Codice di Procedura Civile art. 503 - Modi della vendita forzata 1Modi della vendita forzata 1 [I]. La vendita forzata può farsi con incanto [534 ss., 576 ss.] o senza [532 ss., 570 ss.], secondo le forme previste nei capi seguenti [164 att.; 2919 ss. c.c.]. [II]. L'incanto può essere disposto solo quando il giudice ritiene probabile che la vendita con tale modalità abbia luogo ad un prezzo superiore della metà rispetto al valore del bene, determinato a norma dell'articolo 568 nonche', nel caso di beni mobili, degli articoli 518 e 540-bis 2.
[1] V. art. 23, comma 11, d.l. 27 giugno 2015, n. 83, conv., con modif., in l. 6 agosto 2015, n. 132, ai sensi del quale « La disposizione di cui all'articolo 503 del codice di procedura civile, nel testo modificato dall'articolo 19, comma 1, lettera d-bis) del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 novembre 2014, n. 162, si applica, a far data dall'entrata in vigore del presente decreto, anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge n. 162 del 2014 ». [2] Comma aggiunto dall'art. 19, comma 1 lett. d-bis) d.l. 12 settembre 2014, n. 132, conv., con modif., in l. 10 novembre 2014, n. 162. Ai sensi dell'art. 19, comma 6-bis d.l. n. 132, cit., la presente disposizione si applica « ai procedimenti iniziati a decorrere dal trentesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione del [suddetto] decreto ». Successivamente, l'articolo 4, comma 1, lettera b) del d.l. 3 maggio 2016 n. 59, conv., con modif., in l. 30 giugno 2016, n. 119 , ha aggiunto le parole: «nonche', nel caso di beni mobili, degli articoli 518 e 540-bis» dopo le seguenti: «dell'articolo 568». InquadramentoLa vendita forzata non ha natura negoziale, realizzando un trasferimento coattivo nel quale coesistono elementi di carattere negoziale e giurisdizionale (Chiovenda II, 459 ss.). Ne consegue che i vizi della vendita devono essere denunciati, anche quando riguardino le qualità del bene oggetto della stessa, mediante opposizione agli atti esecutivi (Proto Pisani, 726). L'acquisto in sede di vendita forzata ha carattere derivativo (Picardi, 589). Tuttavia non incidono sull'acquisto dell'aggiudicatario, stante la deroga all'art. 159 sancita dall'art. 2929 c.c., le nullità di atti precedenti la vendita (Cass. S.U., n. 21110/2012). Sulle modalità della vendita forzata, la riforma del 2014 ha sostituito il sistema, introdotto dalla novella del 2006, della doppia vendita al medesimo prezzo base (prima senza e poi con incanto) con quello della vendita da effettuarsi tendenzialmente nelle forme senza incanto, salva la valutazione del giudice che con l'incanto potrebbe conseguirsi un prezzo pari almeno al valore di stima aumentato della metà. Natura ed effetti della vendita forzataSi ritiene comunemente che la natura giuridica della vendita forzata sia quella di un trasferimento coattivo ottenuto attraverso uno schema procedimentale, non assimilabile ad un contratto, composto sia da elementi negoziali, sia da elementi giurisdizionali (cfr., diffusamente, Cerino-Canova, 1 ss.; Chiovenda II, 459 ss.; Garbagnati, 1 ss.). Deriva dalla natura non negoziale della vendita forzata che vicende che la riguardano, e in specie l'offerta da parte dei potenziali aggiudicatari, si pongono quali atti preliminari all'atto esecutivo conclusivo che è il provvedimento di aggiudicazione emesso dal giudice dell'esecuzione, sicché gli eventuali vizi devono quindi essere fatti valere con l'opposizione ex art. 617 proposta contro l'ordinanza di aggiudicazione piuttosto che con i rimedi negoziali delle azioni di nullità, annullamento e rescissione (Proto Pisani, 726). L'acquisto del bene da parte dell'aggiudicatario è, peraltro, a titolo derivativo (Cass. n. 5888/1982). L'organo giudiziario, infatti, si sostituisce all'esecutato nell'eseguire la vendita del bene pignorato, che, se il processo si estingue senza la distribuzione del ricavato, viene restituito all'esecutato (Picardi 589). Al fine di evitare l'applicazione dei principi generali in tema di nullità processuali ed, in particolare, dell'art. 159 secondo cui la nullità di un atto comporta quello degli atti successivi che ne sono dipendenti, l'art. 2929 c.c. stabilisce che la nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita o l'assegnazione non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, salva l'ipotesi-limite di collusione con il creditore procedente (in arg., per tutti, Sassani, 3138). Circa l'applicabilità dell'art. 2929 c.c., occorre peraltro precisare che la stessa non si riferisce ai soli vizi di forma degli atti esecutivi (Cass. n. 1639/2000; Trib. Nuoro 4 aprile 2011), avendo le Sezioni Unite della Corte di Cassazione ormai chiarito che il sopravvenuto accertamento dell'inesistenza di un titolo idoneo a giustificare l'esercizio dell'azione esecutiva non fa venir meno l'acquisto dell'immobile pignorato, che sia stato compiuto dal terzo nel corso della procedura espropriativa in conformità alle regole che disciplinano lo svolgimento di tale procedura, salvo che sia dimostrata la collusione del terzo col creditore procedente (Cass. S.U., n. 21110/2012, Giust. civ., 2013, n. 5-6, 997, con nota di Campi). Resta tuttavia fermo che la regola contenuta nell'art. 2929 c.c., secondo cui la nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita