Codice di Procedura Civile art. 476 - [Altre copie in forma esecutiva.] 1

Rosaria Giordano

[Altre copie in forma esecutiva.]1

[[I]. Non può spedirsi senza giusto motivo più di una copia in forma esecutiva alla stessa parte.]

[[II]. Le ulteriori copie sono chieste dalla parte interessata, in caso di provvedimento con ricorso al capo dell'ufficio che l'ha pronunciato, e negli altri casi al presidente del tribunale nella cui circoscrizione l'atto fu formato.] 

[[III]. Sull'istanza si provvede con decreto [135].]

[[IV]. Il cancelliere, il notaio o altro pubblico ufficiale che contravviene alle disposizioni del presente articolo è condannato a una pena pecuniaria da euro 1.000 a 5.0002, con decreto del capo dell'ufficio o del presidente del tribunale competente a norma del secondo comma [154 att.].]

 

[1] Articolo abrogato dall'art. 3, comma 34,  lett. c), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[2] Le parole « da euro 1.000 a 5.000 » sono state sostituite, in sede di conversione, alle parole « non superiore a 5 euro » dall'art.23 lett. e) n. 2 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dal 1° marzo 2006, ai sensi dell'art. 3-sexies d.l. n. 35, cit., introdotto dall'art. 16l. 28 dicembre 2005, n. 263 e da ultimo modificato dall'art. 39-quater d.l. 30 dicembre 2005, n. 273, conv., con modif., in l. 23 febbraio 2006, n. 51, introdotto in fase di conversione. Ai sensi del medesimo art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., le modifiche apportate agli artt. 476, 479, 490, 492, 495, 499, 500, 510, 512, 524, 525, 526, 527, 528, 530, 532, 534-bis, 534-ter, 546, 557, 559, 560, 561, 563, 564, 565, 566, 567, 569, 570, 571, 572, 573, 575, 576, 580, 584, 585, 586, 588, 589, 590, 591, 591-bis, 591-ter, 596, 598, 600, 608, 608-bis, 611, 615, 617, 624, 624-bis, 630 e 631 si applicano anche alle procedure esecutive pendenti al 1° marzo 2006; quando tuttavia è già stata ordinata la vendita, la stessa ha luogo con l'osservanza delle norme precedentemente in vigore; l'intervento dei creditori non muniti di titolo esecutivo conserva efficacia se avvenuto prima del 1° marzo 2006.

Inquadramento

In linea con l'obiettivo di far circolare un unico documento-titolo esecutivo si prevede che possa essere autorizzata la spedizione di altra copia in forma esecutiva in favore della medesima parte solo in presenza di un giusto motivo.

È discusso se tale giusto motivo sia integrato soltanto da circostanze oggettive non imputabili alla parte (es. distruzione del titolo) ovvero anche da circostanze soggettive (es. interesse ad incardinare l'esecuzione presso diversi uffici).

L'istanza si propone al Presidente del Tribunale che decide con decreto.

La violazione della disposizione comporta una sanzione pecuniaria a carico del cancelliere o del notaio o pubblico ufficiale, sanzione applicata dal Presidente del Tribunale all'esito del procedimento di cui all'art. 154 disp. att., ma non incide sulla regolarità dell'esecuzione forzata.

Presupposti in presenza dei quali è possibile il rilascio di altre copie in forma esecutiva

La disciplina dettata dalla norma in commento si salda con quella stabilita dall'art. 475 essendo fondata su un'eadem ratio, ossia evitare che circolino più copie esecutive del medesimo titolo senza un giusto motivo ed essendo quindi volta ad assicurare che il documento che rappresenta l'azione esecutiva sia unico. Il primo comma prevede comunque la possibilità della spedizione in forma esecutiva di un'ulteriore copia in forma esecutiva alla stessa parte in presenza di un giusto motivo.

Il riferimento alla stessa parte comporta che occorra avere riguardo alla posizione processuale rivestita dalla stessa, di talché se, ad esempio, è già avvenuta la spedizione del titolo in forma esecutiva in favore del dante causa il successore dovrà dedurre un giusto motivo per avere la spedizione di altra copia del titolo in forma esecutiva (Castoro, 45).

