Codice di Procedura Civile art. 444 - Giudice competente1.Giudice competente1. [I]. Le controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie indicate nell'articolo 442 sono di competenza del tribunale, in funzione di giudice del lavoro, nella cui circoscrizione ha la residenza l'attore [43 2 c.c.]. Se l’attore è residente all’estero la competenza è del tribunale, in funzione di giudice del lavoro, nella cui circoscrizione l’attore aveva l’ultima residenza prima del trasferimento all’estero ovvero, quando la prestazione è chiesta dagli eredi, nella cui circoscrizione il defunto aveva la sua ultima residenza 2. [II]. Se la controversia in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali riguarda gli addetti alla navigazione marittima o alla pesca marittima, è competente il tribunale, in funzione di giudice del lavoro, del luogo in cui ha sede l'ufficio del porto di iscrizione della nave 3. [III]. Per le controversie relative agli obblighi dei datori di lavoro e all'applicazione delle sanzioni civili per l'inadempimento di tali obblighi, è competente il tribunale, in funzione di giudice del lavoro, del luogo in cui ha sede l'ufficio dell'ente 4.
[1] Articolo sostituito dall'art. 1, comma 1, l. 11 agosto 1973, n. 533. [2] Comma così sostituito dall'art. 86 lett. a) d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. Successivamente l'ultimo periodo è stato aggiunto dall'art. 46, comma 23, della l. 18 giugno 2009, n. 69(legge di riforma 2009), con effetto a decorrere dal 4 luglio 2009, per i giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore. [3] Comma così modificato dall'art. 86 lett. b), d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. [4] Comma così modificato dall'art. 86 lett. b), d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. InquadramentoLa disposizione è nel suo complesso diretta a fissare la competenza territoriale in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie. Il primo comma in particolare è concepito a tutela della posizione del ricorrente, che normalmente è l'assistito (Cass. n. 1494/2000). Rientrano nella applicazione del comma 1 le controversie relative agli obblighi contributivi dei lavoratori autonomi (Cass. n. 23141/2011), nonché quelle relative all'indennizzo per soggetti danneggiati dalle vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni ed emoderivati (Cass. n. 3908/2002). In caso di domanda proposta dal lavoratore nei confronti del datore di lavoro per l'accertamento dell'obbligo contributivo, la competenza appartiene, ove il datore di lavoro (in forza di speciale rapporto convenzionale) sia onerato della gestione diretta del rapporto previdenziale per conto dell'Istituto di previdenza, al giudice del luogo di residenza dell'attore ai sensi dell'art. 444, comma 1, non essendo configurabile una controversia tra il datore di lavoro e l'ente di previdenza, con conseguente inapplicabilità del criterio di collegamento previsto dall'art. 444, comma 3 (Cass. n. 21364/2010; Cass. n. 3114/2009). La competenza territoriale per le controversie previdenziali ex art. 444 ha carattere di inderogabilità pure in mancanza di previsione espressa, ricollegandosi alla particolare idoneità del giudice di quel luogo a conoscere quei tipi di controversie e così costituendo una "condicio iuris" dell'esercizio dell'azione, che deve essere verificata d'ufficio indipendentemente dalle deduzioni delle parti, non gravate sul punto da alcun onere probatorio (Cass. n. 9373/2014; Cass. n. 8426/2019). La competenza territoriale a conoscere del giudizio avente ad oggetto l'azione di regresso esercitata dall'Inail (ex art. 11 d.P.R. n. 1124/1965) nei confronti del datore di lavoro, responsabile dell'infortunio sul lavoro patito dal lavoratore assicurato e già indennizzato dall'istituto, spetta, ai sensi dell'art. 444, comma 3, al giudice del luogo in cui si trova la sede territoriale dell'ente previdenziale che ha trattato la pratica dell'infortunio ed ha erogato la conseguente indennità, e non quella corrispondente alla sede dell'impresa, dovendosi ritenere preminente l'interesse dell'Istituto alla contiguità tra sede amministrativa che ha gestito l'infortunio e la sede giudiziaria di trattazione della controversia rispetto a quello del datore di lavoro che non si sia affatto adoperato per aprire una posizione assicurativa in favore del lavoratore (Cass. n. 17387/2016). Il criterio generale di competenza territoriale previsto, per le controversie previdenziali, dall'art. 444, comma 1, c.p.c. (secondo cui la competenza spetta al giudice del lavoro nella cui circoscrizione risiede l'attore) è applicabile anche alle controversie inerenti agli obblighi contributivi dei lavoratori autonomi (Cass. n. 15417/2020). Ai sensi dell'art. 444, comma 3, competente per territorio a conoscere della controversia previdenziale è il giudice del luogo in cui ha sede l'ufficio dell'ente presso il quale a seguito di domanda del datore di lavoro, che abbia più dipendenze, accolta dall'Istituto previdenziale, è attuato l'accentramento e che conseguentemente diviene deputato per effetto di esso a ricevere i contributi, a pretenderne giudizialmente il pagamento e a restituirne l'eventuale eccedenza. In caso di domanda del datore di lavoro di restituzione di contributi indebitamente corrisposti in eccedenza occorre, pertanto, tener conto - al fine della competenza per territorio - dell'accentramento suddetto, ancorché il diritto alla ripetizione dell'indebito contributivo sia in ipotesi sorto prima di detto accentramento, con effettuazione della verifica alla