Codice di Procedura Civile art. 502 - Termine per l'assegnazione o la vendita del pegno.

Rosaria Giordano

Termine per l'assegnazione o la vendita del pegno.

[I]. Salve le disposizioni speciali del codice civile, per l'espropriazione delle cose date in pegno e dei mobili soggetti ad ipoteca [544; 2756 3, 2761 4, 2795, 2804 c.c.] si seguono le norme del presente codice, ma l'assegnazione o la vendita può essere chiesta senza che sia stata preceduta da pignoramento [491; 2911 1 c.c.] 1.

[II]. In tal caso il termine per la istanza di assegnazione o di vendita decorre dalla notificazione del precetto [479 1, 3, 491, 501].

 

[1] Comma così modificato dal r.d. 20 aprile 1942, n. 504.

Inquadramento

Il creditore munito di pegno sui beni mobili può ricorrere per soddisfare la propria pretesa anche all'esecuzione privata di cui all'art. 2797 c.c., che costituisce una forma di «autotutela sostanziale» (Cass. n. 6894/1987).

In alternativa, può ricorrere all'esecuzione forzata giudiziale ma soltanto ove sia munito anche di titolo esecutivo (Castoro, 318). In tale ipotesi l'esecuzione forzata si caratterizza per la mancanza del pignoramento (Verde, 66), di talché l'istanza di vendita o di assegnazione dovrà essere formulata entro 45 giorni dalla notifica dell'atto di precetto al debitore (Castoro, 318).

Scelta tra l'esecuzione giudiziale e quella privata

Sulla cosa mobile data in pegno od oggetto di privilegio speciale assimilato, quoad effectum, al pegno (come quello, di cui all'art. 2756 c.c.), è costituito, per accordo delle parti o ex lege, un vincolo di destinazione al soddisfacimento del credito garantito che, in caso di inadempimento del debitore, si realizza con il soddisfacimento coatto attraverso due procedimenti espropriativi alternativi, a scelta del creditore, rappresentati rispettivamente dalla esecuzione espropriativa mobiliare giudiziale, secondo le regole sue proprie, escluso il pignoramento, e dall'esecuzione espropriativa privata, promossa dal creditore secondo le regole previste dall'art. 2797 c.c. (Cass. n. 6894/1987).

Peraltro, l'esecuzione forzata giudiziale è ammessa soltanto nell'ipotesi in cui il creditore sia munito, oltre che della garanzia reale, di un titolo esecutivo (Castoro, 318).

Diversamente non è richiesta la sussistenza di un titolo esecutivo per dare corso alla procedura di cui all'art. 2797 c.c., che costituisce una sorta di esecuzione espropriativa privata, effettuata, su incarico del creditore, da persona che vi è autorizzata con la modalità previste da tale norma, fermo restando che la vendita non può avere luogo nel caso di opposizione da parte del debitore (Trib. Vercelli, 13 settembre 2011, in Dir. marittimo, 2013, n. 3, 655, con nota di Belli). Detta opposizione, proposta dal creditore che sia stato minacciato della vendita delle cose mobili di cui debba ricevere consegna in seno al procedimento di mora credendi, ha sostanziale natura di giudizio di opposizione a un'esecuzione forzata in senso lato non ancora iniziata ed è, quindi, riconducibile alla norma dell'art. 615, comma 1, sia sotto il profilo delle forme che della competenza (cfr. Cass. n. 21908/2008).

Sempre con riguardo alla procedura di autotutela sostanziale, è stato chiarito che la disciplina dettata dall'art. 2797 c.c. è derogabile consensualmente, non solo mediante la previsione di forme di vendita diverse da quelle prescritte dal secondo comma, ma anche mediante la dispensa dall'intimazione al debitore ed al terzo garante e dal rispetto del termine per l'opposizione, il cui unico scopo consiste nel consentire al debitore ed al terzo datore del pegno di adempiere spontaneamente o di opporsi alla vendita, senza che l'omissione di tali forme faccia venir meno la riferibilità della vendita alla realizzazione della garanzia pignoratizia, purché essa sia il risultato dell'accordo intervenuto in proposito tra le parti per il soddisfacimento del creditore (Cass. n. 8721/2011; conf. Trib. Salerno, 30 marzo 2009, in Giur. Merito, 2009, n. 6, 1605, con nota di D’Agostino).

Peculiarità dell'esecuzione giudiziale

L'esecuzione forzata delle cose date in pegno e dei mobili soggetti ad ipoteca ha la peculiarità di non essere preceduta dal pignoramento, bensì dalla sola notificazione dell'atto di precetto (Verde 1964, 66).

Ne deriva che è dalla notifica dell'atto di precetto che decorre il termine, attualmente rideterminato in 45 giorni, di cui all'art. 497 (Castoro 318).

Bibliografia

Bonsignori, Assegnazione forzata e distribuzione del ricavato, Milano, 1962; Bucolo, Il processo esecutivo ordinario, Padova, 1994; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; Cerino Canova, Offerte dopo l'incanto, Padova, 1975; Chiovenda, Sulla natura giuridica dell'espropriazione forzata, in Saggi di diritto processuale civile, II, Milano, 1993, 459; De Stefano, Assegnazione nell'esecuzione forzata, Enc. dir., III, Milano, 1958, 278; Garbagnati, Intorno alla rivendita forzata immobiliare, Milano, 1936; Saletti, Tecniche ed effetti delle vendite forzate immobiliari, in Riv. dir. proc. 2003, 1052 ss.; Sassani, Sulla portata precettiva dell'art. 2929 c.c., in Giust. civ. 1985, I, 3138; Satta, L'esecuzione forzata, Torino, 1963; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur. 2015, n. 3, 390; Travi, Vendita dei beni pignorati, Nss. D.I., XX, Torino, 1975, 636.

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