Per alcuni, tale giusto motivo potrebbe essere integrato esclusivamente nell'ipotesi di perdita incolpevole del documento per sottrazione, smarrimento e distruzione (Andrioli, 31).

Altri evidenziano che ricorre un giusto motivo per la spedizione di un'altra copia in forma esecutiva anche qualora sia irregolare la precedente spedizione (Castoro, 54).

È stato così affermato, in giurisprudenza, che la correzione della sentenza di cui sia già stata spedita una copia in forma esecutiva costituisce giusto motivo per la spedizione di un'ulteriore copia in forma esecutiva, così recante annotazione del provvedimento di correzione (App. Bologna, 15 aprile 1982, Giur. it., 1982, I, 2,720).

Secondo una tesi meno restrittiva non possono enuclearsi preventivamente i giusti motivi che consentono di ottenere la spedizione di altra copia in forma esecutiva, dovendo aversi riguardo al concreto interesse della parte e, quindi, ad esempio, all'esigenza di incardinare differenti procedure esecutive (procedura esecutiva mobiliare ed immobiliare; procedure esecutive in differenti fori: Vaccarella, 196).

La disposizione in commento non trova applicazione per i titoli di credito per l'ipotesi di smarrimento, sottrazione o distruzione dei quali è previsto il procedimento di ammortamento di cui agli artt. 89 ss. r.d. n. 1669/1933 (c.d. l. camb.) e 69 ss. r.d. n. 1736/1933 (c.d. l. ass.).

Procedimento per l'autorizzazione

La parte interessata alla spedizione di un'altra copia in forma esecutiva dovrà formulare un'istanza indirizzata, nell'ipotesi di titolo giudiziale, al capo dell'ufficio che ha pronunciato il provvedimento e, nel caso di atto pubblico, al Presidente del tribunale nella circoscrizione del quale l'atto era stato formato.

Il Presidente provvede sull'istanza — nella quale andrà evidenziato il motivo per il quale si chiede il rilascio di altra copia in forma esecutiva in deroga alle regole generali — con decreto.

Non è previsto alcun rimedio avverso tale provvedimento per l'ipotesi di diniego. Alcuni valorizzando l'applicazione degli artt. 737 e ss. in tema di procedimento in camera di consiglio, trattandosi di giurisdizione volontaria, ritengono che ex art. 739 il decreto sia reclamabile al collegio (D'Onofrio, II, 16). Per altri il decreto non dovrebbe essere motivato e sarebbe in impugnabile, ferma la possibilità per la parte istante di proporre un'autonoma azione giudiziale di accertamento (Satta, 1959, III, 100).

Violazione del divieto

L'ultimo comma della norma in esame stabilisce che qualora il cancelliere, il notaio o altro pubblico ufficiale contravvengano al divieto di spedizione senza giusto motivo di altra copia in forma esecutiva sono condannati al pagamento di una pena pecuniaria ricompresa, dopo l'intervento della l. n. 80/2005, tra l'importo di euro 1.000 e quello di euro 5.000.

La pena è irrogata dal Presidente del Tribunale individuato in applicazione dei criteri dettati dal comma 2.

Il procedimento per l'applicazione della sanzione è regolato dall'art. 154 disp. att. In particolare, è contestato all'incolpato l'addebito a mezzo di atto notificato a cura del cancelliere e lo si invita a presentare per iscritto le sue difese nel termine di cinque giorni.

Il decreto di condanna costituisce titolo esecutivo per la riscossione della pena pecuniaria, che ha luogo a cura del cancelliere.

La S.C. ha chiarito che l'inosservanza del dovere di non rilasciare in forma esecutiva più di una sola copia del titolo per la esecuzione forzata, che importa a carico del funzionario responsabile una pena pecuniaria, costituisce una semplice irregolarità della esecuzione che è fine a se stessa e non incide, pertanto, né sulla efficacia del titolo esecutivo, né sulla validità della relativa esecuzione (Cass. L, n. 25568/2008).

Abrogazione della norma

Conseguenza del venir meno della necessità della formula esecutiva, essendo sufficiente perché un titolo possa dare corso all’esecuzione forzata che ne sia attestata la conformità della copia all’originale, a decorrere dal 28 febbraio 2023, è l’abrogazione della disposizione in esame.

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