e l'assegnazione non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, non trova applicazione quando la nullità riguardi proprio la vendita o l'assegnazione, sia che si tratti di vizi che direttamente la concernano, sia che si tratti di vizi che rappresentino il riflesso della tempestiva e fondata impugnazione di atti del procedimento esecutivo anteriori ma ad essi obbligatoriamente prodromici (v., tra le molte, Cass. n. 13824/2010). Casistica Nella vendita forzata l'aggiudicatario del bene pignorato, in quanto parte del processo di esecuzione, ha l'onere di far valere l'ipotesi di aliud pro alio con il solo rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi, che va esperita — nel limite temporale massimo dell'esaurimento della fase satisfattiva dell'espropriazione, costituito dalla definitiva approvazione del progetto di distribuzione — comunque entro il termine perentorio di venti giorni dalla legale conoscenza dell'atto viziato, ovvero dal momento in cui la conoscenza del vizio si è conseguita o sarebbe stata conseguibile secondo una diligenza ordinaria (Cass. n. 7708/2014). Nel procedimento di vendita con incanto, l'aggiudicazione del bene posto in vendita a soggetti che hanno offerto un prezzo di acquisto inferiore al valore dell'aggiudicazione si traduce in un vizio del provvedimento di aggiudicazione, in quanto atto finale di attività procedimentalizzata, che deve essere fatto valere con il rimedio della opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c., nei termini ivi indicati (Cass. n. 1639/2000, Riv. esecuz. forzata, 2000, 457, con nota di Auletta). Preferenza per il sistema della vendita senza incantoIn ordine ai modi della vendita forzata, la disposizione in commento, che ha valenza generale “programmatica” rispetto sia all'espropriazione mobiliare che a quella immobiliare, è stata significativamente modificata, in sede di conversione, dall'art. 19 d.l. n. 132/2014. Invero, se resta fermo in astratto, secondo quanto stabilito dal primo comma, può realizzarsi sia con incanto che senza incanto, tuttavia è stata inserita nel secondo comma la non trascurabile precisazione per la quale l'incanto può essere disposto solo quando il giudice ritiene probabile che la vendita con tale modalità abbia luogo ad un prezzo superiore della metà rispetto al valore del bene, determinato a norma dell'art. 568. Pertanto, viene rimessa ad una scelta discrezionale del Giudice dell'esecuzione, a seguito della valutazione in ordine alle possibilità di aggiudicare all'incanto il bene staggito ad un prezzo superiore della metà rispetto al valore di stima dello stesso, la decisione se disporre o meno la vendita all'asta. È stato osservato che «ciò non avverrà praticamente mai, non avventurandosi certo il giudice dell'esecuzione ad ipotizzare una vendita del bene pignorato ad un prezzo, a dir poco, stupefacente, specie nell'odierna temperie di crisi economica» (Tedoldi, 395). Diversamente, nell'assetto sinora vigente il sistema era congegnato nel senso che, almeno nell'espropriazione immobiliare, a seguito della mancata aggiudicazione del bene in sede di vendita senza incanto, doveva essere effettuata una vendita con incanto partendo dal medesimo prezzo base. L'esperienza aveva tuttavia dimostrato, anche per l'attuale crisi economica che ha determinato una generale riduzione del valore di mercato dei beni immobili, che il più delle volte, restando fermo il prezzo, l'asta andava deserta (Saletti 1052 ss.). L’art. 4, comma 1, lett. b) d.l. 3 maggio 2016, n. 59, ha integrato la previsione in commento per estendere espressamente alla vendita forzata mobiliare il sistema di “preferenza” per le forme della vendita forzata senza incanto. Invero, il pregresso riferimento al solo prezzo determinato ai sensi dell’art. 568, norma a tal fine dettata nell’ambito dell’espropriazione immobiliare, poteva far ritenere che la disposizione avesse tale limitato ambito di applicazione. Con l’odierna modifica normativa viene invece chiarito che il giudice dell’esecuzione può nell’espropriazione mobiliare optare per la vendita con incanto nell’ipotesi – anche in questo caso di rara verificazione pratica – in cui ritenga che mediante la stessa possa conseguire un prezzo superiore alla metà del valore dei beni mobili determinato ai sensi degli artt. 568 in tema di pignoramento mobiliare, e 540-bis, sull’integrazione del pignoramento mobiliare. BibliografiaBonsignori, Assegnazione forzata e distribuzione del ricavato, Milano, 1962; Bucolo, Il processo esecutivo ordinario, Padova, 1994; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; Cerino Canova, Offerte dopo l'incanto, Padova, 1975; Chiovenda, Sulla natura giuridica dell'espropriazione forzata, in Saggi di diritto processuale civile, II, Milano, 1993, 459; De Stefano, Assegnazione nell'esecuzione forzata, Enc. dir., III, Milano, 1958, 278; Garbagnati, Intorno alla rivendita forzata immobiliare, Milano, 1936; Saletti, Tecniche ed effetti delle vendite forzate immobiliari, in Riv. dir. proc. 2003, 1052 ss.; Sassani, Sulla portata precettiva dell'art. 2929 c.c., in Giust. civ. 1985, I, 3138; Satta, L'esecuzione forzata, Torino, 1963; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur. 2015, n. 3, 390; Travi, Vendita dei beni pignorati, Nss. D.I., XX, Torino, 1975, 636. |