e l'opposizione di terzo (v. sub artt. 391-bis e 391-ter). Nella relazione illustrativa del d.lgs. n. 40/2006 si afferma, a commento dell'art. 14 sostitutivo dell'art. 388 c.p.c., che la trasmissione, anche per via telematica, della copia della sentenza — non più soltanto del dispositivo della stessa — «è volta ad assicurare la conoscenza delle pronunce della corte e non solo come è attualmente dell'esito delle stesse, in funzione di orientamento dei giudici di merito e di valorizzazione della funzione nomofilattica». Si prende così atto del valore del precedente della S.C., oltre che della certezza della situazione giuridica accertata. La restituzione dei fascicoli di parte e d'ufficioL'art. 144-quater disp. att. ha previsto che, dopo la definizione del giudizio, il fascicolo trasmesso alla Corte ex art. 369 sia restituito, decorsi novanta giorni dal deposito della decisione, alla cancelleria del giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata. Fine essenziale della disposizione è evitare l'aggravio degli archivi della Corte Suprema; mediante l'invio della sentenza di legittimità al giudice a quo, può permettere anche il controllo dell'esito dei procedimenti, pur quanto non sia stato disposta la cassazione con rinvio. Ulteriori ipotesi di trasmissione del provvedimento giudiziale nell’ordinamentoAltre ipotesi l'ordinamento prevede di trasmissione della sentenza, a cura della cancelleria. Così, ai sensi dell'art. 29 l. n. 87/1953, le sentenze e le ordinanze della Corte costituzionale vengono trasmesse, entro due giorni dal loro deposito in cancelleria all'autorità giurisdizionale che ha promosso il giudizio. Con riguardo alle azioni in materia di eleggibilità e incompatibilità nelle elezioni per il Parlamento europeo, l'art. 23 d.lgs. n. 150/2011 prevede che la sentenza sia immediatamente pubblicata e trasmessa per l'esecuzione, a cura del cancelliere, al presidente dell'Ufficio elettorale nazionale. A norma dell'art. 10 l. n. 898/1970, la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, quando sia passata in giudicato, deve essere trasmessa in copia autentica, a cura del cancelliere, all'ufficiale dello stato civile del comune in cui il matrimonio fu trascritto, per le annotazioni e le ulteriori incombenze. In tema di azione di classe, di cui all'art. 140-bis d.lgs. n. 206/2005 (per l’abrogazione dell’art. 140-bis, v. artt. 5, 7 l. n. 31/2019), si prevede che copia dell'ordinanza del tribunale che ammette l'azione sia trasmessa, a cura della cancelleria, al Ministero dello sviluppo economico, che ne deve curare ulteriori forme di pubblicità, anche mediante la pubblicazione sul proprio sito internet. Ai sensi dell'art. art. 148, comma 10, d.lgs. n. 209/2005, Codice delle assicurazioni private, in caso di sentenza a favore del danneggiato, quando la somma offerta dalla compagnia fosse inferiore alla metà di quella liquidata, al netto di eventuale rivalutazione ed interessi, il giudice trasmette, contestualmente al deposito in cancelleria, copia della sentenza all'Ivass, al fine degli accertamenti relativi all'osservanza delle disposizioni che impongono specifici obblighi alle imprese di assicurazione. In tema di sanzioni amministrative contro le società e gli esponenti aziendali, per la sentenza della Corte di appello di Roma che pronuncia su ricorso del soggetto sanzionato dalla Banca d'Italia, ai sensi dell'art. 145, comma 8, d.lgs. n. 385/1993, va trasmessa alla predetta autorità (comma derivante dall'art. 1.53, lett. l, d.lgs. n. 72/2015); lo stesso per la sentenza della corte d'appello che pronuncia sulla sanzione amministrativa inflitta dalla Consob o dalla Banca d'Italia ai sensi degli artt. 187-septies, comma 7, e 195, comma 8, d.lgs. n. 58/1998 (secondo le previsioni parimenti introdotte dall'art. 5 d.lgs. n. 72/2015). Un'altra ipotesi è contemplata all'art. 181, comma 2, d.lgs. n. 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, secondo cui copia della sentenza di condanna di colui che, senza o in difformità dalla prescritta autorizzazione, esegue lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici — che contiene pure la condanna alla rimessione in pristino dello stato dei luoghi — viene trasmessa alla regione ed al comune nel cui territorio è stata commessa la violazione. Qui, la ratio è evidentemente quella di imporre l'immediato ripristino dello status quo ante. BibliografiaAmoroso G., La Corte di cassazione ed il precedente, in Aa.Vv., La Cassazione civile. Lezioni dei magistrati della Corte suprema italiana, Bari, 2015, 47; Briguglio A., Appunti sulle sezioni unite civili, in Riv. dir. proc., 2015, 16; Briguglio, in Commentario alla riforma del processo civile a cura di A. Briguglio E B. Capponi, vol. 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