proposizione del ricorso ai sensi dell'art. 5 (Cass. n. 29955/2017). Addetti alla navigazione o pescaIl comma 2 disciplina le sole ipotesi di controversie relative agli infortuni sul lavoro ed alle malattie professionali riguardanti gli addetti alla navigazione marittima o alla pesca marittima, e fissa la competenza nel tribunale del luogo in cui ha sede l'ufficio del porto di iscrizione della nave. La S.C. ha difatti chiarito che, alla luce di tale previsione, la speciale competenza del giudice del luogo in cui ha sede l'ufficio del porto d'iscrizione della nave riguarda solo le controversie che hanno per oggetto gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali degli addetti alla navigazione e alla pesca marittime. Pertanto, la competenza a conoscere la controversia riguardante l'indennità per riconosciuta inidoneità alla navigazione conseguente ad un pregresso stato di malattia va determinata ai sensi del comma 1 dello stesso articolo (Cass. n. 22673/2004). Nel caso di controversie previdenziali promosse da lavoratori marittimi in quiescenza, è competente il giudice nella cui circoscrizione il ricorrente ha la residenza, secondo la regola generale prevista dal primo comma dell'art. 444 per la tutela dell'assicurato, mentre la competenza del giudice del luogo in cui ha sede l'ufficio del porto d'iscrizione della nave, di cui al secondo comma dello stesso articolo, ha natura eccezionale e riguarda solo le controversie che hanno per oggetto gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali degli addetti, ancora in servizio, alla navigazione e alla pesca marittime (Cass. n. 25235/2014). La deroga al criterio generale del foro della residenza dell'attore, introdotta dall'art. 444, comma 2, è stata ritenuta conforme a Costituzione, trovando razionale giustificazione nella circostanza che la stragrande maggioranza di tali eventi non si lamenta sulla terraferma, ma a bordo della nave, sicché si spiega la preferenza accordata al foro del porto di iscrizione della nave, essendo presso l'ufficio di tale porto depositati i documenti pubblici contenenti la registrazione delle più rilevanti vicende della nave stessa, a bordo della quale sono custoditi i documenti relativi alla sicurezza della navigazione, risolvendosi così detta preferenza in uno strumento agevolativo del diritto di difesa, ai fini del reperimento della documentazione necessaria al giudizio, nonché dell'individuazione dei testi da assumere (Corte cost. n. 282/1984). Obblighi dei datori di lavoro e relative sanzioni civiliL'ultimo comma si occupa delle controversie relative agli obblighi del datore di lavoro ed alla applicazione delle sanzioni civili, individuando, quale giudice territorialmente competente, il tribunale del lavoro del luogo in cui ha sede l'ufficio dell'ente. La Corte costituzionale, dopo aver rammentato che, secondo la giurisprudenza della S.C. (Cass. n. 23893/2004), per «ufficio dell'ente» (previdenziale) cui fare riferimento ai fini della individuazione del giudice territorialmente competente a norma dell'art. 444, comma 3, deve intendersi quello che, in quanto investito del potere di gestione interna, sia legittimato, per legge o per statuto, a ricevere i contributi, e conseguentemente a pretenderne giudizialmente il pagamento, ha sottolineato che la sua individuazione in concreto va correlata alla sede dell'impresa, nel senso che l'ufficio preso in considerazione dalla norma sarà quello ubicato nella circoscrizione territoriale ove ha sede l'impresa titolare dei rapporti assicurativi di cui si discute. Così esplicitato il parametro di collegamento spaziale, sono state giudicate sufficientemente predeterminate per legge le coordinate di individuazione del giudice territorialmente competente, nel pieno rispetto del principio della precostituzione del giudice, dovendo anche escludersi una disparità di trattamento fra le parti o un ostacolo ad agire in giudizio, giacché il criterio di determinazione della competenza è ispirato all'interesse generale di avvicinare il processo al luogo ove trovasi la documentazione rilevante (Corte cost. n. 477/1991). In tema di competenza per le controversie relative agli obblighi dei datori di lavoro ed all'applicazione delle relative sanzioni civili, per ufficio dell'ente, ai sensi dell'art. 444 comma 3, deve intendersi quello (da individuare in correlazione alla sede dell'impresa o ad una sua dipendenza) che, in quanto investito del potere di gestione esterna, sia in generale legittimato, per legge o per statuto, a ricevere i contributi ed a pretenderne il pagamento o a restituirne l' eccedenza, senza che influiscano gli eventuali provvedimenti derogatori con cui si attribuiscano tutti o parte dei rapporti assicurativi e previdenziali ad uffici con competenza territoriale su ambiti non comprensivi della sede dell'impresa, nonché la previsione di centri operativi non dotati, in concreto, del potere di gestione esterna dei rapporti contributivi con i soggetti aventi sede nella corrispondente circoscrizione territoriale (Cass. n. 10702/2015). Nel caso di cartelle esattoriali, con le quali sia chiesto il pagamento della contribuzione o dei premi assicurativi omessi, si applica la regola generale di cui al comma 3 della norma esaminata, e pertanto il giudice del lavoro territorialmente competente a conoscere delle opposizioni a cartella esattoriale per crediti previdenziali è il giudice del luogo ove ha sede l'ufficio dell'ente preposto ad esaminare la posizione assicurativa e previdenziale dei lavoratori. 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